ZAN ZAN! - L’ALLENZA RENZI-SALVINI SUL DDL CONTRO L’OMOFOBIA MANDA PD E CINQUE STELLE NEL PANICO – LA “STRATEGIA” DI ENRICO LETTA: ANDARE IN AULA E VEDERE CHE SUCCEDE. I RENZIANI INTANTO VOTERANNO SÌ ALLA CALENDARIZZAZIONE IN AULA, MA CON IL VOTO SEGRETO LA LEGGE NON PASSERÀ - I DUE MATTEO SI MOSTRANO DISPONIBILI: “BASTA TOGLIERE LA DEFINIZIONE IDENTITÀ DI GENERE”, MA DEM E GRILLINI TEMONO CHE SIA UN DOPPIO GIOCO PER AFFOSSARE COMUNQUE LA LEGGE

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Carlo Bertini per "la Stampa"

 

salvini renzi salvini renzi

Ora che la lenta morte del ddl Zan si fa più concreta, sale la rabbia tra i promotori e il bersaglio degli strali diventa Matteo Renzi. «Vuole affossare la legge», è l' accusa del tandem Pd e 5stelle, continuando con la sinistra di Fratoianni. Tutti contro Italia Viva, che con la sua controproposta di tornare alla legge Scalfarotto e di sopprimere gli articoli della discordia (sull' identità di genere e sulla libertà di espressione), apre una voragine nella vecchia maggioranza, che alla Camera aveva approvato la legge contro l' omofobia. Facendo venire meno i numeri per approvare il Ddl Zan in Senato.

 

«Ma tutti i gruppi sono spaccati, andate a vedere nel pd e nei 5stelle», si difendono i renziani. «Emendare ora la legge Zan significa affossarla. E dire che poi Draghi dovrebbe mettere la fiducia, è un insulto all' intelligenza politica», li incolpa Matteo Ricci del Pd. Neanche a dirlo, le destre gongolano per aver scardinato il fronte.

intervento del deputato alessandro zan foto di bacco (2) intervento del deputato alessandro zan foto di bacco (2)

 

Letta, in aula e poi si tratta

Ma dietro le schermaglie, la strategia di Enrico Letta è questa: oggi il segretario riunisce un summit di urgenza con i big del partito. «Si giochi a volto scoperto, prima andiamo in aula e poi vediamo cosa mettono sul piatto», è il pensiero del leader Pd, determinato a incassare il primo risultato concreto, la calendarizzazione in aula al Senato il 13 luglio della legge Zan.

 

Enrico Letta Enrico Letta

«Per ora mi pare solo tattica, poi vedremo», dice il segretario: solo in un secondo momento, quando si aprirà la partita in aula, si potrà valutare una mediazione.

Allo stato, quella proposta dal capogruppo di Iv, Davide Faraone, non va giù a Pd e 5Stelle. Che non accettano di togliere la definizione «identità di genere», e che temono il doppio gioco. «Di Salvini, che non farà mai passare una legge contro l' omofobia», dicono i dem. «E di Renzi, che farà in modo di affossarla nel voto segreto, pure se facessimo la mediazione da lui richiesta».

 

Insomma, il nodo è tutto politico, la sfiducia; e non tanto di merito. «La strategia di Iv - è l' analisi sprezzante che si fa al Nazareno - è recuperare il rappotto con la Chiesa, facendo vedere che sono uomini di buona volontà. E di assumere un posizionamento cerniera col centrodestra, affossando qualunque cosa ascrivibile al Pd di Letta».

matteo salvini e matteo renzi si incrociano in senato matteo salvini e matteo renzi si incrociano in senato

 

Dall' altra parte, i due attori principali, Salvini e Renzi, fanno mostra di essere disponibili a chiudere la partita con una legge condivisa. «La legge va fatta», dice il capogruppo renziano Faraone, «è urgente, ma non le va affidata una finalità pedagogica.

Proprio perché deve colpire gli abusi, i crimini, le prevaricazioni, deve essere scritta bene e non dare adito ad alcun dubbio interpretativo».

 

Malgrado tutto, domani Italia Viva voterà sì al calendario per mettere ai voti la legge Zan il 13 luglio. I renziani sono convinti che già un minuto dopo il Pd capirà che non ci saranno numeri per approvare il ddl Zan e comincerà a trattare, per evitare il rischio di vederlo affossare in aula nell' ultimo giro.

 

ALESSANDRO ZAN ALESSANDRO ZAN

La destra cavalca le contraddizioni di un Pd scosso dalle divisioni, anche interne. «Pensano più alle urne che a scrivere una buona legge, vogliono un prodotto con il loro marchio da potersi rivendere e non una legge che tuteli chi è vittima di odio e violenza», attacca la vicecapogruppo di Forza Italia, Lucia Ronzulli.

 

«Lega, Pd e 5stelle possono trovare un accordo in cinque minuti sull' aumento delle pene per le violenze sui gay», promette Matteo Salvini. «Gli omosessuali, i trans, se offesi e oggetti di violenza, vanno difesi. Un altro discorso è portare sui banchi di scuola le teorie secondo cui non ci sono maschietti e femminucce».

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