CHE FACCIA DA PIRLO – GATTUSO ESALTA “IL MAESTRO”: "PUO’ FARE TUTTO. FUORI DAL CAMPO ERA UN GRAN FIGLIO DI MIGNOTTA. GLI HO TIRATO PIÙ CINQUINE IO CHE BUD SPENCER A TERENCE HILL..." – LE SUE PUNIZIONI STUDIATE ANCHE AL "MIT", GLI OMAGGI DI VALDANO E DEGLI "EROI DI BERLINO" E IN FUTURO…- VIDEO
Francesco Persili per Dagospia
«Pirlo? Era un gran figlio di…Ti prendeva in giro per mesi. Stare insieme a lui era molto divertente. Gli ho tirato più cinquine io che Bud Spencer a Terence Hill». Ai microfoni di “Tutti Convocati” su “Radio 24”, "Rino" Gattuso, ex centrocampista e allenatore del Milan Primavaera, ripensando agli scherzi in ritiro offre un ritratto non convenzionale del “Maestro” che ha annunciato l’addio al calcio. «Quando era in campo lo guardavo e mi chiedevo: devo cambiare mestiere o posso giocare anche io?».
Dall’Under 15 alla notte mondiale di Berlino. Quando Pirlo abbraccia Cannavaro, prima del rigore decisivo di Grosso, e gli sussurra: «Ma se segna Fabio siamo campioni del mondo? Sì, Andrea». Gol. «E’ stato un onore aver giocato e vinto con te», il messaggio che l’ex capitano azzurro recapita a Pirlo ora che la sua carriera diventa storia. Tutti celebrano il Maestro. Dalla stampa americana agli eroi di Berlino. "Smettere di giocare è un dettaglio, i campioni come te, non daranno mai l'addio al calcio", scolpisce Del Piero. “Chi ha giocato con Andrea ha compreso il significato della parola “unico” – scrive Buffon – è stato un Campione che ha alternato classe, eleganza e umiltà”. “Che onore giocare con te e contro di te”, annota Totti.
“Date la palla a Andrea, lui sa come trattarla”, si raccomandava Lucescu che a Brescia lo portò in prima squadra a 15 anni. Roberto Baggio quando lo vide battere le punizioni, disse: “Le calcia meglio di me”. Non è un caso che le sue “maledette” siano state studiate anche dagli scienziati del Mit di Boston. Geometrie euclidee e visione di gioco, fosforo e fantasia: a Gigi Simoni, che lo ha allenato all’Inter, ricordava Rivera.
“Ma anche da trequartista era fortissimo”, certifica Gattuso. In quel ruolo trascinò la Under 21 di Tardelli alla conquista dell’Europeo del 2000. C’è un prima e c’è un dopo nella storia calcistica di Andrea Pirlo e in mezzo l’incontro con Mazzone che a Brescia gli ritaglia il ruolo da playmaker davanti alla difesa come già aveva fatto con Matteoli, Giannini, Guardiola.
Spostandolo venti metri indietro, Mazzone lo ha portato 20 anni avanti. Un regista 2.0 che guida la squadra con una «serenità da torero», scrive l’ex allenatore e dirigente del Real, Jorge Valdano nel libro “Le undici virtù del leader”: «E’ come essere di fronte all’intelligenza accumulata da tutti i centrocampisti di ogni epoca. Pirlo è un motivo sufficiente per guardare una partita».
«Mister, è stato un peccato non averla incontrata prima», il congedo da Mazzone per abbracciare Ancelotti che al Milan sfruttò l’intuizione dell’allenatore trasteverino regalando agli appassionati di calcio un centrocampo stellato con lui, Seedorf e Gattuso. Le due Champions, l’addio al club rossonero, poi la rinascita alla Juventus. “La sua fortuna è stata incontrare Conte”, la certezza di "Ringhio".
"Un leader silenzioso" per Marcello Lippi e per un altro ex ct azzurro Prandelli che nella prefazione dell’autobiografia scritta dal “Maestro” col giornalista di Sky Alessandro Alciato lo avvicina a Scirea. «Pirlo appartiene a una specie da proteggere. E’ il calciatore di tutti. Non mi stupirei se la notte dormisse indossando un pigiama dello stesso colore della maglia della Nazionale. Persone come lui e Buffon incarnano il vero spirito dell’Italia…». E chissà che tra una partita a golf e una a tennis, nel futuro di Pirlo non ci sia un incarico in Figc: «Può fare quello che vuole – assicura Gattuso – ha un’intelligenza fuori dal comune».
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