La variante Delta, comparsa in India nell'ottobre 2020, è ormai diffusa in 96 paesi, secondo quanto afferma l'Oms. Questo è dovuto alla rapidità con la quale si trasmette, fra il 50% e il 60% superiore rispetto alla variante Alfa (ex varante inglese).
Il segreto della sua velocità si trova in gran parte nella proteina Spike, che il virus usa per agganciarsi alle cellule umane e che è il principale bersaglio dei vaccini anti Covid-19. A preoccupare ora sono anche le segnalazioni delle autorità sanitarie in Australia, che hanno definito i contagi «spaventosamente rapidi», possibili cioè dopo un contatto di 5-10 secondi, sulla base delle riprese fatte dalle telecamere a circuito chiuso in un centro commerciale di Sydney.
Il filmato del supermercato di Sydney
Nel video ripreso dalle telecamere del Bondi Junction Westfield si vedono due clienti (entrambi senza mascherina) che percorrono il corridoio in direzioni opposte. Si incrociano senza fermarsi e restano accanto meno di dieci secondi. Entrambi sono ora infetti da Covid-19. Positivi alla variante Delta nell'ambito dell'epidemia in corso nel Nuovo Galles del Sud.
Dopo la diffusione del video, il premier del Nuovo Galles del Sud, Gladys Berijiklian, ha parlato di incontri «spaventosamente fugaci» che hanno portato alla diffusione del Delta a Sydney. Il ministro della salute dello stato, Brad Hazzard, ha descritto la variante come «una medaglia d'oro quando si tratta di saltare da una persona all'altra», riporta il The Guardian.
Il direttore sanitario del Queensland, la dottoressa Jeannette Young, dopo la comunicazione che lo stato avrebbe chiuso i suoi confini alle persone provenienti dai punti caldi di Sydney, ha affermato: «Con la variante Delta, stiamo assistendo a contatti molto fugaci che portano alla trasmissione».
«All'inizio di questa pandemia, ho detto che 15 minuti di stretto contatto erano una preoccupazione. Ora sembra che siano da 5 a 10 secondi a preoccupare. Il rischio è molto più alto ora rispetto a solo un anno fa».
Variante Delta, contagiosità
Le mutazioni in questa proteina danno alla variante un doppio vantaggio: da un lato si lega alle cellule umane in modo più efficiente, dall'altro «mascherano il riconoscimento del virus da parte del sistema immunitario», osserva Ettore Domenico Capoluongo, ordinario di Biochimica clinica dell'Università Federico II di Napoli, principal investigator e membro della task Force Covid 19 del centro Ceinge-Biotecnologie avanzate.
Tuttavia i vaccini la riconoscono ancora e il sistema immunitario reagisce in modo più efficiente soprattutto dopo la seconda dose. E poiché sono ancora molti i giovani non vaccinati, la variante Delta sta viaggiando attraverso le fasce più giovani della popolazione.
Il motivo per cui questo accada non è ancora chiaro e una delle ipotesi è che la variante Delta si replichi in modo molto più efficiente rispetto alla Alfa, producendo così un maggior numero di particelle del virus in circolazione nell'organismo (carica virale).
Senza dubbio la variante Delta «ha una maggiore capacità di infettare le cellule dei polmoni, ma per trarre conclusioni servono statistiche molto grandi», rileva Capoluongo.
Le mutazioni che mascherano la proteina Spike rendono difficile riconoscere la variante Delta ai test tradizionali e a rendere ancora più complicata la situazione ci sono i sintomi, comuni a molti altri disturbi come raffreddore, mal di stomaco, mal di testa, dolori delle articolazioni. La variante Delta (B.1.617.2) ha anche una famiglia abbastanza numerosa.
Mentre le sue parenti più strette B.1.617.1 e la B.1.617.3 preoccupano molto meno e appartengono ormai al gruppo Kappa, è arrivata rapidamente una nuova versione della Delta, chiamata Delta Plus o AY.1, capace di legarsi in modo ancora più efficiente alle cellule dei polmoni e anche questa ormai segnalata in più Paesi.
Per gli esperti le armi per rallentare l'avanzata di queste varianti pericolose sono tre: accelerare il più possibile con le vaccinazioni per dare, con la seconda dose, una protezione più efficace alla maggior parte della popolazione; fare tanti test per garantire il tracciamento e ottenere il maggior numero di sequenze possibile.