CAFONALINO DEI TRUMPISTI D’ITALIA - A PALAZZO FERRAJOLI SI RIUNISCE UNA PATTUGLIA DI FAN DI "THE DONALD" PER SEGUIRE L’INSEDIAMENTO ALLA CASA BIANCA - DALL’ECONOMISTA NO EURO, ANTONIO MARIA RINALDI, A DARIO SALVATORI, LA “PAPESSA” CHAOUQUI, L'AVVOCATO MARRA, GABRIELLA GIAMMANCO, ARISTO-GATTARE E CARAMPANE ASSORTITE
Foto di Luciano Di Bacco per Dagospia
Ludovico Prendolo per Dagospia
Tutti pronti a salire sul carro del vincitore. Ai festeggiamenti per l’insediamento di Donald Trump erano invitate 350 persone e ne sono arrivate mille. Un vero e proprio assalto al portone di palazzo Ferrajoli. Alla fine si è deciso di fare entrare tutti, tanto che a un certo punto nei saloni del primo piano era praticamente impossibile muoversi.
I trumpiani d’Italia, quelli della prima ora, certificati dalla più stretta cerchia del nuovo presidente degli Stati Uniti, hanno scelto una location che sta proprio di fronte a palazzo Chigi. Sarà un caso? Certo che adesso tutti proclamano di essere amici di Trump, ma bisogna saper distinguere il grano dal loglio. Flavio Briatore, per esempio. E’ vero che per The Apprentice ha incontrato l’immobiliarista nuovaiorchese. Ma da qui a essere amici ce ne passa.
Nelle sale di palazzo Ferrajoli girava il gustoso aneddoto: per cercare di ingraziarsi Trump il buon Flavione gli ha spedito casse di vino pregiatissimo. Peccato che il regalo non abbia esaltato il presidente, visto che è notoriamente astemio. Vero amico è invece Guido George Lombardi, che da vent’anni vive nella Trump Tower, tre piani sotto gli appartamenti di The Donald. Lui è il punto di riferimento dei Trumpiani d’Italia.
Due dei fondatori erano a Washington, tra i pochissimi invitati italiani: Gianmario Ferramonti, uno dei fondatori della Lega Nord, e Alfredo Esposito. A condurre le danze a Roma è stato Antonio Mario Rinaldi, professore no euro della prima ora e leader di Alternativa per l’Italia. Molti esponenti politici, soprattutto del centrodestra hanno cercato di farsi invitare ma sono stati respinti al mittente.
simpatizzanti per donald trump
C’erano invece rappresentanti delle forze armate e delle forze dell’ordine, imprenditori, professionisti, nobili e nobilastri, qualche monsignore e Giuseppe Esposito, vice presidente del Copasir. E poi il critico musicale Dario Salvatori con la giacca stile bandiera americana. C’era anche la papessa Francesca Immacolata Chaouqui. Decisamente scocciata perché non lo era stato riservato un posto a sedere. Telefonerà a Trump per protestare?
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