ALLA FINE ANCHE SALVINI BENEDICE FITTO. MA IL VERO SCOGLIO È URSULA – DOPO L’INCONTRO IN MASSERIA CON LA DUCETTA, IL CAPITONE HA DATO IL SUO APPOGGIO AL MINISTRO ULTRAMELONIANO COME CANDIDATO A COMMISSARIO EUROPEO: “HA TUTTI I NUMERI NECESSARI” – LA TRATTATIVA PER AVERE DELEGHE DI PESO È COMPLICATA: COME DAGO-DIXIT, VON DER LEYEN HA GIA’ RISPOSTO PICCHE A GIORGIA – E NEL GOVERNO SI APRE IL PROBLEMA: A CHI AFFIDARE LA GESTIONE DEL PNRR DOPO FITTO?
Estratto dell’articolo di Federico Capurso per “La Stampa”
Giorgia Meloni e Raffaele Fitto sono a pochi chilometri di distanza, eppure, in questi giorni in cui il nome del ministro agli Affari europei è tornato al centro della discussione politica, i due non si sono visti. […]
La premier ha parlato però di lui con Matteo Salvini, quando il vicepremier è andato a trovarla domenica scorsa. E da quella visita è arrivato il via libera definitivo, con il placet del leader leghista, alla candidatura di Fitto come commissario europeo. Palazzo Chigi conta di incassare da Ursula von der Leyen una delega economica di peso, che includa anche il capitolo Coesione, ma i tasselli del mosaico inizieranno a mostrare il disegno quando la presidente della Commissione Ue deciderà il numero delle vicepresidenze esecutive.
GIORGIA MELONI E URSULA VON DER LEYEN AL G7
Intanto, con una chiarezza mai usata prima, Salvini dà la sua benedizione a Fitto: «Ha tutti i numeri per essere un ottimo commissario europeo indicato da questo governo». E si unisce, così, all'appoggio già dichiarato da tempo dall'altro vicepremier, Antonio Tajani.
Quello di Salvini è stato forse un po' tardivo, ma con Meloni, assicura, «lavoriamo bene insieme. I giornali si inventano polemiche e litigi che non ci sono, né sulla Rai né sul commissario europeo». Si vedrà tra dieci giorni se è vero, quando Meloni, Tajani e Salvini si riuniranno nel primo vertice di maggioranza dopo la pausa estiva.
Un appuntamento delicato, in cui si inizierà a discutere anche dell'"eredità" di Fitto, che oltre a curare i rapporti con l'Unione europea ha anche le deleghe al Sud e al Pnrr. E il primo interrogativo da sciogliere è se mantenere quella poltrona così com'è o se, invece, spacchettare le deleghe e assegnarle a più persone. Dentro il partito della premier, ovviamente, spingono per non dividere nulla. Sono consapevoli che si potrebbero scatenare gli appetiti degli alleati, ma tutto è ancora sul tavolo.
matteo salvini giorgia meloni antonio tajani.
Lo stesso vale per la partita Rai che, a dispetto di quanto dice Salvini, è rimasta aperta negli ultimi due mesi proprio per l'impossibilità di mettersi d'accordo. Fratelli d'Italia punta a confermare lo schema che vede l'indicazione di Simona Agnes (in quota Forza Italia) alla presidenza Rai, mentre Giampaolo Rossi (in quota FdI) diventerebbe amministratore delegato. Rossi, un fedelissimo di Meloni, avrebbe dovuto tenere anche la carica di direttore generale, ma adesso non si esclude che l'incarico possa essere affidato a un leghista, in modo da sbloccare l'impasse.
Messa così, sembra che sia Salvini il problema maggiore per Meloni, ma ultimamente sono soprattutto i forzisti a creare tensioni e mostrare un'indole allo scontro. È un modo per marcare la loro differenza rispetto alla destra, come chiesto anche dalla famiglia Berlusconi. Ma la premier, con quel vertice, ha intenzione di mettere in fila le priorità da affrontare, in modo da evitare fughe in avanti spericolate.
[...] E poi, in che mano resterà il cerino dei balneari, ora che l'Europa ha peso la pazienza e vuole vedere la messa a gara delle concessioni? E poi, si deve trovare un candidato per le Regionali in Liguria, dove sembra che si stia andando verso un election day con Umbria ed Emilia Romagna, e l'accordo, neanche a dirlo, ancora non c'è. C'è tempo fino al 30 agosto per evitare veleni e litigi, specie a ridosso di una legge di bilancio che si preannuncia complicatissima.
antonio tajani giorgia meloni matteo salvini