DOPO L’ADDIO ALLA BORSA, I FRIEDKIN PENSANO AL NUOVO STADIO DELLA ROMA A PIETRALATA. MA IL PROGETTO E’ A RISCHIO PER UNA PIOGGIA DI RICORSI: GLI EREDI DEI VECCHI PROPRIETARI DEI TERRENI INDIVIDUATI DAI PROPRIETARI DEL CLUB GIALLOROSSO NE CHIEDONO LA RESTITUZIONE, ESSENDO DECADUTO ORAMAI DA TEMPO IL PROGETTO DI REALIZZAZIONE DEL SISTEMA DIREZIONALE ORIENTALE (SDO)
Gianluca Lengua per “il Messaggero”
Obiettivo raggiunto: la Roma è fuori dalla Borsa. Il delisting iniziato nel mese di maggio con l'annuncio dell'Opa ha avuto successo e oggi avverrà la revoca della quotazione dai mercati gestiti da Borsa italiana attraverso una procedura congiunta. Questo significa che tutti i titolari delle azioni residue, otterranno il pagamento del corrispettivo.
L'ultimo passo, dunque, è finalmente compiuto. Si tratta di un giorno storico per la Roma che non solo risparmierà fino a 3 milioni l'anno, ma sarà più snella e competitiva a livello internazionale. È come essersi liberati di un fardello che appesantiva la gestione societaria, non il massimo per un club che si sta ristrutturando per competere con i top team europei.
E l'uscita dalla Borsa era uno step obbligato che il presidente Dan Friedkin aveva pianificato sin da quando aveva acquistato il club nell'agosto del 2020. Per arrivare a dama, manager, avvocati e consiglieri hanno studiato una strategia che potesse coinvolgere gli azionisti e spingerli a separarsi da qualcosa che aveva più un valore affettivo che economico.
E così è nato l'Assist Club, un programma fedeltà rivolto a loro che li farà accedere a tantissimi privilegi dedicati a seconda delle azioni vendute: tra i quali la cena con il presidente, l'incontro con Mourinho o una riunione annuale con tutti i dirigenti della società.
friedkin nuovo stadio roma a pietralata
Tutte iniziative ideate per convincere gli azionisti ad aderire all'operazione. Inoltre, durante l'Opa è stato deciso di incrementare il corrispettivo da 0,43 a 0,45 euro per ciascuna azione. A fine Opa, i Friedkin sono arrivati a possedere 604.521.457 azioni, che rappresentano circa il 96,126% del capitale sociale. Hanno concluso l'operazione acquistando le restanti 24.360.863 azioni a 0,45 euro, per un totale di 10,96. A conti fatti, il delisting è costato circa 38 milioni portando a 650 milioni il totale investito nella Roma dal gruppo statunitense. Gianluca Lengua
2 - PIOGGIA DI RICORSI "PROGETTO A RISCHIO"
Lorenzo d'Albergo per “la Repubblica – ed. Roma”
Sul progetto dello stadio della Roma a Pietralata si staglia l'ombra dei ricorsi. I vecchi titolari dei terreni espropriati dal Campidoglio nel 2001 per tirare su lo Sdo, la mai realizzata City capitolina che avrebbe dovuto ospitare gli uffici di ministeri ed enti pubblici, hanno infatti ripreso ad agitarsi.
Venuti a conoscenza dei piani del club giallorossp, ora che un privato ha messo gli occhi sulle aree cedute forzatamente al Comune per questioni di « pubblico interesse » , gli eredi dei proprietari degli appezzamenti tra la stazione Tiburtina e la fermata Quintiliani della metro B hanno iniziato a farsi sentire in tribunale.
NUOVO STADIO ROMA PIETRALATA BOZZA
Ad aprire le danze di fronte al Tar del Lazio sono stati i familiari del proprietario di nove differenti terreni nell'area di Pietralata per un totale di 7.042 metri quadrati tra via della Cave di Pietralata, via di Pietra Sanguigna e via del Casale Quintiliani. Attraverso i propri avvocati, gli eredi chiedono la « retrocessione totale del bene » espropriato al padre dall'amministrazione capitolina ormai più di 20 anni fa. Il ricorso è nato dalla mancata risposta del Comune a un'istanza inoltrata in Campidoglio a maggio 2012 e si è per ora concluso con una pronuncia di inammissibilità da parte dei magistrati amministrativi della seconda sezione del Tar.
Ma con una postilla. Come si legge nella sentenza, la «parte interessata » può « promuovere un'azione di accertamento con il rito ordinario ». In altre parole, può bussare al tribunale civile per provare a far sentire la propria voce.
Contattati da Repubblica, i legali di chi ritiene di doversi veder restituire i terreni espropriati «in ragione della mancata realizzazione dell'opera pubblica ivi prevista ( lo Sdo, ndr) e dell'attuale impossibilità di realizzarla per contrasto con lo strumento urbanistico vigente » non scartano affatto l'ipotesi. Dimostrando di aver ben chiari i progetti della Roma, ma spiegando almeno per ora di voler tutelare la privacy dei propri clienti.
L'argomento, il rischio di possibili ricorsi sulla questione degli espropri, è stato uno dei più discussi tra i tecnici del Campidoglio e quelli della Roma. Insomma, il club giallorosso è stato messo in guardia non appena ha scartato la doppia ipotesi offerta dal quadrante Ostiense, quella del terreno fronte Gazometro e quella degli ex Mercati Generali, e ha spostato l'attenzione sull'area di Pietralata.
Il tema è stato sviscerato al punto circolano già ipotesi pre-progettuali sulla realizzazione di parcheggi sotterranei, sotto lo stadio nei sogni della presidenza Friedkin, proprio per contenere l'estensione del progetto e cercare di limitare il più possibile guai riguardanti la proprietà delle aree. Ben conscia del rischio che la faccenda finisca in tribunale, la Roma ha chiesto un parere ai propri legali e ha deciso di andare comunque avanti.
La soluzione amministrativa individuata per depotenziare al massimo ricorsi, sia quelli pronti a essere depositati che quelli che potrebbero spuntare in futuro, sarebbe la dichiarazione di pubblico interesse sulla futura casa dei tifosi romanisti. Una strada su cui anche il Comune ha chiesto lumi alla propria avvocatura. Non prima di aver avvertito ancora una volta la Roma del rischio legato a contenziosi sulla vecchia vicenda degli espropri.