LO SCIOPERO ANTI IBRA-TAX SCANDALIZZA LA FRANCIA – CONTRO LA TASSA DEL 75% SUGLI STIPENDI OLTRE IL MILIONE, I CALCIATORI SCIOPERANO IL 30 NOVEMBRE - PLATINI: “CON QUEL CHE GUADAGNANO”

Alberto Mattioli per "La Stampa"
Scende in piazza contro François Hollande l'unica categoria di francesi che finora non l'aveva fatto: i calciatori. Lo sciopero è proclamato per il weekend del 30 novembre, per Ligue 1 e 2, leggi serie A e B. La partita più importante che salterà è Psg-Lione, l'obiettivo della serrata protestare contro la famigerata tassa del 75% sugli stipendi superiori al milione di euro annuo.

Uno sciopero dei calciatori non si vedeva dal 1972. Da allora molta acqua è passata sotto i ponti della Senna e, nelle ultime stagioni, il calcio francese è stato rivoluzionato dall'arrivo degli sceicchi del Qatar al Psg e del magnate russo Rybolovlev al Monaco. Insieme agli investimenti sono esplosi gli stipendi e così quello annunciato sembra a molti uno sciopero dei ricchi, una Rivoluzione francese a parti invertite, una presa della Bastiglia al contrario. Il solito sondaggio sprint informa che l'85% dei francesi è favorevole a tassare il calcio. Perciò, le società hanno lanciato un'operazione simpatia, spiegando che nel weekend incriminato si potrà andare comunque allo stadio, in una giornata «porte aperte» con animazioni e spiegazioni.

Di certo, questa «aliquota Paperone» sta diventando la croce di Hollande, che la propose in campagna elettorale prendendo di sorpresa tutti. Ha causato polemiche, fughe di capitali e di capitalisti, è stata bocciata dal Consiglio costituzionale, poi modificata e infine approvata, per ora solo dall'Assemblée nationale. Nell'ultima versione, prevede un'aliquota del 75% sugli stipendi oltre il milione, ma a carico della società che li paga. Il correttivo è che l'ammontare della tassa non può superare il 5% del fatturato dell'azienda. Lo sconto è notevole. Per esempio, a tassa definitivamente approvata, per le sue star il Psg pagherebbe «solo» 20 milioni invece che 54. In totale, il balzello dovrebbe costare al calcio francese 44 milioni. I tesserati interessati sono 114, 21 dei quali solo al Psg: il tecnico Blanc e 20 calciatori.

Proprio su questo insistono i club, quasi tutti in rosso. Visto che la tassa colpisce loro e non i calciatori, accusano il governo di sparare su aziende in difficoltà. Lilla fa già sapere che non potrà pagare e aleggiano gli spettri di Le Mans e Sedan, in liquidazione giudiziaria. Da Matignon, il Palazzo Chigi francese, obiettano che quelle del «foot» sono imprese come le altre, quindi non si capisce perché dovrebbero essere esentate (ma una lo è già: il Monaco, che ha sede nel Principato, quindi all'estero). Il Partito comunista parla di «lobbying scandaloso» dei club: ci volevano i calciatori per farlo schierare contro uno sciopero.

Dietro le quinte, si tratta. La ministra dello Sport, Fourneyron, aveva istituito una commissione apposita, ma i club hanno sbattuto la porta. Però giovedì i loro dirigenti vedranno Hollande. Lo sciopero è stato indetto con tanto anticipo che forse non è escluso un compromesso. Michel Platini, che conosce i suoi polli, commenta: «Con gli stipendi che prendono, dei calciatori che scioperano di sicuro faranno parlare di loro...».

 

 

LA ROVESCIATA DI IBRAHIMOVIC CONTRO L'INGHILTERRAIBRAHIMOVIC AL PSG IBRAHIMOVIC AL MARE jpegCAVANI CON MARIA SOLEDAD CABRIS TAMIM AL THANI CON IL PARIS SAINT GERMAIN DMITRY RYBOLOVLEV

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