rigori serie a

L'UNICO "RIGORE" CHE L'ITALIA CONOSCE - LA SERIE A È IL TORNEO CON PIÙ PENALTY, AMMONIZIONI E ESPULSIONI D'EUROPA: MERITO O COLPA DEL VAR? - “QUANDO SI DÀ RIGORE È PER UNA COSA SERIA”, DICEVA IL GRANDE FISCHIETTO PAOLO CASARIN. L’EX ARBITRO CESARI: “OGGI FISCHIANO QUALUNQUE COSA. L' ARBITRAGGIO ITALIANO È DIVERSO RISPETTO AD ALTRI PAESI, INTERROMPIAMO A OGNI CONTATTO” – IL PRESIDENTE UEFA CEFERIN: “REGOLAMENTI NON CHIARI. NON SI CAPISCE NULLA”

Guido De Carolis per il Corriere della Sera

rigori serie a

 

Nessuno come la serie A.C' è da capire però se bisogna andare fieri di un record oppure guardarlo con diffidenza. L' Italia è diventata la patria del rigore, merito (o colpa?) della Var. Il nostro campionato è di gran lunga quello in cui ne sono stati assegnati di più.

 

Dopo 19 giornate (manca il recupero di Lazio-Verona) gli arbitri ne hanno fischiati 88, mai così tanti dal 2005-06. Sono più del doppio rispetto a quelli della Premier League, dove odiano la Var e dove i penalty sono stati appena 41.

 

«Quando si dà rigore è per una cosa seria, diceva il grande Paolo Casarin. Ecco, direi che oggi forse è una cosa un po' meno seria», sintetizza Graziano Cesari, il decano degli ex arbitri moviolisti e oggi opinionista di Mediaset .

 

rigori serie a

Gli arbitri in Italia fischiano troppo, sicuramente molto più di quanto accade in Nord Europa. La causa dell' incremento dei rigori però è la Var, l' altra è aver ridimensionato la figura dell' arbitro, sminuendone la sua autorità. Ancor prima ha influito la confusione generata dalle nuove regole sul fallo di mano. Doveva essere un chiarimento, nei fatti sono talmente tante le variabili da prendere in considerazione che diventa impossibile, anche per i direttori di gara, decidere con certezza quando è rigore.

 

Il presidente dell' Uefa, Aleksander Ceferin, a inizio dicembre raccontò: «Abbiamo avuto un incontro con i migliori allenatori, c' erano Klopp, Guardiola, Allegri, Ancelotti, Zidane. Il designatore Rosetti ha mostrato un fallo di mano, chiedendo loro se fosse sanzionabile o meno. La metà di loro ha detto di sì, l' altra no. Ditemi come può essere chiaro il regolamento. Non sappiamo nulla».

 

graziano cesari

Come Ceferin brancolano nell' ignoranza anche i tifosi, i giocatori, gli allenatori, la stragrande maggioranza degli addetti ai lavori. Il fallo di mano è diventato un concetto per iniziati a una sorta di setta, tanto si è complicato dopo gli ultimi aggiornamenti dell' Ifab. La stagione passata, dopo il girone d' andata, i rigori concessi furono 50, quasi la metà di oggi, nel 2005-06 erano appena 46.

«L' arbitraggio italiano è diverso rispetto ad altri Paesi, interrompiamo a ogni contatto. L' arbitraggio europeo è più moderno, questo porta a un minutaggio di gioco maggiore e a meno falli fischiati», sottolinea Cesari.

 

L' analisi è avallata da numeri relativi ad ammonizioni e espulsioni. Anche qui la serie A comanda. Siamo i più cattivi di tutti oppure, semplicemente, i nostri arbitri fischiano qualunque contatto.

 

Il giallo è il colore del nostro campionato: 1.008 ammonizioni finora (la Premier è ferma a 684), 56 i cartellini rossi contro i 23 degli inglesi. Da noi si simula e si protesta di più, si ricorre costantemente al fallo tattico. Poi le nostre squadre vanno in Europa e pagano il conto, uscendo presto dalle coppe.

rigori serie a

 

ceferin

«La Var in Italia è utilizzata più che in altri tornei, con una differenza sostanziale: in Inghilterra - continua Cesari - se arriva una comunicazione dal Var diventa legge e l' arbitro la applica senza tante discussioni». Sarà anche per questo che finora nelle 189 partite disputate in Premier League gli arbitri inglesi non sono mai andati a rivedere un' azione al monitor in campo. Zero volte.

 

La prima e unica on field review (revisione in campo) c' è stata in Crystal Palace-Derby County di Coppa d' Inghilterra per accertare un' espulsione. Il pubblico inglese fischia non appena sul tabellone dello stadio compare la scritta «Var» e non importa se la decisione favorirà la propria squadra.

 

Spegnerla è sbagliato, un utilizzo più rigoroso ma con meno rigori è auspicabile.

paolo casarinpaolo casarin

Ultimi Dagoreport

elon musk sam altman

NE VEDREMO DELLE BELLE: VOLANO GIÀ GLI STRACCI TRA I TECNO-PAPERONI CONVERTITI AL TRUMPISMO – ELON MUSK E SAM ALTMAN HANNO LITIGATO SU “X” SUL PROGETTO “STARGATE”. IL MILIARDARIO KETAMINICO HA SPERNACCHIATO IL PIANO DA 500 MILIARDI DI OPENAI-SOFTBANK-ORACLE, ANNUNCIATO IN POMPA MAGNA DA TRUMP: “NON HANNO I SOLDI”. E IL CAPOCCIA DI CHATGPT HA RISPOSTO DI PETTO AL FUTURO “DOGE”: “SBAGLI. MI RENDO CONTO CHE CIÒ CHE È GRANDE PER IL PAESE NON È SEMPRE OTTIMALE PER LE TUE COMPAGNIE, MA NEL TUO RUOLO SPERO CHE VORRAI METTERE PRIMA L’AMERICA…” – LA GUERRA CIVILE TRA I TECNO-OLIGARCHI E LE MOSSE DI TRUMPONE, CHE CERCA DI APPROFITTARNE…

donald trump elon musk jamie dimon john elkann

DAGOREPORT – I GRANDI ASSENTI ALL’INAUGURATION DAY DI TRUMP? I BANCHIERI! PER LA TECNO-DESTRA DEI PAPERONI MUSK & ZUCKERBERG, IL VECCHIO POTERE FINANZIARIO AMERICANO È OBSOLETO E VA ROTTAMATO: CHI HA BISOGNO DEI DECREPITI ARNESI COME JAMIE DIMON IN UN MONDO CHE SI FINANZIA CON MEME-COIN E CRIPTOVALUTE? – L’HA CAPITO ANCHE JOHN ELKANN, CHE SI È SCAPICOLLATO A WASHINGTON PER METTERSI IN PRIMA FILA TRA I “NUOVI” ALFIERI DELLA NEW ECONOMY: YAKI PUNTA SEMPRE PIÙ SUL LATO FINANZIARIO DI EXOR E MENO SULLE VECCHIE AUTO DI STELLANTIS (E ZUCKERBERG L'HA CHIAMATO NEL CDA DI META)

antonino turicchi sandro pappalardo armando varricchio nello musumeci ita airways

DAGOREPORT – DA DOVE SPUNTA IL NOME DI SANDRO PAPPALARDO COME PRESIDENTE DELLA NUOVA ITA “TEDESCA” BY LUFTHANSA? L’EX PILOTA DELL’AVIAZIONE DELL’ESERCITO È STATO “CALDEGGIATO” DA NELLO MUSUMECI. IL MINISTRO DEL MARE, A DISPETTO DEL SUO INCARICO, È MOLTO POTENTE: È L’UNICO DI FRATELLI D’ITALIA AD AVERE I VOTI IN SICILIA, ED È “MERITO” SUO SE SCHIFANI È GOVERNATORE (FU MUSUMECI A FARSI DA PARTE PER FAR CORRERE RENATINO) – E COSÌ ECCO CHE IL “GIORGETTIANO” TURICCHI E L’AMBASCIATORE VARRICCHIO, CARO A FORZA ITALIA, SONO STATI CESTINATI…

friedrich merz donald tusk giorgia meloni trump emmanuel macron olaf scholz mario draghi

C’ERA UNA VOLTA IL TRENO PER KIEV CON DRAGHI, MACRON E SCHOLZ. ORA, COMPLICE IL TRUMPISMO SENZA LIMITISMO DI GIORGIA MELONI, L’ITALIA È SPARITA DALLA LEADERSHIP DELL’UE - LA DUCETTA PREFERISCE ACCUCCIARSI AI PIEDI DI WASHINGTON (CHE VUOLE VASSALLI, NON ALLEATI ALLA PARI) CHE RITAGLIARSI UN RUOLO IN EUROPA - FRIEDRICH MERZ, PROBABILE NUOVO CANCELLIERE TEDESCO, HA "ESPULSO" L'ITALIA DAL GIRO CHE CONTA: A CHI GLI HA CHIESTO QUALE PAESE ANDREBBE AGGIUNTO A UN DIRETTORIO FRANCO-TEDESCO, HA CITATO LA POLONIA, GUIDATA DAL POPOLARE DONALD TUSK (NEMICO NUMERO UNO DEL PIS DI MORAWIECKI E KACZYNSKI, ALLEATI DELLA DUCETTA IN ECR) - “I AM GIORGIA” SOGNAVA DI ESSERE IL “PONTE” TRA USA E UE E SI RITROVA A FARE LA CHEERLEADER DELLA TECNO-DESTRA DI MUSK E TRUMP…

ignazio la russa giorgia meloni daniela santanche lucio malan

DAGOREPORT - DANIELA SANTANCHÈ A FINE CORSA? IL CAPOGRUPPO DI FDI IN SENATO, LUCIO MALAN, È A PALAZZO CHIGI E POTREBBE DIVENTARE IL NUOVO MINISTRO DEL TURISMO, AL POSTO DELLA “PITONESSA” – IERI L’INCONTRO TRA IGNAZIO LA RUSSA E GIORGIA MELONI: LA DUCETTA POTREBBE AVER CHIESTO AL PRESIDENTE DEL SENATO, IN QUANTO AVVOCATO DELL’IMPRENDITRICE, RASSICURAZIONI SULLA SENTENZA DI PRIMO GRADO. LA RISPOSTA? CARA GIORGIA, NON TI POSSO GARANTIRE NIENTE. COME SAI, LA LEGGE PER I NEMICI SI APPLICA, E PER GLI AMICI SI INTERPRETA. MORALE DELLA FAVA: LA “SANTA” HA UN PIEDE E MEZZO FUORI DAL MINISTERO - LA SMENTITA DI PALAZZO CHIGI