LUIS ENRIQUE COLPISCE ANCORA! - A ROMA ESCLUSE TOTTI E PUNÌ DE ROSSI, A BARCELLONA IL GUARDIOLA DEI POVERI TIENE FUORI MESSI, PIQUÉ, NEYMAR - RISULTATO? LEO SI INCAZZA E CHIEDE LA SUA TESTA - I ‘SENATORI’ LAVORANO AD UNA DIFFICILE TREGUA

Francesco Saverio Intorcia per “la Repubblica

 

Luis 
Enrique 
Luis Enrique

L’intransigenza di Lucho l’ha portato a sfidare il sole, le sue ali di cera si sono squagliate, la caduta è stata rovinosa, forse letale. Nella foto dell’ultima panchina del Barcellona, a San Sebastian, vedrete Messi deluso, Piqué infreddolito, Dani Alves e Rakitic interdetti, Neymar teneramente disperato.

 

Vi chiederete, d’istinto: esiste un allenatore capace di lasciar fuori, insieme, tutti questi signori qui? Esiste, si chiama Luis Enrique e guida, non si sa per quanto ancora, il Barcellona. Le prossime due sfide (domani l’Elche in Coppa del Re, domenica l’Atletico Madrid in campionato) sono tappe dell’ultimatum che il club, o forse lo spogliatoio, ha dato all’uomo delle Asturie.

 

Il Barça è secondo, ha vinto il gruppo di Champions, è in corsa per tutto. Ma Luisito si è spinto troppo in là: aduso al bastone più che alla carota, specialmente con le primedonne, è caduto nella bestemmia calcistica, mettendo in dubbio, e quindi in panca, Leo Messi. Non si sopportano più. E nello spogliatoio sono in tanti a non soffrire più i modi spicci di Lucho, le sorprese nella formazione, l’incapacità di spiegare prima, e spesso pure dopo, le sue scelte ai giocatori.

MESSI INIESTA XAVI E PIQUEMESSI INIESTA XAVI E PIQUE

 

Messi aveva discusso venerdì col tecnico, che arbitrava la partitella. Si è ritrovato escluso contro la Real Sociedad, in buona compagnia. Un altro litigio, forse, all’Anoeta: lo staff di Leo smentisce, ma ammette che sì, una discussione c’è stata, con il mental coach Joaquin Valdes, altra figura mal digerita dal gruppo.

 

Poi, un video di Canal Plus inchioda la panchina all’autogol di Alba: Neymar dice a Messi “scàldati”, e lui non trattiene una risatina. Leo s’era lamentato con i dirigenti («Questo qui fa il padrone»). Lunedì, per una gastroenterite diplomatica, ha disertato la tradizionale seduta aperta al pubblico al Mini Estadi, manna per i bimbi nei giorni natalizi, tanto che il Barça e poi lo stesso Messi si sono scusati con i pargoli.

 

neymar con la seven upneymar con la seven up

Luis Enrique non ha creduto al mal di pancia, voleva multarlo: sono stati i senatori Xavi, Iniesta e Busquets, come ricostruisce Sport, a farlo ragionare. Gli stessi che oggi parleranno con Leo per arrivare a una tregua. Armata.

 

È il primo allenatore incapace di gestire il giocatore più forte del mondo. Nel duello, ha solo da perderci: il Barça ha più interesse a tutelare il suo patrimonio (il giocatore più caro al mondo, vale 220 milioni secondo l’osservatorio calcistico Cies) che l’indipendenza di giudizio del suo allenatore. Leo non può essere ceduto, non quest’anno: col blocco del mercato, tutto l’oro del mondo non potrebbe essere reinvestito su un sostituto, anche a trovarlo.

 

totti de rossi benatia pjanic totti de rossi benatia pjanic

La sanzione Fifa al Barça ha scalfito l’immagine del club, ne ha incrinato le certezze: spiega l’addio di Zubizarreta, il divorzio lampo da Puyol, le tensioni nel consiglio d’amministrazione, convocato oggi per avere chiarimenti dal presidente Bartomeu, mentre la minoranza — guidata dall’ex segretario Toni Freixa e dal vicepresidente istituzionale Carles Villarubi — vorrebbe nuove elezioni a giugno. Anche per questo il destino di Luis Enrique è in bilico.

 

Non sta in piedi la favola del tecnico scartato a Roma e osannato in Catalogna. A Trigoria lo ribattezzarono Zichichi, soprannome che piaceva assai a Totti, il primo a cozzare con la testa dura dell’allenatore che lo mandò in panchina subito a Bratislava in Europa League (giocarono Okaka e Caprari), lo sostituì al ritorno e venne eliminato.

 

JOSEP MARIA BARTOMEU BARCELLONA JOSEP MARIA BARTOMEU BARCELLONA

Persino De Rossi, che ancora lo rimpiange, fu escluso a Bergamo per un ritardo di alcuni minuti alla riunione tecnica, o almeno questa è la versione ufficiale. Arrivò che era un uomo d’acciaio, padrone di sport estremi, maratoneta instancabile, salutista convinto. Andò via distrutto, provato, rinunciò a un anno di contratto e al solito frullato di mezza sera: l’ultima volta, prima d’andar via, al suo solito bar si scolò malinconicamente una birra.

 

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