buffon ronaldo

NON C’E’ SOLO LA CHAMPIONS IN PALIO STASERA: LA SFIDA BUFFON-RONALDO VALE ANCHE IL PALLONE D' ORO – IL PORTIERONE BIANCONERO: "SE CAPITASSE, SAREBBE UNA SODDISFAZIONE GRATIFICANTE MA SECONDARIA. L'UNICA COSA CHE CONTA È VINCERE LA COPPA" – E POI FA L’ELOGIO DI DANI ALVES

BUFFONBUFFON

Emanuele Gamba per la Repubblica

 

Alla fine conta chi segna e chi para »: Zinedine Zidane ha sempre avuto questo dono, di ridurre in semplicità anche la grandezza più smisurata, e in quella frase essenziale (« meter y parar ») ha rinchiuso tutta l' apparente complicatezza di una partita di pallone e il mistero agonistico di questa in particolare, della finale che ha mille significati ma un senso solo: sarà una questione tra chi segna, cioè Ronaldo, e chi para, cioè Buffon. I fuoriclasse sono loro, se il fuoriclasse è quello che orienta, calamita, decide.

 

 E mai come questa volta la Champions è stata una questione tra un calciatore e il suo opposto, perché quello sono: le due facce di una medaglia. «E Cristiano», dice Gigi il portiere, «è più fortunato di me perché lui può anche attaccare. Io posso solo difendermi, più che non prendere gol non posso fare e quindi il confronto non regge. Né io posso avere la sfacciataggine di mettermi sul suo stesso piano, anche se non nego che mi faccia piacere che se ne parli».

 

ronaldo in camporonaldo in campo

Però non è mica proprio così, parar conta quasi come meter, se il portiere ( guardameta) sa far cose che valgono quando il colpo d' ala di un fantasista, o il colpo secco di un centravanti. Stasera loro decideranno l' indirizzo di questa finale, poi uno di loro, cioè quello che vincerà, diventerà il candidato naturale al Pallone d' oro, il titolo di giocatore più forte del mondo. Cristiano lo è stato per quattro volte, Gigi ha solamente meritato di esserlo. «Se capitasse, sarebbe una soddisfazione gratificante ma secondaria. L' unica cosa che conta è vincere stasera, il resto non mi sfiora. Anche se casomai starei al gioco».

BUFFON JUVE SCUDETTOBUFFON JUVE SCUDETTO

 

Cristiano ha quest' aria da divo che non riesce a togliersi di dosso neanche quando palleggia durante il riscaldamento. Giochicchia a fare colpi di tacco acrobatici, sa di avere sempre un telecamera puntata addosso, e mille replay pronti a sezionarlo, e non sembra affatto a disagio dentro a questa vinta in posa.

 

È la vita che vuole, è la sua ambizione: vincere sempre, per la pretesa di essere collocato al centro dell' attenzione Buffon dà l' idea di avere un specie di intimità del successo, ma poi anche lui ha l' istinto del primattore, la partita è la sua recita e fare il capitano generoso è la sua parte: «Siamo un gruppo fondato sull' altruismo, il bello dei successi è condividerli coi compagni. E se in campo metti in pratica quello che sai fare, anche l' ansia sparisce».

 

CRISTIANO RONALDOCRISTIANO RONALDO

Cristiano ha appena cominciato ad accettare l' idea dell' invecchiamento. Ha capito che, se vuole che il passo non diventi più lento o la forza un po' più debole, deve tenere da parte qualcosa della sua bulimia, ritrarsi un poco: la sua grandezza è anche nel raggiungimento di questa consapevolezza. Gigi sta convivendo da anni con gli effetti di questo lunghissimo tramonto, quasi la programmazione di uno stillicidio. «Le mie emozioni saranno diverse da quelle di chi è più giovane o di chi la Champions l' ha già vinta. Escludo la possibilità di avere altri 4-5 anni per riprovarci, quindi questa finale sarà molto più speciale per me.

 

Quello che mi interessa è giocarla senza nessun tipo di rimpianto e non credo che vincerla o perderla cambierebbe qualcosa nella mia splendida carriera. Quest' anno sono già contento perché non pensavo che a 39 anni avrei imparato ancora qualcosa sugli aspetti emozionali del calcio, invece Dani Alves mi ha insegnato veramente tanto». Cristiano ha già tutto, a Gigi mancano solo queste due cose: la Champions, il Pallone d' oro. «Sarebbe un finale quasi perfetto, alla gente piacciono le favole come questa». Alla gente sì. Ma a Cristiano no.

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