IL “BISCOTTONE” NON VALE, PROVACI ANCORA VALE – ''IL PIÙ GRANDE DI TUTTI", SCRIVE JOVANOTTI MENTRE VASCO ROSSI SU FACEBOOK CI METTE IL CARICO: “LASCIAMO AGLI EROI DI CARTONE LE LORO MEDAGLIE DI LATTA” - VR46: "CHE SCHIFO"
Francesco Persili per Dagospia
«Lasciamo agli eroi di cartone le loro medaglie di latta». Il “biscottone” Marquez-Lorenzo (Valentino dixit) non va giù a Vasco Rossi che su Facebook dà voce alla rabbia di milioni di aficionados del "Dottore": «Grazie Vale per averci fatto vedere di che pasta sono fatti i veri campioni».
Nonostante una rimontona da urlo Rossi non ce l’ha fatta a vincere il suo decimo titolo mondiale. Il pesarese ai microfoni di Sky Sport attacca Marc Marquez: «Da Phillip Island il suo comportamento è stato imbarazzante. Ha iniziato a fare il guardaspalle di Lorenzo e ho dovuto lottare contro due avversari. E non capisco neanche la Honda che ha fatto vincere una Yamaha. È stato bruttissimo per il nostro sport. Lorenzo? Non credo che sia contento di aver vinto in questo modo. Il grandissimo rimpianto è stato Phillip Island. Ero più veloce di Lorenzo. L’avrei battuto e si sarebbe chiuso lì il Mondiale».
VASCO ROSSI VALENTINO ROSSI MATERAZZI
Sempre in testa, Vale. Dal Qatar a Valencia, un romanzo di brividi, sorpassi, polemiche, duelli. Adrenalina pura. L’epilogo avvelenato non toglie un etto al fenomeno Vale. «Il più grande di tutti», scrive Jovanotti mentre “Ballo”, il bassista di Cesare Cremonini, sfodera gli artigli e accusa i due spagnoli: «Se non riesci a battere il tuo avversario, non ti resta che provare a farlo perdere ma è una scelta scorretta e di cattivissimo gusto».
Se la Moto Gp ha fatto ascolti da record in tv, soprattutto tra i giovanissimi, e ha calamitato l’interesse di sponsor e nuovi appassionati, gran parte del merito è di Vale. Una rockstar che ispira cantautori (da Lucio Dalla a Jovanotti fino a Cesare Cremonini si perde il conto delle canzoni a lui dedicate) e scrittori.
Baricco gli ha dedicato “Questa Storia”, il poeta romagnolo Tonino Guerra, che fu sceneggiatore di molti film e primo collaboratore di Fellini, disse: «Rossi ha un elfo, un folletto, qualche spiritello che lo protegge. Sta nascosto in una tasca ma quando viene il momento della corsa, salta dentro la moto, ed è fatta, vanno via insieme, in quel vento straordinario che conoscono solo loro due». Lo spiritello, forse, nelle ultime gare ha trovato qualcosa di meglio da fare.
Ma la forza di Valentino non è solo nella ferocia agonistica che esibisce in gara ma in quel sorriso che regala alla fine della corsa dopo essersi sfogato con Ezpeleta, patron della Dorna, la società che gestisce il motomondiale («Te l’avevo detto, che schifo»). Quel sorriso racchiude l’espressione più autentica e credibile dello sport. Perché la delusione per quanto cocente possa essere non fa ombra alla sua arte, alla sua ironia, al suo stile.. Motori al massimo, cuore a manetta, e via andare.
Non si prende sul serio ma fa terribilmente sul serio, Valentino ha ripreso dal padre, che in gara correva «col cazzo duro », ama la bagarre e non molla. A 36 anni e dopo un altro mondiale perso all’ultima corsa, nel 2016 sarà ancora in pista. A farci divertire, a battagliare con Lorenzo e il suo guardaspalle Marquez, a tentare un nuovo assalto alla Decima. Anche se ci ha provato un numero interminabile di volte. Provaci ancora, Vale.
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