UNA PANCHINA PER CINQUE - ZACCHERONI E’ IN POLE, SUBITO DIETRO MANCINI (CHE E’ IN FREDDO CON LOTITO), CONTE E’ STATO SONDATO MA NON ECCITA - TIEPIDA L’IPOTESI CHE PORTA A MARCO TARDELLI - IN CRESCITA LA QUOTAZIONE DELLA COPPIA CABRINI-GUIDOLIN
Marco Ansaldo per “La Stampa”
Questa sera avranno un nome le nuove cariche della Federcalcio ma è quasi impossibile che la giornata si concluda con l’annuncio del successore di Prandelli sulla panchina della Nazionale.
Gli effetti dello tsunami provocato dalla sconfitta contro l’Uruguay resteranno ancora visibili a 48 giorni di distanza e chissà come si troverà la toppa definitiva: al guaio di ritrovarsi con un vertice federale discutibile si aggiunge il rischio di un ct recuperato in emergenza e senza il carisma indispensabile per ripartire dopo il fallimento brasiliano, il secondo consecutivo in un Mondiale.?
Le candidature forti di Conte e di Mancini hanno perso vigore nell’ultima settimana di caos elettorale. I due sono stati sondati informalmente, così come Allegri che prima di accasarsi alla Juve era il ct su cui puntava Lotito. Ma è roba di un mese fa e nel frattempo la situazione si è evoluta, in peggio, con le polemiche che hanno coinvolto Tavecchio e creato disagio tra i suoi elettori.
Conte che ha lasciato la Juve perché pensava che non ci fosse una sufficiente chiarezza di obiettivi come può farsi coinvolgere da una Federazione che troverà un ricompattamento formale solo per questioni di interesse, come dimostrano i salti della quaglia delle ultime ore? ?Quanto a Mancini, la sua disponibilità era garantita e avrebbe accettato l’ingaggio (relativamente) più modesto da quando Moratti lo assunse all’Inter. Per molti è ancora lui il candidato numero 1 e il più adeguato.
Nutriamo però qualche dubbio che l’ex tecnico del Manchester City accetti un incarico già difficilissimo senza avere un solo personaggio che gli copra le spalle nella nuova Federcalcio. Visto il rapporto con Malagò, se il presidente del Coni diventasse commissario della Figc la soluzione Mancini sarebbe immediata, come nel 2006 quando l’allora commissario Guido Rossi e Albertini scelsero Donadoni al posto di Lippi.?Però le indicazioni vanno in una direzione diversa dal commissariamento e non risulta che Mancini conosca Tavecchio (del resto nessun allenatore tra i “top” ha mai avuto a che fare con il capo dei dilettanti).
Invece conosce molto bene il presidente-ombra della nascente Federcalcio, Claudio Lotito, da cui fu denunciato nel 2004 con una causa che costò 900 mila euro alla Lazio, condannata a pagare all’allenatore marchigiano gli stipendi arretrati. I rapporti non si sono mai ricomposti e la riappacificazione sarebbe clamorosa, nonostante la possibile mediazione di Malagò che garantirebbe al tecnico una tutela attraverso qualche suo uomo di fiducia piazzato nella sede di via Allegri.?
In ogni caso non sembra una soluzione risolvibile in poche ore. A questo punto, e con l’attività della Nazionale alle porte perché il 4 settembre c’è l’amichevole con l’Olanda, riprendono vigore le alternative più deboli: da Tardelli che però sarebbe osteggiato da alcuni giocatori della futura Nazionale, alla coppia Cabrini-Guidolin.
Soprattutto quest’ultima era la scelta che Tavecchio perorava a fine giugno: «low cost» e con la prerogativa di riportare sulla panchina i tecnici di «carriera federale», come Bearzot, Vicini e Cesare Maldini, l’ultimo della serie. Il progetto, cui resta fedele il mondo dei dilettanti, era stato accantonato perché avevano spiegato a Tavecchio che occorre ripartire da un allenatore di prestigio, per non avvalorare l’impressione di una Federcalcio dagli obiettivi modesti. Ora forse lo si dovrà riprendere dal cassetto.