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STRAPOTERE BIANCONERO - SCONCERTI: "HIGUAIN HA DECISO IL DERBY MA A CAMBIARE LA PARTITA E’ STATO DYBALA: E’ LUI CHE RENDE IDEALE LA JUVE" - DE BELLIS: “ALTRO CHE GRASSO, HIGUAIN SEGNA NEI MOMENTI DECISIVI. È PER QUESTO CHE LA JUVE L'HA COMPRATO” - VIDEO

 

L’IMPORTANZA DI DYBALA

Mario Sconcerti per il Corriere della Sera

 

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La cosa che mi ha colpito di più nel derby è stata l’importanza di Dybala. È vero, Higuain ha deciso la partita, è sempre stato presente, ha giocato alla sua altezza, ma Dybala la partita l’ha cambiata, ha portato in campo quello che non c’era e non si vedeva da un pezzo. Higuain non sbaglia mai troppo, è concreto come un macigno.

 

Dybala è una spezia. In 25 minuti ha messo tre volte un compagno solo davanti al portiere, con semplicità elementare. Forse ce n’eravamo dimenticati, si è così abituati alla Juve che ci sembra debba essere sempre la stessa in qualunque evenienza. Ma Dybala è mancato per 7 partite, quasi la metà del campionato giocato. E resta lui quello che rende ideale la Juve, non Higuain. Higuain è il piatto solido, quello perenne, la proteina. Dybala è tutto il resto.

 

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Aver fatto tanto anche senza Dybala dà l’esattezza della diversità della Juve. Vedremo oggi quale avversario le resterà tra Roma e Milan. Il Napoli gioca meglio, ha trovato nel movimento collettivo e in una crescita di personalità i suoi ingredienti per dimenticare il centravanti. Questo Napoli è ottimo e maturo, ma è lontano 8 punti. Sembra comunque chiaro che Allegri ha scelto la forza fisica. Sturaro e Lemina stanno sostituendo come possono la potenza di Pogba.

 

La teoria è che alla Juve basti giocare, alla lunga un fuoriclasse che segna lo trova sempre. Il campionato non dà avversari all’altezza, quindi diventeranno determinanti stavolta le partite dirette. Il Torino è stato normalizzato in fretta nonostante il gol bellissimo di Belotti. La Juve ha poco palleggio a metà campo, ma il Torino ne ha avuto anche meno, segno che quello che noi consideriamo classe oggi significa potenza. È questa durezza sempre applicata a costruire la differenza della Juve. Ci sono squadre che giocano meglio ma senza la sua insistenza. Il Torino era un grande avversario, se ne sono accorti in pochi. Intanto vince l’Inter con un 4-2-3-1 abbastanza imprevisto. Il risultato è buono e nel nostro calcio conta soltanto questo. Il gioco no.

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L’Inter non è stata disastrosa, ha solo giocato in modo grigio. Pallone mai negli spazi, solo addosso ai giocatori, poco entusiasmo, un po’ di mestiere. Più Brozovic. Il Genoa ha sbagliato troppo. C’è qualche luce in fondo al tunnel interista? Onestamente direi di no, ma la vittoria è importante. È solo che dietro al pallone non si vede una squadra. Resta solo da andare avanti, strappare punti e vedere se fra gli slalom si trova una via giusta.

 

2. OLTRE LE CRITICHE E I NUMERI, ECCO HIGUAIN

Giuseppe De Bellis per il Giornale

 

E quindi era grasso, Higuain. O, in alternativa, non si era integrato fino in fondo. Oppure: non gioca come giocava a Napoli. Perché nessuno considera la banale osservazione che un campionato come quello dell' anno scorso non gli capiterà più. Mai più. E allora questo è Higuain: il calciatore che fa i gol che deve fare e li fa quando li deve fare, ovvero nei momenti decisivi. È per questo che la Juventus l' ha comprato ed è questo che sta facendo, nonostante le critiche pretestuose e anche un po' ridicole.

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Già in quattro occasioni prima di ieri aveva segnato gol decisivi per i tre punti. Ma per chi non fosse ancora convinto è arrivata la partita contro il Torino: quattro palloni buoni e due gol. Il secondo è una giocata perfetta: stop di spalle alla porta, rotazione del corpo, tiro di destro dalla linea dell' area di rigore. Tutto in un tempo minimo, quasi infinitesimale.

 

Il tempo, ecco. È ciò che rende diverso un campione da un buon calciatore, perché non ci sono giocate migliori di altre e basta, ci sono soprattutto quelle fatte coi tempi giusti. Higuain può non essere tirato a lucido, ma fino a quando avrà tempi di gioco così, potrà gestire anche uno stato di forma non eccellente. Il derby di Torino è racchiuso lì, in fondo. Nel tempo di una giocata, in quel secondo e mezzo in cui l' idea si trasforma in fatto. Lo stesso tempo in cui la Serie A non ha smesso di avere il suo calciatore più forte.

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