SUPERMAMME D’ITALIA – BACOSI D’ORO, ARGENTO ALLA CAINERO NELLO SKEET: L’ITALIA SUPERPOTENZA DEL TIRO A VOLO - BRONZO MADE IN SUD NEL CANOTTAGGIO COL QUATTRO SENZA VICINO, LODO, CASTALDO, MONTRONE - LOLLOBRIGIDA MEJO DI GALEAZZI: CITA BLADE RUNNER IN TELECRONACA - VIDEO
Francesco Persili per Dagospia
Supermamme d’Italia. La 33enne umbra Diana Bacosi, alla sua prima Olimpiade, batte Chiara Cainero, campionessa olimpica a Pechino 2008, nella finale tutta azzurra dello skeet, specialità del tiro a volo. A completare il podio l’americana Kimberly Rhode, una leggenda sempre a medaglia da Atlanta ’96. È festa grande per l’Italia del tiro che oltre all’oro e all’argento nello skeet si gode i due argenti di Johnny Pellielo (nella fossa olimpica) e Marco Innocenti (nel double trap). Dopo 6 successi in coppa del mondo e tre titoli continentali, Diana Bacosi, che ha iniziato a sparare a 14 anni col papà cacciatore, entra definitivamente nel gotha dei tiratori italiani. Tra le immagini di copertina di questa Olimpiade finirà sicuramente il pianto "che non finiva più" della neo-campionessa olimpica che ha dedicato l'oro al figlio Mattia rimasto a casa. Ad esultare per il successo dell'atleta di Città della Pieve c'è anche il ministro della Difesa Roberta Pinotti, che su Twitter scrive: "Con lo splendido oro di Diana Bacosi l'Esercito sale a 5 medaglie e l'Italia si impreziosisce di un nuovo primato".
I Fab Four del canottaggio azzurro. La rimonta da urlo di Giuseppe Vicino, Matteo Lodo, Domenico Montrone, Matteo Castaldo nel quarto senza vale il bronzo bis per l’Italia del canottaggio dopo quello del due senza di Di Costanzo-Abagnale. Una gara dominata fin dal via dalla Gran Bretagna e dall’Australia con l’imbarcazione del Sudafrica che ha provato, invano, a inserirsi nella lotta per le prime due posizioni.
Per 1500 metri i canottieri italiani sono rimasti in quarta posizione con due secondi di ritardo dal quartetto sudafricano. Nell’ultima parte di gara gli atleti azzurri si ricordano di essere campioni del mondo e si scatenano. Raggiungono e superano i sudafricani regalando la 13esima medaglia all’Italia mentre il telecronista Rai Marco Lollobrigida diventa il degno emulo di Galeazzi per la telecronaca vibrante punteggiata dalle citazione di "Sotto la pioggia" di Venditti e di "Blade Runner" ("Dobbiamo cercare di arrivare per lasciarci dietro solo navi in fiamme al largo dei bastioni di Orione").
È un bronzo made in Sud. L’equipaggio del quattro senza è, infatti, a trazione meridionale: Giuseppe Vicino e Matteo Castaldo sono napoletani, Matteo Lodo è di Terracina (Lazio) e Domenico Montrone è pugliese. “Non ci credo ancora”, confessa ai microfoni Rai il capovoga Vicino. “Un’emozione unica. Sapevamo che il bronzo era alla nostra portata”, ammette Lodo, classe ’94, il più giovane di un gruppo che ha un grande futuro davanti a sé (Vicino è nato nel 1993). “Il serrate finale è la nostra specialità”, sottolinea con orgoglio Castaldo che pensa subito alla moglie: “Spero che non abbia partorito durante la gara”.
Remo e famiglia. E’ un’impresa che racconta di fatica, umiltà e valori semplici. I ragazzi del canottaggio dedicano la vittoria ai loro cari e sottolineano i sacrifici per centrare la medaglia olimpica. “E’ il premio di una lunga stagione a rincorrere un sogno”, il sigillo di Montrone. C’è spazio anche per una curiosità. I Fab Four del canottaggio azzurro rivelano che per darsi la carica prima delle gare utilizzano una parola: “Pugno”. A sottolineare come sia sempre l’unione a fare la forza. Se a Londra il bottino dei canottieri fu gramo (un solo argento), da Rio arrivano buone notizie per il canottaggio azzzurro che porta due barche sul podio e mostra segnali di ripresa soprattutto con i giovani.