“TUTTOJUVE” SPARA LA BOMBA: DOPO LA SCONFITTA CONTRO IL NAPOLI, HIGUAIN, DYBALA, MARCHISIO E ALEX SANDRO HANNO IMPEDITO L’INGRESSO NEGLI SPOGLIATOI DI MASSIMILIANO ALLEGRI E IL SUO VICE MARCO LANDUCCI, GRIDANDO CONTRO DI LORO IN MODO FURIBONDO - LE PAROLE DI CLAUDIO MARCHISIO SONO ARRIVATE ALL’ESTERNO: “VATTENE CI REMI CONTRO” - LO SBROCCO SI SAREBBE CONSUMATO DOPO IL CAZZIATONE DI GIGI BUFFON A BENATIA
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1 - ALLEGRI CACCIATO DALLO SPOGLIATOIO,BUFFON E BENATIA SFIORATA LA RISSA
Sergio Vessicchio per www.tuttojuve.net
Higuain, Dybala, Marchisio e Alex Sandro hanno impedito l’ingresso negli spogliatoi di Massimiliano Allegri. Il tecnico con Landucci si era portato sull’uscio dello spogliatoio ma questi 4 giocatori si gli hanno gridato contro. Ma non si è capito cosa dicessero solo le parole di Marchisio sono arrivate all’esterno. Durissime le invettive di Marchisio: “Vattene ci remi contro” avrebbe gridato il principino torinese.
Lui e Dybala i più agguerriti contro il tecnico. Higuain e Alex Sandro hanno bloccato l’allenatore e lo hanno rispedito fuori. Il tutto si è verificato dopo la partita con la rabbia che schiumava dopo il goal di Koulybaly. Il tutto si è verificato dopo lo sfogo di Buffon che aveva gridato contro i compagni scatenando la reazione di Benatia che lo ha risposto a tono. Buffon ce l’aveva anche con l’allenatore il vero motivo degli scontri del dopo partita.
Ora la squadra vuole fare quadrato e ha isolato l’allenatore. Per i giocatori la colpa di tutto è sua. Marchisio è scatenato contro l’allenatore e Dybala potrebbe chiedere di essere ceduto se Allegri resta in panchina. Un parapiglia che avrà un seguito. Allegri non pare sia gradito alla squadra. Gli rinfacciano troppi errori, troppe liti, una gestione approssimativa. Giocatori fuori posto, deprezzati e nervosi e ora con il fiato del Napoli sul collo dopo aver perso la supercoppa e la Champions League.
Anche i procuratori all’assalto di Allegri: lo ritengono responsabile del tracollo dei propri assistiti. Si proprio così i calciatori hanno paura di un loro deprezzamento e i procuratori sono sul piede di guerra. Domenica primi fischi ad Allegri allo stadium.
2 - JUVE, IL DILEMMA DELLA CONTESTAZIONE
Tra le nevrasteniche contraddizioni di questi agitatissimi giorni juventini c' è stata anche la contestazione non contestante, altrimenti detta il sostegno non sostenente. Insomma: una settantina di ultrà si è presentata ieri mattina a Vinovo, si è mescolata ai 200 tifosi non militanti che avevano approfittato della giornata festiva per andare a caccia di autografi e che con la loro presenza hanno ingrossato le fila e poi ha aspettato l' uscita dei giocatori al termine dell' allenamento, scandendo cori che in linea di massima sottintendono una contestazione («Tirate fuori le palle», o giù di lì) ma che i capigruppo hanno definito di incitamento.
Al passo carraio dello Juventus Centre si è formato un muro umano contro il quale molti calciatori sono stati costretti a fermarsi e alcuni di loro hanno anche un poco parlamentato con gli ultrà, chi abbassando il finestrino dell' auto (Higuain, Chiellini) e chi ( Dybala, Buffon, Marchisio) fermandosi a parlare con la gente. « Vogliamo lo scudetto e dovete volerlo anche voi », hanno intimato gli ultrà.
Un Dybala un po' spaurito è riuscito a rispondere « anche noi lo vogliamo tanto » , mentre a Buffon è stato rimproverato il gesto di fair play alla fine del match di domenica sera: « Sei andato a salutare tutti i giocatori del Napoli ma non noi della curva». Per precauzione la security ha fatto intervenire alcune camionette della polizia, ma la contestazione non contestante non è in ogni caso mai uscita dai binari. Comunque sia, è una rarità che a Vinovo, nel bene come nel male, si presentino tifosi in massa. Ma è il momento stesso che la Juve sta vivendo a essere raro.
3 - CRESCE IL PARTITO NO MAX
Sandro Bocchio per “Tuttosport”
Una data per tutti. Per Massimiliano Allegri, come per chi potrebbe prenderne il posto in caso di possibile divorzio a fine stagione. È il 2020, tendenza 30 giugno, anno in cui giunge a scadenza il contratto del tecnico con la Juventus e degli eventuali papabili alla panchina bianconera. Cominciamo da Allegri. La frenata nelle ultime due giornate, come racconta il sondaggio su tuttosport.com, ha portato la maggioranza a chi ne chiede l’allontanamento.
L’allenatore livornese partiva già da una solida base contraria, visto che sono sempre stati parecchi gli scontenti del suo operato, neppure convinti dall’accoppiata scudetto-Coppa Italia nelle ultime tre stagioni e da due finali di Champions League. Perse sì, ma contro Barcellona e Real Madrid. E oggi l’eliminazione nella stessa competizione europea ai quarti, il pareggio di Crotone e il ko interno col Napoli hanno aggiunto valori negativi, nonostante in campionato la Juventus sia ancora in testa e nonostante la quarta finale di Coppa Italia raggiunta.
Quale sarà il futuro di Allegri? Tre settimane fa sottolineava ancora: «Ho un contratto e sono contento di restare qui. È una questione di stimoli, in questo momento il futuro è una cosa cui ancora non penso». Oggi qualcosa è cambiato, per il colpo di mano del Real al Bernabeu e per l’ostinazione del Napoli in campionato, anche se per il tecnico i risultati sono spesso venuti dopo i programmi. E questi si fanno con la società, da incontrare.
Gli affanni della Juventus in questo finale di stagione fanno immaginare che la rifondazione possa andare in più profondità e Allegri potrebbe gestirla in ogni caso: sia che passi attraverso pochi colpi di livello, sia che passi attraverso un ringiovanimento. Gli basta solo che vengano indicati gli obiettivi, per evitare fraintendimenti.
SIRENE INGLESI
La separazione tra l’Arsenal e Arséne Wenger ha però riaperto giochi che si pensavano chiusi. Allegri, in tempi non sospetti, aveva detto che dopo la Juventus avrebbe visto l’estero come unica opzione possibile. I dirigenti londinesi hanno ribadito che cercheranno un allenatore che prosegue il lavoro del francese, Allegri (sondato in passato da Chelsea e Psg) potrebbe essere un profilo adeguato, inserendosi in un domino che interessa le tre squadre citate e ricordando che un eventuale esonero sarebbe sanguinoso per il club bianconero, visto che parliamo di un contratto da 7 milioni e mezzo a stagione.
IPOTESI NOSTRANE
Eventuali sostituti. Piace Simone Inzaghi e non è un mistero. Il problema non è solo un contratto con la Lazio fino al 2020 ma anche doverne discutere con Claudio Lotito. Il presidente biancoceleste fatica a liberare i giocatori, figurarsi con l’allenatore rivelazione di questa stagione. A proposito di emergenti, occorre tenere d’occhio Mauricio Pochettino, che ha costruito un Tottenham spettaccolare.
Pratica un calcio moderno, gli piace divertirsi e divertire. Ha un contratto fino al 2021. Gli ultimi sviluppi riguardanti l’Italia (con Ancelotti in ascesa) potrebbero aver invece spiazzato Roberto Mancini. Nonostante il passato all’Inter nel momento di maggior tensione post-Calciopoli, il tecnico è sempre stato apprezzato in casa bianconera. Dipende da come finirà con la Figc e dalla possibilità di liberarsi dallo Zenit San Pietroburgo, parecchio rigido sull’argomento.
EX BIANCONERI
Un altro possibile profilo è Zinedine Zidane, cresciuto da quando è stato chiamato a sostituire Rafa Benitez sulla panchina del Real. Ha un accordo fino al 2020, però non è una garanzia. Florentino Perez, in passato, ha cacciato allenatori contrattualizzati che però avevano toppato in Champions (José Mourinho e Carlo Ancelotti, al secondo anno, per colpa della Juve) e quindi Zidane si gioca parecchio tra semifinale con il Bayern ed eventuale finale. Un flop, con conseguente allontanamento, lo piazzerebbe nei radar bianconeri per una chiamata in panchina dove era stato giocatore:
«La Juve? Mai dire mai...», aveva detto. Alla categoria ex juventini appartiene poi Didier Deschamps. Lui in bianconero ha giocato e anche allenato nell’anno della Serie B, un’avventura chiusa in anticipo con le dimissioni presentate per divergenze con i dirigenti di allora.
Deschamps guida la Francia dal 2012, ha due anni di contratto ma non chiude la porta a un ritorno in bianconero: «Sto bene dove sono, ma guardo sempre con un po’ più di attenzione la Juve - aveva confessato a inizio mese -. Se un giorno tornassi all’estero, sarebbe fondamentale conoscere già la panchina». E occorre non dimenticare Diego Simeone. In Spagna ha rotto il duopolio Real-Barcellona, pratica un calcio concreto, che potrebbe esportare in bianconero