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ARTE DA COPERTINA! DALLA BANANA DI ANDY WARHOL PER L'ALBUM DEI VELVET UNDERGROUND A BANKSY COINVOLTO DAI BLUR PER IL LORO DISCO “THINK TANK”: IN UN LIBRO LE COVER DEI DISCHI PIU’ PROVOCATORIE REALIZZATE DA PITTORI E FOTOGRAFI - "CI GUADAGNANO TUTTI: IL DISCO E L’ARTISTA" - VIDEO

WARHOL VELVETWARHOL VELVET

 

Alba Solaro per Il Venerdì - la Repubblica

 

«C’è un ragazzo messo nell' angolo da quello che forse è un insegnante, la tensione fisica, lo sgabello usato come scudo In questa tavola di Raymond Pettibon c' è condensata tutta l' idea del punk, il bisogno di ribellione contro la società degli adulti».

 

Per Francesco Spampinato Nervous Breakdown (1978) dei californiani Black Flag è «l' esempio perfetto» per raccontare lo spirito di Art Record Covers, poderosa compilation di copertine d' artista che ha curato per la casa editrice Taschen. «Sono la rappresentazione visiva della musica che il disco contiene. Potentissima quando, come nel caso di Pettibon che viene dal punk, emergono tutti dallo stesso humus culturale; alcuni si esprimono con la musica, altri con l' arte».

 

BANKSY BLURBANKSY BLUR

Spampinato è nato lo stesso anno di quel disco dei Black Flag, è un critico d' arte con esperienze di insegnamento negli Usa e alla Sorbona, ha lavorato per dieci anni a questo progetto raccogliendo più di tremila titoli (ma solo un sesto sono entrati nel libro) e si dichiara «affascinato da tutti i fenomeni in cui l' arte diventa qualcosa di diverso da se stessa, più vicina alla vita». Siamo nel posto giusto, dunque.

 

Un disco lo vediamo prima ancora di ascoltarlo. Da quando, negli anni 50, la musica ha iniziato a vestirsi per attirare l' attenzione di chi entrava in un negozio, e anche nell' era digitale la copertina resta un terreno di sperimentazione.

 

Il volume può essere sfogliato come una storia dell' arte, con gli artisti in ordine alfabetico. La corrispondenza di amorosi sensi tra arte e musica va avanti da un' infinità di tempo. Non c' è quasi corrente che non si sia messa in gioco. Il concettuale Sol LeWitt per il capolavoro minimalista di Philip Glass Music In Twelve Parts. I geroglifici primitivi di Jean-Michel Basquiat al servizio prima di Beat Bop (progetto che vede coinvolti graffitari e rapper), poi di una punk band, The Offs. Il transavanguardista Francesco Clemente per i Rolling Stones (One Hit to the Body), Julian Schnabel per i Red Hot Chili Peppers (By The Way) e Banksy per i Blur (Think Tank).

 

WARHOLWARHOL

Sfogliando si scopre che forse nessun fotografo è stato amato dai musicisti rock quanto William Eggleston: i suoi lavori rendono seducenti le cover di Big Star, Green On Red, Joanna Newso, gli scozzesi Primal Scream lo hanno usato più volte e Cat Power è andata fino a casa del fotografo a Memphis per registrare il video di Lived in Bars. Si scopre anche che Robert Mapplethorpe non ha firmato solo le super iconiche cover di Horses e Wave di Patti Smith; sono suoi anche i glutei perfetti del ballerino Peter Reed su Night Work dei Scissor Sisters.

 

Ma cos' è che rende immortale una copertina? La forza dell' immagine, certo, a volte però è un gioco più sottile di piani di lettura. Su Goo (1990) dei Sonic Youth c' è un fumetto in bianco e nero di Pettibon - ancora lui, nome cruciale in questa storia - una coppia con gli occhiali scuri, lei sta fumando. «Quel disegno condensa un certo tipo di energia irriverente» dice Spampinato. «È ispirato alla foto di due testimoni di un omicidio, loro sembrano gli accusati ma non lo sono, è la sorella della ragazza ad aver ucciso i genitori. L' immagine dice: tutti i giovani sono innocenti ma al tempo stesso colpevoli». Sul fronte dell' irriverenza, la banana di Andy Warhol per l' album dei Velvet Underground (1967) è imprescindibile.

 

Nell' originale, è noto, il frutto era coperto da uno sticker, la pelavi e sotto era rosa. In basso, Warhol ci ha messo il suo nome. «È la lezione di Duchamp: se firmo un orinatoio e lo metto in un museo, diventa automaticamente un' opera d' arte. E in Sticky Fingers dei Rolling Stones, sempre sua, il primissimo piano dei jeans con la zip che nell' originale si poteva tirare giù, mette in atto lo smascheramento del meccanismo voyeuristico che c' è dietro la promozione di un disco.

 

Warhol invita lo spettatore a vedere cosa c' è sotto». La leggenda vuole che la zip, aprendosi, facesse pressione, danneggiandola, sulla traccia febbrile di Sister Morphine, che Jagger aveva scritto con Marianne Faithfull: una diabolica vendetta contro l' ormai ex fidanzata.

KEITH HARING EMANONKEITH HARING EMANON

 

Creare controversie con una cover fa parte della mitologia pop. Kanye West, che chiede al pittore George Condo di produrre per My Beautiful Dark Twisted Fantasy delle opere a rischio censura (come è successo per quella dove il rapper nudo fa sesso con una mostruosa creatura), offre all' artista un' occasione per smarcarsi dalle gabbie dell' accademia e del mercato.

 

Chi ci guadagna di più, la musica o l' arte? «Tutte e due» spiega Spampinato. «Il disco acquisisce dimensione di artisticità. Mentre l' artista può rivolgersi a un pubblico molto più vasto. Non solo, decontestualizzando l' opera in qualche modo la demitizza. Quando Keith Haring aprì il suo Pop Shop negli anni Ottanta la gente lo attaccò dicendo che voleva fare i soldi. Lui rispose: "Scusate ma io a vendere spillette a un dollaro l' una non ci guadagno niente rispetto a quello che una galleria fa con un mio dipinto. Voglio disperdere il mio immaginario, portarlo a un pubblico che non sia solo quello dell' arte"».

 

Molti artisti fanno buona musica, pochissimi musicisti fanno buona arte. Brava Joni Mitchell, i cui autoritratti, sono finiti sulle sue copertine (Both Sides, Clouds). Non indimenticabili i lavori del Nobel Bob Dylan. Terrificanti le tele di Ronnie Wood, bassista dei Rolling Stones.

 

E per quanto si voglia bene a Paul Simonon, ex bassista dei Clash, i suoi paesaggi e le nature morte di motociclette, caschi e giubbotti sono un gradino sotto alle croste da sala d' attesa. Bene, invece, il percorso inverso. Meglio un album di Laurie Anderson, meglio persino il disco degli U-J3Rk5 in cui il fotografo Jeff Wall militava da studente. Meglio tutta la produzione di quel gigante della street art che è Shepard Fairey, fondatore di Obey, skater, dj, collezionista di album: 80 copertine dai Sepultura ai Led Zeppelin, che per pura e travolgente passione dipinge anche cover finte.

 

HIRST THE HOURSHIRST THE HOURS

Damien Hirst, oltre a un paio di collaborazioni con l' ex Eurythmics Dave Stewart, si è spinto oltre. Una decina di anni fa ha preso il libretto degli assegni e finanziato una band inglese, The Hours (stando alle biografie in rete, il leader, Antony Genn, a 16 anni è stato nei Pulp e ha suonato con Joe Strummer nei Mescaleros), di cui si è proclamato per qualche tempo "direttore artistico". Forse voleva fare come Warhol; al posto della banana ha usato il famigerato teschio, riproposto in più varianti sui singoli della band. Il teschio lo conoscono tutti, degli Hours non si hanno notizie da parecchio. Cosa non ha funzionato?

 

«Probabilmente è stata un' operazione troppo forzata» risponde Spampinato. «E un' altra operazione forzata, tra i dischi presenti nel libro, è quella di Jeff Koons per Artpop di Lady Gaga, la scultura di lei nuda con la sfera blu tra le gambe.

 

Lei cerca di continuo l' approvazione del mondo dell' arte, ha fatto anche operazioni con Lorenzo Vezzoli e Terence Koh, ma quest' approvazione il mondo dell' arte non gliel' ha mai data».

 

Qualche mese fa però Lady Gaga ha vinto un processo che si trascinava da un po', dai tempi del video (e della copertina) di Born This Way. La body artist francese Orlan, da anni impegnata in operazioni chirurgiche che le hanno modificato viso e corpo con impianti simili a piccole corna, le aveva fatto causa per plagio.

GILBERT&GEORGE DAY&TAXI

 

Lady Gaga si era intascata i complimenti per come nel video aveva avuto il coraggio di sfidare i canoni della bellezza. Sì, bel coraggio a farlo con il makeup, era stata la reazione di Orlan, ma il tribunale alla fine ha dato ragione (e 20 mila euro di risarcimento) alla cantante. La consolazione è che, se non altro, ora i little monsters seguaci di Gaga sanno chi diavolo è Orlan. Arte e pop fanno sempre un bel matrimonio.

 

SHEPARD FAIREY BILLY IDOLSHEPARD FAIREY BILLY IDOL

 

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