gabriele fava claudio durigon inps

SALVINI NON VOLEVA RENDERE PIU' FACILE ANDARE IN PENSIONE? - CAOS SULL'AUMENTO, TENUTO NASCOSTO AI LAVORATORI, DEI REQUISITI NECESSARI PER ANDARE IN PENSIONE: DAL 2027 SERVIRANNO TRE MESI IN PIÙ DEL PREVISTO - LA SCOPERTA DELLA CGIL ATTRAVERSO L'AGGIORNAMENTO DEL SOFTWARE DELL'INPS; LA SMENTITA TROPPO FIACCA DELL'ENTE E LA BORDATA DELLA LEGA: "FAREMO DI TUTTO PER SCONGIURARE QUESTA IPOTESI" - L’IPOTESI È CONCRETA, VISTO CHE L’AUMENTO DI TRE MESI DEI REQUISITI DAL 2027 ERA STATO IPOTIZZATO LO SCORSO OTTOBRE DAL PRESIDENTE DELL’ISTAT, FRANCESCO MARIA CHELLI...

PENSIONI GIALLO SUI TRE MESI IN PIÙ

Estratto dell'articolo di Enrico Marro per il “Corriere della Sera”

 

FRANCESCO MARIA CHELLI

Giallo e bufera sull’aumento dei requisiti necessari per andare in pensione dal primo gennaio 2027, quando, secondo la legge, scatterà il nuovo adeguamento alla speranza di vita, che, secondo le attese, dovrebbe comportare un ritardo di tre mesi del pensionamento.

 

Ieri la Cgil ha denunciato di aver scoperto, attraverso la sua rete di patronati, che gli applicativi dell’Inps fanno decorrere le pensioni del 2027 con un aumento di tre mesi dei requisiti e poi di altri due mesi dal primo gennaio 2029.

 

In pratica ci vorrebbero 67 anni e 3 mesi di età (oltre che 20 anni di contributi) per andare in pensione di vecchiaia dal 2027 e 67 anni e 5 mesi dal 2029. E 43 anni e un mese di contributi (indipendentemente dall’età) per andare in pensione anticipata (un anno in meno per le donne) dal 2027 e 43 anni e 3 mesi dal 2029 (un anno in meno per le lavoratrici). Il governo, accusa la Cgil, avrebbe tenuto nascosta la notizia, con l’Inps che si sarebbe portata avanti pur in mancanza del decreto ministeriale richiesto dalla legge.

 

Gabriele Fava

L’istituto di previdenza guidato da Gabriele Fava ha replicato alla Cgil con una smentita laconica e inefficace: «L’Inps smentisce l’applicazione di nuovi requisiti pensionistici. L’Istituto garantisce che le certificazioni saranno redatte in base alle tabelle attualmente pubblicate». Inefficace perché subito dopo è stato il sottosegretario al Lavoro e vicesegretario della Lega, Claudio Durigon, a intervenire prendendosela proprio con l’Inps: «L’aumento dei requisiti per andare in pensione fatto trapelare in maniera impropria e avventata dall’Inps non ci sarà. Nel momento in cui si registrasse un aumento effettivo dell’aspettativa di vita, come Lega faremo di tutto per scongiurare questa ipotesi».

 

In realtà, l’ipotesi è concreta. Visto che l’aumento di tre mesi dei requisiti dal 2027 era stato anticipato lo scorso ottobre dal presidente dell’Istat, Francesco Maria Chelli, in un’audizione alle commissioni di Camera e Senato. E anche la Ragioneria generale dello Stato, nel suo ultimo rapporto sulle tendenze della spesa previdenziale, avvertiva che «l’incremento della speranza di vita per l’anno 2023 è risultato superiore alle previsioni», concludendo che, se il maggior aumento fosse confermato a consuntivo dall’Istat, «l’adeguamento previsto con decorrenza 2027 risulterebbe di tre mesi» e di altrettanto dal 2029.

 

FRANCESCO MARIA CHELLI

Insomma, nonostante il clamore e il probabile pasticcio fatto dall’Inps l’aumento dei requisiti appare inevitabile a meno di una decisione contraria del governo, come quella presa con la manovra 2019 dal governo Conte 1 che bloccò fino al 31 dicembre 2026 gli adeguamenti biennali del requisito per la pensione anticipata. [...]

 

La classe più penalizzata sarebbe quella dei nati nel 1960, già rimasti fuori da Quota 100. Ma c’è anche il rischio di creare nuovi «esodati», dice la Cgil: in particolare i lavoratori che hanno aderito a piani di isopensione o scivoli di accompagnamento alla pensione, che potrebbero trovarsi per alcuni mesi senza tutele.

 

IN PENSIONE PIÙ TARDI DAL 2027 LA LEGA: AUMENTO DA BLOCCARE

Estratto dell'articolo di Valentina Conte per “la Repubblica”

 

[...] Un pasticcio. Se fosse davvero come risulta alla Cgil, dal 2027 si uscirebbe a 67 anni e 3 mesi (con 20 di contributi) per la pensione di vecchiaia. E dal 2029 a 67 anni e 5 mesi. Cambierebbe anche la pensione anticipata: i contributi necessari, a prescinderà dall’età, passerebbero dai 42 anni e 10 mesi di oggi (un anno in meno per le donne) a 43 anni e 1 mese nel 2027 e 43 anni e 3 mesi dal 2029. Un balzo non da poco.

 

Gabriele Fava

Dovuto, come già osservava il presidente dell’Istat Francesco Maria Chelli il 7 ottobre in audizione parlamentare sul Piano strutturale di bilancio, all’aumento della speranza di vita a 65 anni. Ovvero quanti anni si vivono in media dopo quell’età, oggi poco sopra 20.

 

Diceva all’epoca Chelli: «Le prospettive sulla “speranza di vita a 65 anni” presagiscono una crescita importante dell’età di pensionamento. Rispetto agli attuali 67 anni, si passerebbe a 67 anni e 3 mesi dal 2027, a 67 anni e 6 mesi dal 2029 e a 67 anni e 9 mesi dal 2031, per arrivare a 69 anni e 6 mesi dal 2051». Una progressione che costringerà la generazione Z a pianificare una pensione dai 70 anni in su.

 

PENSIONE

Il punto è che il decreto Economia- Lavoro per fissare i requisiti del 2027 non c’è ancora. Per legge deve arrivare almeno un anno prima. Quello valido per il 2025, ad esempio, fu firmato dall’allora Ragioniere dello Stato Biagio Mazzotta a luglio 2023, quasi un anno e mezzo prima. Non si capisce quindi come Inps possa aver adeguato i software con un incremento non ufficiale e tra l’altro solo in parte coincidente con i numeri Istat.

 

«L’Inps smentisce l’applicazione di nuovi requisiti pensionistici », si legge nello scarno comunicato. «L’Istituto garantisce che le certificazioni saranno redatte in base alle tabelle attualmente pubblicate». Ma le dichiarazioni del sottosegretario Durigon sembrano dare ragione alla Cgil. Rivendicando per la Lega, in difficoltà per la promessa mancata di abolire la legge Fornero e per le ripetute strette sulle pensioni, il ruolo di guardiano:

 

alessia botta claudio durigon ricevimento quirinale 2 giugno 2024

«Nel momento in cui si registrasse un aumento effettivo dell’aspettativa di vita, come Lega faremo di tutto per scongiurare questa ipotesi, esattamente come facemmo con la norma che bloccò l’aumento per l’aspettativa di vita nella riforma Quota 100». Nel 2019 in effetti la Lega bloccò fino al 2026 il requisito dei 42 anni e 10 mesi. Blocco che però il governo Meloni ha accorciato al 2024, per fortuna senza effetti.

 

Questo perché per ben tre bienni (dal 2021 al 2026) i requisiti sono rimasti gli stessi. Nel primo biennio la speranza di vita era invariata. Negli ultimi due bienni è addirittura scesa per effetto del Covid: di 3 mesi e 1 mese rispettivamente. La legge del 2009 (del governo Berlusconi IV, quello con Giorgia Meloni ministra della Gioventù) prevede un adeguamento biennale della speranza di vita: se negativa, i requisiti non cambiano (non si va in pensione prima), ma il “tesoretto” dei mesi viene recuperato poi dopo a scomputo, quando invece la vita torna ad allungarsi. [...]

INPSPENSIONI INPS PENSIONI claudio durigon foto di bacco (1)

Ultimi Dagoreport

donald trump zelensky putin

DAGOREPORT - UCRAINA, LA TRATTATIVA SEGRETA TRA PUTIN E TRUMP È GIA' INIZIATA (KIEV E UE NON SONO STATI NEANCHE COINVOLTI) - “MAD VLAD” GODE E ELOGIA IN MANIERA SMACCATA IL TYCOON A CUI DELL'UCRAINA FREGA SOLO PER LE RISORSE DEL SOTTOSUOLO – IL PIANO DI TRUMP: CHIUDERE L’ACCORDO PER IL CESSATE IL FUOCO E POI PROCEDERE CON I DAZI PER L'EUROPA. MA NON SARA' FACILE - PER LA PACE, PUTIN PONE COME CONDIZIONE LA RIMOZIONE DI ZELENSKY, CONSIDERATO UN PRESIDENTE ILLEGITTIMO (IL SUO MANDATO, SCADUTO NEL 2024, E' STATO PROROGATO GRAZIE ALLA LEGGE MARZIALE) - MA LA CASA BIANCA NON PUO' FORZARE GLI UCRAINI A SFANCULARLO: L’EX COMICO È ANCORA MOLTO POPOLARE IN PATRIA (52% DI CONSENSI), E L'UNICO CANDIDATO ALTERNATIVO È IL GENERALE ZALUZHNY, IDOLO DELLA RESISTENZA ALL'INVASIONE RUSSA...

donnet, caltagirone, milleri, orcel

DAGOREPORT - COSA POTREBBE SUCCEDERE DOPO LA MOSSA DI ANDREA ORCEL CHE SI È MESSO IN TASCA IL 4,1% DI GENERALI? ALL’INIZIO IL CEO DI UNICREDIT SI POSIZIONERÀ IN MEZZO AL CAMPO NEL RUOLO DI ARBITRO. DOPODICHÉ DECIDERÀ DA CHE PARTE STARE TRA I DUE DUELLANTI: CON IL CEO DI GENERALI, PHILIPPE DONNET, OPPURE CON IL DUPLEX CALTAGIRONE-MILLERI? DIPENDERÀ DA CHI POTRÀ DARE PIÙ VANTAGGI A ORCEL - UNICREDIT HA IN BALLO DUE CAMPAGNE DI CONQUISTA: COMMERBANK E BANCO BPM. SE LA PRIMA HA FATTO INCAZZARE IL GOVERNO TEDESCO, LA SECONDA HA FATTO GIRARE LE PALLE A PALAZZO CHIGI CHE SUPPORTA CALTA-MILLERI PER UN TERZO POLO BANCARIO FORMATO DA BPM-MPS. E LA RISPOSTA DEL GOVERNO, PER OSTACOLARE L’OPERAZIONE, È STATA L'AVVIO DELLA PROCEDURA DI GOLDEN POWER - CHI FARÀ FELICE ORCEL: DONNET O CALTA?

giorgia meloni daniela santanche

DAGOREPORT - MA QUALE TIMORE DI INCROCIARE DANIELA SANTANCHÈ: GIORGIA MELONI NON SI È PRESENTATA ALLA DIREZIONE DI FRATELLI D’ITALIA PERCHÉ VUOLE AVERE L’AURA DEL CAPO DEL GOVERNO DALLO STANDING INTERNAZIONALE CHE INCONTRA TRUMP, PARLA CON MUSK E CENA CON BIN SALMAN, E NON VA A IMMISCHIARSI CON LA POLITICA DOMESTICA DEL PARTITO - MA SE LA “PITONESSA” AZZOPPATA NON SI DIMETTERÀ NEI PROSSIMI GIORNI RISCHIA DI ESSERE DAVVERO CACCIATA DALLA DUCETTA. E BASTA POCO: CHE LA PREMIER ESPRIMA A VOCE ALTA CHE LA FIDUCIA NEI CONFRONTI DEL MINISTRO DEL TURISMO È VENUTA A MANCARE - IL RUOLO DEL "GARANTE" LA RUSSA…

barbara marina pier silvio berlusconi giorgia meloni

L’AMBIZIOSA E INCONTROLLABILE BARBARA BERLUSCONI HA FATTO INCAZZARE MARINA E PIER SILVIO CON LA DICHIARAZIONE AL TG1 CONTRO I MAGISTRATI E A FAVORE DI GIORGIA MELONI, PARLANDO DI “GIUSTIZIA A OROLOGERIA” DOPO L’AVVISO DI GARANZIA ALLA PREMIER PER IL CASO ALMASRI - PRIMA DI QUESTA DICHIARAZIONE, LA 40ENNE INEBRIATA DAL MELONISMO SENZA LIMITISMO NE AVEVA RILASCIATA UN’ALTRA, SEMPRE AL TG1, SULLA LEGGE PER LA SEPARAZIONE DELLE CARRIERE TRA GIUDICI E PM (“È SOLO UN PRIMO PASSO”) - E NELL’IMMAGINARIO DI MARINA E PIER SILVIO HA FATTO CAPOLINO UNA CERTA PREOCCUPAZIONE SU UNA SUA POSSIBILE DISCESA IN POLITICA. E A MILANO SI MORMORA CHE, PER SCONGIURARE IL "PERICOLO" DELLA MELONIANA BARBARA (“POTREBBE ESSERE UN’OTTIMA CANDIDATA SINDACA PER IL CENTRODESTRA NELLA MILANO’’, SCRIVE IL “CORRIERE”), PIER SILVIO POTREBBE ANCHE MOLLARE MEDIASET E GUIDARE FORZA ITALIA (PARTITO CHE VIVE CON LE FIDEJUSSIONI FIRMATE DA BABBO SILVIO...) - VIDEO