COSA SUCCEDE CON IL RITIRO DI JOE BIDEN DALLA CORSA PER LA CASA BIANCA? OCCHIO PERCHÉ L'ENDORSEMENT DEL PRESIDENTE PER KAMALA HARRIS NON È VINCOLANTE – SECONDO LE REGOLE DEL PARTITO DEMOCRATICO IL SUBENTRO NON È IMMEDIATO: LA DECISIONE TORNA IN MANO ALLA CONVENTION CHE CON OGNI PROBABILITÀ VERRÀ CONVOCATA PER LA METÀ DI AGOSTO. DAL PUNTO DI VISTA DELLE REGOLE È TUTTO APERTO: TECNICAMENTE I DELEGATI POSSONO VOTARE PER CHI VOGLIONO, FREGANDOSENE DELLE PAROLE DI “SLEEPY JOE”. È LA STRADA AUSPICATA DA NANCY PELOSI CHE PUNTA SU ALCUNI GOVERNATORI DEM…
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— Bill Clinton (@BillClinton) July 21, 2024
Estratto dell'articolo di Claudio Del Frate per www.corriere.it
L'annuncio di Joe Biden che si ritira dalla corsa alla Casa Bianca, ha sconvolto il quadro politico degli Stati Uniti. Ma cosa può accadere adesso? Di fatto, anche se il presidente ha espresso immediatamente il suo endorsement per la sua vice Kamala Harris, il subentro non può essere immediato, in base alle regole del partito Democoratico.
Biden aveva ottenuto la ricandidatura ottenendo il via libera da parte di oltre 4.000 delegati. Con il ritiro, è la decisione torna in mano alla convention del partito che con ogni probabilità verrà convocata per la metà di agosto. I tempi ovviamente stringono, anche in considerazione della cavalcata trionfale che sul fronte dei repubblicani, sta accompagnando la candidatura di Donald Trump.
joe biden con kamala harris festa del 4 luglio
Ma quanto pesa l'indicazione espressa a caldo da Biden per Harris?
Chris Dempsey, fondatore di Delegates are Democracy, un'organizzazione di base che lavora con i delegati, ha dichiarato al Financial Times: «Se il presidente si ritira, dal punto di vista delle regole è tutto aperto e i delegati possono votare per chi vogliono. Dal punto di vista politico, se dovesse sostenere il suo vicepresidente, i delegati potrebbero seguirlo, ma nessuno è obbligato a farlo». Di fatto, dunque, le parole di Biden non sono vincolanti.
joe biden con kamala harris festa del 4 luglio
Normalmente per assicurarsi una candidatura è necessaria una petizione firmata da 300 delegati, di cui non più di 50 da uno stato. Di fatto, non ci sono precedenti, se si eccettua il caso del 1968. Il presidente in carica Lyndon Johnson rinuncio a ricandidarsi, ma Bob Kennedy - nettamente favorito alla candidatura ma non ancora proclamato dal partito - venne assassinato a Los Angeles.
Allora i democratici tennero un congresso a Chicago da cui scaturì la nomina di Hubert Humphrey, poi sconfitto da Nixon. Secondo fonti riportate sempre dai media Usa, il partito dovrebbe innanzitutto scrivere le nuove regole e chiarire se è necessario effettuare delle nuove primarie stato per stato o scegliere il successore di Biden con una convention nazionale.
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