joe biden kamala harris

COSA SUCCEDE CON IL RITIRO DI JOE BIDEN DALLA CORSA PER LA CASA BIANCA? OCCHIO PERCHÉ L'ENDORSEMENT DEL PRESIDENTE PER KAMALA HARRIS NON È VINCOLANTE – SECONDO LE REGOLE DEL PARTITO DEMOCRATICO IL SUBENTRO NON È IMMEDIATO: LA DECISIONE TORNA IN MANO ALLA CONVENTION CHE CON OGNI PROBABILITÀ VERRÀ CONVOCATA PER LA METÀ DI AGOSTO. DAL PUNTO DI VISTA DELLE REGOLE È TUTTO APERTO: TECNICAMENTE I DELEGATI POSSONO VOTARE PER CHI VOGLIONO, FREGANDOSENE DELLE PAROLE DI “SLEEPY JOE”. È LA STRADA AUSPICATA DA NANCY PELOSI CHE PUNTA SU ALCUNI GOVERNATORI DEM…

 

Estratto dell'articolo di Claudio Del Frate per www.corriere.it

 

kamala harris joe biden

L'annuncio di Joe Biden che si ritira dalla corsa alla Casa Bianca, ha sconvolto il quadro politico degli Stati Uniti. Ma cosa può accadere adesso? Di fatto, anche se il presidente ha espresso immediatamente il suo endorsement per la sua vice Kamala Harris, il subentro non può essere immediato, in base alle regole del partito Democoratico.  

 

Biden aveva ottenuto la ricandidatura ottenendo il via libera da parte di oltre 4.000 delegati. Con il ritiro, è la decisione torna in mano alla convention del partito che con ogni probabilità verrà convocata per la metà di agosto. I tempi ovviamente stringono, anche in considerazione della cavalcata trionfale che sul fronte dei repubblicani, sta accompagnando la candidatura di Donald Trump. 

 

joe biden con kamala harris festa del 4 luglio

Ma quanto pesa l'indicazione espressa a caldo da Biden per Harris? 

Chris Dempsey, fondatore di Delegates are Democracy, un'organizzazione di base che lavora con i delegati, ha dichiarato al Financial Times: «Se il  presidente si ritira, dal punto di vista delle regole è tutto aperto e i delegati possono votare per chi vogliono. Dal punto di vista politico, se dovesse sostenere il suo vicepresidente, i delegati potrebbero seguirlo, ma nessuno è obbligato a farlo». Di fatto, dunque, le parole di Biden non sono vincolanti. 

joe biden con kamala harris festa del 4 luglio

 

Normalmente per assicurarsi una candidatura è necessaria una petizione firmata da 300 delegati, di cui non più di 50 da uno stato. Di fatto, non ci sono precedenti, se si eccettua il caso del 1968. Il presidente in carica Lyndon Johnson rinuncio a ricandidarsi, ma Bob Kennedy - nettamente favorito alla candidatura ma non ancora proclamato dal partito - venne assassinato a Los Angeles.

KAMALA HARRIS JOE BIDEN

 

 Allora i democratici tennero un congresso a Chicago da cui scaturì la nomina di Hubert Humphrey, poi sconfitto da Nixon. Secondo fonti riportate sempre dai media Usa, il partito dovrebbe innanzitutto scrivere le nuove regole e chiarire se è necessario effettuare delle nuove primarie stato per stato o scegliere il successore di Biden con una convention nazionale.  

Articoli correlati

NANCY PELOSI, LA BURATTINAIA CHE SPERA DI FAR FUORI JOE BIDEN DALLA CORSA ALLA CASA BIANCA, NON...

KAMALA HARRIS JOE BIDENkamala harris joe biden nancy pelosi 1kamala harris kevin mccarthy

 

Ultimi Dagoreport

giorgia arianna meloni massimiliano romeo matteo salvini

RIUSCIRÀ SALVINI A RITROVARE LA FORTUNA POLITICA MISTERIOSAMENTE SCOMPARSA? PER NON PERDERE LA FACCIA HA RITIRATO DALLA CORSA PER LA SEGRETERIA DELLA LEGA IN LOMBARDIA IL SUO CANDIDATO LUCA TOCCALINI. E ORA IN LIZZA C’È SOLO MASSIMILIANO ROMEO, UNA VOLTA SUO FEDELISSIMO - UNA MOSSA SOSPINTA SOPRATTUTTO DALL’ASSOLUTO BISOGNO DI SALVINI DI AVERE PIÙ UNITI CHE MAI I CAPOCCIONI DELLA LEGA: PER IL 20 DICEMBRE È ATTESA LA SENTENZA PER IL PROCESSO OPEN ARMS - IL CAPITONE SPERA IN UNA SENTENZA DI CONDANNA: DIVENTARE "MARTIRE DELLA GIUSTIZIA" SUL TEMA DELLA MIGRAZIONE POTREBBE TRASFORMARSI IN UNA MEDAGLIA SUL PETTO PER RISALIRE NEL CUORE DEI LEGHISTI SEMPRE PIÙ DELUSI - DOPO LE SCONFITTE ALLE POLITICHE E ALLE REGIONALI, CON LA LEGGE SULL’AUTONOMIA FATTA A PEZZI, ORA LE SORELLE MELONI VOGLIONO SALIRE ANCHE SUI TRENI, DOVE SALVINI, COME MINISTRO DELLE INFRASTRUTTURE, VUOL FARLA DA PADRONE. IL BORDELLO CONTINUA: FINO A QUANDO?

tony effe

DAGOREPORT - TONY EFFE VIA DAL CONCERTO DI CAPODANNO A ROMA PER I TESTI “VIOLENTI E MISOGINI”? MA ANDATE A FANCULO! MENTRE PAPA BERGOGLIO ACCOGLIE SANTI E PUTTANE, TRANS E GAY, LA SINISTRA ITALIANA PROVA A IMPORRE QUESTA OSSESSIONE AMERICANA PER IL POLITICAMENTE CORRETTO CHE SI ILLUDE DI RIDURRE IL TASSO DI INTOLLERANZA UTILIZZANDO UN LINGUAGGIO APPROPRIATO. TUTTO INUTILE. PERCHÉ IL RIDICOLO È PIÙ FORTE DEL PERICOLO. DIRE OMOSESSUALE ANZICHÉ GAY NON PROTEGGE GLI OMOSESSUALI DALLA VIOLENZA DI STRADA. COSÌ COME CACCIARE DAL PALCO DEL CONCERTONE DELL’ULTIMO ANNO IL RAPPER TONY EFFE PER AVER SCRITTO BRANI CHE "VEICOLANO MESSAGGI OFFENSIVI VERSO LE DONNE E NORMALIZZANO ATTEGGIAMENTI VIOLENTI" NON CAMBIA LA VITA SOCIALE E I RAPPORTI INTERPERSONALI. MASSÌ, IN PRINCIPIO ERA IL VERBO. MA ALLA FINE C'È LA BUGIA, IL TERRORE DI ESPRIMERE LIBERAMENTE QUELLO CHE SI PENSA, DETTO ALTRIMENTI FASCISMO”

mario calabresi - elly schlein - matteo renzi - carlo calenda - ernesto maria ruffini

DAGOREPORT – CERCASI DISPERATAMENTE UN CENTRO DI GRAVITÀ PERMANENTE, DI ISPIRAZIONE CATTOLICA E MODERATA, CHE INSIEME AL PD POSSA CONTRAPPORSI ALLE ELEZIONI POLITICHE DEL 2027 ALLA DESTRA AUTORITARIA DEL GOVERNO DI MELONI (SALVINI E TAJANI NON CONTANO PIU' UN CAZZO) - MENTRE PROCEDE L'EUTANASIA DEL TERZO POLO, OSTAGGIO DI RENZI E CALENDA, SI E' AUTOCANDIDATO IL CATTOLICO ERNESTO MARIA RUFFINI, MA NON LO VUOLE NESSUNO (ANCHE PRODI DUBITA DEL SUO APPEL MEDIATICO) - RISULTATO? SI È DIMESSO NON SOLO DAL FISCO MA ANCHE DA CANDIDATO - RUFFINI O NO, UNA “COSA" DI CENTRO DOVRÀ NASCERE A FIANCO DEL PD. L'EVANESCENZA DEI CATTO-RIFORMISTI DEM E' TOTALE. IL VATICANO E L'AZIONISMO CATTOLICO NON SI RICONOSCONO NEI VALORI ARCOBALENO DELLA MULTIGENDER ELLY SCHLEIN – RUMORS DALLA MILANO CIVICA: CIRCOLA IL NOME DI MARIO CALABRESI COME CANDIDATO SINDACO PER IL DOPO SALA…

giorgia meloni john elkann

DAGOREPORT – MENTRE LA CRISI GLOBALE DELL'AUTOMOTIVE RISCHIA DI BRUCIARE L'1% DEL PIL ITALIANO, GIORGIA MELONI E JOHN ELKANN SONO IMPEGNATI A FARSI LA GUERRA - LA DUCETTA DIFFIDA (EUFEMISNO) DI YAKI NON SOLO PERCHE' EDITORE DI "REPUBBLICA" E "LA STAMPA" NONCHE' AMICO DI ELLY SCHLEIN (GRAZIE ALLA DI LUI SORELLA GINEVRA), MA ANCHE PERCHÉ E' CONVINTA CHE FRIGNI SOLTANTO PER TORNACONTO PERSONALE - DI CONTRO, IL RAMPOLLO AGNELLI FA PRESENTE A PALAZZO CHIGI CHE LA QUESTIONE NON RIGUARDA SOLO STELLANTIS MA L'INDUSTRIA AUTOMOBILISTICA IN TUTTO L'OCCIDENTE - E LA CINA GODE GRAZIE AL SUICIDIO EUROPEO SUL GREEN DEAL...