nicola trussardi

“MIO PADRE LO TRATTAVANO COME UN DIVERSO PERCHÉ NON ERA GAY” - TOMASO TRUSSARDI PARLA DELLA MARGINALIZZAZIONE DEL PADRE NICOLA DAL MONDO DELLA MODA: “VENIVA CHIAMATO ‘IL BIONDINO CON LA VALIGETTA’. PER IL MONDO SNOB DEGLI ATELIER ALLA FRANCESE LUI ERA UN DIVERSO, PERCHÉ AVEVA COSTRUITO LA SUA FORTUNA ANDANDO IN GIRO CON I CAMPIONI DI PELLE - MIO PADRE NON ERA TIPO DA SALOTTI E SE NON FAI PARTE DEL SISTEMA, IL SISTEMA TI RIGETTA - RISPETTO I GAY MA NON POSSO FAR FINTA CHE NON ESISTA UN CERTO ‘PROTEZIONISMO’ IN QUESTO MONDO. NESSUNO PUÒ PRESCINDERE DAL MERCATO: ADESSO VA DI MODA ESSERE GREEN E TUTTI ABBIAMO IMBOCCATO QUELLA STRADA. LO STESSO VALE PER LE CURVY: ORA VANNO DI MODA LORO E LA MODA LE CORTEGGIA”

NICOLA E TOMASO TRUSSARDI

Estratto dell’articolo di Michela Proietti per il “Corriere della Sera”

 

«Lo trattavano come un diverso e dico una cosa forte: perché non era gay».

 

Tomaso Trussardi, vuole spiegare meglio la frase pronunciata durante l’intervista al podcast «1%» di Giacomo Freddi?

«[…] ho riportato la realtà dei fatti esattamente come era ai tempi in cui mio padre costruiva la sua azienda. […]».

 

In cosa consisteva allora questa presunta discriminazione di suo padre?

NICOLA TRUSSARDI

«Mio padre, nell’ambiente, veniva chiamato “il biondino con la valigetta”. Per il mondo snob degli atelier alla francese […] lui era un diverso, perché aveva costruito la sua fortuna andando in giro con i campioni di pelle. Era un uomo con il culto del lavoro, un vero bergamasco, capace però di creazioni raffinate: aveva inventato le borse in nappa plongé. Anche in Giappone, dove ogni minimo difetto di produzione viene notato, andavano a ruba. Oggi i marchi di moda fanno i soldi con gli accessori, all’epoca c’era un po’ di snobismo: noi non eravamo un marchio di moda, ma di lifestyle. I foulard che Pavarotti indossava, con i girasoli di Guttuso stampati, glieli faceva mio padre».

 

Eppure lei dice che il mondo della moda non lo ha mai accolto fino in fondo.

tomaso trussardi 3

«C’è un’intervista del 1983 che lo testimonia. Mio padre, che non aveva avuto il permesso di sfilare in Fiera, decise di fare la sfilata alla Scala. Al giornalista spiegò così la scelta: “Mi hanno sempre considerato un diverso e ho sfilato in maniera diversa”. […]».

 

NICOLA TRUSSARDI

Nel podcast parla anche della assenza di suo padre dalla foto iconica, scattata nel 1985, a un gruppo di stilisti simbolo del made in Italy.

«Non so precisamente il motivo per cui non venne inserito nel gruppo. Ma immagino che essere escluso dalla foto lo abbia fatto sentire un outsider. E poi in quella foto c’era gente che fatturava molto, ma molto meno, di lui...».

 

Era davvero un outsider suo padre?

«Mio padre non era tipo da salotti, esattamente come me. Se non fai parte del sistema, il sistema ti rigetta. Ma da parte nostra non c’è mai stata alcuna chiusura: abbiamo lavorato con talenti della moda di cui non ci interessava conoscere il lato privato. Non mi piace etichettare le persone: c’è tanta ignoranza, non amo le battute da bar […] A volte si segue la massa, senza interrogarci davvero su quali sono le nostre reali opinioni».

 

tomaso trussardi 2

Non pensa che le parole pronunciate nel podcast abbiano all’interno qualcosa di reazionario o di non politically correct?

«Per nulla. Io ho amici gay e li rispetto profondamente. Riconosco che hanno una marcia in più e una sensibilità profonda dovuta anche al fatto di aver dovuto affrontare più ostacoli: però al tempo stesso non posso far finta che non esista un certo “protezionismo” in questo mondo. Nel business non si può prescindere dal sistema di appartenenza: se non ti invitano, se non fai networking, di fatto sei fuori».

1985 - LA FOTO DEI PIU GRANDI STILISTI ITALIANI

 

[…]Come vede oggi, da osservatore esterno, il mondo della moda?

«Mio padre aveva un sincero interesse per l’arte e la cultura: oggi la moda ha virato verso l’attualità per ripulirsi la coscienza ed essere meno effimera».

 

Anche il tema della sostenibilità fa parte di questo intento di nobilitare il fashion?

«Nessuno può prescindere dal mercato, adesso va di moda essere green e tutti abbiamo imboccato quella strada. Lo stesso vale per le curvy: ora vanno di moda loro e la moda le corteggia. Di fatto la moda insegue la moda».

nicola Trussardi NICOLA TRUSSARDINICOLA TRUSSARDINicola Trussardi

Ultimi Dagoreport

terzo mandato vincenzo de luca luca zaia giorgia meloni matteo salvini antonio tajani

DAGOREPORT – REGIONALI DELLE MIE BRAME! BOCCIATO IL TERZO MANDATO, SALVINI SI GIOCA IL TUTTO PER TUTTO CON LA DUCETTA CHE INSISTE PER UN CANDIDATO IN VENETO DI FRATELLI D'ITALIA - PER SALVARE IL CULO, A SALVINI NON RESTA CHE BATTERSI FINO ALL'ULTIMO PER IMPORRE UN CANDIDATO LEGHISTA DESIGNATO DA LUCA ZAIA, VISTO IL CONSENSO SU CUI IL DOGE PUÒ ANCORA CONTARE (4 ANNI FA LA SUA LISTA TOCCO' IL 44,57%, POTEVA VINCERE ANCHE DA SOLO) - ANCHE PER ELLY SCHLEIN SONO DOLORI: SE IL PD VUOLE MANTENERE IL GOVERNO DELLA REGIONE CAMPANA DEVE CONCEDERE A DE LUCA LA SCELTA DEL SUO SUCCESSORE (LA SOLUZIONE POTREBBE ESSERE CANDIDARE IL FIGLIO DI DON VINCENZO, PIERO, DEPUTATO PD)

elisabetta belloni giorgia meloni giovanni caravelli alfredo mantovano

DAGOREPORT – CHI È STATO A FAR TRAPELARE LA NOTIZIA DELLE DIMISSIONI DI ELISABETTA BELLONI? LE IMPRONTE PORTANO A “FONTI DI INTELLIGENCE A LEI OSTILI” - L'ADDIO DELLA CAPA DEGLI SPIONI NON HA NULLA A CHE FARE COL CASO SALA. LEI AVREBBE PREFERITO ATTENDERE LA SOLUZIONE DELLE TRATTATIVE CON TRUMP E L'IRAN PER RENDERLO PUBBLICO, EVITANDO DI APPARIRE COME UNA FUNZIONARIA IN FUGA - IL CONFLITTO CON MANTOVANO E IL DIRETTORE DELL'AISE, GIANNI CARAVELLI, VIENE DA LONTANO. ALLA FINE, SENTENDOSI MESSA AI MARGINI, HA GIRATO I TACCHI   L'ULTIMO SCHIAFFO L'HA RICEVUTO QUANDO IL FEDELISSIMO NICOLA BOERI, CHE LEI AVEVA PIAZZATO COME VICE ALLE SPALLE DELL'"INGOVERNABILE" CARAVELLI, È STATO FATTO FUORI - I BUONI RAPPORTI CON L’AISI DI PARENTE FINO A QUANDO IL SUO VICE GIUSEPPE DEL DEO, GRAZIE A GIANMARCO CHIOCCI, E' ENTRATO NELL'INNER CIRCLE DELLA STATISTA DELLA GARBATELLA

cecilia sala abedini donald trump

DAGOREPORT – LO “SCAMBIO” SALA-ABEDINI VA INCASTONATO NEL CAMBIAMENTO DELLE FORZE IN CAMPO NEL MEDIO ORIENTE - CON IL POPOLO IRANIANO INCAZZATO NERO PER LA CRISI ECONOMICA A CAUSA DELLE SANZIONI USA E L’''ASSE DELLA RESISTENZA" (HAMAS, HEZBOLLAH, ASSAD) DISTRUTTO DA NETANYAHU, MENTRE L'ALLEATO PUTIN E' INFOGNATO IN UCRAINA, IL PRESIDENTE “MODERATO” PEZESHKIAN TEME LA CADUTA DEL REGIME DI TEHERAN. E IL CASO CECILIA SALA SI È TRASFORMATO IN UN'OCCASIONE PER FAR ALLENTARE LA MORSA DELL'OCCIDENTE SUGLI AYATOLLAH - CON TRUMP E ISRAELE CHE MINACCIANO DI “OCCUPARSI” DEI SITI NUCLEARI IRANIANI, L’UNICA SPERANZA È L’EUROPA. E MELONI PUÒ DIVENTARE UNA SPONDA NELLA MORAL SUASION PRO-TEHERAN...

elon musk donald trump alice weidel

DAGOREPORT - GRAZIE ANCHE ALL’ENDORSEMENT DI ELON MUSK, I NEONAZISTI TEDESCHI DI AFD SONO ARRIVATI AL 21%, SECONDO PARTITO DEL PAESE DIETRO I POPOLARI DELLA CDU-CSU (29%) - SECONDO GLI ANALISTI LA “SPINTA” DI MR. TESLA VALE ALMENO L’1,5% - TRUMP STA ALLA FINESTRA: PRIMA DI FAR FUORI IL "PRESIDENTE VIRTUALE" DEGLI STATI UNITI VUOLE VEDERE L'EFFETTO ''X'' DI MUSK ALLE ELEZIONI POLITICHE IN GERMANIA (OGGI SU "X" L'INTERVISTA ALLA CAPA DI AFD, ALICE WEIDEL) - IL TYCOON NON VEDE L’ORA DI VEDERE L’UNIONE EUROPEA PRIVATA DEL SUO PRINCIPALE PILASTRO ECONOMICO…

cecilia sala giorgia meloni alfredo mantovano giovanni caravelli elisabetta belloni antonio tajani

LA LIBERAZIONE DI CECILIA SALA È INDUBBIAMENTE UN GRANDE SUCCESSO DELLA TRIADE MELONI- MANTOVANO- CARAVELLI. IL DIRETTORE DELL’AISE È IL STATO VERO ARTEFICE DELL’OPERAZIONE, TANTO DA VOLARE IN PERSONA A TEHERAN PER PRELEVARE LA GIORNALISTA - COSA ABBIAMO PROMESSO ALL’IRAN? È PROBABILE CHE SUL PIATTO SIA STATA MESSA LA GARANZIA CHE MOHAMMAD ABEDINI NON SARÀ ESTRADATO NEGLI STATI UNITI – ESCE SCONFITTO ANTONIO TAJANI: L’IMPALPABILE MINISTRO DEGLI ESTERI AL SEMOLINO È STATO ACCANTONATO NELLA GESTIONE DEL DOSSIER (ESCLUSO PURE DAL VIAGGIO A MAR-A-LAGO) - RIDIMENSIONATA ANCHE ELISABETTA BELLONI: NEL GIORNO IN CUI IL “CORRIERE DELLA SERA” PUBBLICA IL SUO COLLOQUIO PIENO DI FRECCIATONE, IL SUO “NEMICO” CARAVELLI SI APPUNTA AL PETTO LA MEDAGLIA DI “SALVATORE”…