TRUMP NON VUOLE SPOSTARSI AL CENTRO, MA CARICARE A PALLETTONI IL SUO ELETTORATO – IL TYCOON, DOPO L’ATTENTATO, RESTA CONVINTO CHE PER VINCERE DEVE CAVALCARE L’INCAZZATURA DELLA BASE BIANCA RIMASTA FREGATA DALLA GLOBALIZZAZIONE, LA STESSA CHE LO FECE VINCERE NEL 2016. ECCO SPIEGATA LA SCELTA DI JD VANCE, AUTORE DI "ELEGIA AMERICANA" COME FUTURO VICE – BIDEN ATTACCA: “VANCE È UN CLONE DI TRUMP, È UN ESTREMISTA ANTI-ABORTO E PRO-RICCHI…”
USA: BIDEN, 'VANCE UN CLONE DI TRUMP'
(Adnkronos) - Il senatore JD Vance è “un clone” dell’ex presidente Donald Trump. Lo ha detto ai giornalisti il presidente Usa Joe Biden. “È un clone di Trump su questi temi”, ha detto Biden prima di salire sull’Air Force One, riporta la Cnn. “Un clone di Trump sui temi, quindi non vedo alcuna differenza”.
BIDEN CRITICA LA SCELTA DEL VICE DI TRUMP, È PRO-RICCHI
(ANSA) - Joe Biden ha attaccato la decisione di Donald Trump di avere scelto J.D Vance come vice, definendolo "pro-ricchi". In un post su X ha detto "vogliono tagliare le tasse ai più benestanti".
CAMPAGNA BIDEN, 'VANCE ESTREMISTA ANTI-ABORTO E CONTRO LGBTQ+
(ANSA) - La campagna di Biden è pronta ad attaccare J.D. Vance, il senatore dell'Ohio scelto da Donald Trump come vice presidente, presentandolo come un "estremista" e "un'estensione delle idee del tycoon". In particolare la campagna punterà sulle posizioni radicali di Vance contro l'aborto e contro la comunità Lgbtq+.
L’EX MARINE (E RIVALE) CHE HA RACCONTATO L’AMERICA BIANCA DELUSA E ORA È IDOLO DEI «MAGA»
donald trump con jd vance alla convention repubblicana di milwaukee
Estratto dell’articolo di V. Ma. per il “Corriere della Sera”
J.D. Vance è entrato ieri nell’arena della convention repubblicana di Milwaukee con un sottofondo di musica country ed è stato nominato candidato alla vicepresidenza. Due anni fa la rivista New Statesman scrisse: «Primo: frequenta una università Ivy League e lavora per un prestigiosa rivista di diritto. Secondo: scrivi un memoir lirico sulle tue origini in una famiglia difficile. Terzo: diventa senatore di uno Stato del Midwest. Quarto: diventa presidente degli Stati Uniti. Questa è stata la traiettoria di Obama. Potrebbe essere anche quella di J.D. Vance?».
Nel mondo del business c’è chi avrebbe preferito un «moderato» come il governatore del North Dakota, Doug Burgum, percepito come più vicino agli interessi di Wall Street, oppure il senatore Marco Rubio della Florida, di potenziale appeal per una parte dell’elettorato ispanico e considerato una importante voce sulla politica estera al Senato. Altri volevano il senatore afroamericano Tim Scott, per puntare alle minoranze, o una donna.
Il senatore dell’Ohio J.D. Vance è il più ideologicamente allineato a Trump — la sua retorica politica è profondamente basata sulla nostalgia dell’elettorato bianco — ed è la figura forse più adatta a entusiasmare lo zoccolo duro dell’elettorato Maga (l’acronimo di Make America Great Again, lo slogan di Trump): non gli porterà nuovi voti di indecisi e moderati, osservano i critici. Ma Don Trump Jr (il figlio) e Steve Bannon, l’ex stratega ora in prigione, sono suoi forti sostenitori, perché si è opposto strenuamente a nuovi fondi in Ucraina ed è favorevole a maggior dazi commerciali.
Pur essendo un ex Marine, […] quando Biden volò in Normandia a giugno, Vance disse che «l’establishment di politica estera è ossessionato dalle analogie storiche con la Seconda guerra mondiale, una specie di fiaba che si raccontano». Di certo, a 39 anni trasmette una ventata millennial in questa corsa. E la moglie di origini indiane, Usha, conosciuta a Yale, con cui ha tre figli, e che ieri lo ha accompagnato alla convention, è vista come un asset.
La storia di Vance è nota perché raccontata nel bestseller Hillbilly Elegy del 2016, che è diventato anche un film: è cresciuto a Middletown, in Ohio, senza una figura paterna stabile e con la mamma alcolizzata, educato all’importanza di andare bene a scuola da una fiera nonna del Kentucky, «Mamaw», che rimase incinta a 13 anni, possedeva 19 pistole e una volta diede fuoco al nonno (che sopravvisse) quando non ne potè più della sua violenza e dell’alcolismo.
Quel memoir raccontava una comunità bianca economicamente depressa, la stessa comunità che […] permise a Trump di conquistare la presidenza nel 2016. In realtà, però, sia prima che dopo la vittoria di Trump nel 2016, Vance era un suo critico feroce: disse una volta di non aver ancora deciso se Donald fosse «un cinico stronzo come Nixon (che alla fine non è così male ma può essere anche utile) oppure l’Hitler americano».
In un post su Facebook aggiunse: «Non sono sorpreso dall’ascesa di Trump, è colpa del partito. Che ci piaccia o no, siamo il partito delle persone a basso reddito, poco istruite e bianche e dico da tempo che se non offriamo qualcosa a queste persone (e magari anche ai neri working class) allora lo farà un demagogo».
Quando però decise di correre per il Senato nel 2022, Vance si trasformò in uno dei più fedeli sostenitori di Trump: ha sminuito l’attacco del 6 gennaio 2021 al Congresso, ha messo in dubbio che la vita dell’allora vicepresidente Mike Pence fosse a rischio. […] Per ora uno dei suoi compiti più importanti sarà raccogliere fondi, specialmente a Silicon Valley, dove ha lavorato per il fondo di venture capital del miliardario Peter Thiel dopo gli studi a Yale.
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