URSULA FA VEDERE I SORCI VERDI ALLA MELONI – LA SORA GIORGIA TRACCHEGGIA E LA VON DER LEYEN SI TUTELA ACCORDANDOSI CON GLI ECOLOGISTI: VOTERANNO IL BIS DELLA PRESIDENTE DELLA COMMISSIONE SENZA ENTRARE IN MAGGIORANZA – UNA MOSSA CHE POTREBBE RENDERE IRRILEVANTI I 24 FRATELLI D’ITALIA E SCARICARE LE ARMI NEGOZIALI DELLA PREMIER. ROMA AVRÀ UN COMMISSARIO DI PESO, MA SARÀ RESO CHIARO CHE VERRÀ CONCESSO “IN QUANTO ITALIA”, NON IN QUANTO GOVERNO…
1. URSULA APRE AL COMMISSARIO ANTI-BUROCRAZIA L'ULTIMA CARTA PER FAR SALIRE A BORDO L'ITALIA
Estratto dell’articolo Marco Bresolin per "la Stampa"
Cinque punti programmatici con altrettante priorità che stanno per essere tradotti in un documento di 40 pagine contenente le linee-guida politiche della prossima Commissione. Una trattativa ufficiale con il suo Ppe e con gli altri due gruppi di maggioranza (socialisti e liberali), una molto più «accorta» con i Verdi per incassare il loro sostegno (seppur con ogni probabilità soltanto esterno) e un negoziato sottotraccia con il governo italiano per assegnare a Roma un portafoglio di peso, ma stando ben attenta a separare questa partita dalle trattative politiche con i gruppi parlamentari.
URSULA VON DER LEYEN - GREEN DEAL
È il percorso lungo il quale Ursula von der Leyen si sta muovendo in vista del voto di fiducia previsto per il pomeriggio del 18 luglio a Strasburgo. Il terreno è un campo minato, ma nell'entourage della presidente della Commissione c'è grande ottimismo.
Von der Leyen ha mandato un messaggio chiaro ai leader del gruppo dei Verdi: fosse per lei, preferirebbe farli entrare ufficialmente nella coalizione di maggioranza. Ma il Ppe non vuole un'affiliazione «strutturale». Al tempo stesso, la presidente della Commissione ha ricevuto (e recepito) molto chiaramente il messaggio dei gruppi che sostengono la sua ricandidatura: non ci potrà essere alcuna trattativa formale con il gruppo dei Conservatori (che ieri si è costituito con 84 membri), ma nemmeno con la delegazione di Fratelli d'Italia.
ursula von der leyen giorgia meloni g7 borgo egnazia
Questo però non vuol dire che il governo Meloni verrà messo ai margini, anzi: è ormai accettato da tutti che Roma avrà un portafoglio di rilievo nella prossima Commissione, ma dovrà essere molto chiaro che verrà concesso «in quanto Italia» e non in quanto governo guidato dalla leader dei Conservatori.
[…] Negli incontri avuti a Bruxelles all'inizio della settimana, prima nel suo ufficio con i Verdi e poi in Parlamento con la conferenza dei capigruppo, von der Leyen ha delineato le cinque priorità del suo secondo mandato. Al primo posto c'è il termine «prosperità», un titolo sotto il quale la presidente della Commissione intende far ricadere le politiche per la competitività, il proseguimento del Green Deal («Nessun passo indietro» ha promesso agli ecologisti), gli investimenti, le politiche sociali e la semplificazione normativa.
Charles Michel volodymyr zelensky ursula von der leyen
La scorsa settimana, durante le sue comunicazioni al Parlamento, Meloni aveva chiesto esplicitamente di introdurre un «commissario Ue alla sburocratizzazione», un ruolo al quale l'Italia potrebbe essere interessata. L'idea è contenuta anche nella bozza delle linee-guida del Ppe, che sottolinea la necessità di introdurre «un commissario per le piccole e medie imprese e per migliorare la regolamentazione»: il piano d'azione della Commissione punterà a «ridurre di un terzo» gli oneri burocratici per le aziende europee «entro il 2029».
un soldato tedesco abbraccia ursula von der leyen
L'elenco delle priorità di von der Leyen vede al secondo posto il capitolo «Difesa e sicurezza». Anche in questo caso, il Ppe preme per istituire la figura di un commissario ad hoc, che con ogni probabilità verrà introdotta. Movimenti simili sono in corso anche nell'Europarlamento, dove la sottocommissione «Sede» (Security and Defence) dovrebbe subire un «upgrade» e diventare una commissione vera e propria. Al terzo posto c'è poi la questione immigrazione: von der Leyen vuole accelerare con l'applicazione del nuovo Patto e nei suoi incontri con gli eurodeputati ha insistito molto sulla necessità di proteggere i confini […]
Al quarto posto c'è la salute […]. Infine, c'è la dimensione geopolitica, all'interno della quale von der Leyen ha ribadito la necessità di accelerare il processo di adesione dell'Ucraina, ma anche della Georgia, della Moldavia e dei Paesi dei Balcani.
antonio tajani ursula von der leyen manfred weber donald tusk
[…] Sulla carta von der Leyen ha 400 voti tondi. Per superare il quorum ne servono almeno 361. I 54 voti dei Verdi sono considerati preziosissimi dalla presidente per compensare eventuali franchi tiratori, per questo mercoledì prossimo dovrebbe incontrare il gruppo degli ecologisti.
Ma i paletti fissati da Weber nell'intervista a La Stampa hanno fatto emergere qualche ostacolo. Il presidente del Ppe vuole che i Verdi sostengano l'intesa con la Tunisia e l'accordo commerciale con il Mercosur. […] I diretti interessati, a precisa richiesta, hanno preferito non commentare le parole del leader del Ppe proprio per non guastare le trattative […]
GIORGIA MELONI ANNUNCIA IL NO ALLE NOMINE EUROPEE SU TWITTER
2. ACCORDO IN UE TRA URSULA E VERDI MELONI RISCHIA DI FINIRE ALL’ANGOLO
Estratto dell’articolo di Gia. Sal. per “il Fatto quotidiano”
A Palazzo Chigi fanno professione di fede, provando a scongiurare lo scenario peggiore. Eppure, tra i consiglieri più realisti della presidente del Consiglio, nelle ultime ore ci sarebbe stato un cambio di atteggiamento in vista della seduta plenaria del 18 luglio che servirà per confermare o meno Ursula von der Leyen alla presidenza della Commissione europea.
EMMANUEL MACRON - DONALD TUSK - OLAF SCHOLZ
A modificare la rotta una trattativa che si è svolta a Bruxelles a inizio settimana: quella tra Von der Leyen e il gruppo dei Verdi europei. Dopo un paio di incontri tra lunedì e martedì con i co-presidenti Bas Eikchout e Terry Reintke, alla fine i Green sarebbero disposti ad appoggiare la presidente della Commissione, anche se probabilmente con un appoggio esterno: questo significherà dare i propri voti a Von der Leyen per “farla partire” in Parlamento e poi votare provvedimento per provvedimento.
Un sostegno organico alla nuova maggioranza, infatti, rischia di creare qualche spaccatura anche all’interno del Partito popolare europeo: la parte più a destra dei moderati è contraria all’accordo […]i. Ma Von der Leyen ha bisogno di voti: al momento la maggioranza con Ppe, Socialisti e Liberali può contare su 400 sostenitori sulla carta sui 361 che le basterebbero per essere confermata. Troppo pochi 40 voti di scarto rispetto ai franchi tiratori […]. E quindi per Von der Leyen l’accordo con i 52 europarlamentari verdi potrebbe essere utile per blindarsi a Palazzo Berlaymont.
tazze per ursula von der leyen al vertice ppe
Un accordo però che rischia di far finire all’angolo Meloni, che puntava proprio sulla centralità dei suoi 24 europarlamentari per trattare con Von der Leyen. L’accordo tra la presidente della Commissione e i Verdi, invece, mette più in difficoltà la presidente del Consiglio che dovrà fare una trattativa per il commissario italiano senza essere decisiva per la riconferma di Von der Leyen.
Meloni punta a ottenere – per il ministro degli Affari Europei Raffaele Fitto – una nomina di peso: in teoria una vicepresidenza esecutiva e una delega al Pnrr e ai fondi di coesione. Vista l’astensione al Consiglio europeo e una irrilevanza nell’aula di Strasburgo, però, si sta allontanando l’ipotesi che l’Italia possa ottenere una vicepresidenza esecutiva, cioè una sorta di braccio destro di Von der Leyen.
Questo metterebbe Meloni nella condizione di ottenere il commissario che vuole promettendo in cambio un sostegno silenzioso in Parlamento a Von der Leyen.
[…] Lo scenario peggiore per Meloni che spera in due fattori: in primis nel secondo turno delle elezioni francesi […]; in secondo luogo, […] in una rivolta della Cdu-csu tedesca (pilastro del Ppe) di fronte a un sostegno – anche se non aperto – dei Verdi […]. Due ipotesi sempre più improbabili. Se dovesse finire così, oltre a Meloni anche Tajani rischia di uscire sconfitto dalla partita delle trattative europee: il vicepremier si è speso nelle ultime settimane come il mediatore tra il Ppe e i Conservatori di Meloni, proprio chiedendo a Von der Leyen di non aprire una trattativa con i Verdi. Ieri, intanto, si è formato il gruppo dei Conservatori e Riformisti […] Durante la riunione […] i polacchi del Pis e gli spagnoli di Vox avrebbero spiegato che non voteranno per Von der Leyen. FDI ha risposto che allo stato delle cose anche per Meloni è un “no”.