milano genova odissea in autostrada 4

DA MILANO A GENOVA IN 4 ORE E MEZZA: IL VIAGGIO DA INCUBO DI CHI PROVA AD ARRIVARE NELLA LIGURIA PARALIZZATA DAI CANTIERI AUTOSTRADALI. IL VIDEO DEL ''CORRIERE'' E I RACCONTI DI TURISTI E AUTOTRASPORTATORI: ''DEVO ARRIVARE AL PORTO ENTRO LE 4. È LA TERZA VOLTA CHE RITARDO. SE NON CE LA FACCIO, GENOVA MALEDETTA, STAVOLTA MI METTONO IN DISOCCUPAZIONE'' - TRAGHETTI MEZZI VUOTI: PUR DI NON PASSARE PER GENOVA, LA GENTE NON PARTE PER CORSICA E SARDEGNA

 

VIDEO:

https://www.corriere.it/video-articoli/2020/07/05/da-milano-genova-voltri-coda-4-ore-30-minuti-rabbia-turisti-trasportatori/74976df8-be29-11ea-80ad-68976ba187e3.shtml

 

 

Francesco Battistini e Antonio Crispino per www.corriere.it

 

milano genova odissea in autostrada 4

«Guidate con prudenza», avverte il display. Ci prendono in giro? Prudenza, certo. E pure fortezza e temperanza e dio-solo-sà quante virtù cardinali ci vogliono per pazientare in coda a 32 gradi e a 4 chilometri l’ora e nel continuo dimagrire da tre corsie a due corsie a una corsia. Una volta, quando ci vantavamo nel mondo d’avere le autostrade più belle, un po’ come facevano i lombardi con la loro sanità, a quel tempo i pannelli luminosi si scusavano per il disagio e se non altro garantivano che stavano lavorando per noi.

 

Adesso, raccomandano solo prudenza a chi da un’ora è più immobile d’un appalto Anas.

Fin da Pavia si pensa al cantiere, fin da Alessandria si sente il cantiere: dietro una curva improvvisamente, come il mare d’Ivano Fossati, eccolo il cantiere. E la coda. Ci siamo. Quattro frecce, freno lieve, e Isoradio che alle 11,08 del mattino ci avverte di quello che ormai, grazie tante, ci stiamo sciroppando da mezz’oretta buona, «un rallentamento nell’allacciamento tra Masone e l’A10». Mettetevi comodi: «Tempo di percorrenza, due ore e venti minuti».

 

milano genova odissea in autostrada 3

Scene da un ingorgo. Il camionista portoghese che tira il freno a mano del suo veiculo longo — tanto dove dovete andare? — e scende a far pipì sulla massicciata. «Porto alimentari e devo arrivare al porto entro le quattro», dice Mario de Camoes, 26 anni, di Oporto: «È la terza volta che ritardo. Se non ce la faccio, Genova maledetta, stavolta mi mettono in disoccupazione». Il seriano Diego Tiraboschi che ha piantato previdente una canadese all’area di parcheggio Betulle, davanti alla sua Nissan, e pensando alle vacanze la prende bene: «Con quel che noi bergamaschi abbiamo passato quest’anno, chi se ne importa delle code…».

 

Carlo B. di Concorezzo, 75 anni, che narra le cinque ore impiegate l’altro giorno a raggiungere la sua casetta di Andora: «È stata mia moglie a chiamare Isoradio per informarli che eravamo tutti bloccati, loro mica lo sapevano…». E poi suo nipote Manolo, 26 anni, che ogni weekend mette in conto sei ore solo per fare Domodossola-Pietra Ligure. Venerdì, il serpentone ha acchiappato anche l’ex presidente del Genoa, Aldo Spinelli: «Ma è normale metterci un’ora e mezza per sei chilometri?».

milano genova odissea in autostrada

 

Che Nervi, e il riferimento non è al più bel lungomare di Genova. C’è Cristoforo Colombo che ci esplora da un cartellone pubblicitario del Museo del Mare, noi viaggiatori senza vento: non era meglio la bici elettrica, da Tortona a Santa Margherita, come ha fatto il sindaco di Milano una settimana fa? Hotel di prim’ordine e seconde case, tutto in Liguria è più vuoto: chi ha voglia d’incolonnarsi per mezza giornata e per qualche ora di spiaggia?

 

«Io ho messo i miei dipendenti in smart working, come nelle settimane del Covid, e a Genova non ci vengo proprio», spiega al telefono Gian Enzo Duci, 46 anni, il presidente degli agenti marittimi di tutt’Italia: «In questo weekend di solito c’era il picco delle code ai traghetti. Invece ora sono a mezzo servizio e le code sono in autostrada. Il post-pandemia qui non c’entra. Il problema dura almeno da dicembre, ed è drammatico se perfino i nostri associati più grandi, come i cinesi della Cosco, stanno pensando a porti e a percorsi alternativi».

 

Genova è una balena spiaggiata e anche il sindaco, Marco Bucci, avverte che non sa come far arrivare dal Basso Piemonte l’asfalto necessario a inaugurare il nuovo ponte: «Non mi posso permettere che stia quattro ore sotto il sole, altrimenti è da buttare via…».

milano genova odissea in autostrada

Il caos è la norma, su bitume e su rotaia. E siccome nei vagoni della Liguria non è obbligatorio il distanziamento, e in Lombardia invece sì, si vede anche questo: treni in marcia con altri treni che li seguono subito dopo, per raccattare nelle singole stazioni i passeggeri in eccesso, quelli costretti a scendere appena entrano in territorio lombardo.

 

«Senza strade e senza treni in Liguria non ci vieni» rima lo spray d’un lenzuolo appeso all’uscita di Masone. Quelli della valle Stura sono furibondi: tra frane e lavori in corso, l’A26 è impraticabile e ci sono fabbriche tipo la Baretto, che vive di trasporti eccezionali, obbligate alla semiparalisi e a far traballare cento posti di lavoro. «Con questi cantieri autostradali ci hanno isolati», guida la protesta alla rotonda il sindaco di Campo Ligure, Gianni Oliveri, 60 anni: «Mi chiedo che cos’abbiano fatto a Roma nei mesi della pandemia. Non si potevano fare allora, tutti questi lavori?».

 

Tira aria di complotto. Il governatore Toti si chiede se i cantieri servano solo in Liguria, visto che i ponti sono crollati anche in Lombardia e in Toscana. «Ci sono 285 gallerie da monitorare, 350mila metri quadri d’onduline da revisionare», dice polemico Massimo Schintu, che rappresenta i concessionari autostradali: «Benissimo. Ma queste ispezioni liguri valgono anche nel resto d’Italia? L’Anas le smonta, le onduline delle sue gallerie? E i Comuni e le Province le smontano?».

 

milano genova odissea in autostrada

All’uscita di Masone, la gente protesta coi fischietti e grida vergogna, fate schifo, la pazienza è finita. Quando girava «L’ingorgo», Comencini s’immaginava già quest’apocalisse stradale d’un Paese paralizzato e arrugginito. Però era quarant’anni fa. E sul jersey, lungo la colonna d’auto, lo sceneggiatore all’ultimo aveva appeso uno striscione che incoraggiava l’Italia. Anche a Masone ne hanno uno bianco e blu, per le auto che sfiorano il girone infernale dell’A26. C’è scritto: «Lasciate ogni speranza o voi che entrate…».

Ultimi Dagoreport

fazzolari meloni giorgetti salvini poteri forti economia

DAGOREPORT – AVVISATE IL GOVERNO MELONI: I GRANDI FONDI INTERNAZIONALI SONO SULLA SOGLIA PER USCIRE DAI LORO INVESTIMENTI MILIARDARI IN ITALIA - I VARI BLACKSTONE, KKR, MACQUARIE, BLACKROCK, CHE ALL’INIZIO AVEVANO INVESTITO IN AZIENDE DI STATO, BANCHE, ASSICURAZIONI, RITENENDO IL GOVERNO DUCIONI STABILE E AFFIDABILE, DOPO APPENA DUE ANNI SI SONO ACCORTI DI AVER BUSCATO UNA SOLENNE FREGATURA - DAL DECRETO CAPITALI AD AUTOSTRADE, DALLA RETE UNICA ALLE BANCHE, E’ IN ATTO UN BRACCIO DI FERRO CON NOTEVOLI TENSIONI TRA I “POTERI FORTI” DELLA FINANZA MONDIALE E QUEL GRUPPO DI SCAPPATI DI CASA CHE FA IL BELLO E IL CATTIVO TEMPO A PALAZZO CHIGI (TEMPORANEAMENTE SI SPERA), IGNORANDO I TAPINI DEL MANGANELLO, COSA ASPETTA LORO NELL’ANNO DI GRAZIA 2025

donald trump elon musk

DAGOREPORT - BLACKSTONE, KKR, BLACKROCK E ALTRI FONDI D’INVESTIMENTO TEMONO CHE IL SECONDO MANDATO ALLA CASA BIANCA DI TRUMP VENGA CONDIZIONATO DAL KETAMINICO ELON MUSK, CHE ORMAI SPARA UNA MINCHIATA AL GIORNO - GLI OPERATORI DI BORSA VOGLIONO FARE AFFARI, GLI AD PENSANO A STARE INCOLLATI ALLA POLTRONA DISTRIBUENDO PINGUI DIVIDENDI, NESSUNO DI ESSI CONDIVIDE L’INSTABILITÀ CHE QUEL “TESLA DI MINCHIA” CREA A OGNI PIÉ SOSPINTO - DAGLI ATTACCHI ALLA COMMISSIONE EUROPEA AL SOSTEGNO AI NAZISTELLI DI AFD FINO ALL’ATTACCO ALLA FED E AL TENTATIVO DI FAR ZOMPARE IL GOVERNO BRITANNICO, TUTTE LE SPARATE DEL MUSK-ALZONE…

matteo salvini giorgia meloni piantedosi renzi open arms roberto vannacci

DAGOREPORT - L’ASSOLUZIONE NEL PROCESSO “OPEN ARMS” HA TOLTO A SALVINI LA POSSIBILITA’ DI FARE IL MARTIRE DELLE TOGHE ROSSE E LO HA COSTRETTO A CAMBIARE LA STRATEGIA ANTI-DUCETTA: ORA PUNTA A TORNARE AL VIMINALE, TRAMPOLINO CHE GLI PERMISE DI PORTARE LA LEGA AL 30% - E "IO SO' GIORGIA E TU NON SEI UN CAZZO" NON CI PENSA PROPRIO: CONFERMA PIANTEDOSI E NON VUOLE LASCIARE AL LEGHISTA LA GESTIONE DEL DOSSIER IMMIGRAZIONE (FORMALMENTE IN MANO A MANTOVANO MA SU CUI METTE LE MANINE MINNITI), SU CUI HA PUNTATO TUTTE LE SUE SMORFIE CON I “LAGER” IN ALBANIA - I FAN DI VANNACCI NON ESULTANO PER SALVINI ASSOLTO: VOGLIONO IL GENERALE AL COMANDO DI UN PARTITO DE’ DESTRA, STILE AFD - I DUE MATTEO...

giorgia meloni - matteo salvini - open arms

DAGOREPORT - ED ORA, CHE È STATO “ASSOLTO PERCHÉ IL FATTO NON SUSSISTE”, CHE SUCCEDE? SALVINI GRIDERA' ANCORA ALLE “TOGHE ROSSE” E ALLA MAGISTRATURA “NEMICA DELLA PATRIA”? -L’ASSOLUZIONE È DI SICURO IL PIÙ GRANDE REGALO DI NATALE CHE POTEVA RICEVERE GIORGIA MELONI PERCHÉ TAGLIA LE UNGHIE A QUELLA SETE DI “MARTIRIO” DI SALVINI CHE METTEVA A RISCHIO IL GOVERNO – UNA VOLTA “ASSOLTO”, ORA IL LEADER DEL CARROCCIO HA DAVANTI A SÉ SOLO GLI SCAZZI E I MALUMORI, DA ZAIA A FONTANA FINO A ROMEO, DI UNA LEGA RIDOTTA AI MINIMI TERMINI, SALVATA DAL 3% DI VANNACCI, DIVENTATA SEMPRE PIÙ IRRILEVANTE, TERZA GAMBA NELLA COALIZIONE DI GOVERNO, SUPERATA PURE DA FORZA ITALIA. E LA DUCETTA GODE!

roberto gualtieri alessandro onorato nicola zingaretti elly schlein silvia costa laura boldrini tony effe roma concertone

DAGOREPORT - BENVENUTI AL “CAPODANNO DA TONY”! IL CASO EFFE HA FATTO DEFLAGRARE QUEL MANICOMIO DI MEGALOMANI CHE È DIVENTATO IL PD DI ELLY SCHLEIN: UN GRUPPO DI RADICAL-CHIC E BEGHINE DEL CAZZO PRIVI DELLA CAPACITÀ POLITICA DI AGGREGARE I TANTI TONYEFFE DELLE DISGRAZIATE BORGATE ROMANE, CHE NON HANNO IN TASCA DECINE DI EURO DA SPENDERE IN VEGLIONI E COTILLONS E NON SANNO DOVE SBATTERE LA TESTA A CAPODANNO - DOTATA DI TRE PASSAPORTI E DI UNA FIDANZATA, MA PRIVA COM’È DI QUEL CARISMA CHE TRASFORMA UN POLITICO IN UN LEADER, ELLY NON HA IL CORAGGIO DI APRIRE LA BOCCUCCIA SULLA TEMPESTA CHE STA TRAVOLGENDO NON SOLO IL CAMPIDOGLIO DELL’INETTO GUALTIERI MA LO STESSO CORPACCIONE DEL PD -  EPPURE ELLY È LA STESSA PERSONA CHE SCULETTAVA FELICE AL GAY PRIDE DI MILANO SUL RITMO DI “SESSO E SAMBA” DI TONY EFFE. MELONI E FAZZOLARI RINGRAZIANO… - VIDEO