giancarlo giorgetti henry kravis pietro labriola vincent bollore tim vivendi

SULLA RETE DI TIM ABBIAMO CANTATO VITTORIA TROPPO PRESTO - OGGI IL CONSIGLIO DEI MINISTRI DARÀ IL VIA LIBERA ALL’OFFERTA DI ACQUISIZIONE DEL 20% DI NETCO, MA CI SONO ANCORA DIVERSE INCOGNITE. INNANZITUTTO, COME FARÀ IL GOVERNO, CHE RASCHIA IL FONDO DEL BARILE PER LA MANOVRA, A TROVARE 2,5 MILIARDI PER LA QUOTA DEL 20% - E POI: SIAMO SICURI CHE BOLLORÉ ABBASSI IL CAPINO E ACCETTI SENZA COLPO FERIRE? VIVENDI ASPETTA DA GIORNI UN INVITO A PALAZZO CHIGI…

Estratto dell’articolo di Alessandro Barbera per “La Stampa”

 

giancarlo giorgetti

[…] Oggi il Consiglio dei ministri si riunisce per dare il via libera formale all'offerta di acquisizione del 20 per cento di Netco, la società della rete di Tim, da parte di una cordata - chiamiamola così - fra il Tesoro italiano e il fondo di private equity americano Kkr. A volerla raccontare in estrema sintesi, il decreto che firmerà Giorgia Meloni sancirà il ritorno dello Stato nella rete di telefonia fissa dalla privatizzazione del 1997, voluta e decisa da Romano Prodi.

 

PIETRO LABRIOLA TIM

In realtà la faccenda è un po' più articolata di così, perché lo Stato sarà lo sparring partner di un'operazione in cui per ora sborsa 2,5 miliardi di euro di una rete che vale dieci volte tanto. Ma facciamo prima un passo indietro.

 

L'inizio del dibattito sul ritorno dello Stato nella rete di Tim risale a 17 anni fa. A Palazzo Chigi c'è (di nuovo) Romano Prodi. Il suo consigliere economico, lo scomparso ex cestista Angelo Rovati, consegna all'allora numero uno di Telecom Marco Tronchetti Provera un documento di 27 pagine in cui ipotizza un'operazione di scorporo della rete.

 

ANGELO ROVATI

Quell'appunto, scritto da Rovati con i consigli - lo raccontò lui stesso - di Franco Bernabè e Francesco Caio, provocò un terremoto e le dimissioni sia di Rovati che di Tronchetti. Quel progetto prevedeva l'ingresso nella rete di Tim di Cassa depositi e prestiti con il 30 per cento.

 

Da allora di acqua sotto i ponti ne è passata molta, benché i problemi di Telecom siano gli stessi di allora. Di più: nel frattempo, nel tentativo di sopperire alla scarsa capacità dell'ex monopolista di fare sufficienti investimenti nella rete, il governo Renzi ha sostenuto la nascita di un concorrente (Open Fiber) che non versa in splendide acque e ora il governo Meloni tenta di assorbire nell'operazione.  La ragione di tutto ciò è nell'esigenza di rendere neutrale la rete di telefonia fissa e le sue articolazioni sottomarine. […]

 

henry kravis

Kkr è l'acronimo di Kohlberg Kravis Roberts, tre importanti uomini d'affari americani che alla fine degli anni Settanta hanno fondato uno dei più importanti fondi di private equity americani esperto in operazioni finanziate con l'aiuto delle banche. […]

 

Il 24 giugno Kkr ha ricevuto dal consiglio di amministrazione di Tim il diritto esclusivo a trattare l'acquisto del 100 per cento di tutti i cavi che dalle centrali di Tim arrivano fino alle nostre case e di quelli sottomarini della controllata Sparkle. L'operazione dovrebbe costare in tutto 21 miliardi, che diventerebbero 23 nel caso in cui nella partita dovesse entrare la già citata Open Fiber, oggi controllata al 60 per cento da Cassa depositi e prestiti (rieccola) e al 40 da un altro fondo di private equity, l'australiano Macquarie.

PIETRO LABRIOLA

 

Kkr sarebbe disposta a finanziare l'operazione per la maggior parte con capitale proprio e per il resto a debito. Nella cordata, in un secondo tempo, potrebbe entrare anche il fondo privato (italiano) F2I, partecipato da alcune grandi banche.

 

Che ruolo dovrebbe avere lo Stato in tutto ciò? Per capirlo occorre riprendere il comunicato con cui il Tesoro il 10 agosto ha dato il via libera all'operazione: «I termini dell'offerta dal punto di vista dei rapporti tra le parti prevedono un ruolo decisivo del governo nella definizione delle scelte strategiche».

 

Detta di nuovo in sintesi: il Tesoro (azionista attraverso Cdp con il 10 per cento) ha di fatto selezionato Kkr come partner per la rete, ma in cambio - grazie alla cosiddetta Golden power - avrà garanzie sulla gestione della rete stessa. Resta un ultimo problema, di cui si deve occupare direttamente Meloni: gestire colui che deve vendere, ovvero l'azionista più importante di Tim, Vivendi. I francesi attendono a giorni di essere convocati per un incontro a Palazzo Chigi. La partita è lunga e ancora piena di ostacoli.

vincent bolloreVincent Bollore - Emmanuel Macron - Vivendi Tim -poste by macondo

Ultimi Dagoreport

turicchi, giorgetti, sala

FLASH! - IL DILEMMA DI GIORGETTI: IL CAPO DELLE PARTECIPATE DEL TESORO E SUO FEDELISSIMO, MARCELLO SALA, NON HA INTENZIONE DI TRASLOCARE ALLA PRESIDENZA DI NEXI PER FARE POSTO AD ANTONINO TURICCHI, CHE VANTA PERO’ UN ‘’CREDITO’’ NEI CONFRONTI DEL MINISTRO DEL MEF PER AVER CONDOTTO IN PORTO LE TRATTATIVE ITA-LUFTANSA. MA ALLA PRESIDENZA DI ITA, INVECE DI TURICCHI, MELONI & C. HANNO IMPOSTO SANDRO PAPPALARDO, UN PILOTA PENSIONATO LEGATO AL CLAN SICULO DI MUSUMECI – ORA GIORGETTI SPERA CHE VENGA APPLICATA LA LEGGE CHE VIETA AI PENSIONATI DI STATO DI RICOPRIRE INCARICHI RETRIBUITI)…

donald trump

DAGOREPORT - LA DIPLOMAZIA MUSCOLARE DI TRUMP È PIENA DI "EFFETTI COLLATERALI" - L'INCEDERE DA BULLDOZER DEL TYCOON HA PROVOCATO UNA SERIE DI CONSEGUENZE INATTESE: HA RIAVVICINATO IL REGNO UNITO ALL'UE, HA RILANCIATO L'IMMAGINE DI TRUDEAU E ZELENSKY, HA RIACCESO IL SENTIMENT ANTI-RUSSO NEGLI USA - LA MOSSA DA VOLPONE DI ERDOGAN E IL TRACOLLO NEI SONDAGGI DI NETANYAHU (SE SALTA "BIBI", SALTA ANCHE IL PIANO DI TRUMP PER IL MEDIO ORIENTE) - I POTENTATI ECONOMICI A STELLE E STRISCE SI MUOVONO: ATTIVATO UN "CANALE" CON LE CONTROPARTI BRITANNICHE PER PREVENIRE ALTRI CHOC TRUMPIANI...

giorgia arianna meloni maria grazia manuela cacciamani gennaro coppola cinecitta francesco rocca

DAGOREPORT - MENTRE LE MULTINAZIONALI STRANIERE CHE VENIVANO A GIRARE IN ITALIA OGGI PREFERISCONO LA SPAGNA, GLI STUDIOS DI CINECITTÀ SONO VUOTI - SONDARE I PRODUTTORI PER FAVORIRE UNA MAGGIORE OCCUPAZIONE DEGLI STUDIOS È UN’IMPRESA NON FACILE SOPRATTUTTO SE A PALAZZO CHIGI VIENE L’IDEA DI NOMINARE AL VERTICE DI CINECITTÀ SPA, CARDINE DEL SISTEMA AUDIOVISIVO ITALIANO, MANUELA CACCIAMANI, LEGATA ALLE SORELLE MELONI, IN PARTICOLARE ARIANNA, MA DOTATA DI UN CURRICULUM DI PRODUTTRICE DI FILM “FANTASMA” E DOCUMENTARI “IGNOTI” – FORSE PER IL GOVERNO MELONI È STATA PIÙ DECISIVA LA FEDE POLITICA CHE IL POSSESSO DI COMPETENZE. INFATTI, CHI RITROVIAMO NELLA SEGRETERIA DI FRANCESCO ROCCA ALLA REGIONE LAZIO? LA SORELLA DI MANUELA, MARIA GRAZIA CACCIAMANI, CHE FU CANDIDATA AL SENATO NEL 2018 NELLE LISTE DI FRATELLI D’ITALIA - QUANDO DIVENTA AD DI CINECITTÀ, CACCIAMANI HA LASCIATO LA GESTIONE DELLE SUE SOCIETÀ NELLE MANI DI GENNARO COPPOLA, IL SUO COMPAGNO E SOCIO D'AFFARI. QUINDI LEI È AL COMANDO DI UNA SOCIETÀ PUBBLICA CHE RICEVE 25 MILIONI L'ANNO, LUI AL TIMONE DELL’AZIENDA DI FAMIGLIA CHE OPERA NELLO STESSO SETTORE…

consiglio europeo giorgia meloni viktor orban ucraina zelensky ursula von der leyen

LE DECISIONI ALL’UNANIMITÀ IN EUROPA SONO FINITE: IERI AL CONSIGLIO EUROPEO IL PRIMO PASSO PER IL SUPERAMENTO DEL VETO, CON L’ISOLAMENTO DEL PUTINIANO VIKTOR ORBAN SUL PIANO IN CINQUE PUNTI PER L’UCRAINA – GIORGIA MELONI NON POTEVA SFILARSI ED È RIUSCITA A RIGIRARE LA FRITTATA CON MATTEO SALVINI: NON ERA UN DESIDERIO DI TRUMP CHE I PAESI EUROPEI AUMENTASSERO FINALMENTE LE SPESE PER LA DIFESA? DI CHE TI LAMENTI? - ANCHE LA POLEMICA DEL LEGHISTA E DI CONTE SUI “SOLDI DEGLI ASILI CHE FINISCONO IN ARMAMENTI” È STATA AGILMENTE NEUTRALIZZATA DALLA SORA GIORGIA, CHE HA FATTO “VERBALIZZARE” LA CONTRARIETÀ DELL’ITALIA ALL’UTILIZZO DEI FONDI DI COESIONE…