alitalia giuseppe conte stefano patuanelli

TRE MILIARDI PER ALITALIA VI SEMBRANO POCHI IN CONFRONTO AI 9 PER LUFTHANSA O AI 7 PER AIR FRANCE? FATE BENE I CONTI – LA DISGRAZIATA COMPAGNIA DI BANDIERA ITALIANA IN REALTÀ È LA PRIMA IN EUROPA NELLA CLASSIFICA DEGLI AIUTI DI STATO SE PARAMETRATI AI PASSEGGERI: I CONTRIBUENTI SGANCERANNO 141 EURO PER VIAGGIATORE PAGANTE IMBARCATO LO SCORSO ANNO, CHE SI SOMMANO A TUTTI I MILIARDI PAGATI NEGLI INNUMEREVOLI SALVATAGGI...

 

 

 

Leonard Berberi per www.corriere.it

 

giuseppe conte patuanelli

Sulle compagnie aeree europee piovono almeno 32 miliardi di euro di soldi pubblici per sopravvivere al coronavirus. Ma i tre miliardi previsti per il rilancio di Alitalia collocano il vettore tricolore in cima alla classifica degli aiuti per passeggero, inseguita a non molta distanza da Air France e Lufthansa. È quanto emerge da un’analisi che il Corriere della Sera ha effettuato nell’ultimo mese su documenti e comunicati ufficiali di una ventina di aviolinee del Vecchio continente. Accordi che riguardano ogni genere di supporto (concesso o in fase di finalizzazione): i prestiti agevolati o a fondo perduto, i sussidi, gli incentivi, le detrazioni, il differimento dei pagamenti, la nazionalizzazione.

 

Sul podio

AEREO ALITALIAangela merkel con aereo lufthansa in mano

Nel confronto europeo la dotazione finanziaria prevista per la nuova Alitalia — e soggetta all’ok della Commissione europea — equivale di fatto ai ricavi annuali del vettore e a poco meno di 141 euro per viaggiatore pagante imbarcato l’anno passato, stando ai calcoli del Corriere. Al secondo posto c’è Air France: i 7 miliardi di aiuti di Stato — già approvati da Bruxelles — equivalgono a 133,3 euro per passeggero salito sugli aerei transalpini (compresa la divisione regional Hop). Sul podio del supporto pro capite c’è anche Lufthansa — intesa come singola compagnia, non gruppo — che riceverà nel complesso 9 miliardi di euro dal governo tedesco, 126,2 euro per cliente trasportato.

aereo air france pieno nonostante il coronavirus 1

 

Le altre aviolinee

ALITALIA

L’altra aviolinea europea sopra i 100 euro di contributo per passeggero è l’inglese Virgin Atlantic (102,3 euro), seguita dalla finlandese Finnair che per ora può contare su 84,6 euro di aiuti per viaggiatore. Si registra anche il diverso approccio dei governi nei confronti dei vettori del gruppo Lufthansa: quello di Vienna ha annunciato 450 milioni di euro (altri 150 arriveranno dal gruppo), cioè 30,7 euro a passeggero. Meno della metà di quanto ha previsto l’esecutivo svizzero per Swiss (65,8 euro) e poco più dei 29 euro riconosciuti a Brussels Airlines. Air Dolomiti, vettore italiano che fa parte del colosso dei cieli, dovrebbe prendere 40-45 milioni dal governo italiano, ovvero 25-28 euro per passeggero.

ALITALIA

 

L’approccio delle low cost

air france 7

Si tratta, è bene precisarlo, di una classifica che potrebbe mutare anche sensibilmente nelle prossime settimane mano a mano che altri Stati decidono di contribuire al salvataggio delle proprie compagnie aeree. E che tiene conto — data la complessità degli accordi — di soldi che non saranno più restituiti o che dovranno esserlo con un interesse esiguo. Per questo si registra anche la decisione delle low cost di accedere — per ora in forma molto limitata — a una qualche forma di credito. Nel segmento «senza fronzoli» Wizz Air dovrebbe ottenere 8,5 euro di prestito per viaggiatore, Norwegian Air nel complesso 7,6 euro, Vueling (che fa parte di Iag, holding di British Airways, Iberia, Aer Lingus e Level) 7,5 euro. In coda alla classifica europea le due principali low cost: easyJet (6,9 euro) e Ryanair (4,6 euro).

 

Vent’anni fa

patuanelli paola de micheli

La situazione di Alitalia è frutto anche di quello che è successo tempo fa. «In quasi tutta Europa i principali Paesi avevano finanziato la flotta ed il rilancio delle compagnie di bandiera prima delle privatizzazioni e dell’entrata in vigore delle regole europee sugli aiuti di Stato», ricorda al Corriere l’esperto del settore Roberto Scaramella, partner di Oliver Wyman, una delle più grandi società di consulenza. «Chi aveva avuto i finanziamenti per la flotta, chi per acquisire un’altra compagnia europea, chi aveva monopolizzato gli slot in aeroporti strategici ritardando l’adozione delle regole di “open sky” intraeuropee e con gli Stati Uniti».

 

Cos’è successo in Italia

handling alitalia

L’Italia, invece, «si è trovata a finanziare a posteriori le innumerevoli crisi di Alitalia e del settore con interventi mirati più alla salvaguardia dell’azienda o dei posti di lavoro che al rilancio ed alla competitività diventando il Paese europeo con la più alta quota di mercato in mano a compagnie low cost e straniere». Il coronavirus «ha azzerato le differenze: oggi sono tutti di nuovo ai nastri di partenza». Ogni governo «ha stanziato cifre inimmaginabili solo tre mesi fa per consentire la ripartenza del settore», prosegue il manager. «Senza il trasporto aereo non si muove l’economia delle persone e delle merci, che un dollaro investito nel settore funge da volano per circa 7 dollari di indotto, e che l’intero settore del turismo è legato alla connettività del Paese».

roberto gualtieri giuseppe conte patuanelli

 

L’occasione del rilancio

Questo porta anche ad Alitalia che, secondo Scaramella, «ha l’occasione di investire in aerei nuovi per ridurre i costi operativi e gli oneri finanziari, agendo da traino per la filiera industriale dell’aerospazio», di «ridisegnare le alleanze commerciali internazionali per servire al meglio i mercati più importanti», di «lavorare in partnership con gli operatori del turismo e le agenzie straniere per catturare i flussi di ingresso in Italia» e per ripartire più in generale come «un’azienda moderna e competitiva in cui dal primo all’ultimo dipendente siano coinvolti nel definire gli obiettivi ed incentivati al loro raggiungimento».

Ultimi Dagoreport

cecilia sala mohammad abedini donald trump giorgia meloni

DAGOREPORT - INTASCATO IL TRIONFO SALA, SUL TAVOLO DI MELONI  RIMANEVA L’ALTRA PATATA BOLLENTE: IL RILASCIO DEL “TERRORISTA” IRANIANO ABEDINI - SI RIUSCIRÀ A CHIUDERE L’OPERAZIONE ENTRO IL 20 GENNAIO, GIORNO DELL’INSEDIAMENTO DEL NUOVO PRESIDENTE DEGLI STATI UNITI, COME DA ACCORDO CON TRUMP? - ALTRO DUBBIO: LA SENTENZA DELLA CORTE DI APPELLO, ATTESA PER IL 15 GENNAIO, SARÀ PRIVA DI RILIEVI SUL “TERRORISTA DEI PASDARAN’’? - E NEL DUBBIO, ARRIVA LA DECISIONE POLITICA: PROCEDERE SUBITO ALLA REVOCA DELL’ARRESTO – TUTTI FELICI E CONTENTI? DI SICURO, IL DIPARTIMENTO DI GIUSTIZIA DI WASHINGTON, CHE SI È SOBBARCATO UN LUNGO LAVORO DI INDAGINE PER PORTARSI A CASA “UNO SPREGIUDICATO TRAFFICANTE DI STRUMENTI DI MORTE”, NON AVRÀ PER NULLA GRADITO (IL TROLLEY DI ABEDINI PIENO DI CHIP E SCHEDE ELETTRONICHE COME CONTROPARTITA AGLI USA PER IL “NO” ALL'ESTRADIZIONE, È UNA EMERITA CAZZATA...)

marco giusti marcello dell utri franco maresco

"CHIESI A DELL'UTRI SE FOSSE PREOCCUPATO PER IL PROCESSO?' MI RISPOSE: 'HO UN CERTO TIMORE E NON… TREMORE'" - FRANCO MARESCO, INTERVISTATO DA MARCO GIUSTI, RACCONTA DEL SUO COLLOQUIO CON MARCELLO DELL'UTRI - LA CONVERSAZIONE VENNE REGISTRATA E IN, PICCOLA PARTE, UTILIZZATA NEL SUO FILM "BELLUSCONE. UNA STORIA SICILIANA": DOMANI SERA "REPORT" TRASMETTERÀ ALCUNI PEZZI INEDITI DELL'INTERVISTA - MARESCO: "UN FILM COME 'IDDU' DI PIAZZA E GRASSADONIA OFFENDE LA SICILIA. NON SERVE A NIENTE. CAMILLERI? NON HO MAI RITENUTO CHE FOSSE UN GRANDE SCRITTORE..." - VIDEO

terzo mandato vincenzo de luca luca zaia giorgia meloni matteo salvini antonio tajani

DAGOREPORT – REGIONALI DELLE MIE BRAME! BOCCIATO IL TERZO MANDATO, SALVINI SI GIOCA IL TUTTO PER TUTTO CON LA DUCETTA CHE INSISTE PER UN CANDIDATO IN VENETO DI FRATELLI D'ITALIA - PER SALVARE IL CULO, A SALVINI NON RESTA CHE BATTERSI FINO ALL'ULTIMO PER IMPORRE UN CANDIDATO LEGHISTA DESIGNATO DA LUCA ZAIA, VISTO IL CONSENSO SU CUI IL DOGE PUÒ ANCORA CONTARE (4 ANNI FA LA SUA LISTA TOCCO' IL 44,57%, POTEVA VINCERE ANCHE DA SOLO) - ANCHE PER ELLY SCHLEIN SONO DOLORI: SE IL PD VUOLE MANTENERE IL GOVERNO DELLA REGIONE CAMPANA DEVE CONCEDERE A DE LUCA LA SCELTA DEL SUO SUCCESSORE (LA SOLUZIONE POTREBBE ESSERE CANDIDARE IL FIGLIO DI DON VINCENZO, PIERO, DEPUTATO PD)

elisabetta belloni giorgia meloni giovanni caravelli alfredo mantovano

DAGOREPORT – CHI È STATO A FAR TRAPELARE LA NOTIZIA DELLE DIMISSIONI DI ELISABETTA BELLONI? LE IMPRONTE PORTANO A “FONTI DI INTELLIGENCE A LEI OSTILI” - L'ADDIO DELLA CAPA DEGLI SPIONI NON HA NULLA A CHE FARE COL CASO SALA. LEI AVREBBE PREFERITO ATTENDERE LA SOLUZIONE DELLE TRATTATIVE CON TRUMP E L'IRAN PER RENDERLO PUBBLICO, EVITANDO DI APPARIRE COME UNA FUNZIONARIA IN FUGA - IL CONFLITTO CON MANTOVANO E IL DIRETTORE DELL'AISE, GIANNI CARAVELLI, VIENE DA LONTANO. ALLA FINE, SENTENDOSI MESSA AI MARGINI, HA GIRATO I TACCHI   L'ULTIMO SCHIAFFO L'HA RICEVUTO QUANDO IL FEDELISSIMO NICOLA BOERI, CHE LEI AVEVA PIAZZATO COME VICE ALLE SPALLE DELL'"INGOVERNABILE" CARAVELLI, È STATO FATTO FUORI - I BUONI RAPPORTI CON L’AISI DI PARENTE FINO A QUANDO IL SUO VICE GIUSEPPE DEL DEO, GRAZIE A GIANMARCO CHIOCCI, E' ENTRATO NELL'INNER CIRCLE DELLA STATISTA DELLA GARBATELLA

cecilia sala abedini donald trump

DAGOREPORT – LO “SCAMBIO” SALA-ABEDINI VA INCASTONATO NEL CAMBIAMENTO DELLE FORZE IN CAMPO NEL MEDIO ORIENTE - CON IL POPOLO IRANIANO INCAZZATO NERO PER LA CRISI ECONOMICA A CAUSA DELLE SANZIONI USA E L’''ASSE DELLA RESISTENZA" (HAMAS, HEZBOLLAH, ASSAD) DISTRUTTO DA NETANYAHU, MENTRE L'ALLEATO PUTIN E' INFOGNATO IN UCRAINA, IL PRESIDENTE “MODERATO” PEZESHKIAN TEME LA CADUTA DEL REGIME DI TEHERAN. E IL CASO CECILIA SALA SI È TRASFORMATO IN UN'OCCASIONE PER FAR ALLENTARE LA MORSA DELL'OCCIDENTE SUGLI AYATOLLAH - CON TRUMP E ISRAELE CHE MINACCIANO DI “OCCUPARSI” DEI SITI NUCLEARI IRANIANI, L’UNICA SPERANZA È L’EUROPA. E MELONI PUÒ DIVENTARE UNA SPONDA NELLA MORAL SUASION PRO-TEHERAN...

elon musk donald trump alice weidel

DAGOREPORT - GRAZIE ANCHE ALL’ENDORSEMENT DI ELON MUSK, I NEONAZISTI TEDESCHI DI AFD SONO ARRIVATI AL 21%, SECONDO PARTITO DEL PAESE DIETRO I POPOLARI DELLA CDU-CSU (29%) - SECONDO GLI ANALISTI LA “SPINTA” DI MR. TESLA VALE ALMENO L’1,5% - TRUMP STA ALLA FINESTRA: PRIMA DI FAR FUORI IL "PRESIDENTE VIRTUALE" DEGLI STATI UNITI VUOLE VEDERE L'EFFETTO ''X'' DI MUSK ALLE ELEZIONI POLITICHE IN GERMANIA (OGGI SU "X" L'INTERVISTA ALLA CAPA DI AFD, ALICE WEIDEL) - IL TYCOON NON VEDE L’ORA DI VEDERE L’UNIONE EUROPEA PRIVATA DEL SUO PRINCIPALE PILASTRO ECONOMICO…