ponte morandi genova paola de micheli

AUTOSTRADE PERDUTE - TEMPO SCADUTO: CON L’APPROVAZIONE DEL MILLEPROROGHE E IL NO DEI BENETTON ALL’ULTIMATUM DELLA DE MICHELI SI DÀ ORMAI PER SCONTATA LA REVOCA DELLA CONCESSIONE - LA TRATTATIVA ENETRA NEL LIMBO E SARÀ CONGELATA FINCHÉ IL GOVERNO NON DECIDERÀ DI PREMERE IL GRILLETTO. ASPI LA FARÀ PASSARE COME UNA “RESTITUZIONE”. POI SI PASSERÀ ALLE VIE LEGALI…

paola de micheli ritiro del pd all'abbazia di contigliano 37

1 – AUTOSTRADE PALAZZO CHIGI PRONTO ALLA REVOCA DELLE CONCESSIONI

Estratto dell’articolo di Goffredo De Marchis per “la Repubblica”

 

(…) Di fronte al "no" di Autostrade non sembrano esserci altri margini. I tempi sono molto stretti. A meno di un ripensamento dei prossimi giorni, di una chiamata in extremis. Sul tavolo ora c' è l' ultimatum dello Stato: prendere o lasciare. L' unica bussola, ripetono al ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti, è l' interesse dei cittadini.

le sardine con luciano benetton e oliviero toscani

 

L' annullamento dell'"affitto" infrastrutturale costerà allo Stato 7 miliardi. Che corrispondono all' ammortamento degli investimenti messi a bilancio e non più ai mancati introiti (23 miliardi) di un contratto che varie amministrazioni hanno prolungato fino al 2038. Comunque non sono bruscolini. Ma il Milleproroghe stabilisce la scadenza del saldo: 4 anni. (…)

 

roberto tomasi autostrade per l'italia

(…) Il possibile scacco matto ai Benetton. Se finirà davvero così al ministero sono convinti che mai più verrà siglata una concessione così imponente come quella in essere. La rete autostradale sarà spacchettata. Non vedremo una maxi-gara su 3000 chilometri di asfalto, viadotti e tunnel. I lotti saranno più piccoli.

 

Dal punto di vista politico, i 5 stelle potrebbero rivendicare il successo di una loro battaglia.

luciano benetton

Ma l' intero esecutivo si metterebbe in sintonia con l' elettorato che, secondo tutti i sondaggi, chiede a grande maggioranza la revoca. Inutile dirlo: questa decisione aprirebbe un nuovo fronte con Matteo Renzi. Italia Viva ha cercato fino all' ultimo di modificare l' articolo 35 del Milleproroghe, quello che cambia le regole dei rapporti con i concessionari.

 

SARDINE CON OLIVIERO TOSCANI E LUCIANO BENETTON

Alla fine però ieri ha votato la fiducia. Non ha minacciato crisi o sfiducie. Aspi dunque sapeva che sarebbe finita con il via libera del Parlamento. Ecco perché il loro "no" viene preso sul serio a Palazzo Chigi. E la revoca si avvicina.

 

 

PAOLA DE MICHELI GIUSEPPE CONTE

2 – AUTOSTRADE, STOP ALLA TRATTATIVA LO SCONTRO RINVIATO A FINE MARZO

Umberto Mancini per “il Messaggero”

 

renzi e benetton

Tempo scaduto o quasi per Autostrade. Il governo ha infatti deciso di lasciare nel limbo la trattativa con Atlantia, affidando al decreto Milleproroghe, che ieri ha ottenuto la fiducia, il compito di far naufragare lentamente una possibile mediazione o comunque di congelare tutto.

Crollo del ponte di Genova

 

Le norme approvate dalla Camera non solo consentono, almeno a livello teorico, di togliere con maggiore facilità la concessione ad Aspi per consegnarla all' Anas, ma riducono anche la possibile penale a circa 6 miliardi. Il via libera definitivo del Senato arriverà a fine mese, ma modifiche in extremis, come chiesto dal gruppo privato, sono ormai impossibili da attuare.

 

I PALETTI

Anche perché dal Mit, nonostante piccole aperture, si ripete come un mantra che il dossier sulla revoca «è definito e che non esistono spazi di manovra». «Troppo impopolare fare marcia indietro - sostengono fonti di governo vicine al Pd - e troppo tardi anche per ricercare altre soluzioni viste le gravi inadempienze legate al crollo del Ponte Morandi». Eppure in questo ultimo mese dei tentativi di mediazione c' erano stati.

giuseppe conte paola de micheli

 

Atlantia, dopo aver tolto la fiducia all' ad Giovanni Castellucci e cambiato il management, aveva offerto un sostanzioso aumento degli investimenti in manutenzione e controlli, un cambio di passo nell' organizzazione interna, la disponibilità ad abbassare i pedaggi in maniera strutturale ma compatibile con i piani finanziari, più risorse da dedicare a Genova e controlli a tappeto su tutta la rete.

 

PAOLA DE MICHELI

completata l'ultima pila del nuovo ponte di genova 11

E, da ultimo, la vendita stessa di Autostrade, manifestando l' intenzione di scendere ben sotto al 50%. Tutto inutile, almeno a giudicare dall' assenza di reazione dell' esecutivo. Perché anche da Palazzo Chigi i segnali di pace tanto attesi non sono arrivati. Anzi nei colloqui riservati non si è fatto che ripetere che la tragedia di Genova ha segnato un punto di non ritorno, una vulnus incolmabile, un confine superato.

Crolla il ponte Morandi a Genova

 

Difficile dire se la chiusura sia più tattica che strategica, sta di fatto però che anche l' ipotesi di una maximulta o quella della revoca parziale della concessione limitata al tratto ligure, circolate con forza, sono cadute nel vuoto. Lasciando aperto la strada, salvo colpi di scena, solo ad uno strappo. Del resto la stessa Atlantia, dopo aver letto il testo del Milleproroghe a dicembre, aveva deciso di tutelarsi annunciando che in assenza di cambiamenti normativi, sarebbe potuta scattare la contromossa con la riconsegna della concessione e la richiesta di un indennizzo monstre da circa 25 miliardi per violazione del contratto.

 

AUTOSTRADE PER L ITALIA

L' articolo 9 della convenzione stabilisce infatti che, in caso di modifiche normative, il concessionario possa entro 30 giorni esprimere il proprio consenso o dissenso. Atlantia il 22 dicembre aveva già manifestato contrarietà con una lettera formale indirizzata al Mef e al Mit ed entro sei mesi dall' approvazione del decreto può quindi restituire gli asset e ottenere in cambio il risarcimento. In sostanza, al di là del confronto, il conto alla rovescia è già cominciato. Tant' è che questa prospettiva ha determinato l' abbassamento del rating a livello spazzatura dei bond Atlantia e le fortissime preoccupazioni dei grandi soci internazionali.

completata l'ultima pila del nuovo ponte di genova 17

 

Difficile immaginare quando verrà premuto il grilletto, perché la norma contestata, una volta approvato il Milleproroghe, entrerà nel mirino della Commissione Ue, già allertata dai maggiori azionisti. Scatenando, è evidente, una battaglia legale senza precedenti.

 

AUTOSTRADE PER L ITALIA

Da un lato infatti il governo è convinto di dimostrare le «gravissime inadempienze», «i ritardi colpevoli nelle manutenzioni», «le responsabilità della società nei controlli» che fanno da perno alla revoca, dall' altro il gruppo privato si difende affermando che non c' è ancora una sentenza passata in giudicato, né prove concrete sulle cause del terribile crollo del viadotto che ha provocato 43 vittime.

 

DELEGAZIONE DI AUTOSTRADE ALLONTANATA DALLA COMMEMORAZIONE DEL CROLLO DEL PONTE MORANDI

L' idea del Mit di varare un provvedimento correttivo rispetto al Milleproroghe, per dare più tempo alla trattativa, è stato considerato insufficiente, così come l' ipotesi di creare in breve tempo un polo infrastrutturale pubblico-privato insieme a Cdp o al F2i. Proprio il destino della concessione e le incognite sulle future tariffe impediscono ad eventuali nuovi investitori, istituzionali o non, di poter studiare il dossier. Le incertezze contribuiscono solo ad abbassare il valore di Aspi. Di fronte a questo quadro, come accennato, la contro-misura è già stata attivata a dicembre, con il warning a tutela dei soci e dei risparmiatori che detengono le azioni del colosso delle infrastrutture, indirizzato al Tesoro.

paola de micheli 1

 

Ma prima di diventare operativa la contromossa (con la restituzione della concessione allo Stato), dal ministero dei Trasporti e dal Tesoro deve arrivare una lettera per avviare la procedura di revoca formale. Aspi avrà quindi altri 60 giorni per replicare. Di tempo a disposizione per evitare la rottura ce n' è ancora. E non è escluso che a marzo si possano aprire degli spiragli. Poi la parola passerà agli avvocati.

Crollo del ponte di GenovaCrollo del ponte di Genova

Ultimi Dagoreport

donald trump vladimir putin

DAGOREPORT – PUTIN NON PERDE MAI: TRUMP ESCE A PEZZI DALLA TELEFONATA CON “MAD VLAD”. AVEVA GIÀ PRONTO IL DISCORSO (“HO SALVATO IL MONDO”) E INVECE HA DOVUTO FARE PIPPA DI FRONTE AL NIET DEL PRESIDENTE RUSSO ALLA TREGUA DI 30 GIORNI IN UCRAINA – ZELENSKY COTTO E MANGIATO: “SE NON SEI AL TAVOLO DEL NEGOZIATO, SEI NEL MENÙ” – LE SUPERCAZZOLE DEL TYCOON SU IRAN E ARABIA SAUDITA E LA PRETESA DELL’EX AGENTE DEL KGB: ACCETTO IL CESSATE IL FUOCO SOLO SE FERMATE GLI AIUTI ALL’UCRAINA. MA TRUMP NON POTEVA GARANTIRE A NOME DELL’EUROPA – DOPO IL SUMMIT A GEDDA DI DOMENICA PROSSIMA CI SARÀ UNA NUOVA TELEFONATA TRA I DUE BOSS. POI L’INCONTRO FACCIA A FACCIA…

donald trump dazi giorgia meloni

DAGOREPORT! ASPETTANDO IL 2 APRILE, QUANDO CALERÀ SULL’EUROPA LA MANNAIA DEI DAZI USA, OGGI AL SENATO LA TRUMPIANA DE’ NOANTRI, GIORGIA MELONI, HA SPARATO UN’ALTRA DELLE SUE SUBLIMI PARACULATE - DOPO AVER PREMESSO IL SOLITO PIPPONE (‘’TROVARE UN POSSIBILE TERRENO DI INTESA E SCONGIURARE UNA GUERRA COMMERCIALE...BLA-BLA’’), LA SCALTRA UNDERDOG DELLA GARBATELLA HA AGGIUNTO: “CREDO NON SIA SAGGIO CADERE NELLA TENTAZIONE DELLE RAPPRESAGLIE, CHE DIVENTANO UN CIRCOLO VIZIOSO NEL QUALE TUTTI PERDONO" - SI', HA DETTO PROPRIO COSI': “RAPPRESAGLIE’’! - SE IL SUO “AMICO SPECIALE” IMPONE DAZI ALLA UE E BRUXELLES REAGISCE APPLICANDO DAZI ALL’IMPORTAZIONE DI MERCI ‘’MADE IN USA’’, PER LA PREMIER ITALIANA SAREBBERO “RAPPRESAGLIE”! MAGARI LA SORA GIORGIA FAREBBE MEGLIO A USARE UN ALTRO TERMINE, TIPO: “CONTROMISURE”, ALL'ATTO DI TRUMP CHE, SE APPLICATO, METTEREBBE NEL GIRO DI 24 ORE IN GINOCCHIO TUTTA L'ECONOMIA ITALIANA…

donald trump cowboy mondo in fiamme giorgia meloni friedrich merz keir starmer emmanuel macron

DAGOREPORT: IL LATO POSITIVO DEL MALE - LE FOLLIE DEL CALIGOLA DELLA CASA BIANCA HANNO FINALMENTE COSTRETTO GRAN PARTE DEI 27 PAESI DELL'UNIONE EUROPEA, UNA VOLTA PRIVI DELL'OMBRELLO MILITARE ED ECONOMICO DEGLI STATI UNITI, A FARLA FINITA CON L'AUSTERITY DEI CONTI E DI BUROCRATIZZARSI SU OGNI DECISIONE, RENDENDOSI INDIPENDENTI - GLI EFFETTI BENEFICI: LA GRAN BRETAGNA, ALLEATO STORICO DEGLI USA, HA MESSO DA PARTE LA BREXIT E SI E' RIAVVICINATA ALLA UE - LA GERMANIA DEL PROSSIMO CANCELLIERE MERZ, UNA VOLTA FILO-USA, HA GIA' ANNUNCIATO L'ADDIO ALL’AUSTERITÀ CON UN PIANO DA MILLE MILIARDI PER RISPONDERE AL TRUMPISMO - IN FRANCIA, LA RESURREZIONE DELLA LEADERSHIP DI MACRON, APPLAUDITO ANCHE DA MARINE LE PEN – L’UNICO PAESE CHE NON BENEFICIA DI ALCUN EFFETTO? L'ITALIETTA DI MELONI E SCHLEIN, IN TILT TRA “PACIFISMO” PUTINIANO E SERVILISMO A TRUMP-MUSK...

steve witkoff marco rubio donald trump

DAGOREPORT: QUANTO DURA TRUMP?FORTI TURBOLENZE ALLA CASA BIANCA: MARCO RUBIO È INCAZZATO NERO PER ESSERE STATO DI FATTO ESAUTORATO, COME SEGRETARIO DI STATO, DA "KING DONALD" DALLE TRATTATIVE CON L'UCRAINA (A RYAD) E LA RUSSIA (A MOSCA) - IL REPUBBLICANO DI ORIGINI CUBANE SI È VISTO SCAVALCARE DA STEVE WITKOFF, UN IMMOBILIARISTA AMICO DI "KING DONALD", E GIA' ACCAREZZA L'IDEA DI DIVENTARE, FRA 4 ANNI, IL DOPO-TRUMP PER I REPUBBLICANI – LA RAGIONE DELLA STRANA PRUDENZA DEL TYCOON ALLA VIGILIA DELLA TELEFONATA CON PUTIN: SI VUOLE PARARE IL CULETTO SE "MAD VLAD" RIFIUTASSE IL CESSATE IL FUOCO (PER LUI SAREBBE UNO SMACCO: ALTRO CHE UOMO FORTE, FAREBBE LA FIGURA DEL ''MAGA''-PIRLA…)

giorgia meloni keir starmer donald trump vignetta giannelli

DAGOREPORT - L’ULTIMA, ENNESIMA E LAMPANTE PROVA DI PARACULISMO POLITICO DI GIORGIA MELONI SI È MATERIALIZZATA IERI AL VERTICE PROMOSSO DAL PREMIER BRITANNICO STARMER - AL TERMINE, COSA HA DETTATO ''GIORGIA DEI DUE MONDI'' ALLA STAMPA ITALIANA INGINOCCHIATA AI SUOI PIEDI? “NO ALL’INVIO DEI NOSTRI SOLDATI IN UCRAINA” - MA STARMER NON AVEVA MESSO ALL’ORDINE DEL GIORNO L’INVIO “DI UN "DISPIEGAMENTO DI SOLDATI DELLA COALIZIONE" SUL SUOLO UCRAINO (NON TUTTI I "VOLENTEROSI" SONO D'ACCORDO): NE AVEVA PARLATO SOLO IN UNA PROSPETTIVA FUTURA, NELL'EVENTUALITÀ DI UN ACCORDO CON PUTIN PER IL ‘’CESSATE IL FUOCO", IN MODO DA GARANTIRE "UNA PACE SICURA E DURATURA" - MA I NODI STANNO ARRIVANDO AL PETTINE DI GIORGIA: SULLA POSIZIONE DEL GOVERNO ITALIANO AL PROSSIMO CONSIGLIO EUROPEO DEL 20 E 21 MARZO SULL'UCRAINA, LA PREMIER CERCHIOBOTTISTA STA CONCORDANDO GLI ALLEATI DELLA MAGGIORANZA UNA RISOLUZIONE COMUNE PER IL VOTO CHE L'ATTENDE MARTEDÌ E MERCOLEDÌ IN SENATO E ALLA CAMERA, E TEME CHE AL TRUMPUTINIANO SALVINI SALTI IL GHIRIBIZZO DI NON VOTARE A FAVORE DEL GOVERNO…