BANG! LO SPREAD CHIUDE A 302,5, IL RENDIMENTO DEL BTP ARRIVA AI MASSIMI DA FEBBRAIO 2014. MILANO CHIUDE IN CALO MA DI POCO (-0,2%) - DI MAIO: LO SPREAD NASCE DALLE PAROLE DEI COMMISSARI UE CHE HANNO VOLUTO CREARE TENSIONI. ALMENO SI LEGGESSERO PRIMA IL DEF. ADESSO LO PRESENTIAMO MA L'INVESTITORE DIRÀ "LA COMMISSIONE UE LO HA GIÀ BOCCIATO" - ECCO COME SI VIVE CON LO SPREAD A 300: MUTUI, PRESTITI, DEBITO PUBBLICO
- SPREAD FINO A 303,7 SUL FINALE, POI CHIUDE A 302,5
(ANSA) - Lo spread tra Btp e Bund si è spinto fino a 303,7 punti base nel finale di seduta - sugli schermi Bloomberg - per poi chiudere a 302,5 punti base (282 punti la chiusura di ieri). Il rendimento del titolo decennale italiano ha aggiornato ancora i massimi da fine febbraio 2014 raggiungendo il 3,45% e terminare la seduta al 3,44%.
LUIGI DI MAIO GIOVANNI TRIA GIUSEPPE CONTE
- MANOVRA: DI MAIO, SPREAD È PER PAROLE COMMISSARI UE
(ANSA) - "Senz'altro siamo preoccupati per lo Spread, ma il tema è altro. Ieri a qualcuno è andato di traverso che non si era ancora alzato a 350 e nel pomeriggio i Commissari Ue e il presidente della Commissione hanno fatto dichiarazioni per creare tensioni e i mercati sono sensibili alle dichiarazioni dei commissari Ue. Ma almeno si leggessero prima il Def. Adesso lo presentiamo ma l'investitore dirà "la Commissione Ue lo ha già bocciato". La reazione dei mercati è molto più alla reazione di questi signori che alle azioni del governo". Lo dice il vicepremier Di Maio alla Camera.
- BORSA: MILANO CHIUDE CON NUOVO CALO (-0,23%)
(ANSA) - Piazza Affari archivia la seduta con un nuovo calo. Il Ftse Mib ha ceduto lo 0,23% a 20.562 punti.
- BORSA: EUROPA CHIUDE IN CALO, SI GUARDA A ITALIA
(ANSA) - Le Borse europee chiudono in calo. In una seduta scarica di dati macroeconomici gli investitori guardano al botta e risposta tra gli esponenti politici italiani e l'Ue sulla manovra. In calo anche l'euro sul dollaro che si attesta a 1,1560 a Londra. L'indice d'area stoxx 600 ha chiuso in calo dello 0,5%. In rosso Parigi (-0,71%), Francoforte (-0,42%), Londra (-0,28%) e Madrid (-1,08%).
- VIVERE CON LO SPREAD A 300, COSA CAMBIA PER GLI ITALIANI
(askanews) - Lo spread è tornato nel lessico quotidiano degli italiani. La brusca impennata degli ultimi giorni genera una serie di effetti sulla vita delle persone, alcuni immediati e altri a medio termine. Lo spread è il divario tra i rendimenti di due titoli con caratteristiche simili. Il principale riferimento è la differenza tra i tassi di interesse tra i titoli di Stato di Italia e Germania sulla scadenza a 10 anni.
Tale differenza oggi è arrivata a 300 punti ed è il risultato del rendimento del Btp al 3,37% con quello del Bund allo 0,43%. Il drastico ampliamento dello spread ha conseguenze che non si limitano al rendimento dei titoli di Stato ma si propagano su tutte le attività finanziarie ed economiche.
Effetti su Bot e Btp Alcune conseguenze sono immediate. E' il caso della vendita di titoli di Stato da parte del Tesoro. Da giugno in poi i tassi di interesse sono saliti in modo brusco alle aste di titoli di Stato con il risultato che a fine anno la spesa per interessi da parte del Tesoro potrebbe essere un miliardo in più rispetto alle stime.
Paradossalmente questa dinamica fa percepire un effetto positivo ai piccoli risparmiatori che possono investire a tassi più alti i propri soldi senza valutare l'aumento del rischio. Ciò in quanto l'aumento del rendimento (quindi del rischio) fa scendere il prezzo di un titolo.
L'impennata dei tassi di interese sui titoli di Stato rende sconveniente la vendita di Bot e Btp prima della scadenza. Ad esempio se un risparmiatore la scorsa settimana avesse investito 100mila euro nel Btp scadenza 2027, vendendolo oggi incasserebbe un poco meno di 93mila euro.
Mutui L'impennata dello spread potrebbe avere riflessi rilevanti sui mutui e sui prestiti e in generale sul flusso del credito verso famiglie e imprese. Per chi detiene un mutuo a tasso fisso i movimenti dello spread non hanno alcun effetto. La sua rata rimarrà la stessa fino alla scadenza. Ciò in quanto i mutui a tasso fisso sono calcolati sul tasso interbancario Irs solo al momento della stipula per l'erogazione del mutuo. Per i mutui a tasso variabile nell'immediato non ci saranno riflessi.
Questa tipologia di mutui è calcolata sulla base del tasso interbancario Euribor (fermo da un paio di anni) e da una maggiorazione decisa dalla banca. In questo tipo di mutuo varia solo la componente Euribor mentre lo spread stabilito dalla banca è fisso. Oggi sul mercato le banche chiedono in media una maggiorazione di 1,60% sull'Euribor con punte fino al 3% e livelli minimi dello 0,70%. Finora la crisi italiana non si è riflessa sull'Euribor ma se dovesse scattare un effetto contagio verso altri paesi euro quel tasso di riferimento uscirà dal torpore (nel 2011 aveva superato il 5%, oggi quello a sei mesi è -0,27%).
Discorso diverso per i nuovi mutui. Il commerciante (la banca) compra il prodotto (il denaro) ad un prezzo (tasso di scambio interbancario) e lo rivende alla sua clientela ricaricato di un margine di guadagno (spread). Se la banca vede salire il costo di acquisto del denaro farà salire il margine chiesto al cliente.
Non solo. Le banche italiane detengono oltre 300 miliardi di euro di titoli di Stato. Un deprezzamento del valore pesa sui bilanci e sul profilo patrimoniale spingendo le banche a politiche più restrittive nell'erogare prestiti e mutui e quindi chiedendo interessi più elevati.
Debito pubblico I movimenti dello spread si riflettono subito sui titoli di Stato. Più interessi uguale a maggior onere del debito pubblico che l'anno scorso è stato pari a 63 miliardi. L'anno prossimo il tesoro dovrà collocare titoli per circa 380 miliardi di euro. Un aumento medio dell'1% dei tassi significa una maggiore spesa per interessi di circa 4,5 miliardi. Con lo spread in area 300 punti la maggiore spesa arriva a 9 miliardi.
Come effetto trascinamento il rialzo dello spread incide sulle coperture assicurative degli investitori. Diventati famosi nella crisi del 2008, i Cds (credit default swap) sono strumenti che consentono a un investitore di assicurare l'investimento contro il rischio di fallimento. A maggio per garantirsi contro il default dell'Italia occorreva pagare 76 euro per assicurare 10mila euro investiti in Btp. Oggi ne servono 256, mentre per un i titoli di Germania, Francia e Gran Bretagna la cifra varia tra 9 e 25 euro. Ai Cds non fanno ricorso i piccoli risparmiatori ma i grandi investitori istituzionali come i fondi pensione che devono garantire l'erogazione delle pensioni.
Aziende L'allargamento dello spread si riflette anche sull'economia reale se il divario è destinato a essere consistente e per un lungo periodo. Le aziende che ricorrono ai mercati per raccogliere finanziamenti, emettono obbligazioni (come un titolo di Stato per caratteristiche) per le quali dovrebbero riconoscere premi più elevati ai sottoscrittori con conseguente aumento dei costi. Ma lo spread elevato renderà più costosi anche i prestiti bancari per le imprese italiane.