BERLUSCONI NON VUOLE IL VOTO (DI VIVENDI) - I FRANCESI RICORRONO IN TRIBUNALE PER POTER VOTARE CONTRO IL RIASSETTO DI MEDIASET: SI OPPONGONO ALLA NASCITA DI ''MEDIA FOR EUROPE'', IL NUOVO GRUPPO CON BASE IN OLANDA CHE DAREBBE UN VOTO RAFFORZATO ALLA FAMIGLIA BERLUSCONI E DILUIREBBE GLI ALTRI SOCI - INTANTO IL BISCIONE STRINGE UN ACCORDO CON AMAZON PRIME VIDEO PER DISTRIBUIRE ''MADE IN ITALY'', SERIE PRODOTTA CON VALSECCHI
camilla nesbit pietro valsecchi foto di bacco
1. TV: MADE IN ITALY, ACCORDO MEDIASET-AMAZON PRIME VIDEO
(ANSA) - E' stato firmato un accordo tra Mediaset e Prime Video, il servizio di video streaming di Amazon, sulla serie tv "Made in Italy". Lo annuncia Mediaset in una nota sottolienando che si tratta di un accordo commerciale di grande rilievo e di un doppio esordio per entrambe le società: per la 1/a volta Mediaset valorizza un proprio contenuto inedito favorendone la trasmissione online in anteprima su un servizio di video streaming di terzi e Prime Video investe in Italia sui diritti di prima visione per un contenuto seriale italiano di alta qualità.
"Made in Italy", racconta l'incredibile esplosione nella Milano degli Anni '70 della moda italiana, grazie al talento di una generazione di straordinari stilisti. La serie presenta un cast d'eccezione, si distingue per la grande cura dei costumi e delle scenografie e andrà in onda in anteprima e in esclusiva online su Prime Video nel prossimo autunno e successivamente in prima tv assoluta su Canale5. Mediaset esprime soddisfazione per "un accordo che vede l'esordio nel ruolo inedito di content provider internazionale".
"Si tratta - sottolinea Mediaset - di un'intesa rilevante con un partner di prima grandezza come Prime Video, servizio di streaming globale che ha scelto un prodotto ideato e realizzato dalla TaoDue del Gruppo Mediaset in coproduzione con The Family, per il debutto nella distribuzione esclusiva online in Italia. Un riconoscimento oggettivo della qualità produttiva e della modernità della nuova linea editoriale dei contenuti seriali Mediaset. Un apprezzamento significativo in termini economici e gratificante in termini artistici".
2. MEDIASET, VIVENDI RICORRE IN TRIBUNALE PER VOTARE IN ASSEMBLEA CONTRO IL RIASSETTO
Andrea Biondi per www.ilsole24ore.com
A poco più di una settimana dalle assemblee chiamate a dare il via libera al progetto di holding internazionale del gruppo Mediaset, Vivendi cala la sua carta. Non una richiesta di sospensiva dell’assemblea come pure si era prefigurato, ma la richiesta al Tribunale di Milano per ottenere un provvedimento che permetta loro di partecipare all’assemblea senza margini di discrezionalità da parte del Cda Mediaset. E in caso di partecipazione il gruppo francese ha chiarito che voterà per il no.
Le mosse del gruppo francese che fa capo a Vincent Bolloré, secondo azionista Mediaset con il 28.8% (ma con la disponibilità solo del 9.9% con la restante parte girata al trust Simon per venire incontro a quanto richiesto da Agcom sulla base della legge Gasparri), sono state rese chiare con un comunicato emesso in mattinata.
pier silvio berlusconi ai palinsesti mediaset 2018
Primo punto importante: la decisione di Vivendi di votare all'assemblea del 4 settembre contro la proposta fusione di Mediaset e Mediaset Espana e la creazione di MediaforEurope (MfE). La decisione - si legge nella nota - arriva dopo aver valutato «i diritti che sarebbero riconosciuti, o negati, agli azionisti di minoranza, e a Vivendi in particolare, dal proposto statuto di MfE».
Per poter votare contro, alla luce del fatto che il consiglio di amministrazione di Mediaset le impedì di votare all’ultima assemblea degli azionisti tenutasi lo scorso 18 aprile, Vivendi comunica di aver presentato una richiesta al tribunale di Milano per ottenere un provvedimento «urgente idoneo a tutelare il diritto di partecipare e votare, con le azioni a lei intestate» all’assemblea di inizio settembre, e quindi per il pacchetto detenuto direttamente e pari al 9,99% del capitale.
Considerando che il board di Mediaset impedirà al veicolo Simon Fiduciaria di partecipare all'assemblea, la scommessa di Vivendi è di riuscire a coagulare attorno a sé il niet anche di altri investitori. Nei giorni scorsi i proxy Advisor Glass Lewis e Iss si erano pronunciati: il primo a favore dell'operazione e il secondo contro. Al centro dell'attenzione il nodo della governance con il voto plurimo che secondo le critiche non dà rappresentatività adeguata agli azionisti di minoranza.