BPM, I PICCOLI SUONANO L’ARPE - DOPO LO SCHIAFFO DEL CDA A PONZELLINI, CONSULENTI IN CAMPO PER CAMBIARE LA BOZZA - I SINDACATI SONO CORSI DA BANKITALIA PER DISCUTERE DELLA NUOVA GOVERNANCE: OK AL SISTEMA DUALE, SOPRATTUTTO OK ALL’INGRESSO DI ARPE, CHE VUOLE DIVENTARE CONSIGLIERE DELEGATO - MA IL VERO OSTACOLO A MATTEUCCIO È AI PIANI ALTI DI MEDIOBANCA, CHE STA CURANDO L’AUMENTO DI CAPITALE DI BPM - MARTEDÌ SARÀ UN CDA DE FUEGO…

1 - POP MILANO, OK DA SINDACATI A DUALE E NUOVI SOCI ISTITUZIONALI
(Reuters)
- Le principali sigle sindacali presenti in Pop Milano sono favorevoli all'introduzione di un modello di governance duale nella banca e all'ingresso nell'azionariato di investitori istituzionali in grado di dare un apporto finanziario e manageriale per il rilancio dell'istituto. Lo affermano in una nota le segreterie generali di Fabi , Fiba Cisl, Fisac CGL e Uilca dopo l'incontro avuto stamani con Banca d'Italia alla quale hanno comunicato "il loro comune impegno affinché vengano prontamente superate le criticità rilevate dalla recente ispezione della Banca Popolare di Milano".

I sindacati ritengono che l'attuale fase di difficoltà dell'istituto, "sia anche riconducibile ad una non corretta governance", tuttavia, confermando il modello cooperativo, sostengo che "una versione più rigorosa e più equilibrata" del modello duale attualmente ipotizzato, "possa rappresentare un valido impulso al progetto di rilancio della Banca Popolare di Milano".

Auspicano inoltre "che vengano senza ulteriori indugi formulate agli organi sociali della Banca, proposte chiare, responsabili ed all'altezza della situazione, profondendo ogni possibile sforzo per creare unità di consensi all'interno degli organi istituzionalmente deputati". Quanto all'eventuale ingresso nella compagine sociale di investitori istituzionali questi potranno apportare "rilevanti risorse finanziarie insieme e soprattutto ad esperienza ed eccellenza manageriale per il rilancio operativo della banca".

2 - BPM: CONSULENTI IN CAMPO SU GOVERNANCE PER CAMBIARE BOZZA PONZELLINI...
Radiocor - Lavoro a tutto campo in Bpm per studiare e mettere a punto proposte di modifiche alla bozza di governance duale presentata dal presidente Massimo Ponzellini. I vertici dei dipendenti soci dell'istituto, secondo quanto risulta a Radiocor, hanno chiesto la consulenza di Umberto Bocchino, ordinario di economia aziendale presso l'universita' di Torino. Alcuni sindacati nazionali, intanto, avrebbero domandato anche un parere informale a Marcello Messori, professore ed ex presidente di Assogestioni.

In queste ore appare in ogni caso sempre piu' evidente che la bozza attuale non passerebbe l'esame del cda di martedi'. Sotto accusa in particolare i requisiti richiesti per l'ingresso nei consigli di sorveglianza e gestione, ritenuti troppo rigidi dai sindacati interni. Tra le disposizioni piu' contestate c'e' quella che impone che 'almeno quattro componenti' su cinque del cdg 'non devono essere dipendenti della banca o di altre societa' del gruppo e non devono essere stati dipendenti dell a banca o di altre societa' del gruppo per un periodo superiore a cinque anni'.

 


3 - BPM, SCHIAFFO DEL CDA A PONZELLINI. E I SINDACATI CHIAMANO BANKITALIA
Carlotta Scozzari per "Finanza & Mercati"

Niente da fare. Il duale «à la Ponzellini» al cda di Popolare di Milano non sta bene. E non va giù nemmeno ai sindacati della banca che, tramite l'Associazione Amici della Bpm, esprimono proprio la maggior parte del board. È per questo che, già oggi, i rappresentanti nazionali delle quattro sigle di Bpm (Fabi, Fiba-Cisl, Fisac-Cgil e Uilca) si presenteranno in Bankitalia per discutere delle eventuali modifiche da apportare al modello messo a punto nei giorni scorsi dal presidente Massimo Ponzellini.

Da una parte, infatti, a livello formale, il cda di ieri della banca milanese si è limitato a bocciare le proposte alternative sulla governance avanzate da alcuni consiglieri di minoranza (decisione piuttosto scontata, anche se meno scontato è stato l'appoggio alle minority del rappresentante dei soci francesi e l'astensione del rappresentante di Cr Alessandria).

Dall'altra parte, però, a livello informale, e cioè in una riunione successiva al cda, la maggior parte dei consiglieri avrebbe duramente contestato la bozza sul duale di Ponzellini (che prevede un consiglio di sorveglianza a 17 componenti e uno di gestione a cinque). Tra i punti che avrebbero fatto infuriare i sindacati, la mancanza di un ruolo incisivo e il sostanziale depotenziamento del cds, l'organo che sarebbe per l'appunto deputato a raccogliere i dipendenti-soci della banca.

«Se il cdg decidesse di vendere Cr Alessandria - esemplifica una fonte finanziaria - potrebbe farlo senza informarne il cds». Non solo: molti consiglieri avrebbero anche contestato i requisiti troppo stringenti necessari per accedere ai due organi.

Tant'è che una delle battute più ricorrenti ieri sarebbe stata questa: «Con le nuove regole non potrebbe tornare nemmeno l'attuale numero uno di Bper, Fabrizio Viola!». Ponzellini, dal canto suo, in un primo momento, affermando che non sarebbe stata possibile alcuna modifica sostanziale all'impianto del duale, sembrava intenzionato ad andare allo scontro. Secondariamente, però, sarebbe apparso più disponibile a mettere mano, anche in maniera più incisiva, alla bozza di duale. Sembra che a un certo punto, poi, per strappare il sì dei consiglieri, Ponzellini abbia affermato che il modello di governance, così com'è disegnato, avrebbe già incontrato i favori di Bankitalia.

Cosa che non avrebbe convinto del tutto le sigle sindacali, che, come detto, oggi si apprestano a recarsi a Palazzo Koch per incontrare il vice direttore generale Anna Maria Tarantola. Diversi i punti che i sindacati bancari vogliono chiarire faccia a faccia con Tarantola: oltre alle già citate modifiche da apportare alla governance «à la Ponzellini», vogliono capire se è effettivamente possibile sondare l'interesse di altri investitori potenziali. Il riferimento, in questo caso, è a Matteo Arpe, intenzionato a investire 200 milioni di euro in Bpm (sembra attraverso la sottoscrizione del probabile inoptato legato all'imminente aumento di capitale).

E qui sorge un altro «problema» per Ponzellini, perché l'ex ad di Capitalia è disposto ad accettare il principio «una testa, un voto» soltanto a patto di conquistare pieni poteri nella gestione della banca. In altri termini, ad Arpe - che tra l'altro taluni non escludono possa essere cooptato in cda prima del passaggio formale duale - nel nuovo sistema andrebbe la poltrona di consigliere delegato.

Viceversa, pare che Ponzellini stia lottando per ottenere la nomina alla presidenza del cdg, ma sembra difficile che possa spuntarla, anche in virtù della frattura consumata ieri con il board. Tra gli altri dubbi che i sindacati vorrebbero sciogliere dinanzi a Bankitalia anche quello sulla ricapitalizzazione fino a 1,2 milioni, per capire se è effettivamente «congrua».

Insomma, lo scenario è complesso e in continuo mutamento. Così come passibile di variazioni, soprattutto per via dell'intervento di Bankitalia (checché Ponzellini ne dica), appare anche la bozza di duale disegnata dal presidente di Bpm. Quel che è certo è che il cda di martedì, chiamato in primis a varare il passaggio al duale (e a convocare un'assemblea entro fine ottobre poiché il cambiamento comporta una modifica allo statuto), si preannuncia ben più che movimentato.


4 - ECCO CHI RESISTE AL PLACIDO ARREMBAGGIO DI ARPE...
Da "Il Foglio"

Matteo Arpe, l'ex enfant prodige di Mediobanca, poi numero uno di Capitalia che per hobby studia i misteri dei numeri primi, ma che di sicuro non s'accontenta delle poltrone in Banca Profilo o nella Sator che ha fondato.

Gli ingredienti per un ingresso trionfale di Arpe che fece risorgere Capitalia ci sono tutti: l'appoggio di Banca d'Italia; e il sì di buona parte dei sindacati, cosa che in piazza Meda non succede dai tempi della Prima Repubblica.

Ma ai piani alti di Mediobanca non vedono di buon occhio che l'ex collega s'insedi in Piazza Meda. L'istituto di Piazzetta Cuccia sta curando l'aumento di capitale necessario a Bpm. E solo Arpe sembra così ardito da metter sul piatto 200 milioni per entrare nell'Istituto presieduto da Massimo Ponzellini.

Proprio lì sta la principale resistenza all'ingresso di Arpe. E il nuovo statuto duale che ieri il presidente ha ripresentato all'esame del cda sembra fatto apposta perché un pletorico consiglio di sorveglianza controllato da Ponzellini possa sorvegliare troppo il consiglio di gestione.

In realtà, Banca d'Italia ha già fatto sapere che approverà solo uno statuto che separi nettamente i due consigli, lasciando così ad Arpe mani libere per rilanciare la banca. Di questo si parlerà martedì nel prossimo cda. Niente di più facile che il duale s'inauguri con la coabitazione dei due. Ma ci vuol altro per sgomentare Arpe che non ama i numeri pari.

 

 

MASSIMO PONZELLINI ANNA MARIA TARANTOLA DRAGHIlogo BPM9op 09 matteo arpeMASSIMO PONZELLINI

Ultimi Dagoreport

donald trump dazi giorgia meloni

DAGOREPORT! ASPETTANDO IL 2 APRILE, QUANDO CALERÀ SULL’EUROPA LA MANNAIA DEI DAZI USA, OGGI AL SENATO LA TRUMPIANA DE’ NOANTRI, GIORGIA MELONI, HA SPARATO UN’ALTRA DELLE SUE SUBLIMI PARACULATE - DOPO AVER PREMESSO IL SOLITO PIPPONE (‘’TROVARE UN POSSIBILE TERRENO DI INTESA E SCONGIURARE UNA GUERRA COMMERCIALE...BLA-BLA’’), LA SCALTRA UNDERDOG DELLA GARBATELLA HA AGGIUNTO: “CREDO NON SIA SAGGIO CADERE NELLA TENTAZIONE DELLE RAPPRESAGLIE, CHE DIVENTANO UN CIRCOLO VIZIOSO NEL QUALE TUTTI PERDONO" - SI', HA DETTO PROPRIO COSI': “RAPPRESAGLIE’’! - SE IL SUO “AMICO SPECIALE” IMPONE DAZI ALLA UE E BRUXELLES REAGISCE APPLICANDO DAZI ALL’IMPORTAZIONE DI MERCI ‘’MADE IN USA’’, PER LA PREMIER ITALIANA SAREBBERO “RAPPRESAGLIE”! MAGARI LA SORA GIORGIA FAREBBE MEGLIO A USARE UN ALTRO TERMINE, TIPO: “CONTROMISURE”, ALL'ATTO DI TRUMP CHE, SE APPLICATO, METTEREBBE NEL GIRO DI 24 ORE IN GINOCCHIO TUTTA L'ECONOMIA ITALIANA…

donald trump cowboy mondo in fiamme giorgia meloni friedrich merz keir starmer emmanuel macron

DAGOREPORT: IL LATO POSITIVO DEL MALE - LE FOLLIE DEL CALIGOLA DELLA CASA BIANCA HANNO FINALMENTE COSTRETTO GRAN PARTE DEI 27 PAESI DELL'UNIONE EUROPEA, UNA VOLTA PRIVI DELL'OMBRELLO MILITARE ED ECONOMICO DEGLI STATI UNITI, A FARLA FINITA CON L'AUSTERITY DEI CONTI E DI BUROCRATIZZARSI SU OGNI DECISIONE, RENDENDOSI INDIPENDENTI - GLI EFFETTI BENEFICI: LA GRAN BRETAGNA, ALLEATO STORICO DEGLI USA, HA MESSO DA PARTE LA BREXIT E SI E' RIAVVICINATA ALLA UE - LA GERMANIA DEL PROSSIMO CANCELLIERE MERZ, UNA VOLTA FILO-USA, HA GIA' ANNUNCIATO L'ADDIO ALL’AUSTERITÀ CON UN PIANO DA MILLE MILIARDI PER RISPONDERE AL TRUMPISMO - IN FRANCIA, LA RESURREZIONE DELLA LEADERSHIP DI MACRON, APPLAUDITO ANCHE DA MARINE LE PEN – L’UNICO PAESE CHE NON BENEFICIA DI ALCUN EFFETTO? L'ITALIETTA DI MELONI E SCHLEIN, IN TILT TRA “PACIFISMO” PUTINIANO E SERVILISMO A TRUMP-MUSK...

steve witkoff marco rubio donald trump

DAGOREPORT: QUANTO DURA TRUMP?FORTI TURBOLENZE ALLA CASA BIANCA: MARCO RUBIO È INCAZZATO NERO PER ESSERE STATO DI FATTO ESAUTORATO, COME SEGRETARIO DI STATO, DA "KING DONALD" DALLE TRATTATIVE CON L'UCRAINA (A RYAD) E LA RUSSIA (A MOSCA) - IL REPUBBLICANO DI ORIGINI CUBANE SI È VISTO SCAVALCARE DA STEVE WITKOFF, UN IMMOBILIARISTA AMICO DI "KING DONALD", E GIA' ACCAREZZA L'IDEA DI DIVENTARE, FRA 4 ANNI, IL DOPO-TRUMP PER I REPUBBLICANI – LA RAGIONE DELLA STRANA PRUDENZA DEL TYCOON ALLA VIGILIA DELLA TELEFONATA CON PUTIN: SI VUOLE PARARE IL CULETTO SE "MAD VLAD" RIFIUTASSE IL CESSATE IL FUOCO (PER LUI SAREBBE UNO SMACCO: ALTRO CHE UOMO FORTE, FAREBBE LA FIGURA DEL ''MAGA''-PIRLA…)

giorgia meloni keir starmer donald trump vignetta giannelli

DAGOREPORT - L’ULTIMA, ENNESIMA E LAMPANTE PROVA DI PARACULISMO POLITICO DI GIORGIA MELONI SI È MATERIALIZZATA IERI AL VERTICE PROMOSSO DAL PREMIER BRITANNICO STARMER - AL TERMINE, COSA HA DETTATO ''GIORGIA DEI DUE MONDI'' ALLA STAMPA ITALIANA INGINOCCHIATA AI SUOI PIEDI? “NO ALL’INVIO DEI NOSTRI SOLDATI IN UCRAINA” - MA STARMER NON AVEVA MESSO ALL’ORDINE DEL GIORNO L’INVIO “DI UN "DISPIEGAMENTO DI SOLDATI DELLA COALIZIONE" SUL SUOLO UCRAINO (NON TUTTI I "VOLENTEROSI" SONO D'ACCORDO): NE AVEVA PARLATO SOLO IN UNA PROSPETTIVA FUTURA, NELL'EVENTUALITÀ DI UN ACCORDO CON PUTIN PER IL ‘’CESSATE IL FUOCO", IN MODO DA GARANTIRE "UNA PACE SICURA E DURATURA" - MA I NODI STANNO ARRIVANDO AL PETTINE DI GIORGIA: SULLA POSIZIONE DEL GOVERNO ITALIANO AL PROSSIMO CONSIGLIO EUROPEO DEL 20 E 21 MARZO SULL'UCRAINA, LA PREMIER CERCHIOBOTTISTA STA CONCORDANDO GLI ALLEATI DELLA MAGGIORANZA UNA RISOLUZIONE COMUNE PER IL VOTO CHE L'ATTENDE MARTEDÌ E MERCOLEDÌ IN SENATO E ALLA CAMERA, E TEME CHE AL TRUMPUTINIANO SALVINI SALTI IL GHIRIBIZZO DI NON VOTARE A FAVORE DEL GOVERNO… 

picierno bonaccini nardella decaro gori zingaretti pina stefano dario antonio giorgio nicola elly schlein

DAGOREPORT - A CONVINCERE GLI EUROPARLAMENTARI PD A NON VOTARE IN MASSA A FAVORE DEL PIANO “REARM EUROPE”, METTENDO COSI' IN MINORANZA ELLY SCHLEIN (E COSTRINGERLA ALLE DIMISSIONI) È STATO UN CALCOLO POLITICO: IL 25 MAGGIO SI VOTA IN CINQUE REGIONI CHIAVE (CAMPANIA, MARCHE, PUGLIA, TOSCANA E VENETO) E RIBALTARE IL PARTITO ORA SAREBBE STATO L'ENNESIMO SUICIDIO DEM – LA RESA DEI CONTI TRA “BELLICISTI” E “PACIFINTI”, TRA I SINISTR-ELLY E I RIFORMISTI, È SOLO RINVIATA (D'ALTRONDE CON QUESTA SEGRETERIA, IL PD E' IRRILEVANTE, DESTINATO A RESTARE ALL'OPPOSIZIONE PER MOLTI ANNI)