leonardo del vecchio nagel

C'È QUALCOSA DI DEL VECCHIO NELL'ARIA - ''NAGEL VA NELLA DIREZIONE GIUSTA''. MA COME? DOPO IL DURO ATTACCO, IL MIELE? COS'È CAMBIATO? A MILANO MORMORANO CHE IL MOTIVO È LEGATO ALLA RICHIESTA DI SALIRE OLTRE IL 10%. LA BCE AVREBBE CHIESTO CHIARIMENTI SUL PIANO INDUSTRIALE E MANAGEMENT. I TEMPI SI ALLUNGANO, E NAGEL HA IL TEMPO DI COMPATTARE UN FRONTE DI AZIONISTI AMICI CHE SI OPPONGA ALL'ATTIVISMO DEL FONDATORE DI LUXOTTICA

1. DEL VECCHIO E LO SCOGLIO BCE: LA SUA DOMANDA DI SALIRE IN MEDIOBANCA VA INTEGRATA. I TEMPI SI ALLUNGANO E NAGEL HA L'OCCASIONE DI CREARE UN FRONTE OPPOSTO A LUI FAVOREVOLE

 

DAGONEWS

 

La BCE sta valutando con attenzione la richiesta ricevuta da Leonardo Del Vecchio di salire oltre il 10% di Mediobanca. L'istituzione ora guidata da Christine Lagarde deve infatti autorizzare tutte le ''partecipazioni rilevanti'' (qualifying holdings), che scattano quando un socio supera le soglie del 10, 20, 30 o 50%.

 

LEONARDO DEL VECCHIO NAGEL

A Milano si mormora che la richiesta ufficiale, redatta dallo studio di Sergio Erede che segue il fondatore di Luxottica, sia già partita ma che si sia arenata perché incompleta. Mancherebbero infatti alcuni dettagli sul piano industriale e management (la BCE vuole sapere chi entrerà nel cda e, di fatto, cosa vorrà fare con la banca).

 

Del Vecchio e i suoi ovviamente raccontano in giro che la domanda non è ancora partita, il che sarebbe piuttosto strano: è primo azionista da quando Unicredit ha venduto la sua quota e ha comunicato nei giorni scorsi di essere arrivato al 9,89%. L'idea di superare il 10% è nota a tutti da settimane.

alberto nagel vincent bollore

 

Il vecchio Leonardo ha fretta, e lo ha fatto capire. La BCE può prendersi fino a tre mesi per dare una risposta, e nel frattempo l'amministratore delegato Alberto Nagel ha il tempo di riorganizzarsi e di trovare altri azionisti che gli siano più favorevoli.

 

Non è un caso che, all'improvviso e senza che sia cambiato nulla nel piano industriale, oggi Del Vecchio si dica soddisfatto dell'operato dell'ad, dopo averlo molto rumorosamente criticato. Significa che non intende scoprire le sue carte prima del tempo e nel frattempo manda un messaggio a Francoforte: non voglio fare la rivoluzione. Perché se volesse farla, dovrebbe ''spiegarla'' alla BCE.

 

Annunciando guadagni favolosi per i prossimi anni, Nagel è passato dalla difesa al contrattacco, per costruire un nuovo fronte di soci che gli dia fiducia e non stia a sindacare ogni sua mossa. Gli azionisti attivisti sono l'incubo numero uno per gli amministratori, soprattutto quelli che hanno vissuto in simbiosi con l'azienda che guidano. Ne avrebbe già trovati alcuni, che in queste ore attraverso società fiduciarie stanno comprando titoli Mediobanca senza uscire allo scoperto.

 

alberto nagel carlo messina

Nagel intende allargare l'orizzonte: l'uscita di Unicredit apre scenari inesplorati. Dicono che il manager abbia incontrato anche Carlo Messina per discutere il futuro della finanza italiana. L'ad di Banca Intesa, come quello di Mediobanca, si era opposto all'operazione da mezzo miliardo di Leonardo Del Vecchio sullo Ieo, mossa che ha scatenato la sua ''vendetta'' dentro Piazzetta Cuccia, quindi qualcosa hanno in comune in questa fase storica.

 

Un'altra domanda gira nei circoli meneghini: che ne sarà della quota di Bolloré in Mediobanca? Il bretone ha già venduto un pezzo rilevante della sua partecipazione a Del Vecchio, scendendo dal 7,85% del capitale al 6,73%. Riuscirà a convincerlo a vendergli pure il resto, o avranno la meglio gli investitori Nagel-friendly? Magari il francese resterà al suo posto?

 

 

2. MEDIOBANCA, SÌ DI DEL VECCHIO: NAGEL VA NELLA DIREZIONE GIUSTA

Fabrizio Massaro per il ''Corriere della Sera''

 

A sorpresa - l' ennesima, nella vicenda Mediobanca - Leonardo Del Vecchio, neo primo azionista con il 9,9%, dichiara di «apprezzare lo sforzo fatto dal management» con il piano industriale presentato martedì dal ceo dell' istituto Alberto Nagel. Il piano ha «obiettivi sfidanti che vanno nella direzione auspicata da Delfin», ha scritto ieri in una nota, dichiarandosi «soddisfatto dei risultati economici raggiunti». Una mossa non scontata, dato che le prime dichiarazioni pubbliche - «Mi aspetto un nuovo piano industriale che non basi i risultati solo su Generali e Compass, ma progetti un futuro da banca di investimenti» - erano andate in direzione contraria ed erano suonate come aggressive nei confronti della linea di Nagel.

 

LEONARDO DEL VECCHIO

Del Vecchio fa però un passo avanti, legando direttamente il suo ingresso in Mediobanca a Generali, di cui Piazzetta Cuccia ha il 12,9% e lo stesso Del Vecchio è socio al 5%. Le due realtà «rappresentano un pezzo strategico del nostro sistema economico e hanno bisogno di stabilità; per questo il mio obiettivo è contribuire a creare un azionariato stabile che aiuti le società a crescere e avere successo nel mondo».

 

Secondo Del Vecchio «all' Italia servono investitori e imprenditori in grado di sviluppare le sue imprese. Sono un imprenditore italiano e il mio percorso testimonia, da sessant' anni e con fatti concreti, il mio amore e l' attaccamento per questo Paese. È con tale spirito che, sostenuto dalla mia famiglia, ho deciso di realizzare questo investimento in un settore in cui l' Italia deve giocare da protagonista». Il faro sembra essere un grande M&A europeo.

ASSICURAZIONI GENERALI

 

Secondo Nagel comunque Generali è già stabile e «presidiata da azionariato italiano che ha quasi il 30%». E la stessa Mediobanca, tra patto di consultazione (12,5%) e Bolloré (6,7%) ha uno zoccolo duro del 20%. Perché allora la mossa di Delfin? Secondo alcuni osservatori ci sarebbe in ballo la richiesta a Bce di crescere oltre il 10%: rivendicare una posizione non ostile al management potrebbe giocare a favore del via libera all' 84enne imprenditore.

 

Potrebbero volerci mesi.

Per il momento Del Vecchio potrà godere dei benefici da socio: il 20 novembre incasserà 41,2 milioni di dividendi, dopo soli due mesi di investimento. Da qui al 2023 il piano di Nagel prevede di alzare la remunerazione ai soci a 2,5 miliardi con una redditività dell' 11%, crescendo soprattutto nel wealth management e nel credito al consumo e tenendo ferma la quota in Generali.

christine lagarde

Ultimi Dagoreport

dario franceschini elly schlein matteo renzi carlo calenda giiuseppe conte

DAGOREPORT: PD, PARTITO DISTOPICO – L’INTERVISTA DI FRANCESCHINI SU “REPUBBLICA” SI PUÒ SINTETIZZARE COSÌ: IO CI SONO. E’ INUTILE CERCARE IL FEDERATORE, L’ULIVO NON TORNA, E NON ROMPETE LE PALLE ALLA MIA “CREATURA”, ELLY SCHLEIN, “SALDA E VINCENTE” AL COMANDO DEL PARTITO – AMORALE DELLA FAVA: “SU-DARIO” NON MOLLA IL RUOLO DI GRAN BURATTINAIO E DAVANTI AI MAL DI PANZA INTERNI, CHE HANNO DATO VITA AI DUE RECENTI CONVEGNI, SI FA INTERVISTARE PER RIBADIRE AI COLLEGHI DI PARTITO CHE DEVONO SEMPRE FARE I CONTI CON LUI. E LA MELONI GODE…

almasri giorgia meloni carlo nordio

DOMANDE SPARSE SUL CASO ALMASRI – CON QUALE AUTORIZZAZIONE IL TORTURATORE LIBICO VIAGGIAVA INDISTURBATO IN EUROPA? AVEVA UN PASSAPORTO FASULLO O UN VISTO SCHENGEN? E IN TAL CASO, PERCHÉ NESSUN PAESE, E SOPRATTUTTO L’ITALIA, SI È OPPOSTO? - LA TOTALE ASSENZA DI PREVENZIONE DA PARTE DEGLI APPARATI ITALIANI: IL MANDATO DI ARRESTO PER ALMASRI RISALE A OTTOBRE. IL GENERALE NON SAREBBE MAI DOVUTO ARRIVARE, PER EVITARE ALLA MELONI L’IMBARAZZO DI SCEGLIERE TRA IL RISPETTO DEL DIRITTO INTERNAZIONALE E LA REALPOLITIK (IL GOVERNO LIBICO, TRAMITE ALMASRI, BLOCCA GLI SBARCHI DI MASSA DI MIGRANTI) – I SOSPETTI DI PALAZZO CHIGI SULLA “RITORSIONE” DELLA CPI E IL PASTROCCHIO SULL’ASSE DEI SOLITI TAJANI-NORDIO

pier silvio giampaolo rossi gerry scotti pier silvio berlusconi

DAGOREPORT - È TORNATA RAISET! TRA COLOGNO MONZESE E VIALE MAZZINI C’È UN NUOVO APPEASEMENT E L'INGAGGIO DI GERRY SCOTTI COME CO-CONDUTTORE DELLA PRIMA SERATA DI SANREMO NE È LA PROVA LAMPANTE - CHIAMARE ALL'ARISTON IL VOLTO DI PUNTA DI MEDIASET È IL SEGNALE CHE IL BISCIONE NON FARÀ LA GUERRA AL SERVIZIO PUBBLICO. ANZI: NEI CINQUE GIORNI DI SANREMO, LA CONTROPROGRAMMAZIONE SARÀ INESISTENTE - I VERTICI DELLA RAI VOGLIONO CHE IL FESTIVAL DI CARLO CONTI SUPERI A TUTTI I COSTI QUELLO DI AMADEUS (DA RECORD) - ALTRO SEGNALE DELLA "PACE": IL TELE-MERCATO TRA I DUE COLOSSI È PRATICAMENTE FERMO DA MESI...

elon musk sam altman

NE VEDREMO DELLE BELLE: VOLANO GIÀ GLI STRACCI TRA I TECNO-PAPERONI CONVERTITI AL TRUMPISMO – ELON MUSK E SAM ALTMAN HANNO LITIGATO SU “X” SUL PROGETTO “STARGATE”. IL MILIARDARIO KETAMINICO HA SPERNACCHIATO IL PIANO DA 500 MILIARDI DI OPENAI-SOFTBANK-ORACLE, ANNUNCIATO IN POMPA MAGNA DA TRUMP: “NON HANNO I SOLDI”. E IL CAPOCCIA DI CHATGPT HA RISPOSTO DI PETTO AL FUTURO “DOGE”: “SBAGLI. MI RENDO CONTO CHE CIÒ CHE È GRANDE PER IL PAESE NON È SEMPRE OTTIMALE PER LE TUE COMPAGNIE, MA NEL TUO RUOLO SPERO CHE VORRAI METTERE PRIMA L’AMERICA…” – LA GUERRA CIVILE TRA I TECNO-OLIGARCHI E LE MOSSE DI TRUMPONE, CHE CERCA DI APPROFITTARNE…

donald trump elon musk jamie dimon john elkann

DAGOREPORT – I GRANDI ASSENTI ALL’INAUGURATION DAY DI TRUMP? I BANCHIERI! PER LA TECNO-DESTRA DEI PAPERONI MUSK & ZUCKERBERG, IL VECCHIO POTERE FINANZIARIO AMERICANO È OBSOLETO E VA ROTTAMATO: CHI HA BISOGNO DEI DECREPITI ARNESI COME JAMIE DIMON IN UN MONDO CHE SI FINANZIA CON MEME-COIN E CRIPTOVALUTE? – L’HA CAPITO ANCHE JOHN ELKANN, CHE SI È SCAPICOLLATO A WASHINGTON PER METTERSI IN PRIMA FILA TRA I “NUOVI” ALFIERI DELLA NEW ECONOMY: YAKI PUNTA SEMPRE PIÙ SUL LATO FINANZIARIO DI EXOR E MENO SULLE VECCHIE AUTO DI STELLANTIS (E ZUCKERBERG L'HA CHIAMATO NEL CDA DI META)

antonino turicchi sandro pappalardo armando varricchio nello musumeci ita airways

DAGOREPORT – DA DOVE SPUNTA IL NOME DI SANDRO PAPPALARDO COME PRESIDENTE DELLA NUOVA ITA “TEDESCA” BY LUFTHANSA? L’EX PILOTA DELL’AVIAZIONE DELL’ESERCITO È STATO “CALDEGGIATO” DA NELLO MUSUMECI. IL MINISTRO DEL MARE, A DISPETTO DEL SUO INCARICO, È MOLTO POTENTE: È L’UNICO DI FRATELLI D’ITALIA AD AVERE I VOTI IN SICILIA, ED È “MERITO” SUO SE SCHIFANI È GOVERNATORE (FU MUSUMECI A FARSI DA PARTE PER FAR CORRERE RENATINO) – E COSÌ ECCO CHE IL “GIORGETTIANO” TURICCHI E L’AMBASCIATORE VARRICCHIO, CARO A FORZA ITALIA, SONO STATI CESTINATI…