NAUFRAGIO SENZA FINE - CI VUOLE UNA EMAIL DALL’AMBASCIATA UNGHERESE PER SCOPRIRE CHE A BORDO DELLA CONCORDIA C’ERANO (ALTRI) PASSEGGERI NON REGISTRATI: SCOMPARSA UNA DONNA CHE HA DETTO AI PARENTI DI ESSERE SALITA CON UN UFFICIALE. CHE DUNQUE NON SOLO SI È PORTATO UN’‘AMICA’ A BORDO, MA NON SI È NEANCHE SINCERATO CHE FOSSE SALVA - UNA NOTIZIA FERALE PER LA COSTA, CHE AVEVA GARANTITO L’IMPERMEABILITÀ DELLA LISTA PASSEGGERI…
1 - GLI OSPITI «FANTASMA» IMBARAZZANO LA COSTA
Marco Imarisio per "Corriere della Sera"
Le cattive notizie arrivano ormai da ogni dove, anche dall'Ungheria. Sono le 8 di domenica mattina quando al capo della Protezione civile Franco Gabrielli viene mostrata una mail spedita dall'ambasciata ungherese a Roma. La prima reazione è di incredulità . Poi segue una discreta arrabbiatura, eufemismo, nei confronti della Costa Crociere. Infine, la decisione di rendere pubblico un argomento scabroso, mai affrontato fino a quel momento. Quello dei clandestini a bordo, dove per clandestini si devono intendere le persone che non sono state registrate al momento dell'imbarco a Civitavecchia.
La compagnia genovese ha negato fin dal primo momento questa circostanza, piuttosto imbarazzante. E i vertici dell'unità di crisi l'avevano sempre presa in parola. Poi, ieri mattina, la mail. Chiedeva lumi sulla sorte di una donna di Budapest, che avrebbe più volte telefonato ai suoi genitori dalla tolda della Concordia, l'ultima volta alle 21, mezz'ora prima dell'urto contro gli scogli delle Scole.
La comunicazione è precisa, circostanziata. Esclude addirittura l'ipotesi di un allontanamento volontario. Viene esaminato il tabulato dei passeggeri a bordo fornito dalla Costa. I cittadini ungheresi saliti sulla nave erano tre. Uno, il povero Sandor Feher, è morto, e rientra nella lista delle vittime finora identificate. Gli altri due risultano sani e salvi in madrepatria. Quel nome, del tutto nuovo, non c'è. Non è compreso neppure nell'elenco dei dispersi ufficiali, aggettivo quest'ultimo usato soltanto negli ultimi due giorni dalla prefettura di Grosseto, quando la conta e i controlli incrociati sembravano ormai aver prodotto un risultato definitivo.
La mail mattiniera non si limita a segnalare l'esistenza di un'altra persona scomparsa. La cittadina ungherese avrebbe raccontato ai suoi parenti di essere salita a bordo ospite di un membro dell'equipaggio, forse di un ufficiale. I media di Budapest aggiungono un altro dettaglio. La donna, parlando con i suoi genitori pochi minuti dopo la partenza, gli avrebbero passato anche una persona, italiana, che si sarebbe identificato con un generico «capitano».
La consuetudine, sempre smentita, di non registrare gli ospiti degli ufficiali sprovvisti di una loro cabina è già stata citata più volte durante questi nove giorni di incertezza sul numero dei dispersi. Se fosse confermata, verrebbe così smentita anche l'accorata difesa dell'azienda fatta da Manrico Giampedroni, il commissario di bordo che al momento del naufragio si è prodigato, con una gamba spezzata, per salvare i passeggeri. «Impossibile», ha detto ieri dall'ospedale di Grosseto. «Tutti i passeggeri vengono fotografati all'ingresso», senza specificare se si tratta di scatti-ricordo o di vera e propria identificazione.
Peggio di così non potrebbe andare per la Costa Crociere, che sull'impermeabilità della lista passeggeri ha eletto una linea del fronte, consapevole di giocarsi molto della propria residua immagine anche su questo aspetto. E se il corpo della donna dovesse essere restituito dalla Concordia la questione diventerebbe presto oggetto di un'altra indagine. La mail, che presto diventerà una richiesta formale di informazioni, un atto diplomatico insomma, ha comunque indotto Gabrielli a rendere pubblico il problema dei clandestini, smentendo così la versione data finora dalla compagnia armatrice, lo indice a declassare da ufficiali a probabili i numeri delle vittime e dei dispersi.
Sull'accezione più estesa del termine «clandestini» poi, si è scatenata un'altra girandola di voci, che riportano alle testimonianze raccolta di prima mano sabato mattina, a sbarco dei passeggeri ancora in corso. Gli abitanti del Giglio hanno raccontato di aver soccorso persone che hanno dichiarato loro di lavorare come inservienti nelle lavanderie della nave. «Cinesi e sudamericani», dicevano. Sono giorni che girano voci sulla presenza di personale non in regola a bordo della Concordia. Speriamo che si tratti solo di leggende isolane.
NAVE CONCORDIANAVE CONCORDIANAVE CONCORDIANAVE CONCORDIASCHETTINOil direttore generale costa crociere gianni onoratoil presidente costa crociere pier luigi foschi