MA COME HA FATTO LA BANCA D’ITALIA A PERMETTERE A MPS DI CONTABILIZZARE UNA OPERAZIONE STRAMPALATA COME ‘’CASAFORTE’’, COME SE FOSSE CAPITALE DELLA BANCA? - SEMPLICE: VIENE REALIZZATA PER PASSARE GLI “STRESS TEST EUROPEI” COSÌ CHE DRAGHI POSSA DIRE CHE ‘’IL SISTEMA BANCARIO ITALIANO È SOLIDO’’ E FARSI ELEGGERE ALLA BCE DOPO AVER INCHIODATO AL MURO IL SUO PAESE SCRIVENDO UNA LETTERINA AL BERLUSCA CHE ANCORA NON HA CAPITO E LO CANDIDA ALLA PRESIDENZA DELLA REPUBBLICA….
DAGOREPORT
Ma come ha fatto la Banca d'Italia a permettere a MPS di contabilizzare una operazione strampalata come Casaforte (http://www.linkiesta.it/mps-casaforte) come se fosse capitale della banca ?
Una normativa della Vigilanza del 10/5/2010, firmata da Saccomanni, sembra fatta solo per favorire l'operazione Casaforte, che infatti rimane l'unica operazione di questo genere fatta in Italia e probabilmente al mondo!
Ai clienti di MPS viene rifilata la "sola" Casaforte al solo scopo di creare l'illusione che MPS non stesse facendo un mutuo a se stessa! Perché Consob autorizza la distribuzione al retail di questo prodotto?
(http://ricerca.repubblica.it/repubblica/archivio/repubblica/2011/01/15/le-scelte-di-mps-pesano-sui-clienti.html)
L'operazione Casaforte non produce utili sul Conto Economico di MPS ed è una "sola" per i clienti: perché viene realizzata? Semplice: far finta che il capitale della Banca sia aumentato e passare gli "stress test europei" così che Mariuccio Draghi possa dire che il sistema bancario italiano è solido e farsi eleggere alla BCE dopo aver, dietro il paravento europeo, inchiodato al muro il suo paese scrivendo una letterina al Berlusca che ancora non ha capito e lo candida alla Presidenza della Repubblica.
http://www.mps.it/Investor+Relations/Comunicati/Archivio/Dal+30+settembre+beneficio+di+40+punti+sul+Tier+1.htm
2. DOPO I BTP, SU MPS PESA IL MACIGNO CASAFORTE
Lorenzo Dilena per linkiesta.it
Mps ha annunciato che chiederà 3,9 miliardi di Monti bond, 500 milioni in più del previsto. Ma nuovi guai potrebbero arrivare anche dall'operazione Casaforte: gli impegni di riacquisto presi con i clienti rischiano di rivelarsi un boomerang e rimangiarsi il capitale liberato con la cessione degli immobili di 2 anni fa.
Il prossimo 31 dicembre molti clienti di Banca Mps troveranno una delusione sul loro conto corrente. Chi due anni fa aveva comprato obbligazioni Casaforte Classe A scoprirà che la cedola semestrale in scadenza rende meno del 2 per cento. Quella successiva potrebbe scendere all'1,4%, se il tasso Euribor resta sui livelli correnti. Sempre meglio dei tassi pagati sul mercato monetario e sui conti correnti a vista, se non fosse che la scadenza finale di Casaforte (circa 1,5 miliardi di nominale) cade nel 2040. E questo mentre la banca sta dando grande risalto all'offerta di conti di deposito (v. Conto Italiano) che arrivano a pagare fino al 5% sulle somme vincolate per cinque anni.
Fino allo scorso giugno, le obbligazioni Casaforte staccavano una cedola semestrale fissa del 3%, ma da allora sono passate a un regime variabile: fino alla scadenza pagheranno il tasso Euribor 6 mesi più l'1,05 per cento. Per ora, le aspettative del mercato incorporate nella curva dei rendimenti non lasciano troppo spazio per sperare in una risalita dell'Euribor. Nelle filiali, gli operatori più sensibili alle ragioni della clientela non nascondono l'imbarazzo: di fronte alle pubblicità dei depositi quinquennali al 5%, alle offerte della concorrenza o anche al semplice confronto con i Btp, non sono molti gli argomenti per dissuadere un cliente che vuol passare a un prodotto più redditizio.
Casaforte è stato argomento di un attacco a testa bassa da parte del parlamentare leghista Gianni Fava, commissario del Caroccio in Toscana. Fava sta cavalcando populisticamente le ragioni dei 280 dipendenti mantovani del Monte dei Paschi, che secondo il piano industriale della banca senese dovrebbero essere esternalizzati. All'inizio di ottobre, il deputato ha presentato un'interrogazione parlamentare su Casaforte, sostenendo poi di aver ricevuto «pressioni per ritirarla». Ma solo dopo un'urticante intervista del deputato alla Padania del 3 ottobre scorso, l'amministratore delegato di Mps Fabrizio Viola si decide a incontrare Fava. Per dirgli - secondo quanto raccontato dallo stesso manager in un'intervista concessa al Corriere di Siena poche ore dopo - «di evitare, anche nel suo interesse, affermazioni forti su attività e prodotti».
La preoccupazione di Viola. Il tentativo di Viola di lanciare un messaggio rassicurante ai possessori di obbligazioni Casaforte («...un buon livello di remunerazione con un profilo di rischio attenuato da garanzie immobiliari») ha tuttavia lasciato trapelare i timori dell'amministratore delegato: «Francamente non vedo problemi per il sottoscrittore mentre per il futuro la banca dovrà valutare la struttura complessiva dell'operazione».
Parole che tradiscono la preoccupazione che circola nelle stanze di Rocca Salimbeni a proposito di Casaforte, un'operazione di cartolarizzazione di mutui ipotecari sul patrimonio immobiliare del gruppo conclusa a fine 2010 sotto la gestione dell'allora presidente Giuseppe Mussari. Il tema è saltato fuori in una delle ultime riunioni del consiglio di amministrazione, messo sul tavolo dall'amministratore delegato Fabrizio Viola.
Gli impegni di riacquisto presi con i clienti, infatti, potrebbero tornare indietro come un boomerang e "rimangiarsi" i punti guadagnati sul patrimonio (40 punti base sul coefficiente Tier 1). Ma qui bisogna fare un passo indietro e spiegare la genesi della cartolarizzazione.





