ESPORTIAMO! SI’, LINGOTTI D’ORO! - IL TRAFFICO DALL’ITALIA VERSO LA SVIZZERA È AUMENTATO DEL 35,6%: “LA GENTE HA PAURA DI CONSERVARE IL PROPRIO PATRIMONIO IN EURO E IN BANCA. C’È ADDIRITTURA CHI PREFERISCE SEPPELLIRE L’ORO IN GIARDINO” - MA AUMENTANO ANCHE LE ESPORTAZIONI DI MACCHINARI, DI PRODOTTI PETROLIFERI RAFFINATI, DI ARTICOLI FARMACEUTICI…
Luigi Grassia per "la Stampa"
Sorpresa, dall'economia italiana arrivano notizie positive sulle esportazioni, cresciute lo scorso febbraio del 7,3% su base annua. Questa è una testimonianza di salute e di capacità competitiva del nostro sistema economico, non appena ci sono le condizioni minime per funzionare.
Ma la cosa più curiosa che emerge dal rapporto dell'Istat riguarda l'oro e la nostra vicina Svizzera: ci sono stati «consistenti aumenti dell'export» del metallo giallo dall'Italia verso la Confederazione elvetica, addirittura +35,6% «per lo più imputabile alle vendite di oro greggio non monetario». In parole povere, si tratta di oro in lingotti che dalle nostre latitudini prende la direzione Nord. Da notare che stiamo parlando di operazioni legali e registrate.
Che cosa sta succedendo? Al telefono da Londra, Alessandra Pilloni di BullionVault (azienda leader per la compravendita e il possesso di oro e argento "fisici") spiega che «gli acquisti di oro fisico sono aumentati in tutto il mondo ma soprattutto in Europa, mentre i contratti Etc di oro "cartaceo" sono in calo. La compravendita di oro di carta, cioè senza passaggio fisico di lingotti, è più tipica della speculazione, mentre con l'acquisto di oro in lingotti si punta a tesaurizzare a lungo termine».
Questo genere di acquisto «si è impennato nell'Eurozona dalla scorsa estate. Gli acquirenti sono persone che 1) temono di conservare il capitale in banca e 2) temono di conservarlo in euro. C'è stato anche un gran numero di italiani che hanno portato lingotti in Svizzera. Mi risulta che lì non si trovino più cassette di sicurezza disponibili».
In certi casi chi punta sull'oro è un individuo iper-apprensivo; «c'è addirittura - dice Alessandra Pilloni - chi seppellisce l'oro in giardino. Ma questo non corrisponde alla tipologia dei clienti di BullionVault. Noi oltre che vendere e comprare l'oro lo conserviamo anche in sicurezza per conto dei clienti».
Ovviamente l'export italiano non vive di solo oro. L'Istat segnala che la crescita tendenziale (cioè annuale, da un febbraio all'altro) delle esportazioni «è trainata dalle vendite di metalli di base e prodotti in metallo verso la Svizzera, di macchinari e apparecchi verso gli Stati Uniti e la Germania, di prodotti petroliferi raffinati verso i paesi dell'Opec e di articoli farmaceutici, chimico-medicinali e botanici verso la Francia».
Anche nel dato congiunturale (cioè mensile, fra gennaio e febbraio) si registra un aumento delle esportazioni italiane, un +0,1% che può sembrare poco ma si fa apprezzare in questo periodo di recessione.
Passando invece a considerare le importazioni, anche loro sono aumentate ma molto meno delle esportazioni: l'Istat registra a febbraio un +0,7% nel confronto mensile e +0,8% annuale. Facendo la differenza fra importazioni ed esportazioni il disavanzo della bilancia commerciale italiana nei primi due mesi dell'anno risulta di 5,5 miliardi di euro, in nettissimo miglioramento rispetto al deficit di oltre 9 miliardi dello stesso bimestre di un anno fa. E depurando il dato dall'import-export energetico il saldo diventerebbe positivo per 6,5 miliardi.
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