EFFETTO SERRA - IL FINANZIERE RENZIANO DAVIDE SERRA LASCIA LONDRA E SI TRASFERISCE IN SVIZZERA - UFFICIALMENTE E’ PER STARE PIÙ VICINO A MILANO DOVE HA APERTO UNA SEDE DEL SUO FONDO “ALGEBRIS” DEDICATA AI CREDITI DETERIORATI - MA IL FISCO SVIZZERO E’ PIÙ LIGHT DI QUELLO BRITISH
Davide Vecchi per il “Fatto quotidiano”
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Addio Londra. Il finanziere Davide Serra, sostenitore nonché prezioso sponsor di Matteo Renzi, ha deciso di lasciare la City. Una scelta, ha spiegato al Fatto attraverso il suo ufficio stampa, compiuta esclusivamente per avvicinarsi a Milano, dove lo scorso giugno ha aperto una sede del suo fondo speculativo Algebris dedicata ai crediti bancari deteriorati (tempismo perfetto), e per essere più vicino all' Italia - spiega - dove vive sia la sua famiglia di origine a Genova sia quella della moglie, Anna Barasi.
Quindi torna nel Belpaese, di cui, fra l' altro, è stato nominato Commendatore della Repubblica? No, niente Italia. Vuole semplicemente avvicinarsi. Si ferma al confine: in Svizzera, a Ginevra. Una manciata di chilometri dal confine, 80 dalla sua casa in montagna di Chamonix e a quasi 400 da Milano. Dallo scorso settembre la signora Serra frequenta con assiduità la città elvetica. Sta cercando casa e visita gli open day delle scuole internazionali per scegliere dove far studiare i loro quattro figli.
Le incursioni ginevrine si ripetono ormai con cadenza mensile e il trasferimento definitivo dalla City potrebbe avvenire entro la prossima estate. Per carità, garantisce Serra: non c'è alcun motivo fiscale dietro questa decisione. Del resto a Londra il fisco è più benevolo rispetto a quello nostrano. In Svizzera è ancora meglio.
Soprattutto per chi trasferisce nelle banche elvetiche grandi patrimoni. E Serra, giovane e brillante finanziere, sposta milioni. La holding del suo gruppo - la Algebris Investments Ltd - versa tra i 3 e gli 8 milioni di sterline annui in commissioni a Serra ormai dal 2006, da quando il giovane e talentuoso finanziere ha creato il fondo speculativo che si è rivelato sin da subito una macchina da soldi.
Il regime fiscale anglosassone per gli stranieri che vivono in Inghilterra prevede una specifica formula per i cosiddetti "residenti non domiciliati", come Serra. Permette di pagare una percentuale agevolata sui propri redditi che viene calcolata non sull' entità complessiva del capitale personale o degli introiti annui registrati o portati in Inghilterra, ma limitata a quanto "detieni e spendi" sul territorio della Gran Bretagna. Un regime fiscale agevolato che vale per un massimo di sette anni. Poi gli scaglioni diventano decisamente più elevati e i controlli stringenti.
Gli "esattori" inglesi non scherzano. I manager che dichiarano di lavorare a Londra senza viverci possono trascorrere nella città solo un massimo di giorni all' anno e sono tenuti a presentare al fisco - nell' eventualità di una verifica - anche biglietti aerei e la più varia e completa documentazione che possa dimostri come effettivamente non risiedano nella città.
A Ginevra è tutto più agevole e meno stringente. Inoltre Serra, bravissimo nel suo mestiere, mal sopporta finire sotto i riflettori e ancora meno ama le critiche, come dimostrò querelando (e poi però perdendo) Pier Luigi Bersani che l' aveva accostato ai "banditi delle Cayman". Eppure la sua società qui era nata mentre ha anche un' altra Algebris che fa capo a Singapore, altro paradiso fiscale.
Tutto legale, per carità, nonché legittimo. Come l' addio a Londra verso Ginevra. Ed è più che comprensibile volersi avvicinare all' Italia, per l' ufficio aperto a Milano e i nonni sparsi per il Paese. Ma a questo punto perché non tornarci proprio in Italia? Del resto ora al Governo c' è l' amico Matteo Renzi, a cui Serra e consorte hanno versato 225 mila euro per sostenerne le campagne elettorali. Il premier sostiene di aver ridotto le tasse in Italia "ma dobbiamo fare di più", ripete. Serra forse aspetta quel po' di più. O non si fida?