gianluigi gabetti gianni agnelli

GABETTI SI FA L'AUTOCOCCODRILLO SU "LA STAMPA" E TRAVAGLIO SI SBELLICA DALLE RISATE: ''ESPRIMIAMO LA MASSIMA SOLIDARIETÀ AI DUE COLLEGHI RIDOTTI AD AMANUENSI DEL MORITURO, LA CUI CONDANNA IN APPELLO (POI PRESCRITTA) SI È TRASFORMATA IN ASSOLUZIONE'' - 'LO FECE PER MANTENERE L'ITALIANITÀ DELLA FIAT', SCRIVONO LE PREFICHE. NO, FU SANZIONATO DALLA CONSOB PER L'OPERAZIONE CHE MANTENNE L'AZIENDA IN MANO AGLI AGNELLI, CHE TRASFERIRONO LA SEDE TRA USA, OLANDA E GB''

 

1. GABETTI "ASSOLTO" SOLO DAI GIORNALI

Dal “Fatto quotidiano

 

GIANLUIGI GABETTI ANDREA AGNELLI

 

Dei morti, si sa, si parla sempre bene. E se il morto è stato un potente, legato a una famiglia di potenti, si arriva anche a glissare su certi peccati commessi in vita. È l' antica consuetudine in voga sulla grande stampa italiana. Solo che ieri, per i coccodrilli su Gianluigi Gabetti, avvocato, storico servitore di Gianni Agnelli e custode per decenni dei segreti e delle fortune della reale casa torinese si è arrivati anche a inventarsi un' assoluzione finale mai arrivata. È quella che riguarda la vicenda dell' equity swap, l' operazione che nel 2005 permise agli Agnelli di riprendersi la Fiat e che portò a un processo per aggiotaggio informativo a carico di Gabetti e Franzo Grande Stevens, altro storico avvocato della famiglia.

 

GIANLUIGI GABETTI JOHN ELKANN

Ieri Repubblica e La Stampa hanno scritto che la vicenda si chiuse con un' assoluzione, riportando pure la soddisfazione di Gabetti ("Non accettavo che rimanesse una macchia sulla mia carriera professionale"). In realtà, nel giugno 2012, la Cassazione aveva annullato la sentenza di assoluzione. Nel giudizio d' appello era arrivata la condanna. Nel 2013, sempre la Suprema corte ha annullato le condanne per avvenuta prescrizione del reato, che però fu commesso (la Consob emise anche una sanzione). Nessuna assoluzione nel merito quindi. Se non per i giornali.

 

 

2. AUTOCOCCODRILLI

Marco Travaglio per “il Fatto quotidiano”

 

GIANNI AGNELLI E GIANLUIGI GABETTI

Quando defunge qualcuno importante e non lo fa all' improvviso, magari perché anziano o malato, i giornali tengono pronti gli articoli di "coccodrillo", per evitare che la notizia li colga impreparati. È accaduto anche per Gianluigi Gabetti, custode delle finanze degli Agnelli. Lui però il coccodrillo su La Stampa se l' è scritto praticamente da solo, a parte la firma, affidata a due malcapitati giornalisti.

 

L' ha rivelato tutto giulivo il direttore Maurizio Molinari: "Gli articoli pubblicati in queste pagine su Gabetti sono stati pensati, voluti e realizzati con il suo personale contributo. Se n' è occupato con cura, parola per parola, lavorando con Luigi La Spina e con Nadia Ferrigo, spinto dalla volontà di consegnare alle pagine del nostro giornale un ritratto il più fedele possibile a come lui voleva essere ricordato".

GIANLUIGI GABETTI

 

In mancanza di comunicati del Cdr, esprimiamo la massima solidarietà ai due colleghi ridotti ad amanuensi del morituro. Forse, conoscendo quegli scavezzacollo di Molinari, La Spina&C., Gabetti non si fidava e anzi si attendeva un assalto all' arma bianca. Magari sui fiumi di miliardi dell' Avvocato nascosti all' estero (e al fisco) e sulla condanna di Gabetti e Grande Stevens (16 mesi in appello prescritti in Cassazione) per l' aggiotaggio dell' equity swap, cioè del magheggio border line che blindò l' indebitatissima Fiat in mano alla Famiglia. Purtroppo, oltre ai testi, Gabetti s' è scordato di controllare i titoli.

 

GIANLUIGI GABETTI E SERGIO MARCHIONNE

Altrimenti non avrebbe autorizzato questa frase a lui attribuita: "Sognavo di fare il diplomatico, capii che la vita è scomoda". Manco fosse un senzatetto con una vita di stenti. Grande, poi, dev' essere stata la sua sorpresa appena giunto Lassù, nello scoprire che anche gli altri giornali, quelli che hanno scritto di lui senza il suo permesso preventivo, hanno evitato ogni riferimento ai fondi esteri e alla condanna prescritta: Repubblica l' ha spacciata per "assoluzione", altri hanno sorvolato.

 

Gabetti e Margherita Agnelli

Se quei pezzi li avesse scritti lui, non sarebbe stato così benevolo: qualche criticuzza qua e là, per non destare sospetti, l' avrebbe disseminata. Ditemi voi se un uomo di mondo e un tipo spiritoso come lui avrebbe potuto scrivere che "Gabetti finì sotto processo per salvare l' italianità del controllo della Fiat" (in realtà salvò il controllo degli Agnelli su un' azienda poi migrata fra l' Olanda, il Regno Unito e Detroit) ed "era un po' l' ultimo torinese" (con buona pace dei restanti 900mila e rotti che si ostinano a risiedere a Torino, anziché emigrare altrove in segno di lutto).

 

gabetti gianna recchi

Infatti l' ha scritto Aldo Cazzullo sul Corriere. Quando c' è di mezzo un potente, certe lingue diventano come gli altiforni. Non possono fermarsi mai perché, spente una volta, non si riattivano più. Se poi si tratta della famiglia Agnelli & affini, la salivazione sfugge a ogni controllo. Sono ancora freschi d' inchiostro gli epicedi di vedovi e prefiche inconsolabili per la dipartita di "donna" Marella Agnelli Caracciolo di Castagneto, oggetto di litanie da far invidia alla Vergine: "regina madre" (ora pro nobis), "regina degli elfi" (ora pro nobis), "principessa regale" (ora pro nobis) dai "piedi bellissimi", "ultimo cigno che sorvolava con grandi ali bianche i giardini incantati".

 

GIANLUIGI GABETTI ALLA MESSA PER AGNELLI FOTO ANSA Gabetti Grande Stevens

L' afflato bucolico, su Libero, era di Renato Farina, detto non a caso Agente Betulla, che concede il bis su Gabetti e il "genio nascosto nella lampada, sfregando la quale ne usciva un signore che risolveva i problemi" e "ha evitato al Paese una catastrofe economica spaventosa", a costo di appuntarsi al petto la medaglia delle "grane tribunalizie", mica come quei pezzenti "che hanno la vocazione innata al reddito di cittadinanza". Il prudente Gabetti non avrebbe mai osato tanto, con le decine di migliaia di operai Fiat mandati a casa.

GIUSEPPE SALA ROSY BINDI

 

marco travaglio

Passando dal regno dei morti a quello dei vivi, ma sempre nell' Olimpo dei santi subito, ecco Beppe Sala, sindaco Pd di Milano. L' altro giorno il Pg ha chiesto di condannarlo a 13 mesi per falso documentale: il 31 maggio 2012 firmò due atti datati 17 maggio 2012, per sanare ex post due membri incompatibili della commissione aggiudicatrice del più grande appalto di Expo e la conseguente gara. La notizia non compare su nessuna prima pagina (a parte il Fatto). La Stampa l' ha nascosta in basso a pag. 7, il Corriere in basso a pag. 7, Repubblica a 21, il Giornale a 6 (ma con un fondo di Sallusti che difende l' imputato Sala e, già che c' è, l' indagato Fontana), il Messaggero a 14.

 

MARCHIONNE E GABETTI

Eppure, quando il pm chiese di condannare Virginia Raggi a 10 mesi, i processi ai sindaci imputati per falso piacevano un sacco: prima notizia in prima pagina su Corriere ("Di Maio, l' avviso a Raggi"), Repubblica ("Il pm: condannate Raggi a 10 mesi. M5S : se colpevole si deve dimettere"), Stampa (Raggi in bilico, un guaio per M5S "), Messaggero ("Sentenza Raggi, bivio per Roma"), Giornale ("Raggi nei guai: il pm chiede 10 mesi"), Foglio ("Si scrive Raggi si legge Di Maio").

 

 

Marrone Gabetti e Grande Stevens

La domanda alla sindaca imputata era unanime: te ne vai o no? Ieri Repubblica e Corriere hanno provveduto alla rivergination di Sala, intervistandolo non da imputato, ma da statista e futuro premier. I titoli non erano "Te ne vai o no?", ma "La politica non mi fa più paura. Il Pd non basta" e "Per il Pd servono alleati. Ma no al M5S ". E il processo? Una banale "incognita" per il Corriere, mentre Repubblica azzardava una lacrimevole domandina: "Quanto le pesa la richiesta di condanna a 13 mesi per abuso d' ufficio per quella firma su un verbale Expo?" (il falso diventava abuso e il reato diventa la firma, non la doppia retrodatazione farlocca).

Luca Cordero di Montezemolo con Gianluigi Gabetti

 

 

Se si fosse intervistato da solo, Sala sarebbe stato più severo, per salvare almeno le apparenze. Dunque, molto meglio il modello Stampa-Gabetti. Gli articoli sui potenti se li scrivano direttamente i potenti: vengono molto meglio.

gabetti

Ultimi Dagoreport

donald trump vladimir putin

DAGOREPORT – PUTIN NON PERDE MAI: TRUMP ESCE A PEZZI DALLA TELEFONATA CON “MAD VLAD”. AVEVA GIÀ PRONTO IL DISCORSO (“HO SALVATO IL MONDO”) E INVECE HA DOVUTO FARE PIPPA DI FRONTE AL NIET DEL PRESIDENTE RUSSO ALLA TREGUA DI 30 GIORNI IN UCRAINA – ZELENSKY COTTO E MANGIATO: “SE NON SEI AL TAVOLO DEL NEGOZIATO, SEI NEL MENÙ” – LE SUPERCAZZOLE DEL TYCOON SU IRAN E ARABIA SAUDITA E LA PRETESA DELL’EX AGENTE DEL KGB: ACCETTO IL CESSATE IL FUOCO SOLO SE FERMATE GLI AIUTI ALL’UCRAINA. MA TRUMP NON POTEVA GARANTIRE A NOME DELL’EUROPA – DOPO IL SUMMIT A GEDDA DI DOMENICA PROSSIMA CI SARÀ UNA NUOVA TELEFONATA TRA I DUE BOSS. POI L’INCONTRO FACCIA A FACCIA…

donald trump dazi giorgia meloni

DAGOREPORT! ASPETTANDO IL 2 APRILE, QUANDO CALERÀ SULL’EUROPA LA MANNAIA DEI DAZI USA, OGGI AL SENATO LA TRUMPIANA DE’ NOANTRI, GIORGIA MELONI, HA SPARATO UN’ALTRA DELLE SUE SUBLIMI PARACULATE - DOPO AVER PREMESSO IL SOLITO PIPPONE (‘’TROVARE UN POSSIBILE TERRENO DI INTESA E SCONGIURARE UNA GUERRA COMMERCIALE...BLA-BLA’’), LA SCALTRA UNDERDOG DELLA GARBATELLA HA AGGIUNTO: “CREDO NON SIA SAGGIO CADERE NELLA TENTAZIONE DELLE RAPPRESAGLIE, CHE DIVENTANO UN CIRCOLO VIZIOSO NEL QUALE TUTTI PERDONO" - SI', HA DETTO PROPRIO COSI': “RAPPRESAGLIE’’! - SE IL SUO “AMICO SPECIALE” IMPONE DAZI ALLA UE E BRUXELLES REAGISCE APPLICANDO DAZI ALL’IMPORTAZIONE DI MERCI ‘’MADE IN USA’’, PER LA PREMIER ITALIANA SAREBBERO “RAPPRESAGLIE”! MAGARI LA SORA GIORGIA FAREBBE MEGLIO A USARE UN ALTRO TERMINE, TIPO: “CONTROMISURE”, ALL'ATTO DI TRUMP CHE, SE APPLICATO, METTEREBBE NEL GIRO DI 24 ORE IN GINOCCHIO TUTTA L'ECONOMIA ITALIANA…

donald trump cowboy mondo in fiamme giorgia meloni friedrich merz keir starmer emmanuel macron

DAGOREPORT: IL LATO POSITIVO DEL MALE - LE FOLLIE DEL CALIGOLA DELLA CASA BIANCA HANNO FINALMENTE COSTRETTO GRAN PARTE DEI 27 PAESI DELL'UNIONE EUROPEA, UNA VOLTA PRIVI DELL'OMBRELLO MILITARE ED ECONOMICO DEGLI STATI UNITI, A FARLA FINITA CON L'AUSTERITY DEI CONTI E DI BUROCRATIZZARSI SU OGNI DECISIONE, RENDENDOSI INDIPENDENTI - GLI EFFETTI BENEFICI: LA GRAN BRETAGNA, ALLEATO STORICO DEGLI USA, HA MESSO DA PARTE LA BREXIT E SI E' RIAVVICINATA ALLA UE - LA GERMANIA DEL PROSSIMO CANCELLIERE MERZ, UNA VOLTA FILO-USA, HA GIA' ANNUNCIATO L'ADDIO ALL’AUSTERITÀ CON UN PIANO DA MILLE MILIARDI PER RISPONDERE AL TRUMPISMO - IN FRANCIA, LA RESURREZIONE DELLA LEADERSHIP DI MACRON, APPLAUDITO ANCHE DA MARINE LE PEN – L’UNICO PAESE CHE NON BENEFICIA DI ALCUN EFFETTO? L'ITALIETTA DI MELONI E SCHLEIN, IN TILT TRA “PACIFISMO” PUTINIANO E SERVILISMO A TRUMP-MUSK...

steve witkoff marco rubio donald trump

DAGOREPORT: QUANTO DURA TRUMP?FORTI TURBOLENZE ALLA CASA BIANCA: MARCO RUBIO È INCAZZATO NERO PER ESSERE STATO DI FATTO ESAUTORATO, COME SEGRETARIO DI STATO, DA "KING DONALD" DALLE TRATTATIVE CON L'UCRAINA (A RYAD) E LA RUSSIA (A MOSCA) - IL REPUBBLICANO DI ORIGINI CUBANE SI È VISTO SCAVALCARE DA STEVE WITKOFF, UN IMMOBILIARISTA AMICO DI "KING DONALD", E GIA' ACCAREZZA L'IDEA DI DIVENTARE, FRA 4 ANNI, IL DOPO-TRUMP PER I REPUBBLICANI – LA RAGIONE DELLA STRANA PRUDENZA DEL TYCOON ALLA VIGILIA DELLA TELEFONATA CON PUTIN: SI VUOLE PARARE IL CULETTO SE "MAD VLAD" RIFIUTASSE IL CESSATE IL FUOCO (PER LUI SAREBBE UNO SMACCO: ALTRO CHE UOMO FORTE, FAREBBE LA FIGURA DEL ''MAGA''-PIRLA…)

giorgia meloni keir starmer donald trump vignetta giannelli

DAGOREPORT - L’ULTIMA, ENNESIMA E LAMPANTE PROVA DI PARACULISMO POLITICO DI GIORGIA MELONI SI È MATERIALIZZATA IERI AL VERTICE PROMOSSO DAL PREMIER BRITANNICO STARMER - AL TERMINE, COSA HA DETTATO ''GIORGIA DEI DUE MONDI'' ALLA STAMPA ITALIANA INGINOCCHIATA AI SUOI PIEDI? “NO ALL’INVIO DEI NOSTRI SOLDATI IN UCRAINA” - MA STARMER NON AVEVA MESSO ALL’ORDINE DEL GIORNO L’INVIO “DI UN "DISPIEGAMENTO DI SOLDATI DELLA COALIZIONE" SUL SUOLO UCRAINO (NON TUTTI I "VOLENTEROSI" SONO D'ACCORDO): NE AVEVA PARLATO SOLO IN UNA PROSPETTIVA FUTURA, NELL'EVENTUALITÀ DI UN ACCORDO CON PUTIN PER IL ‘’CESSATE IL FUOCO", IN MODO DA GARANTIRE "UNA PACE SICURA E DURATURA" - MA I NODI STANNO ARRIVANDO AL PETTINE DI GIORGIA: SULLA POSIZIONE DEL GOVERNO ITALIANO AL PROSSIMO CONSIGLIO EUROPEO DEL 20 E 21 MARZO SULL'UCRAINA, LA PREMIER CERCHIOBOTTISTA STA CONCORDANDO GLI ALLEATI DELLA MAGGIORANZA UNA RISOLUZIONE COMUNE PER IL VOTO CHE L'ATTENDE MARTEDÌ E MERCOLEDÌ IN SENATO E ALLA CAMERA, E TEME CHE AL TRUMPUTINIANO SALVINI SALTI IL GHIRIBIZZO DI NON VOTARE A FAVORE DEL GOVERNO…