commercio nel canale di suez houthi

GLI EFFETTI DELLA GLOBALIZZAZIONE: GLI HOUTHI BOMBARDANO, NOI PAGHIAMO DI PIU' – I RIBELLI YEMENITI ALLARGANO IL CAMPO D'AZIONE DEI LORO ATTACCHI NELL’OCEANO INDIANO, A SUD EST DEL CORNO D'AFRICA, E IL COLOSSO DEI CONTAINER MAERSK AVVERTE: “I COSTI DEI TRASPORTI SALIRANNO” – DOPO IL BLOCCO DEL MAR ROSSO, ANCHE LE NAVI COMMERCIALI CHE CIRCUMNAVIGANO L’AFRICA SONO COSTRETTE AD ALLUNGARE LE ROTTE…

Estratto dell’articolo di Filippo Santelli per www.repubblica.it

 

RIBELLI HOUTHI

In un’economia globale che sembra metabolizzare crisi e guerre di ogni tipo, neppure gli attacchi degli Houthi alle navi di passaggio nel Mar Rosso, e la chiusura della relativa rotta commerciale, hanno finora provocato conseguenze di rilievo. Le perturbazioni, però, non sono finite: lo testimonia l’avvertimento che il colosso Maersk, seconda società al mondo dei container, ha mandato in settimana ai propri clienti.

 

“La zona di rischio si è allargata”, si legge nel rapporto, perché ora le milizie sostenute dall’Iran prendono di mira non solo le navi che dall’Oceano indiano virano verso Nord per imboccare il Mar Rosso, passando dal pericolosissimo stretto di Bab el-Mandeb, ma anche quelle che prendono la strada alternativa – due settimane più lunga e in teoria sicura – che circumnaviga l’Africa da Sud, doppiando il Capo di Buona speranza.

 

RIBELLI HOUTHI

E così, per evitare di essere colpite da un missile o un drone, le navi devono allontanarsi di più dalle coste dello Yemen e allungare ancora le rotte: i costi nei prossimi mesi cresceranno, dice dunque Maersk ai suoi clienti.

 

Dallo scorso dicembre, quando le milizie Houthi hanno iniziato a prendere di mira le navi commerciali di passaggio davanti alla costa dello Yemen, i volumi di container in transito dal Mar Rosso sono crollati di circa il 70%, con un aumento comparabile del traffico sulla rotta alternativa.

 

Gli attacchi, sostiene la milizia, sono indirizzati solo a imbarcazioni dirette verso i porti di Israele o legate al Paese, come ritorsione contro la guerra contro Hamas. Ma nei fatti droni e missili hanno minacciato anche altre imbarcazioni, spingendo quasi tutte le maggiori società di navigazione a evitare il passaggio dal golfo di Bab el-Mandeb.

 

IMPATTO DELLA CRISI NEL MAR ROSSO

I costi maggiori per il carburante e le assicurazioni, oltre che la minore disponibilità di navi, hanno fatto aumentare i prezzi soprattutto sulla rotta tra Oriente (Cina in particolare) ed Europa.

 

Ma dopo un picco alla fine di gennaio sono scesi: al momento si attestano sui 3.500 dollari al container, contro i 5.500 toccati tre mesi fa, e comunque lontanissimi dal record di 14.000 dollari raggiunto nel 2021, durante il grande ingorgo di merci seguito alla ripartenza dell’economia globale dopo la pandemia, che ha enormemente ritardato o addirittura bloccato una serie di industrie chiave come l’automotive.

 

ribelli houthi - mar rosso

[…] Anche le conseguenze sul prezzo del petrolio sono state contenute, nonostante circa il 10% del greggio globale transiti dal Mar Rosso: il prezzo del brent oggi è sotto quello della data del primo attacco degli Houthi e nelle ultime settimane ha reagito molto più bruscamente alle notizie relative all’Iran e a un suo eventuale coinvolgimento più diretto nel conflitto in Medio Oriente.

 

Proprio alla luce di questi fattori, che almeno nel breve periodo non dovrebbero cambiare segno, una recente analisi di un gruppo di economisti della Bce prevede impatti “modesti” di questa crisi sull’economia globale e su quella europea.

 

ribelli houthi in yemen

Sarebbero addirittura molto modesti se la situazione si normalizzasse entro fine giugno, per esempio ipotizzando che l’accordo tra Israele e Hamas faccia cessare anche gli attacchi degli Houthi, ma in fondo resterebbero limitati anche nel caso la chiusura del Mar Rosso si prolungassero fino a dicembre: una diminuzione del commercio globale dell’1,3% quest’anno e dello 0,5% il prossimo, e una diminuzione delle esportazioni europee dell’1,6% quest’anno e dello 0,9% il prossimo. […]

houthi - crisi nel mar rosso

 

ribelli houthi

Ultimi Dagoreport

pier silvio giampaolo rossi gerry scotti pier silvio berlusconi

DAGOREPORT - È TORNATA RAISET! TRA COLOGNO MONZESE E VIALE MAZZINI C’È UN NUOVO APPEASEMENT E L'INGAGGIO DI GERRY SCOTTI COME CO-CONDUTTORE DELLA PRIMA SERATA DI SANREMO NE È LA PROVA LAMPANTE - CHIAMARE ALL'ARISTON IL VOLTO DI PUNTA DI MEDIASET È IL SEGNALE CHE IL BISCIONE NON FARÀ LA GUERRA AL SERVIZIO PUBBLICO. ANZI: NEI CINQUE GIORNI DI SANREMO, LA CONTROPROGRAMMAZIONE SARÀ INESISTENTE - I VERTICI DELLA RAI VOGLIONO CHE IL FESTIVAL DI CARLO CONTI SUPERI A TUTTI I COSTI QUELLO DI AMADEUS (DA RECORD) - ALTRO SEGNALE DELLA "PACE": IL TELE-MERCATO TRA I DUE COLOSSI È PRATICAMENTE FERMO DA MESI...

elon musk sam altman

NE VEDREMO DELLE BELLE: VOLANO GIÀ GLI STRACCI TRA I TECNO-PAPERONI CONVERTITI AL TRUMPISMO – ELON MUSK E SAM ALTMAN HANNO LITIGATO SU “X” SUL PROGETTO “STARGATE”. IL MILIARDARIO KETAMINICO HA SPERNACCHIATO IL PIANO DA 500 MILIARDI DI OPENAI-SOFTBANK-ORACLE, ANNUNCIATO IN POMPA MAGNA DA TRUMP: “NON HANNO I SOLDI”. E IL CAPOCCIA DI CHATGPT HA RISPOSTO DI PETTO AL FUTURO “DOGE”: “SBAGLI. MI RENDO CONTO CHE CIÒ CHE È GRANDE PER IL PAESE NON È SEMPRE OTTIMALE PER LE TUE COMPAGNIE, MA NEL TUO RUOLO SPERO CHE VORRAI METTERE PRIMA L’AMERICA…” – LA GUERRA CIVILE TRA I TECNO-OLIGARCHI E LE MOSSE DI TRUMPONE, CHE CERCA DI APPROFITTARNE…

donald trump elon musk jamie dimon john elkann

DAGOREPORT – I GRANDI ASSENTI ALL’INAUGURATION DAY DI TRUMP? I BANCHIERI! PER LA TECNO-DESTRA DEI PAPERONI MUSK & ZUCKERBERG, IL VECCHIO POTERE FINANZIARIO AMERICANO È OBSOLETO E VA ROTTAMATO: CHI HA BISOGNO DEI DECREPITI ARNESI COME JAMIE DIMON IN UN MONDO CHE SI FINANZIA CON MEME-COIN E CRIPTOVALUTE? – L’HA CAPITO ANCHE JOHN ELKANN, CHE SI È SCAPICOLLATO A WASHINGTON PER METTERSI IN PRIMA FILA TRA I “NUOVI” ALFIERI DELLA NEW ECONOMY: YAKI PUNTA SEMPRE PIÙ SUL LATO FINANZIARIO DI EXOR E MENO SULLE VECCHIE AUTO DI STELLANTIS (E ZUCKERBERG L'HA CHIAMATO NEL CDA DI META)

antonino turicchi sandro pappalardo armando varricchio nello musumeci ita airways

DAGOREPORT – DA DOVE SPUNTA IL NOME DI SANDRO PAPPALARDO COME PRESIDENTE DELLA NUOVA ITA “TEDESCA” BY LUFTHANSA? L’EX PILOTA DELL’AVIAZIONE DELL’ESERCITO È STATO “CALDEGGIATO” DA NELLO MUSUMECI. IL MINISTRO DEL MARE, A DISPETTO DEL SUO INCARICO, È MOLTO POTENTE: È L’UNICO DI FRATELLI D’ITALIA AD AVERE I VOTI IN SICILIA, ED È “MERITO” SUO SE SCHIFANI È GOVERNATORE (FU MUSUMECI A FARSI DA PARTE PER FAR CORRERE RENATINO) – E COSÌ ECCO CHE IL “GIORGETTIANO” TURICCHI E L’AMBASCIATORE VARRICCHIO, CARO A FORZA ITALIA, SONO STATI CESTINATI…

friedrich merz donald tusk giorgia meloni trump emmanuel macron olaf scholz mario draghi

C’ERA UNA VOLTA IL TRENO PER KIEV CON DRAGHI, MACRON E SCHOLZ. ORA, COMPLICE IL TRUMPISMO SENZA LIMITISMO DI GIORGIA MELONI, L’ITALIA È SPARITA DALLA LEADERSHIP DELL’UE - LA DUCETTA PREFERISCE ACCUCCIARSI AI PIEDI DI WASHINGTON (CHE VUOLE VASSALLI, NON ALLEATI ALLA PARI) CHE RITAGLIARSI UN RUOLO IN EUROPA - FRIEDRICH MERZ, PROBABILE NUOVO CANCELLIERE TEDESCO, HA "ESPULSO" L'ITALIA DAL GIRO CHE CONTA: A CHI GLI HA CHIESTO QUALE PAESE ANDREBBE AGGIUNTO A UN DIRETTORIO FRANCO-TEDESCO, HA CITATO LA POLONIA, GUIDATA DAL POPOLARE DONALD TUSK (NEMICO NUMERO UNO DEL PIS DI MORAWIECKI E KACZYNSKI, ALLEATI DELLA DUCETTA IN ECR) - “I AM GIORGIA” SOGNAVA DI ESSERE IL “PONTE” TRA USA E UE E SI RITROVA A FARE LA CHEERLEADER DELLA TECNO-DESTRA DI MUSK E TRUMP…