IL GORNO DELLA MARMOTTA - ALLA CDP IL TEMPO NON PASSA E LA PRESIDENZA ANDRÀ QUASI SICURAMENTE ALL'EX AMMINISTRATORE DELEGATO GORNO TEMPINI - COME DAGO-RIVELATO, L'INTERVENTO DI GUZZETTI HA FATTO DESISTERE FRANCESCO PROFUMO DAL LASCIARE L'ACRI PER LA CDP, E LE FONDAZIONI HANNO DOVUTO TROVARE UN PIANO B, VISTO CHE TONONI SCALPITA DA MESI PER LASCIARE
1. DAGOSPIA: GUZZETTI INTERVIENE SU PROFUMO. 'RESTA ALL'ACRI, NON ANDARE IN CDP'
15 ottobre 2019
2. TONONI VUOLE MOLLARE LA PRESIDENZA DI CDP, MA GUZZETTI LO FRENA
Dagospia, 28 febbraio 2019
3. TONONI MISTERY – IL PRESIDENTE DI CDP ERA INTENZIONATO A MOLLARE PER DISSIDI CON L’AD FABRIZIO PALERMO. MA HA CAMBIATO IDEA DOPO UN INCONTRO CON IL SUO MENTORE GUZZETTI, CHE L’AVREBBE PREGATO DI SOPRASSEDERE ALMENO FINO ALLA ASSEMBLEA DELL’ACRI
Dagospia, 26 marzo 2019
4. LA SMENTITA DI TONONI: ''NON VOGLIO LASCIARE CDP, RICOSTRUZIONI PRIVE DI FONDAMENTO''
Dagospia, 26 marzo 2019
5. OGGI: GORNO TEMPINI VERSO LA PRESIDENZA CDP, DOMANI IL VERTICE DELLE FONDAZIONI
Giovanni Gorno Tempini Giiseppe Guzzetti Paolo Morerio e Carlo Messina
Alessandro Barbera per “la Stampa”
Poiché lo Stato interventista si è ripreso lo spazio di un tempo, la notizia è piuttosto rilevante. Cassa depositi e prestiti, il colosso pubblico che ogni anno muove più fondi di una Finanziaria (nel 2018 ben trentasei miliardi di euro), sta per cambiare presidente. Massimo Tononi, già Goldman Sachs, sottosegretario al Tesoro e numero uno del Monte dei Paschi di Siena, si è stufato. Ha rapporti difficili con l' amministratore delegato della Cassa - il decisionista Fabrizio Palermo - e si sente poco tagliato per quel lavoro, che costringe a trattative estenuanti fra il Tesoro e le sessantuno Fondazioni bancarie azioniste del sedici per cento del capitale.
A quella poltrona avrebbe dovuto candidarsi il torinese Francesco Profumo, attualmente presidente dell' Acri, l' associazione che riunisce proprio le Fondazioni e della Compagnia San Paolo. Ma anche se la candidatura stava avanzando, su consiglio del grande vecchio della finanza bancaria - Giuseppe Guzzetti - ha deciso di fare un passo indietro. Nei palazzi si dice che lo stesso Guzzetti - ormai in pensione ma ancora regista indiscusso di quel mondo - abbia avanzato la candidatura di Giovanni Gorno Tempini, già amministratore delegato di Cassa ai tempi di Berlusconi e Monti, e oggi consigliere di amministrazione a Banca Intesa.
Mettere d' accordo sessantuno persone non è mai semplice, se ne parlerà domani in un vertice delle Fondazioni. Fino all' ultimo la partita sembra aperta a possibili colpi di scena. Fra le Fondazioni c' è chi vorrebbe riavere su quella poltrona Franco Bassanini, ma al momento l' unica alternativa concreta a Gorno è quella dello spezzino Matteo Melley, consigliere della Cassa. Il governo avrebbe deciso di rimanere fuori della partita, e con l' eccezione del penultimo presidente (Claudio Costamagna) questo è quel accade di solito per la scelta del presidente.
In ogni caso la maggioranza giallorossa non avrebbe obiezioni attorno al nome di Gorno.
Non tutti i tasselli però si sono ancora messi al loro posto, e come spesso accade in queste grandi operazioni di potere il diavolo è sempre nel dettaglio. Perché l' avvicendamento si compia Tononi deve rassegnare le dimissioni. Dovrebbero arrivare nel consiglio di amministrazione di giovedì della Cassa, ma la certezza ancora non c' è. In ogni caso la mancata candidatura di Profumo sta creando a cascata fibrillazioni nell' universo piemontese delle Fondazioni.
francesco profumo giuseppe guzzetti
Già, perché l' ex ministro è presidente dell' Acri da appena quattro mesi, e nell' ipotesi della nomina in Cassa avrebbe dovuto dare dimissioni premature. Per prendere il posto di Profumo all' Acri c' era già un candidato in pista: il presidente della Fondazione Cassa di risparmio di Torino Giovanni Quaglia. C' è poi un ulteriore dettaglio da considerare: Profumo ha accettato di buon grado il passo indietro dall' ipotesi Cassa ma vorrebbe ottenere la conferma alla presidenza della Compagnia del San Paolo.
E però il sindaco Chiara Appendino non sembra decisa a riconfermarlo. Le nuove competenze di Cassa depositi, in fase di espansione (sta aprendo sedi nelle principali città italiane) e decisa a dare un' impronta di politica industriale come non si vedeva dai tempi dell' Iri, rendono quella poltrona particolarmente interessante.