IL GOVERNO TEDESCO METTE LE MANI SU GAZPROM: L’ESECUTIVO DI OLAF SCHOLZ HA PRESO IL CONTROLLO DELLA FILIALE TEDESCA DEL COLOSSO DI STATO RUSSO, DOPO CHE IL CREMLINO SI ERA MOSSO SOTTOTRACCIA PER TRASFERIRE LA PROPRIETÀ A DUE OSCURE IMPRESE DI SAN PIETROBURGO. È UN DISPETTO A PUTIN O UN FAVORE? LA DECISIONE IN REALTÀ SALVAGUARDA L’AZIENDA RUSSA DALLE CONSEGUENZE DELLE SANZIONI…
Tonia Mastrobuoni per “la Repubblica”
La scorsa settimana era girata voce che il governo tedesco volesse statalizzare la controllata tedesca di Gazprom, il colosso del gas russo. Dopo le irritate reazioni di Mosca, sulla vicenda era calato il silenzio. Ma nel fine settimana, secondo alcuni media, il Cremlino si era mosso sottotraccia per trasferire la proprietà di "Gazprom Germania" a due oscure imprese con sede a San Pietroburgo, JSC Palmary e GPEBS, per comprarla insomma attraverso degli ignoti intermediari per 226 milioni di euro.
Così, Berlino è corsa ai ripari e ha sfoderato ieri l'atomica. In base alla legge sulle aziende strategiche, resa molto più stringente in anni recenti, dopo gli assalti cinesi ai gioielli della robotica, nessuna azienda straniera può comprare determinate imprese tedesche senza l'assenso del governo. Una legge che riguarda anzitutto il settore energetico, per ovvi motivi di sicurezza.
Quando è suonato dunque il campanello d'allarme sul tentato scippo dei russi, il governo Scholz ha bloccato l'operazione e ha trasferito "Gazprom Germania" all'Autorità delle reti tedesca che la controllerà fino a settembre attraverso un trust.
Una mossa senza precedenti nella storia tedesca che ha anche il senso di proteggere un'impresa attiva in ogni fase del commercio del gas: vendita, trasporto, acquisto e, soprattutto, le fondamentali operazioni di stoccaggio. E che è quindi di vitale importanza per l'approvvigionamento di una parte del Paese.
Ma la mossa non ha solo lo scopo di sottrarre la controllata di Gazprom alle grinfie di Mosca. Il ministero dell'Economia guidato da Robert Habeck, esponente dei Verdi, ne vuole anche scongiurare un "fallimento tecnico".
A causa delle sanzioni inflitte dall'Occidente alla Russia, di Vladimir Putin, "Gazprom Germania" e la cugina russa "Rosneft Deutschland", controllata dall'omonimo colosso russo attivo nel settore del petrolio, fanno i conti con una crescente disaffezione dei partner commerciali, che stanno voltando le spalle alle due aziende del Cremlino per paura di ritorsioni o danni reputazionali o perché temono che anche i due grimaldelli geopolitici di Putin possano finire prima o poi nelle liste nere dei paesi del G7.
La clamorosa decisione del governo guidato dal socialdemoratico Olaf Scholz serve anche a salvaguardare le due aziende russe dalle conseguenze delle misure decise dall'Occidente per fermare Putin mella sia aggressione all'Ucraina.
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