toninelli di maio aereo di stato

IL GOVERNO ZELIG - TONINELLI APRE AI BENETTON IN ALITALIA: ''NON VA MISCHIATA CON IL PONTE MORANDI'', STASERA DI MAIO GLI CHIUDE LA MANO NELLA PORTA: ''ATLANTIA NON C'È SE NON VEDO LE CARTE, CIOÈ FINCHÉ NON MANDANO UNA RICHIESTA FORMALE DI ENTRARE NELLA PARTITA''. IERI CASTELLUCCI HA FATTO IL PREZIOSO, MA LA TRATTATIVA VA AVANTI: OVVIAMENTE IN BALLO C'È LA CONCESSIONE DI AUTOSTRADE. SE IL GOVERNO SMETTE DI FARE LA GUERRA (MEDIATICA) AI BENETTON, LORO APRONO IL PORTAFOGLIO PER IL CARROZZONE

 

 

  1. ALITALIA: TONINELLI,NON VA MISCHIATA CON PONTE MORANDI

 (ANSA) - "Dire che abbiamo cambiato atteggiamento su Atlantia non sta né in cielo nè in terra". Lo afferma il ministro delle Infrastrutture Danilo Toninelli, parlando a Radio 24 del possibile coinvolgimento della società della famiglia Benetton in Alitalia. "Abbiamo un vantaggio quello di non mischiare le cose: quando lo fai - sottolinea - sei ricattabile o devi fare compromessi al ribasso. La questione Alitalia è gestita dai Commissari e da Fs. Altro ambito è il Ponte Morandi, con la Commissione ad hoc al Mit. Sono due cose diverse, due dossier che vengono valutati singolarmente".

DANILO TONINELLI LUIGI DI MAIO GIUSEPPE CONTE MATTEO SALVINI

 

 

"Gli investitori e i finanziatori ci sono, ne manca uno", ha proseguito il ministro, confermando le parole di Luigi Di Maio, secondo cui all'appello per il controllo della newco Alitalia mancherebbe un ultimo 15%, ancora da assegnare. "I Commissari e le Ferrovie ci stanno lavorando. Dateci tempo fiducia per chiudere un dossier che non è affatto semplice. Ci sono interlocuzioni e trattative importanti", ha insistito, ribadendo che al centro dell'attenzione del governo ci sono i dipendenti e l'immagine di Alitalia.

Alitalia, sì del Carroccio all' ingresso di Atlantia I soci coperti di Di Maio

Giorgetti: «C' è una coerenza industriale» Ma Castellucci frena: «Troppi fronti aperti» Il ministro in tv annuncia che all' appello mancherebbe soltanto il 15% del capitale.

 

  1. ALITALIA:DI MAIO, ATLANTIA NON C'È SE NON VEDO CARTE 

(ANSA) - "Ho letto anche io le dichiarazioni di Castellucci (l'a.d. di Atlantia, ndr) che diceva che non se lo potevano permettere, finché non leggo le carte, cioè finché non inviano i soggetti interessati una richiesta formale per me non sono a bordo. Poi leggeremo le carte. La situazione è complessa". Così il vicepremier Luigi Di Maio, intervenendo a Zapping, ha commentato la posizione dell'holding dei Benetton sulla partita per Alitalia.

 

toninelli renzi di maio air force renzi

Di Maio ha poi smentito che vengano ancora utilizzati soldi dei contribuenti per il salvataggio della compagnia aerea perché, ha spiegato "il Mef ce li aveva messi negli ultimi due anni, quindi converte i prestiti in azioni". Per il ministro, in ogni caso, "il personale va tutelato, per questo ho voluto che lo Stato ci fosse dentro senza soldi degli italiani".

 

 

  1. ALITALIA, IL CARROCCIO DICE SÌ AI BENETTON

Rosario Dimito per “il Messaggero

 

La Lega rompe gli indugi su Alitalia ed apre ad Atlantia.

Si profila così un nuovo scenario politico più favorevole all' intervento del gruppo autostradale. Che però, dal canto suo, ieri ha ribadito la posizione già espressa durante l' ultima assemblea di «non voler aprire un altro fronte dopo i tanti già aperti». Molti però pensano che si tratti di una mossa tattica.

 

di maio e toninelli davanti all air force renzi

Tutto accade mentre filtra l' ipotesi che i commissari siano stati autorizzati dal Mise ad allungare al 15 (o al 31 maggio) il termine concesso alle Ferrovie per fare l' offerta. A complicare tutto ci ha pensato poi Luigi Di Maio che, intervistato su La7, ha delineato un nuovo scenario: «Ci sono Fs, Delta e ci sarà il Mef, ci sono tre soggetti, ne manca uno, ma non manca il 40%, bensì il 15%». Parole che hanno lasciato di stucco tutti i soggetti coinvolti. Siccome Mef e Delta hanno già deciso di rilevare un 15% a testa, l' unica chiave di lettura possibile è che Di Maio pensi a un portage di Fs o Tesoro: aumentare le loro quote salvo trovare un altro partner in seguito.

 

Una fonte ministeriale autorevole, interpellata dopo le parole di Di Maio, spiega: «Siamo ancora in una fase interlocutoria».

 

IL BUIO SULLE MOSSE

I commissari sono all' oscuro di tutto, compresa la nuova proroga, e questo contribuisce da un lato ad alimentare la tensione specie da parte sindacale per il timore possa rifarsi avanti Lufthansa, e dall' altra suona come ulteriore insipienza politica perché al di là delle enunciazioni, mancano i fatti concreti, benché Giuseppe Conte due settimane fa, avesse promesso l' apertura di un tavolo a Palazzo Chigi. Non se ne è saputo più nulla. Chi invece è venuto allo scoperto, come detto, è stato il sottosegretario alla presidenza del Consiglio, il leghista Giancarlo Giorgetti. «Atlantia», ha detto il primo maggio, «in quanto concessionario autostradale secondo me non dovrebbe entrare in Alitalia, ma Atlantia come proprietaria di Aeroporti di Roma ha un interesse concreto di tipo industriale».

CASTELLUCCI

 

Giorgetti ha rimarcato come, sulle vicende di Atlantia, anche dopo la tragedia di Genova, la Lega abbia sempre avuto un atteggiamento «presente e razionale», differenziandosi da M5S che invece ha preso di punta la società autostradale con una polemica che alla fine si sta rivelando deleteria anche per il rilancio della compagnia. L' esponente di governo ha ricordato che chi entra in Alitalia lo deve fare «con un obiettivo preciso non per barcamenarsi o permettere ad Alitalia di proseguire due anni soltanto.

 

Deve dare prospettive a lungo termine e una linea di galleggiamento per quanto riguarda reddito e utili e non perdite». E poi: «Dobbiamo essere ottimisti. Il lavoro va avanti, anche se parliamo di un business complicato - ha proseguito Giorgetti - Non credo che quello delle compagnie aeree sia un mondo dove si facciano utili. Ci sono tante difficoltà che influiscono sulla tipologia di business. L' Italia è un Paese che per il turismo, una sua compagnia aerea dovrebbe essere in grado di mantenerla».

 

Fin qui una parte della politica che con maggiore senso di realtà prova ad accelerare i tempi per il rilancio. Finora lo schema di lavoro prevede che Fs, Delta e Mef sottoscrivano fino al 60-65% della Newco, manca la quota residua ma non è facile trovare un soggetto idoneo. E Atlantia, che sarebbe pronta, deve tenere il punto anche rispetto alla legittimazione incassata dalla Lega. «Abbiamo tanti fronti aperti al momento che non possiamo pensare di impegnarci su un altro fronte così complesso come Alitalia», ha sottolineato sempre ieri l' ad Giovanni Castellucci. Il manager ha anche sottolineato che «Adr ha un appeal a livello globale e quindi il suo futuro non è cosi determinato dalle vicende di Alitalia».

castellucci

 

Eppure continuano i contatti tra Atlantia, Fs e Mediobanca per rientrare nella gara regolata da una procedura tecnicamente interrotta martedì 30 aprile. Dal Mise ieri sera sarebbe trapelata l' indicazione si spostare i termini a metà o anche a fine maggio. Sembra che lo studio Laghi abbia predisposto la bozza di lettera da inviare a Fs con la quarta proroga. Prima però va sottoposta a Di Maio: due pagine in cui si dice è stato raggiunto l' accordo con Delta e sono in corso colloqui con investitori. Fs comunque continua a lavorare al progetto: ieri pomeriggio a Roma vertice con gli emissari legali di Delta arrivati da Atlanta, Mediobanca, Credit Suisse, EY, Kpmg, studi Cleary Gottlieb, BonelliErede.

Ultimi Dagoreport

donald trump dazi giorgia meloni

DAGOREPORT! ASPETTANDO IL 2 APRILE, QUANDO CALERÀ SULL’EUROPA LA MANNAIA DEI DAZI USA, OGGI AL SENATO LA TRUMPIANA DE’ NOANTRI, GIORGIA MELONI, HA SPARATO UN’ALTRA DELLE SUE SUBLIMI PARACULATE - DOPO AVER PREMESSO IL SOLITO PIPPONE (‘’TROVARE UN POSSIBILE TERRENO DI INTESA E SCONGIURARE UNA GUERRA COMMERCIALE...BLA-BLA’’), LA SCALTRA UNDERDOG DELLA GARBATELLA HA AGGIUNTO: “CREDO NON SIA SAGGIO CADERE NELLA TENTAZIONE DELLE RAPPRESAGLIE, CHE DIVENTANO UN CIRCOLO VIZIOSO NEL QUALE TUTTI PERDONO" - SI', HA DETTO PROPRIO COSI': “RAPPRESAGLIE’’! - SE IL SUO “AMICO SPECIALE” IMPONE DAZI ALLA UE E BRUXELLES REAGISCE APPLICANDO DAZI ALL’IMPORTAZIONE DI MERCI ‘’MADE IN USA’’, PER LA PREMIER ITALIANA SAREBBERO “RAPPRESAGLIE”! MAGARI LA SORA GIORGIA FAREBBE MEGLIO A USARE UN ALTRO TERMINE, TIPO: “CONTROMISURE”, ALL'ATTO DI TRUMP CHE, SE APPLICATO, METTEREBBE NEL GIRO DI 24 ORE IN GINOCCHIO TUTTA L'ECONOMIA ITALIANA…

donald trump cowboy mondo in fiamme giorgia meloni friedrich merz keir starmer emmanuel macron

DAGOREPORT: IL LATO POSITIVO DEL MALE - LE FOLLIE DEL CALIGOLA DELLA CASA BIANCA HANNO FINALMENTE COSTRETTO GRAN PARTE DEI 27 PAESI DELL'UNIONE EUROPEA, UNA VOLTA PRIVI DELL'OMBRELLO MILITARE ED ECONOMICO DEGLI STATI UNITI, A FARLA FINITA CON L'AUSTERITY DEI CONTI E DI BUROCRATIZZARSI SU OGNI DECISIONE, RENDENDOSI INDIPENDENTI - GLI EFFETTI BENEFICI: LA GRAN BRETAGNA, ALLEATO STORICO DEGLI USA, HA MESSO DA PARTE LA BREXIT E SI E' RIAVVICINATA ALLA UE - LA GERMANIA DEL PROSSIMO CANCELLIERE MERZ, UNA VOLTA FILO-USA, HA GIA' ANNUNCIATO L'ADDIO ALL’AUSTERITÀ CON UN PIANO DA MILLE MILIARDI PER RISPONDERE AL TRUMPISMO - IN FRANCIA, LA RESURREZIONE DELLA LEADERSHIP DI MACRON, APPLAUDITO ANCHE DA MARINE LE PEN – L’UNICO PAESE CHE NON BENEFICIA DI ALCUN EFFETTO? L'ITALIETTA DI MELONI E SCHLEIN, IN TILT TRA “PACIFISMO” PUTINIANO E SERVILISMO A TRUMP-MUSK...

steve witkoff marco rubio donald trump

DAGOREPORT: QUANTO DURA TRUMP?FORTI TURBOLENZE ALLA CASA BIANCA: MARCO RUBIO È INCAZZATO NERO PER ESSERE STATO DI FATTO ESAUTORATO, COME SEGRETARIO DI STATO, DA "KING DONALD" DALLE TRATTATIVE CON L'UCRAINA (A RYAD) E LA RUSSIA (A MOSCA) - IL REPUBBLICANO DI ORIGINI CUBANE SI È VISTO SCAVALCARE DA STEVE WITKOFF, UN IMMOBILIARISTA AMICO DI "KING DONALD", E GIA' ACCAREZZA L'IDEA DI DIVENTARE, FRA 4 ANNI, IL DOPO-TRUMP PER I REPUBBLICANI – LA RAGIONE DELLA STRANA PRUDENZA DEL TYCOON ALLA VIGILIA DELLA TELEFONATA CON PUTIN: SI VUOLE PARARE IL CULETTO SE "MAD VLAD" RIFIUTASSE IL CESSATE IL FUOCO (PER LUI SAREBBE UNO SMACCO: ALTRO CHE UOMO FORTE, FAREBBE LA FIGURA DEL ''MAGA''-PIRLA…)

giorgia meloni keir starmer donald trump vignetta giannelli

DAGOREPORT - L’ULTIMA, ENNESIMA E LAMPANTE PROVA DI PARACULISMO POLITICO DI GIORGIA MELONI SI È MATERIALIZZATA IERI AL VERTICE PROMOSSO DAL PREMIER BRITANNICO STARMER - AL TERMINE, COSA HA DETTATO ''GIORGIA DEI DUE MONDI'' ALLA STAMPA ITALIANA INGINOCCHIATA AI SUOI PIEDI? “NO ALL’INVIO DEI NOSTRI SOLDATI IN UCRAINA” - MA STARMER NON AVEVA MESSO ALL’ORDINE DEL GIORNO L’INVIO “DI UN "DISPIEGAMENTO DI SOLDATI DELLA COALIZIONE" SUL SUOLO UCRAINO (NON TUTTI I "VOLENTEROSI" SONO D'ACCORDO): NE AVEVA PARLATO SOLO IN UNA PROSPETTIVA FUTURA, NELL'EVENTUALITÀ DI UN ACCORDO CON PUTIN PER IL ‘’CESSATE IL FUOCO", IN MODO DA GARANTIRE "UNA PACE SICURA E DURATURA" - MA I NODI STANNO ARRIVANDO AL PETTINE DI GIORGIA: SULLA POSIZIONE DEL GOVERNO ITALIANO AL PROSSIMO CONSIGLIO EUROPEO DEL 20 E 21 MARZO SULL'UCRAINA, LA PREMIER CERCHIOBOTTISTA STA CONCORDANDO GLI ALLEATI DELLA MAGGIORANZA UNA RISOLUZIONE COMUNE PER IL VOTO CHE L'ATTENDE MARTEDÌ E MERCOLEDÌ IN SENATO E ALLA CAMERA, E TEME CHE AL TRUMPUTINIANO SALVINI SALTI IL GHIRIBIZZO DI NON VOTARE A FAVORE DEL GOVERNO… 

picierno bonaccini nardella decaro gori zingaretti pina stefano dario antonio giorgio nicola elly schlein

DAGOREPORT - A CONVINCERE GLI EUROPARLAMENTARI PD A NON VOTARE IN MASSA A FAVORE DEL PIANO “REARM EUROPE”, METTENDO COSI' IN MINORANZA ELLY SCHLEIN (E COSTRINGERLA ALLE DIMISSIONI) È STATO UN CALCOLO POLITICO: IL 25 MAGGIO SI VOTA IN CINQUE REGIONI CHIAVE (CAMPANIA, MARCHE, PUGLIA, TOSCANA E VENETO) E RIBALTARE IL PARTITO ORA SAREBBE STATO L'ENNESIMO SUICIDIO DEM – LA RESA DEI CONTI TRA “BELLICISTI” E “PACIFINTI”, TRA I SINISTR-ELLY E I RIFORMISTI, È SOLO RINVIATA (D'ALTRONDE CON QUESTA SEGRETERIA, IL PD E' IRRILEVANTE, DESTINATO A RESTARE ALL'OPPOSIZIONE PER MOLTI ANNI)