mario draghi incontra manager europei a milano

IN UDIENZA DA DRAGHI – “MARIOPIO”, INCARICATO DA URSULA VON DER LEYEN DI PREPARARE UN RAPPORTO SULLA COMPETITIVITÀ NELL’UE, HA ASCOLTATO PER UN'ORA E MEZZA LE RICHIESTE DEI CAPI DELLE PRINCIPALE INDUSTRIE EUROPEE, NELL'INCONTRO A MILANO A PORTE CHIUSE – I MANAGER, CHE PRETENDONO AIUTI PER LA TRANSIZIONE ENERGETICA, SI SONO RIVOLTI ALL’EX PREMIER COME SE GIÀ FOSSE IL PROSSIMO PRESIDENTE DEL CONSIGLIO EUROPEO – AD AFFIANCARE DRAGHI C'ERA ANCHE VITTORIO COLAO, SUO EX MINISTRO…

1 - DRAGHI INCONTRA I MANAGER EUROPEI «SONO QUI PER ASCOLTARE L’INDUSTRIA»

Estratto dell’articolo di Giuseppe Sarcina per il “Corriere della Sera”

 

mario draghi incontra i vertici dell industria europea a milano

«Sono qui per ascoltare», dice Mario Draghi prima di entrare nella sede della Banca d’Italia a Milano. È mercoledì 10 gennaio, sono da poco passate le 14.30. Ad attenderlo c’è una delegazione di cinque manager associati all’Ert, la «European Round Table of Industry», l’organizzazione di cui fanno parte 59 presidenti o amministratori delegati delle principali industrie europee.

 

È una riunione a porte chiuse e che sarebbe dovuta rimanere riservata. Il gruppo di industriali si era incontrato poco prima, intorno alle 12, in un albergo del centro a Milano, per limare le proposte da consegnare a Draghi. Obiettivo: «orientare» il lavoro dell’ex premier, incaricato nel settembre scorso dalla presidente della Commissione europea, Ursula von der Leyen, di preparare un rapporto sulla competitività del sistema produttivo.

il ritorno di mario draghi - le frasi di osho

 

L’ex premier, già presidente della Bce, consegnerà le sue conclusioni dopo le elezioni europee, in calendario dal 6 al 9 giugno e potrebbero diventare la piattaforma per la strategia industriale della Ue per i prossimi cinque anni. Ma c’è pure un elemento politico: anche i vertici dell’Ert pensano che l’ex banchiere centrale potrà ricoprire una carica di primo piano nella Ue.

 

In ogni caso gli industriali hanno chiesto e ottenuto ascolto. Il presidente dell’Ert, Jean-François Boxmeer, numero uno della britannica Vodafone, ha sintetizzato le istanze che arrivano da imprese come le francesi L’Oréal, Michelin, Total; le tedesche E.on, Basf, Deutsche Telekom; le britanniche Bp e Gsk; le multinazionali Arcelor Mittal, Shell, Rio Tinto, Unilever, Airbus; le italiane Eni, Cir e Techint.

 

mario draghi incontra i vertici dell industria europea a milano

«La sfida più grande — ha dichiarato Booxmeer alla fine dell’incontro — è come affrontare con successo la transizione energetica. Nello stesso tempo dobbiamo preservare la capacità delle nostre imprese di stare al passo sul fronte dell’innovazione».

 

L’agenda presentata ieri a Milano comprende quattro punti: «Competitività e mercato interno»; «Energia e clima»; «Digitale»; «Commercio». Con una premessa statistica: dal 2001 a oggi l’Europa ha perso il 30% di quote di mercato nel mercato globale, considerando il valore aggiunto, cioè la ricchezza creata con la trasformazione delle materie prime in prodotto finito. Nel 2001 la Ue controllava poco più del 20%; nel 2020 è scesa al 14,3%. La Cina partiva dall’8% e ora è al 27,3%. Infine gli Stati Uniti. Discesa più contenuta, dal 22% al 16,3%.

mario draghi ursula von der leyen

 

La delegazione di Ert ha chiesto a Draghi di indicare tra le priorità il miglioramento della legislazione europea, considerata, in generale, troppo punitiva. Gli industriali hanno contato «14 mila pagine di norme europee», varate «negli ultimi cinque anni» che creano confusione e ostacolano le attività produttive […]

 

A Draghi, inoltre, si domanda di accelerare l’integrazione del mercato interno europeo, ancora troppo frammentato da un centinaio di norme nazionali. Meno protezionismo, più sinergie e più investimenti su scala continentale. Il rischio è che sempre più imprese europee siano attirate dall’enorme massa di sussidi messi in campo da Joe Biden, con l’Ira (Inflation reduction Act). […]

 

2 - L'INDUSTRIA EUROPEA IN MISSIONE DA DRAGHI "LA SVOLTA VERDE NON FRENI LA COMPETITIVITÀ"

Estratto dell’articolo di Francesco Spini per “la Stampa”

 

mario draghi al vertice ert a milano 2

La grande industria europea a rapporto da Mario Draghi. È durato circa un'ora e mezza, nella sede milanese di Banca d'Italia, l'incontro tra l'ex presidente della Bce e una delegazione di Ert (sigla che sta per European Round Table for Industry, la tavola rotonda europea per l'industria), associazione che riunisce presidenti e amministratori delegati dei più grandi gruppi industriali del Vecchio Continente.

 

[…]  «Questo è uno dei tanti incontri che teniamo nel corso di questo rapporto – dice Draghi, mentre varca il portone secondario di Bankitalia, in via Moneta –. Oggi l'incontro si tiene con la Ert. Tocca all'industria. E io ascolto».

 

MARIO DRAGHI - ILLUSTRAZIONE THE ECONOMIST

La delegazione dei manager sotto le insegne di Ert arriva tutta insieme all'appuntamento del primo pomeriggio e porta con sé un carico di riguardo: la rappresentanza di oltre 60 grandi aziende con 2 mila miliardi di fatturato aggregato, 5 milioni di occupati globali (la metà in Europa), con 60 miliardi di investimenti annui in ricerca e sviluppo.

 

[…]

 

mario draghi al vertice ert a milano 3

Ad affiancare Draghi una vecchia conoscenza sua e pure di Vodafone: zainetto in spalla come sempre, varca la soglia di Bankitalia anche Vittorio Colao, ex ad globale del gruppo di tlc, già ministro per l'Innovazione tecnologica e la Transizione digitale proprio nel governo tecnico dell'ex numero uno della Bce. Colao è qui in qualità di esperto su temi cardine per il rapporto a cui lavora Draghi quali appunto la digitalizzazione come pure l'innovazione.

 

L'incontro sembra soddisfare l'ex premier («È andato bene», rassicura i cronisti), tornato al centro della scena non solo per il rapporto con cui von der Leyen ha restituito al banchiere la scena europea, ma anche nelle vesti di papabile – pur con gli ostacoli del caso – alla successione di Charles Michel (deciso a candidarsi all'Europarlamento) alla guida del Consiglio europeo.

Domani l'ex premier volerà a Bruxelles per partecipare a una riunione del collegio dei commissari presieduto da von der Leyen. Ma è presto per tirare le conclusioni di un rapporto che ancora non c'è.

 

mario draghi vittorio colao

[…] Il lavoro di Draghi coinvolgerà, dopo gli industriali, altri soggetti considerati rilevanti così come saranno acquisiti diversi contributi scritti. «È un'agenda molto vasta – prosegue van Boxmeer, parlando dei temi al centro dell'incontro –.

Siamo venuti qui per dare a Draghi degli input da parte dell'industria europea» su come «essere più competitivi in futuro e avere successo nella transizione green che dobbiamo realizzare in Europa». Le priorità, dice, sono molte.

 

[…] Transizione energetica ma anche digitale nel confronto tra Draghi e gli industriali che hanno evidenziato le preoccupazioni già espresse in diverse occasioni. Ad esempio lo scorso novembre quando è emerso un calo della fiducia dei capiazienda da un già anemico indicatore di 53 registrato in aprile a un negativo 42.

MARIO DRAGHI URSULA VON DER LEYEN

 

Scendere sotto la soglia dei 50 punti significa che i pessimisti superano gli ottimisti. Per questo a Draghi è giunta l'indicazione chiara da un lato di avere un atteggiamento più olistico, più complessivo alla competitività creando le giuste condizioni per investire in Europa e accentuando il mercato unico. Dall'altro la richiesta è quella di spingere sull'acceleratore dell'innovazione, da porre al centro delle politiche della futura Europa. Che, al solito, si affida ai superpoteri di Mario Draghi.

vittorio colao

mario draghi al vertice ert a milano 1

MARIO DRAGHImario draghi foto di bacco (3)mario draghi incontra i vertici dell industria europea a milanomario draghi incontra i vertici dell industria europea a milano

Ultimi Dagoreport

donald trump dazi giorgia meloni

DAGOREPORT! ASPETTANDO IL 2 APRILE, QUANDO CALERÀ SULL’EUROPA LA MANNAIA DEI DAZI USA, OGGI AL SENATO LA TRUMPIANA DE’ NOANTRI, GIORGIA MELONI, HA SPARATO UN’ALTRA DELLE SUE SUBLIMI PARACULATE - DOPO AVER PREMESSO IL SOLITO PIPPONE (‘’TROVARE UN POSSIBILE TERRENO DI INTESA E SCONGIURARE UNA GUERRA COMMERCIALE...BLA-BLA’’), LA SCALTRA UNDERDOG DELLA GARBATELLA HA AGGIUNTO: “CREDO NON SIA SAGGIO CADERE NELLA TENTAZIONE DELLE RAPPRESAGLIE, CHE DIVENTANO UN CIRCOLO VIZIOSO NEL QUALE TUTTI PERDONO" - SI', HA DETTO PROPRIO COSI': “RAPPRESAGLIE’’! - SE IL SUO “AMICO SPECIALE” IMPONE DAZI ALLA UE E BRUXELLES REAGISCE APPLICANDO DAZI ALL’IMPORTAZIONE DI MERCI ‘’MADE IN USA’’, PER LA PREMIER ITALIANA SAREBBERO “RAPPRESAGLIE”! MAGARI LA SORA GIORGIA FAREBBE MEGLIO A USARE UN ALTRO TERMINE, TIPO: “CONTROMISURE”, ALL'ATTO DI TRUMP CHE, SE APPLICATO, METTEREBBE NEL GIRO DI 24 ORE IN GINOCCHIO TUTTA L'ECONOMIA ITALIANA…

donald trump cowboy mondo in fiamme giorgia meloni friedrich merz keir starmer emmanuel macron

DAGOREPORT: IL LATO POSITIVO DEL MALE - LE FOLLIE DEL CALIGOLA DELLA CASA BIANCA HANNO FINALMENTE COSTRETTO GRAN PARTE DEI 27 PAESI DELL'UNIONE EUROPEA, UNA VOLTA PRIVI DELL'OMBRELLO MILITARE ED ECONOMICO DEGLI STATI UNITI, A FARLA FINITA CON L'AUSTERITY DEI CONTI E DI BUROCRATIZZARSI SU OGNI DECISIONE, RENDENDOSI INDIPENDENTI - GLI EFFETTI BENEFICI: LA GRAN BRETAGNA, ALLEATO STORICO DEGLI USA, HA MESSO DA PARTE LA BREXIT E SI E' RIAVVICINATA ALLA UE - LA GERMANIA DEL PROSSIMO CANCELLIERE MERZ, UNA VOLTA FILO-USA, HA GIA' ANNUNCIATO L'ADDIO ALL’AUSTERITÀ CON UN PIANO DA MILLE MILIARDI PER RISPONDERE AL TRUMPISMO - IN FRANCIA, LA RESURREZIONE DELLA LEADERSHIP DI MACRON, APPLAUDITO ANCHE DA MARINE LE PEN – L’UNICO PAESE CHE NON BENEFICIA DI ALCUN EFFETTO? L'ITALIETTA DI MELONI E SCHLEIN, IN TILT TRA “PACIFISMO” PUTINIANO E SERVILISMO A TRUMP-MUSK...

steve witkoff marco rubio donald trump

DAGOREPORT: QUANTO DURA TRUMP?FORTI TURBOLENZE ALLA CASA BIANCA: MARCO RUBIO È INCAZZATO NERO PER ESSERE STATO DI FATTO ESAUTORATO, COME SEGRETARIO DI STATO, DA "KING DONALD" DALLE TRATTATIVE CON L'UCRAINA (A RYAD) E LA RUSSIA (A MOSCA) - IL REPUBBLICANO DI ORIGINI CUBANE SI È VISTO SCAVALCARE DA STEVE WITKOFF, UN IMMOBILIARISTA AMICO DI "KING DONALD", E GIA' ACCAREZZA L'IDEA DI DIVENTARE, FRA 4 ANNI, IL DOPO-TRUMP PER I REPUBBLICANI – LA RAGIONE DELLA STRANA PRUDENZA DEL TYCOON ALLA VIGILIA DELLA TELEFONATA CON PUTIN: SI VUOLE PARARE IL CULETTO SE "MAD VLAD" RIFIUTASSE IL CESSATE IL FUOCO (PER LUI SAREBBE UNO SMACCO: ALTRO CHE UOMO FORTE, FAREBBE LA FIGURA DEL ''MAGA''-PIRLA…)

giorgia meloni keir starmer donald trump vignetta giannelli

DAGOREPORT - L’ULTIMA, ENNESIMA E LAMPANTE PROVA DI PARACULISMO POLITICO DI GIORGIA MELONI SI È MATERIALIZZATA IERI AL VERTICE PROMOSSO DAL PREMIER BRITANNICO STARMER - AL TERMINE, COSA HA DETTATO ''GIORGIA DEI DUE MONDI'' ALLA STAMPA ITALIANA INGINOCCHIATA AI SUOI PIEDI? “NO ALL’INVIO DEI NOSTRI SOLDATI IN UCRAINA” - MA STARMER NON AVEVA MESSO ALL’ORDINE DEL GIORNO L’INVIO “DI UN "DISPIEGAMENTO DI SOLDATI DELLA COALIZIONE" SUL SUOLO UCRAINO (NON TUTTI I "VOLENTEROSI" SONO D'ACCORDO): NE AVEVA PARLATO SOLO IN UNA PROSPETTIVA FUTURA, NELL'EVENTUALITÀ DI UN ACCORDO CON PUTIN PER IL ‘’CESSATE IL FUOCO", IN MODO DA GARANTIRE "UNA PACE SICURA E DURATURA" - MA I NODI STANNO ARRIVANDO AL PETTINE DI GIORGIA: SULLA POSIZIONE DEL GOVERNO ITALIANO AL PROSSIMO CONSIGLIO EUROPEO DEL 20 E 21 MARZO SULL'UCRAINA, LA PREMIER CERCHIOBOTTISTA STA CONCORDANDO GLI ALLEATI DELLA MAGGIORANZA UNA RISOLUZIONE COMUNE PER IL VOTO CHE L'ATTENDE MARTEDÌ E MERCOLEDÌ IN SENATO E ALLA CAMERA, E TEME CHE AL TRUMPUTINIANO SALVINI SALTI IL GHIRIBIZZO DI NON VOTARE A FAVORE DEL GOVERNO… 

picierno bonaccini nardella decaro gori zingaretti pina stefano dario antonio giorgio nicola elly schlein

DAGOREPORT - A CONVINCERE GLI EUROPARLAMENTARI PD A NON VOTARE IN MASSA A FAVORE DEL PIANO “REARM EUROPE”, METTENDO COSI' IN MINORANZA ELLY SCHLEIN (E COSTRINGERLA ALLE DIMISSIONI) È STATO UN CALCOLO POLITICO: IL 25 MAGGIO SI VOTA IN CINQUE REGIONI CHIAVE (CAMPANIA, MARCHE, PUGLIA, TOSCANA E VENETO) E RIBALTARE IL PARTITO ORA SAREBBE STATO L'ENNESIMO SUICIDIO DEM – LA RESA DEI CONTI TRA “BELLICISTI” E “PACIFINTI”, TRA I SINISTR-ELLY E I RIFORMISTI, È SOLO RINVIATA (D'ALTRONDE CON QUESTA SEGRETERIA, IL PD E' IRRILEVANTE, DESTINATO A RESTARE ALL'OPPOSIZIONE PER MOLTI ANNI)