MEDIOBANCA, SI VA ALLA CONTA – IL CDA DI PIAZZETTA CUCCIA HA DATO IL VIA LIBERA ALLA LISTA PER L'ASSEMBLEA CONVOCATA TRA UN MESE, SENZA NOMI INDICATI DA DELFIN – QUATTRO NUOVI INGRESSI. PER LA PRESIDENZA C'È PAGLIARO, CHE INVECE MILLERI NON VUOLE RICONFERMARE – IL CONSIGLIO DÀ INCARICO A UN ADVISOR PER SOLLECITARE LE DELEGHE TRA GLI INVESTITORI IN VISTA DEL VOTO DEL 28 OTTOBRE – LA TELEFONATA “CORDIALE” TRA NAGEL E MILLERI
Estratto dell’articolo di Francesco Spini per “La Stampa”
Una lettera inviata dal consiglio di amministrazione di Mediobanca a Delfin, preceduta nella serata di ieri da una telefonata tra l'ad Alberto Nagel e il numero uno della finanziaria della famiglia Del Vecchio, Francesco Milleri, chiude la fase delle trattative e dà il via alla nuova, grande battaglia ai vertici della finanza italiana.
All'assemblea del 28 ottobre, quella che eleggerà il nuovo organo di governo di Piazzetta Cuccia, si andrà alla conta. E il cda di Mediobanca, che ieri ha varato la propria lista di maggioranza, lunga 15 nomi (per massimi 12 posti, visto che alle minoranze ne andranno come minimo 3), farà di tutto per vincere.
[…] è stato assoldato anche un advisor, Morrow Sodali, che avrà il compito di procedere a una sollecitazione di deleghe, in particolare tra il pubblico indistinto. Conterà ogni singolo voto, anche quello del signor Rossi.
A Piazzetta Cuccia insomma preparano quella che in gergo si chiama una «proxy fight», anche se Delfin (che, al contrario, non solleciterà deleghe) punta alla sola minoranza, sebbene con il malcelato obiettivo di prendere più voti. Milleri avrà tempo fino al 3 ottobre per scoprire le carte. La sua sarà la versione più lunga delle liste corte: si comporrà di 5 candidati, tutti indipendenti, di alto profilo, chiamati, manco a dirlo, ad esprimere nel prossimo consiglio giudizi quanto più svincolati da ogni possibile influenza dei manager.
Ma lo stallo temuto con una lista a 7, che sembra tramontata, verrebbe meno: anche nel caso Delfin dovesse raccogliere il maggior numero di voti, la lista del cda avrebbe 9 consiglieri, Delfin 5, mentre ai fondi riuniti sotto il cappello di Assogestioni andrebbe una seggiola.
[…] Il consiglio di Mediobanca ha risposto a Delfin sostenendo che l'impianto di governance proposto dalla holding per aderire alla lista del consiglio non era in linea con la governance di una banca sistemica quotata. La richiesta di avere un presidente condiviso, 4 posti e di cambiare 8 consiglieri su 15 – è il ragionamento sviluppato nel corso del consiglio di ieri – avrebbe dato a Delfin col suo 19,8% un'influenza notevole che il cda avrebbe dovuto a quel punto chiedere di monetizzare a favore degli altri soci, in sostanza con un'Opa. Un ragionamento che non avrebbe però tenuto conto della disponibilità di Delfin di rinunciare a tutto salvo a un punto: sostituire Renato Pagliaro.
Nagel e Milleri, nel corso della telefonata definita cordiale, avrebbero comunque convenuto sulla difficoltà anche tecnica di trovare in così breve tempo un accordo che avrebbe dovuto passare il vaglio di Consob e di altre verifiche legali.
Sempre ieri il cda ha inviato una risposta anche a Francesco Gaetano Caltagirone, secondo socio di Piazzetta Cuccia con il 9,9%, che lunedì aveva scritto comunicando la propria insoddisfazione per la proposta ricevuta dal cda (un posto in consiglio a fronte di impegni), chiedendo di formularne un'altra. Ma il cda non ha trovato modo di dare seguito a tale invito, limitandosi nella lettera ad auspicare collaborazione tra l'imprenditore romano e il prossimo consiglio.
Il passo successivo del cda è stato quello di mettere a punto la propria lista da 15 candidati. Nessuna sorpresa al vertice, per cui saranno riproposti Alberto Nagel come ad e Renato Pagliaro alla presidenza. Confermata più di metà degli attuali consiglieri «al fine di assicurare stabilità ed efficacia alla gestione aziendale, in particolare per l'attuazione del piano», si legge in una nota. I quattro quinti della lista presentano i requisiti di indipendenza e per il 47% è declinata al femminile. Le competenze internazionali passano da 3 a 6, ai vertici delle banche italiane.
Al di là delle riconferme, le quattro novità vanno a sostituire i consiglieri non ricandidabili per raggiunti limiti d'età. Il primo nuovo ingresso, in settima posizione, è Laura Penna, esperta in sostenibilità e risk management con un passato in Accenture e Unicredit. In ottava posizione Angel Vilà Boix, coo (vale a dire direttore operativo) della compagnia di telecomunicazioni spagnola Telefonica, porta competenze in ambito tecnologico.
Segue in decima posizione Marco Giorgino, professore ordinario al Politecnico di Milano, dove è tra l'altro direttore scientifico dell'Osservatorio Fintech & Insurtech. Infine in undicesima posizione c'è Mana Abedi, manager con una carriera trentennale nella finanza, da ultimo in Ubs, con una specializzazione nella gestione del risparmio, tra i punti qualificanti del piano strategico di Piazzetta Cuccia.