QUELLO CHE MESSINA NON PUÒ DIRE - LA ‘TRADUZIONE’ DELLE PAROLE DEL NUOVO CAPO DI INTESA: “DI CUCCHIANI NON PARLO, DI ZALESKI FIGURIAMOCI”
Giorgio Meletti per "il Fatto Quotidiano"
Nominato domenica scorsa amministratore delegato di Intesa Sanpaolo al posto di Enrico Cucchiani, Carlo Messina ha esordito ieri nel mondo fatato delle grandi interviste con supercazzola incorporata. Si è immolato Il Sole 24 Ore, fin dalla prima domanda.
Come spiega l'uscita di Cucchiani?. "A Enrico Cucchiani vanno i miei ringraziamenti per il lavoro fatto".
Il giornalista prende atto e trascrive. Questo modo sprezzante di non rispondere alle domande serve ai Messina di turno per segnalare alla libera stampa e al resto del mondo il loro ingresso nella cerchia degli intoccabili. Farsi pubblicare come perle di saggezza dichiarazioni prive di senso solletica la vanità dei poteri presunti forti, e li fa spesso cadere in tentazione mentre pilotano l'economia italiana verso il disastro. Quindi può servire una (arbitraria) traduzione in italiano corrente.
In primavera Intesa Sanpaolo avrà pronto il nuovo piano d'impresa, rinviato da anni proprio per la scarsa visibilità sulle prospettive dei dati macro.
I miei predecessori hanno navigato a vista per anni. Lo farò anche io per i prossimi mesi.
Faremo la nostra parte, continuando a essere erogatori di credito al sistema economico e offrendo consulenza sugli investimenti. Già lo stiamo facendo, come dimostrano i dati. Il totale del credito accordato a famiglie e imprese italiane è di 420 miliardi, pari a poco meno di un terzo del Pil italiano. E nei primi otto mesi dell'anno abbiamo concesso 24 miliardi di credito a medio lungo termine, prevalentemente a famiglie e pmi.
Sparo un po' di dati così, tanto nessuno sa cosa vuol dire "accordato", per non dire che nella semestrale al 30 giugno abbiamo crediti alla clientela per 358 miliardi (calo di 11 miliardi in sei mesi) e gli interessi incassati in discesa del 17 per cento. L'aumento del 15 per cento delle commissioni prese ai clienti è l'unica cosa che ci ha dato un piccolo utile.
Domanda: Si è discusso a lungo del ruolo di Intesa Sanpaolo come "banca di sistema". Ruolo che Cucchiani, si dice, avrebbe voluto ridurre o smontare. Come procederà la gestione delle tante partecipazioni rilevanti, da Alitalia a Telecom? "Non so cosa voglia dire essere una banca di sistema. Ma come tutte le altre grandi banche del mondo, abbiamo una divisione di corporate e investment banking che per mestiere assume anche partecipazioni azionarie che lei ha chiamato rilevanti. Si tratta di una divisione che ha sempre dato risultati positivi, le cui partecipazioni pesano comunque solo per lo 0,5% sul totale attivo della banca".
Lei non vuol capire che su Cucchiani non rispondo. La banca di sistema è un'invenzione di Bazoli e di Corrado Passera, e quindi non mi chieda di più. Non vorrà che mi metta a raccontare che, mentre Mediobanca ha messo in vendita le partecipazioni da salotto (il suo vero mestiere), noi l'abbiamo sorpassata accumulando pacchetti azionari per 2,7 miliardi contro i 2,6 di piazzetta Cuccia ? Non vorrà , dopo aver gentilmente citato solo Alitalia e Telecom, che io aggiunga Ntv, Zaleski, Rcs e Camfin-Pirelli alla lista delle rogne in cui ci siamo infilati per fare la banca degli amici?
Domanda: Molto criticata è stata la vostra esposizione alla Carlo Tassara di Romain Zaleski. à stato uno sbaglio? "I conti sulle perdite eventuali si faranno alla fine del piano di ristrutturazione del debito, rinviato al 2016. Segnalo comunque che la nostra esposizione alla Tassara rappresenta lo 0,1% dei total asset".
Non voglio parlare di Cucchiani, figuriamoci dell'amico del presidente Bazoli. Pur sapendo che Pietro Modiano ha già dichiarato che Zaleski sarà un buco da 800 milioni, io prendo tempo, anche per non fare la fine di Cucchiani. Del resto il rinvio al 2016 lo abbiamo concesso proprio sperando che l'oblio ci soccorra.
Domanda: Telco-Telecom e Alitalia, di cui siete azionisti, stanno per passare agli spagnoli di Telefonica e ai francesi di Air France. Come vi muoverete? "Ci muoveremo facendo il lavoro di banca, che ha tutto l'interesse a mantenere rapporti con clienti grandi e piccoli. L'unica certezza è che in nessun caso possiamo sostituirci allo Stato".
Abbiamo già dato. E poi meglio aiutare amici privati come Tronchetti Provera o Zaleski piuttosto che un governo che oggi c'è e domani chissà .
Twitter@giorgiomeletti
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