arnault e pinault

DUE PAESI E DUE MISURE - LE MULTINAZIONALI DI GUCCI E VUITTON USANO LA CASSA INTEGRAZIONE ITALIANA MA NON QUELLA FRANCESE. L'UOMO PIÙ RICCO D'EUROPA (TERZO AL MONDO) BERNARD ARNAULT E IL SUO RIVALE PINAULT USUFRUISCONO DEI NOSTRI AMMORTIZZATORI SOCIALI, MENTRE IN PATRIA HANNO SCELTO DI PAGARE I DIPENDENTI CON LE PROPRIE RISORSE DOPO CHE ALCUNI COMPETITOR AVEVANO SCELTO DI NON GRAVARE SULLE CASSE PUBBLICHE DURANTE LA PANDEMIA

Anna Ditta per www.tpi.it

 

marco bizzarri, francois henri pinault e steven zhang

I due maggiori gruppi al mondo del settore del lusso, titolari di marchi come Gucci e Louis Vuitton, hanno deciso di non gravare sui conti dello Stato in Francia durante l’emergenza Coronavirus, pagando di tasca propria i dipendenti, ma non hanno esitato ad attingere a piene mani dallo strumento della cassa integrazione e dagli altri ammortizzatori sociali messi a disposizione per i lavoratori in Italia durante il periodo di lockdown.

 

È quanto TPI è in grado di documentare riguardo alle scelte dei due colossi francesi del lusso: da una parte Kering, gruppo titolare di marchi come Gucci, Yves Saint Laurent, Bottega Veneta, Brioni, Pomellato, Dodo, con 38mila dipendenti nel mondo e un fatturato di 15,9 miliardi di euro nel 2019, e dall’altra LVMH, leader mondiale del settore, cui appartengono marchi come Louis Vuitton, Christian Dior, Sephora, Fendi, Givenchy, che conta 163mila dipendenti in tutto il mondo un fatturato pari a 53,7 miliardi di euro nel 2019.

 

salma hayek e francois henri pinault

Due p(a)esi e due misure

In Italia TPI ha potuto verificare, sulla base degli accordi raggiunti con i sindacati tra la fine di marzo e i primi di aprile, che sono in totale almeno 5mila i lavoratori di aziende del gruppo Kering che hanno usufruito di ammortizzatori sociali di vario tipo, tra il comparto produttivo e quello commerciale. Tra le società che ne hanno fatto richiesta ci sono Gucci Logistica, Bottega Veneta, Guccio Gucci, Gpa, Kering Fashion Operations, Yves Saint Laurent Logistica, Brioni, Pomellato, Dodo, Balenciaga, Alexander McQueen.

 

Per il gruppo LVMH, solo una parte dei dati è accessibile sulla base degli accordi raggiunti, ma i lavoratori coinvolti sono sicuramente più di un migliaio (752 dipendenti della divisione moda di LVMH per il settore retail, 168 per la produzione del marchio Stella McCartney, una sessantina di lavoratori della manifattura orafa di Bulgari) cui si aggiungono i dipendenti del comparto produttivo di Fendi e Loro Piana e i dipendenti retail delle catene del settore profumi e cosmetici, come Sephora, i cui numeri non siamo riusciti a verificare.

BERNARD ARNAULT CON LA MOGLIE E LA FIGLIA

 

Una situazione molto diversa da quella verificatasi in Francia dove i due gruppi inizialmente avevano preannunciato ai propri dipendenti l’intenzione di ricorrere alla cassa integrazione francese, ma poi – come riporta il Financial Times – dopo l’iniziativa di concorrenti più piccoli, come Chanel ed Hermès, di pagare i dipendenti di tasca propria per non gravare sulle tasche dello Stato, hanno fatto un passo indietro, rinunciando al chomage partiel, ovvero alla cassa integrazione francese.

 

A pesare sulla scelta compiuta in patria dai due gruppi, oltre all’iniziativa dei concorrenti, probabilmente è stata la posizione delle due figure che li controllano: nel caso di LVMH si tratta di Bernard Arnault, l’uomo più ricco di Francia secondo Forbes, e mentre l’amministratore e presidente delegato di Kering è il miliardario François-Henri Pinault. Entrambi nelle scorse settimane, sottolinea il Financial Times, hanno donato fondi per combattere l’emergenza Coronavirus e LVMH ha convertito le sue fabbriche di profumo per produrre gel sanificanti per le mani.

 

pinault a rennes per l inaugurazione della sua mostra debout

Settore lusso: gli ammortizzatori usati in Italia da Kering e LVMH

Gran parte degli accordi del settore produttivo di Kering e LVMH, redatti su base aziendale insieme ai sindacati di categoria e quindi non sempre omogenei, prevedono l’utilizzo di ferie, ex festività e banche ore maturate e non fruite, oltre al ricorso al massimo di 9 settimane di cassa integrazione come previsto dal decreto “Cura Italia” del 17 marzo 2020, con l’integrazione salariale da parte delle aziende. “Le produzioni sono state fermate per decreto, quindi si sono fermati tutti, ad eccezione di chi ha lavorato in smart working, e la richiesta di cassa integrazione l’hanno fatta tutti”, spiega a TPI Sonia Paoloni della divisione moda della segreteria nazionale di Filctem Cgil (Federazione Italiana Lavoratori Chimica Tessile Energia Manifatture). “Alcune di queste aziende sono ripartite la settimana scorsa ma solo per la prototipia e la modelleria, il resto sono ripartite il 4 maggio”, spiega la sindacalista.

antoine arnault

 

Il settore retail, ovvero il commercio al dettaglio, dovrebbe ripartire invece a partire dal 18 maggio. In questo comparto, praticamente la totalità dei dipendenti sono sospesi e beneficiano di ammortizzatori sociali, come spiega a Luca De Zolt di Filcams Cgil. “Per il gruppo Kering tutti i marchi, ad esclusione di Ginori, hanno la cassa integrazione in deroga o il Fondo di integrazione salariale (Fis), perché alcuni hanno meno di 50 dipendenti”, spiega il sindacalista. “In quest’ultimo caso l’azienda anticipa il trattamento dovuto dall’Inps, mentre per i lavoratori che hanno la cassa in deroga l’azienda anticipa tredicesima e quattordicesima per le prime 9 settimane, che ormai sono quasi esaurite. Per tutti le aziende integrano il 100 per cento della retribuzione dovuta”.

donald trump bernard arnault

 

Un uso massiccio quindi – e legittimo – delle risorse messe in campo dallo Stato italiano per il momento di crisi dovuto alla pandemia di Covid-19. Ma perché questi due gruppi hanno scelto di utilizzare le risorse in Italia e di rifiutarle in Francia? “La priorità del gruppo rimane quella di proteggere l’occupazione ed è questo il motivo per cui, caso per caso, paese per paese, marchio per marchio, a seconda della situazione, si è deciso di ricorrere a modalità di ammortizzatori sociali”, ha dichiarato Jean Marc Duplaix, Cfo di Kering, lo scorso 21 aprile, in occasione della presentazione dei risultati del primo trimestre.

xavier niel delphine arnault

 

“Il gruppo”, ha aggiunto, “si è impegnato a pagare il 100 per cento dello stipendio fisso e, in alcuni casi ha anche compensato la parte variabile che gli nostri addetti alle vendite non hanno più ricevuto in conseguenza della chiusura dei negozi”. Kering, contattata da TPI per un chiarimento, rimanda alle parole del Cfo senza aggiungere ulteriori elementi, mentre nessuna risposta è arrivata finora da LVMH. Intanto, i contribuenti italiani – e lo Stato – hanno sulle loro spalle il peso di queste risorse, che viene invece generosamente risparmiato ai cugini d’Oltralpe.

antoine delphine bernard arnaultpinaultPINAULT FIGLIO E PADREfrank gehry fondazione luis vuittonbernard arnault frank gehry fondazione luis vuittonbernard arnaultcharlene di monaco con bernard e delphine arnault

 

Ultimi Dagoreport

italo bocchino maria rosaria boccia gennaro sangiuliano

DAGOREPORT - MARIA ROSARIA BOCCIA COLPISCE ANCORA: L'EX AMANTE DI SANGIULIANO INFIERISCE SU "GENNY DELON" E PRESENTA LE PROVE CHE SBUGIARDANO LA VERSIONE DELL'EX MINISTRO - IL FOTOMONTAGGIO DI SANGIULIANO INCINTO NON ERA UN "PIZZINO" SULLA PRESUNTA GRAVIDANZA DELLA BOCCIA: ERA UN MEME CHE CIRCOLAVA DA TEMPO SU INTERNET (E NON È STATO MESSO IN GIRO DALLA BIONDA POMPEIANA) - E LA TORTA CON LA PRESUNTA ALLUSIONE AL BIMBO MAI NATO? MACCHE', ERA IL DOLCE DI COMPLEANNO DELL'AMICA MARIA PIA LA MALFA - VIDEO: QUANDO ITALO BOCCHINO A "PIAZZAPULITA" DIFENDEVA L'AMICO GENNY, CHE GLI SUGGERIVA TUTTO VIA CHAT IN DIRETTA...

meloni trump

DAGOREPORT - NON SAPPIAMO SE IL BLITZ VOLANTE TRA LE BRACCIA DI TRUMP SARÀ UNA SCONFITTA O UN TRIONFO PER GIORGIA MELONI - QUEL CHE È CERTO È CHE DOPO TALE MISSIONE, POCO ISTITUZIONALE E DEL TUTTO IRRITUALE, LA DUCETTA È DIVENUTA AGLI OCCHI DI BRUXELLES LA CHEERLEADER DEL TRUMPISMO, L’APRIPISTA DELLA TECNODESTRA DI MUSK. ALTRO CHE MEDIATRICE TRA WASHINGTON E L’UE - LA GIORGIA CAMALEONTE, SVANITI I BACINI DI BIDEN, DI FRONTE ALL'IMPREVEDIBILITÀ DEL ''TRUMPISMO MUSK-ALZONE'', È STATA COLTA DAL PANICO. E HA FATTO IL PASSO PIÙ LUNGO DELLA GAMBOTTA VOLANDO IN FLORIDA, GRAZIE ALL'AMICO MUSK - E PER LA SERIE “CIO' CHE SI OTTIENE, SI PAGA”, IL “TESLA DI MINCHIA” HA SUBITO PRESENTATO ALLA REGINETTA DI COATTONIA LA PARCELLA DA 1,5 MILIARDI DI DOLLARI DELLA SUA SPACE X …

cecilia sala mohammad abedini donald trump giorgia meloni

DAGOREPORT - A CHE PUNTO È LA NOTTE DI CECILIA SALA? BUIO FITTO, PURTROPPO. I TEMPI PER LA LIBERAZIONE DELLA GIORNALISTA ITALIANA NON SOLO SI ALLUNGANO MA SI INGARBUGLIANO, E LA FORZATURA DEL BLITZ TRANSOCEANICO DI GIORGIA MELONI RISCHIA DI PEGGIORARE LE COSE – IL CASO, SI SA, È LEGATO ALL’ARRESTO DELL’INGEGNERE-SPIONE IRANIANO MOHAMMAD ABEDINI, DI CUI GLI AMERICANI CHIEDONO L’ESTRADIZIONE. L’ITALIA POTREBBE RIFIUTARSI E LA PREMIER NE AVREBBE PARLATO CON TRUMP. A CHE TITOLO, VISTO CHE IL TYCOON NON È ANCORA PRESIDENTE, SUGLI ESTRADATI DECIDE LA MAGISTRATURA E LA “TRATTATIVA” È IN MANO AGLI 007?

elisabetta belloni cecilia sala donald trump joe biden elon musk giorgia meloni

DAGOREPORT – IL 2025 HA PORTATO A GIORGIA MELONI UNA BEFANA ZEPPA DI ROGNE E FALLIMENTI – L’IRRITUALE E GROTTESCO BLITZ TRANSOCEANICO PER SONDARE LA REAZIONE DI TRUMP A UN  RIFIUTO ALL’ESTRADIZIONE NEGLI USA DELL’IRANIANO-SPIONE, SENZA CHIEDERSI SE TALE INCONTRO AVREBBE FATTO GIRARE I CABASISI A BIDEN, FINO AL 20 GENNAIO PRESIDENTE IN CARICA DEGLI STATI UNITI. DI PIÙ: ‘’SLEEPY JOE’’ IL 9 GENNAIO SBARCHERÀ A ROMA PER INCONTRARE IL SANTO PADRE E POI LA DUCETTA. VABBÈ CHE È RIMBAM-BIDEN PERÒ, DI FRONTE A UN TALE SGARBO ISTITUZIONALE, “FUCK YOU!” SARÀ CAPACE ANCORA DI SPARARLO - ECCOLA LA STATISTA DELLA GARBATELLA COSTRETTA A SMENTIRE L’INDISCREZIONE DI UN CONTRATTO DA UN MILIARDO E MEZZO DI EURO CON SPACEX DI MUSK – NON È FINITA: TRA CAPO E COLLO, ARRIVANO LE DIMISSIONI DI ELISABETTA BELLONI DA CAPA DEI SERVIZI SEGRETI, DECISIONE PRESA DOPO UN DIVERBIO CON MANTOVANO, NATO ATTORNO ALLA VICENDA DI CECILIA SALA…

cecilia sala donald trump elon musk ursula von der leyen giorgia meloni

DAGOREPORT - DAVVERO MELONI SI È SOBBARCATA 20 ORE DI VIAGGIO PER UNA CENETTA CON TRUMP, CON BLOOMBERG CHE SPARA LA NOTIZIA DI UN CONTRATTO DA UN MILIARDO E MEZZO CON “SPACE-X” DEL CARO AMICO ELON MUSK (ASSENTE)? NON SARÀ CHE L’INDISCREZIONE È STATA RESA PUBBLICA PER STENDERE UN VELO PIETOSO SUL FALLIMENTO DELLA DUCETTA SULLA QUESTIONE PRINCIPALE DELLA TRASVOLATA, IL CASO ABEDINI-SALA? - TRUMP, UNA VOLTA PRESIDENTE, ACCETTERÀ LA MANCATA ESTRADIZIONE DELLA ''SPIA'' IRANIANA? COSA CHIEDERÀ IN CAMBIO ALL’ITALIA? – DI SICURO I LEADER DI FRANCIA, GERMANIA, SPAGNA, POLONIA, URSULA COMPRESA, NON AVRANNO PER NULLA GRADITO LE PAROLE DI TRUMP: “GIORGIA HA PRESO D’ASSALTO L’EUROPA” - VIDEO