1. RUPERT MURDOCH SEPPELLISCE IL TRAGICOMICO MONOPOLIO DELL’AUDITEL, CON I SUOI MEZZI SEGRETI E LE SUE BIZZARRIE RETRÒ E LANCIA SU SKY UN SISTEMA DI RILEVAMENTO DEGLI ASCOLTI CHE MISURA ANCHE TABLET, SOCIAL NETWORK, SMARTPHONE, INTERNET 2. SIAMO DI FRONTE A UNA RIVOLUZIONE/INCUBO PERCHE’ LE RILEVAZIONI DEL FUTURO SONO DI QUALITÀ, TENTANO DI CAPIRE CHE COSA CONTA DAVVERO DI QUELLO CHE GUARDIAMO, COME INTERAGIAMO, COSA “SCEGLIAMO”, COME COMPREREMO, COME LA PENSIAMO 3. UNA VASTA COPERTURA DI CONTENUTI, CON L’AMBIZIONE DI COPRIRE TUTTE LE POSSIBILI DOMANDE DI SVAGO E DI INFORMAZIONE, CHE SI UNISCE A UN PIÙ PRECISO (CI VUOLE POCO) CONTROLLO DELLE NOSTRE REAZIONI. E DELLA NOSTRA VITA TUTTO SARÀ IN VENDITA

a cura di colinward@autistici.org (Special Guest: Pippo il Patriota)

1 - LA POTENZA E' NULLA SENZA IL CONTROLLO
"Ecco il mio auditel'. Rupert Murdoch sfida la tv italiana". Repubblica svela: "Sky lancia un sistema di rilevamento degli ascolti. Misura anche tablet online, faro sui social network". Aldo Fontanarosa racconta che "da fine 2013, in segretezza, la pay tv di Rupert Murdoch ha contattato 10 mila famiglie, tutte con abbonamento Sky, e ne ha già reclutate 5000 per il suo ‘gruppo di ascolto'.

Lo "Smart panel" di Sky intercetterà le "visioni in mobilità", ovvero le persone che guardano un Gran Premio o un telegiornale sul smartphone o tablet, ma anche le visioni via Internet. Non solo, "ma tenterà di capire il grado di coinvolgimento emotivo di uno spettatore valutando se ha in mano un secondo schermo come uno smartphone (mentre guarda la tv) e se lo utilizza per fare qualcosa su Internet" (p. 15).

Siamo di fronte a una mezza rivoluzione, e non solo perché sta cadendo il tragicomico monopolio dell'Auditel, con i suoi mezzi segreti e le sue bizzarrie retrò. Le rilevazioni del futuro sono di qualità, tentano di capire che cosa conta davvero di quello che guardiamo, come interagiamo, cosa "scegliamo", come compreremo, come la pensiamo. Una vasta offerta di contenuti, con l'ambizione di coprire tutte le possibili domande di svago e di informazione, si unisce a un più preciso (ci vuole poco) controllo delle nostre reazioni.

Sì, controllo. "La potenza è nulla senza il controllo", diceva un'azzeccata pubblicità della Pirelli di quando Ronaldo non aveva ancora a panza fuori controllo. Il nostro tempo libero totalmente spezzettato e, dunque, meglio mercificato, ha bisogno di essere rilevato, misurato, prezzato. Il gioco è divertente, per carità. Ma sta a noi ritagliarci aree di esistenza non rilevabile e meno vendibile possibile. Come una passeggiata all'aria aperta, una sosta in una chiesa con il naso per aria, una birra con gli amici a chiacchierare veramente. E persino una navigazione nella rete a caccia di contenuti gratuiti e "alternativi".

2 - NON FA SOSTA LA SUPPOSTA
Vista la delicata campagna elettorale in corso, l'Unione europea ci grazia - per non dare fiato ai nemici dell'euro - e rinvia i giudizi sulla politica economica di Renzie a dopo il voto. Non tutti i giornali, però, si distraggono. Il Corriere titola in prima: "La crescita lenta dell'Italia. Rapporto Ue: bene le riforme, attenti a debito e occupazione".

Per il Sole, "Ue: Pil a 0,6%, giudizio sospeso sui conti. Per il governo la stima è 0,8%. Solo a giugno le valutazioni su decreto Irpef e rinvio del pareggio. Stima del deficit strutturale 2014 a 0,7% (contro lo 0,6% di febbraio). Resta alto l'allarme per il debito, nuovo picco per la disoccupazione". "Anche per l'Istat la crescita 2014 si ferma a +0,6%" (p. 6).
Repubblica ammette: "Va meglio di noi anche l'euro-periferia. Spagna e Grecia corrono il doppio" (p. 9).

Da un pezzo del Messaggero apparentemente "tecnico" si apprende invece che la Ragioneria dello Stato, a lungo dipinta come pericoloso covo di "frenatori", sta per essere depotenziata, ovviamente con la solita scusa: "Meno burocrazia e dipartimenti. Il piano per riformare il Tesoro. La struttura tecnica potrebbe essere guidata da un segretario generale. Intanto con la riforma della Pa si limitano i poteri della Ragioneria" (p. 7).

3 - ARMI DI DISTRAZIONE DI MASSA: GRAZIE GENNY! (NON SEI POI COSI' CAROGNA)
Non sembrava, ma ora lo Stato c'è e lotta insieme a noi, amanti del bel calcio pulito, da guardare insieme ai bambini e dove tutti possono vincere, a dispetto di soldi e mafiette. Lo Stato c'è e infatti scendono in campo anche il capo dello Stato e il presidente del Consiglio. Per tutte, ecco la prima pagina del Messaggero: "Renzi: sicurezza, paghino i club. Il premier: ordine pubblico a spese loro. Napolitano: le società rompano con gli ultrà. Daspo raddoppiato per i recidivi. Le indagini: ha sparato De Santis, con lui c'era un commando".

Il Corriere "riequilibra" prontamente il pezzo troppo libertario di Severgnini, pubblicato ieri, con un editoriale di Marco Demarco intitolato: "Un malessere giustificato. Lo stato d'animo delle forze dell'ordine". Scopo dell'articolessa è bocciare in blocco alcune riforme di pura civiltà, come il codice identificativo sui caschi dei poliziotti, l'introduzione del reato di tortura e la pubblicizzazione degli atti dei procedimenti disciplinari.

Anche Repubblica si presta al giro di vite e intervista un sincero democratico come Claudio Lotito. Il presidente della Lazio ovviamente non delude: "Una volta i genitori raccomandavano al maestro elementare: ‘Gli meni, perché mio figlio non ascolta'. Oggi, al primo rimprovero un po' energico scatta subito la denuncia. I giovani hanno grande fragilità interiore: venuti meno i filtri della scuola, della famiglia, dell'oratorio, dei partiti, sposano la logica del branco, in sui esisti solo se agisci come tutti gli altri. Come allo stadio" (p. 3). Bello l'elenco dei "filtri" di Lotito. In effetti ha ragione lui. Se poi ‘sti giovani manco trovano un padrone che li rieduchi, giusto menarli, allo stadio come in piazza.

Il Giornale ne approfitta per regolare i conti del suo padrone: "Dagli sbarchi agli ultrà: all'Italia servirebbe un ministro dell'Interno. Alfano assente. La gogna mediatica sulla polizia, le ondate di clandestini che continuano a riversarsi sulle nostre coste, e ora il caos indecente della violenza negli stadi" (p. 1).

Sul Cetriolo Quotidiano, Antonio Padellaro ricorda le immagini della Tribuna Autorità di sabato sera e chiede: "Era lo Stato quello, o una congrega di dignitari, boss del calcio e membri di confraternite varie, tutti vogliosi di lavarsene le mani e di vedersi in santa pace la partita?" (p. 1).

4 - E IN CATTEDRA, FEUDALESIMO SPINTO
Meno male che ci sono le università, tempio del sapere e della meritocrazia. Non come questi stadi pieni di violenti buzzurri. Lo spiega bene quest'inchiesta della procura di Bari, giunta alle battute finali: "Le mie richieste nel pizzino virtuale', così parlava la banda dei baroni. Le intercettazioni dei prof sotto indagine a Bari. E l'ex garante della Privacy (Pizzetti) raccomandava il figlio. Giorgio Lombardi, poi scomparso, era ritenuto ‘il capo' dai colleghi: ‘Quel posto deve andare alla Bernini. Gli impegni si rispettano'. Un docente racconta al telefono le pressioni ricevute, tra gli altri, da Giuliano Amato, per spingere l'ex ministra: ‘Non ne posso più" (Repubblica, p. 21).

Ecco, non se ne può più. Facciamo Lotito Rettore Unico, che lui sa come fare, e aspettiamo un duro monito di Bella Napoli.

5 - IL NASINO LUNGO DEL FASSINO
E' bastato che il Sor-genio De Benedetti lo indicasse per il Quirinale, come successore di Re Giorgio, che il compagno Fassino è subito scivolato su una buccia di banana e ha mostrato il dito indice ai tifosi del Toro che lo insultavano. Massimo Gramellini, noto tifoso granata, oggi lo concia per le feste:

"Il problema di Fassino non è il dito. E' il naso. Della stessa foggia di quello di Pinocchio. Quando la notizia ha cominciato a circolare, il sindaco ha mandato una smentita. Avrebbe dovuto sapere che nell'era dei telefonini le bugie hanno le gambe opposte alle sue, cioè cortissime (...) Nei paesi di cultura protestante, tanto sarebbe bastato per costringere il primo cittadino di Torino a dare le dimissioni: lì sono ancora arretrati e un politico scoperto a mentire su qualcosa viene ritenuto capace di mentire anche su tutte le altre. Ma per fortuna in Italia la bugia è una forma di legittima difesa, un titolo di merito, e a colpi di menzogne ben assestate si può arrivare ovunque, un domani persino al Quirinale" (Stampa, p. 1).

6 - NANO DECADENCE
"Berlusconi accelera sull'operazione Marina: è allarme sondaggi. Il Cavaliere: chi vota Pd vuol consegnare l'Europa a Schulz. Poi avverte: sempre meglio Renzi che un dittatore alla Grillo, mi fa molta paura. La leadership della primogenita mette d'accordo Cerchio magico e vecchia guardia: al via dopo le urne" (Messaggero, p. 8).

La Stampa fa notare garbatamente che "Berlusconi ‘invade' il video" (p. 10) e riprende una considerazione che ha fatto anche questo disgraziato sito nei giorni scorso: nessuno ha mai sentito la voce di Marina. Problemi? ("Il mistero di Marina, mai andata in tv", p. 10).

7 - PREMIER SOSPESO PER ELEZIONI
Renzie ormai è pienamente in campagna elettorale e attacca Grillo: "Sciacallo'. E chiama il PD alla mobilitazione: ‘Alle urne derby tra rabbia e speranza, 10 mila banchetti tra il 17 e il 18'". "Il premier preoccupato per il voto del Sud. Il nodo dei consensi al segretario: senza il suo nome sul simbolo non si trasferiscono tutti al partito" (Corriere, p. 5).

Sempre in palla l'ex comico che guarda a Palazzo Chigi: "Grillo a testa bassa. ‘Renzi? E' come Genny'. Il comunismo è stato applicato male. Invece il capitalismo disintegra gli Stati e non prevede la democrazia" (p. 11).

8 - TURBAMENTI CATODICI
"Grillo rischia di far scoppiare la coppia Santoro-Travaglio". Il Giornale si accora e lancia l'allarme: "Il conduttore dopo il flop di ascolti potrebbe divorziare dal suo sodale, vicino al leader M5S. ‘Beppe senza autorità morale per dire chi è buono e chi è cattivo'. Ancora Santoro: ‘E' cambiato il rapporto tra spettatori e politica e i big tirano meno. Dopo le Europee andrò nelle piazze a raccontare come stanno le cose" (p. 11). E nelle piazze anche lui ci troverò la polizia in assetto antisommossa. La tv è un posto più sicuro (e redditizio).

9 - ULTIME DA ALI-TAGLIA
"Alitali-Etihad all'ultima trattativa. Il problema delle banche e il nodo Unicredit. Ghizzoni: ‘Proposta condivisa da tutti'. Il presidente Colaninno e l'amministratore delegato Gabriele Del Torchio incontrano ad Abu Dhabi il ceo Hogan sul piano ‘new company'. La ‘new company' sarebbe controllata dall'attuale Alitalia-Cai con oltre il 51% e non erediterebbe il contenzioso né le pendenze" (Sole, p 1 dorso Finanza). Insomma, la storia è sempre la stessa: sfondata una scatola se ne fa un'altra.

10 - FREE MARCHETT (ALL'AZIONISTA)
Imperdibile paginazza del Corriere delle banche, sotto la testatina simil-renziana "#italiavoltapagina". "Famiglie e imprese del made in Italy. Come una banca può aiutare la ripresa'. La strategia di Intesa Sanpaolo: più servizi destinati alle persone e finanziare idee" (p. 25).

 

La Deng con il marito Rupert Murdoch Rupert Murdoch and Wendi DengRupert Murdoch and Tony Blair AUDITELMATTEO RENZI E PIERCARLO PADOAN HAMSIK GENNY A CAROGNA tifosi bloccano derby foto mezzelani gmt COPPA ITALIA, SCONTRICOPPA ITALIA, SCONTRIMARIA CRISCUOLO E FRANCESCO PIZZETTI Lucia Annunziata Giuliano Amato IL DITO MEDIO DI FASSINO MARINA E BERLUSCONIinnocenzi travaglio vauro santoro MASSIMO GRAMELLINI

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