urbano cairo sergio erede corriere della sera via solferino blackstone

LA "MILANO BENE" CHE GODE PER I GUAI DI CAIRO E' LA STESSA CHE AVEVA QUASI DISTRUTTO IL "CORRIERE" - PAVESI: "SONO QUEGLI STESSI POTERI FORTI CHE NON HANNO MAI DIGERITO LA CONQUISTA DEL PRIMO GIORNALE ITALIANO DA PARTE DI UN PARVENU (PER LORO) CHE SCONFISSE, NEL 2016, LA CORAZZATA MEDIOBANCA/BONOMI NELLA PRESA DI RCS. POCHI RICORDANO CHE SOTTO LA GESTIONE DEI COSIDDETTI “POTERI FORTI”, RCS HA RISCHIATO GROSSO CON PERDITE PER ANNI. SOLO DAL 2009 AL 2015, RCS AVEVA CUMULATO PERDITE PER 1,4 MILIARDI DI EURO…"

Andrea Pavesi per https://www.ilfattoquotidiano.it

 

Urbano cairo

C’è un pezzo della Milano bene, o meglio dei poteri forti, che ha gioito al verdetto del collegio arbitrale sulla vicenda Blackstone-Rcs che ha di fatto respinto le accuse di Urbano Cairo sulla tentata usura del fondo Usa nella compravendita del palazzo di via Solferino, sede storica del Corriere della Sera.

 

Sono quegli stessi poteri forti che non hanno mani digerito la conquista del primo giornale italiano da parte di un parvenu (per loro) che sconfisse, nel 2016, la corazzata Mediobanca/Bonomi nella presa di Rcs.

 

urbano cairo sergio erede

Ora che Cairo deve difendersi e fronteggiare la causa americana di Blackstone che chiede danni per 505 milioni di euro, suddivisi tra il gruppo editoriale e lo stesso imprenditore alessandrino, ecco partire sui giornali il toto “nuovo padrone”. In una sorta di rivincita dall’usurpazione del giornale della borghesia milanese.

 

Con nomi i più improbabili. Dagli Angelucci, abituati a usare i giornali come Libero (che sta in piedi solo grazie ai congrui contributi pubblici) per fare affari su altri campi, primo fra tutti quello della sanità privata. A Riffeser Monti (anch’esso editore in perdita con il suo Resto del Carlino, Il Giorno e La Nazione). Oltre ovviamente a Mediobanca che con la ex Fiat insieme a Intesa, Unipol e Della Valle, il cosiddetto Salotto buono, ha gestito Rcs per anni.

 

RCS 1

In questo spirito di revanche pochi ricordano che sotto la gestione dei cosiddetti “poteri forti”, Rcs ha rischiato grosso. Perdite a bocca di barile per anni, debiti a non finire. Solo dal 2009 al 2015, l’anno prima della conquista di Rcs da parte di Cairo, il gruppo editoriale aveva cumulato perdite per 1,4 miliardi di euro. Aveva visto ricavi tracollare da oltre 2,3 miliardi a un solo miliardo. Ed era dovuto correre ai ripari vendendo nel 2014 anche l’immobile di proprietà per 120 milioni a Blackstone. Una gestione industriale non certo da manuale della Bocconi.

 

urbano cairo

Con l’arrivo di Cairo, nell’estate del 2016, è arrivata anche la svolta nei conti. Da subito. Primo utile per 3,5 milioni già nel 2016 e poi un crescendo, cumulando tra il 2016 e il 2020 oltre 250 milioni di utili netti, pur con i ricavi in calo nel periodo del 25% nella crisi generalizzata dell’editoria.

 

La sua Cairo Communications ha sempre fatto utili anche nel decennio nero dell’editoria italiana. Quando rilevò da Telecom Italia La7, il canale televisivo perdeva 100 milioni di euro. Oggi ha margini positivi e di fatto quasi azzerate le perdite. Solo un editore puro come Cairo, sa dove mettere le mani, rispetto a chi detiene la proprietà dei giornali come business ancillare ai suoi veri affari. Il caso Rcs è lì da toccare con mano.

 

urbano cairo

Certo ora incombe sulla società e su Cairo lo spettro di quel mezzo miliardo di danni. Difficile dire come finirà. Di certo anche in caso di sconfitta l’impatto non sarà di quelle dimensioni. Blackstone ha visto andare in fumo con la fuga del compratore Allianz 120 milioni di plusvalenza. I danni chiesti sono 4 volte superiori al cessato lucro. Non solo, ma la perizia del collegio arbitrale ha chiarito che il palazzo è stato ceduto a Blackstone a 120 milioni, rispetto a un valore di mercato dell’epoca di 153 milioni, quindi con uno sconto del 20%.

 

Nel frattempo Blackstone ha incassato da Rcs affitti per 10,3 milioni di euro negli ultimi 6 anni. Fanno oltre 60 milioni di flussi in entrata che il fondo Usa ha incassato da Rcs, portando l’esborso reale di Blackstone a 60 milioni a oggi.

Urbano Cairo su Instagram dall'ospedale San Paolo

 

L’immobile nel frattempo si è rivalutato. Se per difetto si ipotizza un tasso medio annuo del 3%, ecco che a spanne lo stabile di via Solferino può valere oggi non meno di 180 milioni. Se Blackstone che continua a incassare l’affitto da Rcs, trovasse un compratore domani per soli 200 milioni ecco che la plusvalenza sarebbe superiore rispetto al presunto danno della mancata vendita del 2018 a 240 milioni ad Allianz.

 

Danni economici come si vede estremamente ridimensionati, rispetto al quantum chiesto da Blackstone. Tutte ipotesi ovviamente sul destino della causa, che potrebbe anche sfociare in una transazione bonaria tra le parti. Ma che in ogni caso non dovrebbero avere impatti esiziali su Rcs tali da far fare un passo indietro a Cairo. Che da canto suo, dopo il gran lavoro di ristrutturazione di Rcs con i debiti finanziari netti portati da quasi 500 milioni a poco più di 40, non ci pensa proprio a lasciare a qualcun altro l’onore del salvataggio e rilancio del primo gruppo editoriale italiano.

 

Ultimi Dagoreport

donald trump vladimir putin

DAGOREPORT – PUTIN NON PERDE MAI: TRUMP ESCE A PEZZI DALLA TELEFONATA CON “MAD VLAD”. AVEVA GIÀ PRONTO IL DISCORSO (“HO SALVATO IL MONDO”) E INVECE HA DOVUTO FARE PIPPA DI FRONTE AL NIET DEL PRESIDENTE RUSSO ALLA TREGUA DI 30 GIORNI IN UCRAINA – ZELENSKY COTTO E MANGIATO: “SE NON SEI AL TAVOLO DEL NEGOZIATO, SEI NEL MENÙ” – LE SUPERCAZZOLE DEL TYCOON SU IRAN E ARABIA SAUDITA E LA PRETESA DELL’EX AGENTE DEL KGB: ACCETTO IL CESSATE IL FUOCO SOLO SE FERMATE GLI AIUTI ALL’UCRAINA. MA TRUMP NON POTEVA GARANTIRE A NOME DELL’EUROPA – DOPO IL SUMMIT A GEDDA DI DOMENICA PROSSIMA CI SARÀ UNA NUOVA TELEFONATA TRA I DUE BOSS. POI L’INCONTRO FACCIA A FACCIA…

donald trump dazi giorgia meloni

DAGOREPORT! ASPETTANDO IL 2 APRILE, QUANDO CALERÀ SULL’EUROPA LA MANNAIA DEI DAZI USA, OGGI AL SENATO LA TRUMPIANA DE’ NOANTRI, GIORGIA MELONI, HA SPARATO UN’ALTRA DELLE SUE SUBLIMI PARACULATE - DOPO AVER PREMESSO IL SOLITO PIPPONE (‘’TROVARE UN POSSIBILE TERRENO DI INTESA E SCONGIURARE UNA GUERRA COMMERCIALE...BLA-BLA’’), LA SCALTRA UNDERDOG DELLA GARBATELLA HA AGGIUNTO: “CREDO NON SIA SAGGIO CADERE NELLA TENTAZIONE DELLE RAPPRESAGLIE, CHE DIVENTANO UN CIRCOLO VIZIOSO NEL QUALE TUTTI PERDONO" - SI', HA DETTO PROPRIO COSI': “RAPPRESAGLIE’’! - SE IL SUO “AMICO SPECIALE” IMPONE DAZI ALLA UE E BRUXELLES REAGISCE APPLICANDO DAZI ALL’IMPORTAZIONE DI MERCI ‘’MADE IN USA’’, PER LA PREMIER ITALIANA SAREBBERO “RAPPRESAGLIE”! MAGARI LA SORA GIORGIA FAREBBE MEGLIO A USARE UN ALTRO TERMINE, TIPO: “CONTROMISURE”, ALL'ATTO DI TRUMP CHE, SE APPLICATO, METTEREBBE NEL GIRO DI 24 ORE IN GINOCCHIO TUTTA L'ECONOMIA ITALIANA…

donald trump cowboy mondo in fiamme giorgia meloni friedrich merz keir starmer emmanuel macron

DAGOREPORT: IL LATO POSITIVO DEL MALE - LE FOLLIE DEL CALIGOLA DELLA CASA BIANCA HANNO FINALMENTE COSTRETTO GRAN PARTE DEI 27 PAESI DELL'UNIONE EUROPEA, UNA VOLTA PRIVI DELL'OMBRELLO MILITARE ED ECONOMICO DEGLI STATI UNITI, A FARLA FINITA CON L'AUSTERITY DEI CONTI E DI BUROCRATIZZARSI SU OGNI DECISIONE, RENDENDOSI INDIPENDENTI - GLI EFFETTI BENEFICI: LA GRAN BRETAGNA, ALLEATO STORICO DEGLI USA, HA MESSO DA PARTE LA BREXIT E SI E' RIAVVICINATA ALLA UE - LA GERMANIA DEL PROSSIMO CANCELLIERE MERZ, UNA VOLTA FILO-USA, HA GIA' ANNUNCIATO L'ADDIO ALL’AUSTERITÀ CON UN PIANO DA MILLE MILIARDI PER RISPONDERE AL TRUMPISMO - IN FRANCIA, LA RESURREZIONE DELLA LEADERSHIP DI MACRON, APPLAUDITO ANCHE DA MARINE LE PEN – L’UNICO PAESE CHE NON BENEFICIA DI ALCUN EFFETTO? L'ITALIETTA DI MELONI E SCHLEIN, IN TILT TRA “PACIFISMO” PUTINIANO E SERVILISMO A TRUMP-MUSK...

steve witkoff marco rubio donald trump

DAGOREPORT: QUANTO DURA TRUMP?FORTI TURBOLENZE ALLA CASA BIANCA: MARCO RUBIO È INCAZZATO NERO PER ESSERE STATO DI FATTO ESAUTORATO, COME SEGRETARIO DI STATO, DA "KING DONALD" DALLE TRATTATIVE CON L'UCRAINA (A RYAD) E LA RUSSIA (A MOSCA) - IL REPUBBLICANO DI ORIGINI CUBANE SI È VISTO SCAVALCARE DA STEVE WITKOFF, UN IMMOBILIARISTA AMICO DI "KING DONALD", E GIA' ACCAREZZA L'IDEA DI DIVENTARE, FRA 4 ANNI, IL DOPO-TRUMP PER I REPUBBLICANI – LA RAGIONE DELLA STRANA PRUDENZA DEL TYCOON ALLA VIGILIA DELLA TELEFONATA CON PUTIN: SI VUOLE PARARE IL CULETTO SE "MAD VLAD" RIFIUTASSE IL CESSATE IL FUOCO (PER LUI SAREBBE UNO SMACCO: ALTRO CHE UOMO FORTE, FAREBBE LA FIGURA DEL ''MAGA''-PIRLA…)

giorgia meloni keir starmer donald trump vignetta giannelli

DAGOREPORT - L’ULTIMA, ENNESIMA E LAMPANTE PROVA DI PARACULISMO POLITICO DI GIORGIA MELONI SI È MATERIALIZZATA IERI AL VERTICE PROMOSSO DAL PREMIER BRITANNICO STARMER - AL TERMINE, COSA HA DETTATO ''GIORGIA DEI DUE MONDI'' ALLA STAMPA ITALIANA INGINOCCHIATA AI SUOI PIEDI? “NO ALL’INVIO DEI NOSTRI SOLDATI IN UCRAINA” - MA STARMER NON AVEVA MESSO ALL’ORDINE DEL GIORNO L’INVIO “DI UN "DISPIEGAMENTO DI SOLDATI DELLA COALIZIONE" SUL SUOLO UCRAINO (NON TUTTI I "VOLENTEROSI" SONO D'ACCORDO): NE AVEVA PARLATO SOLO IN UNA PROSPETTIVA FUTURA, NELL'EVENTUALITÀ DI UN ACCORDO CON PUTIN PER IL ‘’CESSATE IL FUOCO", IN MODO DA GARANTIRE "UNA PACE SICURA E DURATURA" - MA I NODI STANNO ARRIVANDO AL PETTINE DI GIORGIA: SULLA POSIZIONE DEL GOVERNO ITALIANO AL PROSSIMO CONSIGLIO EUROPEO DEL 20 E 21 MARZO SULL'UCRAINA, LA PREMIER CERCHIOBOTTISTA STA CONCORDANDO GLI ALLEATI DELLA MAGGIORANZA UNA RISOLUZIONE COMUNE PER IL VOTO CHE L'ATTENDE MARTEDÌ E MERCOLEDÌ IN SENATO E ALLA CAMERA, E TEME CHE AL TRUMPUTINIANO SALVINI SALTI IL GHIRIBIZZO DI NON VOTARE A FAVORE DEL GOVERNO…