TANTO CAOS PER NULLA - I MERCATI NON TEMONO IL NOSTRO PANTANO: SANNO CHE SE LA CRISI PROSEGUE DECADONO TUTTI I PROVVEDIMENTI DI SPESA E DI STOP ALLE TASSE (E INTANTO È AUMENTATA L’IVA)
1 - PERCHÃ I MERCATI NON SI STUPISCONO TROPPO DELLE TURBOLENZE ITALIANE
Da "Il Foglio"
La grande coalizione che sostiene il governo italiano perde pezzi, a partire dai ministri del Pdl, ma questa situazione per ora non ha creato scompensi eccessivi nei mercati. Ieri tutte le Borse europee hanno chiuso deboli, soprattutto per il timore che il Congresso statunitense non trovi un accordo sul budget federale e sull'innalzamento del tetto al debito pubblico. Piazza Affari il listino peggiore, ha chiuso a meno 1,2 per cento.
L'attesa impennata dello spread, il differenziale tra Btp italiani e omologhi Bund tedeschi, è durata solo qualche ora: l'indicatore ha aperto infatti a 300 punti, salvo poi ridiscendere a 276. Certo, non è detto che la situazione rimarrà così tranquilla a lungo, soprattutto se il percorso di risanamento fiscale e di riforme deragliasse completamente. Perciò gli appelli alla "stabilità " si moltiplicano.
Palazzo Chigi ha fatto sapere che il presidente del Consiglio, Enrico Letta, ieri pomeriggio ha ricevuto una telefonata "affettuosa" dalla cancelliera tedesca, Angela Merkel, la quale ha ribadito "l'auspicio per la stabilità politica" e "la continuità nell'azione di governo". L'agenzia di rating Fitch ha comunicato che il collasso delle larghe intese "mette a rischio gli obiettivi di breve e medio termine" dei conti pubblici. In queste ore, non a caso, le voci di un possibile declassamento del debito italiano continuano a rincorrersi.
Eppure perfino il Wall Street Journal, in un'analisi di Simon Nixon pur critica degli ultimi sviluppi ("Berlusconi e Letta suonano mentre Roma brucia"), riconosce che finora gli analisti hanno peccato di pessimismo nell'interpretazione di tendenze e dati macroeconomici nell'Eurozona, e idealizzato invece la solidità del panorama politico nelle democrazie.
Il paradosso però, come hanno notato alcuni economisti tra cui Marcello Messori e Jean-Paul Fitoussi, è che, se la crisi politica si prolungasse, decadrebbero tutti i provvedimenti di spesa approvati dal governo ma non ancora dal Parlamento. I conti pubblici, così, terrebbero. Da stamattina, per esempio, scatta l'aumento dell'Iva dal 21 al 22 per cento. Ai cittadini non piacerà , ma per i mercati un gettito certo è un sollievo. Almeno nel breve termine.
2 - "VENDERE I BTP MA I RISCHI SONO LIMITATI"
G.Pao per "La Stampa"
«Vendere il Btp». Il consiglio arriva da Goldman Sachs, la banca d'affari Usa che in aprile, con il governo Letta appena nato, suggeriva invece di comprare. «A fine aprile, consigliavamo di andare lunghi (comprare, ndr.) sui Btp italiani. Considereremmo di chiudere questa posizione», è scritto in una nota riservata ai clienti sulla situazione italiana, inviata domenica sera.
Secondo Goldman, i rischi sull'Italia restano comunque limitati, con lo spread contro il bund tedesco che potrebbe salire fino 325 punti base. A limitare la reazione dei mercati potrebbero intervenire due fattori. Innanzitutto, lo spread attuale è già alto rispetto ai 210 punti base che sono visti come il dato «equo» rispetto alla condizione delle finanze pubbliche. In secondo luogo, il debito italiano è ormai per due terzi in mani italiane - che dovrebbe stabilizzare i rendimenti - e il deficit 2013 dovrebbe essere ormai completamente finanziato.
Ma, ammette Goldman, i rischi di riflessi negativi dall'instabilità politica sono aumentati. L'Italia potrebbe perdere il treno della «ripresina» in corso e il suo rating potrebbe essere ulteriormente peggiorato. Sul punto, il pallino in mano non ce l'ha né Moody's né S&P ma la canadese Dbrs. Specializzata nei giudizi su titoli bancari, mantiene sull'Italia un giudizio «A». Se lo abbassasse, aumenterebbe i costi di finanziamento per le già provate banche italiane. Con la conseguenza di un ulteriore avvitamento del credito.






