IL SEPOLCRO DELLA CONCORDIA - FORSE LE VITTIME SONO TUTTE NEL RISTORANTE SUL PONTE 4, CHE ERA IL PUNTO DI RACCOLTA SEPOLTO SOTTO 20 METRI D’ACQUA - “IMMAGINATE DI ENTRARE IN UNA CASA ROVESCIATA. CREDI DI VEDERE UN PAVIMENTO E INVECE È UNA PARETE. NEL BUIO TOTALE SBATTI CONTRO SEDIE, LETTI, BOTTIGLIE, OGNI TIPO DI OGGETTI. E L’ACQUA NON RAGGIUNGE I 12 GRADI” - LE BARRIERE ANTI PETROLIO SONO GIÀ ATTORNO ALLA NAVE, CON AMPI VARCHI PER FARE PASSARE I SOCCORSI…
Di Jenner Meletti per "La Repubblica"
Ponte quattro, a poppa. I croceristi sapevano che dovevano riunirsi lì, nel «punto di raccolta passeggeri» , in caso di pericolo. Erano preparati, avevano fatto l'esercitazione, indossando diligentemente i giubbotti rossi. E li stanno trovando proprio lì, quelli che sono chiamati i «dispersi». Sempre sul ponte quattro, ma venti metri sotto il livello del mare, perché il grande ristorante, luogo del raduno, si è piegato fino a toccare le rocce e la sabbia del fondo.
Cinque persone, quattro uomini e una donna, «età fra i 50 ed il 60 anni», sono stati trovati nel pomeriggio. Ieri era stato deciso che con il buio le ricerche sarebbero state sospese, ma nella notte i fari illuminano i sommozzatori dei vigili del fuoco e quelli della Guardia costiera che entrano ed escono dai nuovi varchi aperti nella nave. Sta arrivando il brutto tempo.
Da domani, giovedì, si prevedono onde alte. Sarà impossibile entrare nella pancia della nave, e sarà difficile anche svuotare i serbatoi dalle 2.800 tonnellate di gasolio. Queste ore sono preziose per recuperare le vittime, e per questo si lavora anche al buio anche se si era detto che il rischio era troppo alto.
L´isola si sveglia con i boati di esplosioni. Sono arrivati gli incursori della Marina militare. Piazzano cariche «micro» che però fanno sussultare tutto il paese. «Sono cariche da taglio - dice il capitano di fregata Bruno Rocca - che concentrano energia in un solo punto, così non c´è il rischio di destabilizzare la nave. Abbiamo aperto sette varchi, distruggendo vetri blindati di 31 millimetri di spessore.
Ci sono buchi per l´entrata, per l´uscita e anche per le vie di fuga. Prima si poteva entrare solo dall´alto, i sub impiegavano un´ora per arrivare nella zona allagata. Abbiamo aperto un varco anche 18 metri sotto il livello del mare». Entrano in azione i subacquei. Due corpi vengono portati subito su una lancia, per recuperare gli altri tre sono necessarie altre ore di lavoro.
I quattro uomini e la donna sono scivolati in basso, quando la nave si è piegata verso gli scogli, e poi sono stati sommersi dall´acqua. Si pensa che ci siano altri morti, in questo ristorante delle cene di gala trasformato in obitorio subacqueo. Ora le vittime accertate sono 11 e 28 dispersi. Lieto fine per fortuna per un passeggero tedesco che mancava all´appello, ma stato infatti ritrovato ieri a casa sua.
«Con i nuovi varchi - racconta il capitano Rodolfo Raiteri della Guardia costiera - riusciamo ad arrivare in quella che sembra essere la "zona di ammassamento" delle vittime percorrendo 70 - 80 metri in tutto, ma impieghiamo quasi venti minuti. Lavoriamo in coppia, perché uno aiuta l´altro a liberarsi dai detriti.
Un "filo di Arianna" al quale siamo legati ci permette di ritrovare il varco di uscita. Immaginate di entrare in una casa rovesciata. Credi di vedere un pavimento e invece è una parete. Nel buio totale sbatti contro sedie, letti, bottiglie, ogni tipo di oggetti. Sei in una dimensione tutta sballata e anche con le tute e ogni protezione non puoi resistere a lungo in un´acqua che non raggiunge i 12 gradi».
Le barriere anti petrolio sono già attorno alla Concordia, con ampi varchi per fare passare i soccorsi. Per la notte appena trascorsa era previsto l´arrivo del «pontone» con le pompe per mettere al sicuro in una nave cisterna il petrolio chiuso nella nave. Ma sarà un lavoro lungo. «Probabilmente - dice Kees van Essen, della Smit Salvage, la ditta olandese incaricata del recupero combustibile, inizieremo il travaso sabato o domenica, ma sarà un lavoro lungo, compreso fra le due e le quattro settimane».
I Gis dei carabinieri hanno recuperato la seconda scatola nera e l´hanno portata alla Procura della Repubblica. Verso sera sull´isola arriva il presidente della Costa Crociere, Pier Luigi Foschi. Incontra il sindaco e cronisti arrivati da ogni parte del mondo. «Dobbiamo evitare l´inquinamento e portare via questo gigante che è venuto a morire qua. Sono azioni che servono a ripristinare il nome dell´azienda ma anche a ridare decoro dell´Italia».
Dice che «i veri eroi sono qui, e sono gli abitanti dell´isola e gli uomini in divisa che stanno facendo tutto il possibile». «Anche un morto solo sarebbe un morto di troppo e siamo di fronte a una tragedia immane». Sui muri del Giglio la madre e uno zio di Giuseppe Girolamo, arrivati da Alberobello, hanno appeso le foto di questo musicista che lavorava per la Costa da un mese. «Chiunque abbia notizie, telefoni a...». Giuseppe Girolamo suonava la batteria, aveva trent´anni. Stava salendo su una scialuppa di salvataggio, poi ha lasciato il posto a un passeggero.
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