VROOM! LA FERRARI MINACCIA DI SGOMMARE VIA DALL'ITALIA SE 'I SALARI AUMENTERANNO TROPPO' O SE CI SARANNO FREQUENTI AGITAZIONI SINDACALI: LO ANNUNCIA NELLA DOMANDA DI QUOTAZIONE A WALL ST. - ALTRA GRANA: 814 FERRARI DA RITIRARE IN AMERICA CAUSA AIRBAG DIFETTOSI
1. LA FERRARI AVVISA I SINDACATI: PRONTI A LASCIARE MARANELLO
Riccardo Pelliccetti per “il Giornale”
T empi duri per i sindacati, soprattutto per la Fiom Cgil che non nasconde la rabbia di fronte al documento presentato dalla Ferrari alla Sec (l'organo di Borsa americano) in vista dello sbarco a Wall Street. In poche parole, se in Italia i salari aumenteranno troppo o se ci saranno frequenti agitazioni sindacali, il Cavallino potrebbe essere costretto a spostare la produzione da Maranello e Modena in altri Paesi. Una doccia fredda e inaspettata.
D'altronde, le aziende nostrane per competere sui mercati e attrarre investimenti hanno l'assoluta necessità di mantenere un elevato livello di efficienza e di risparmiarsi ulteriori ostacoli, come nuove tasse o oneri sociali o lacciuoli burocratici. Ma anche di non dover fermare o ritardare la produzione per rivendicazioni sindacali anacronistiche. I danni sono spesso incalcolabili, nel privato come nel pubblico, basti vedere che cosa è accaduto nei giorni scorsi a Pompei, con migliaia di turisti in fila e cancelli chiusi per un'assemblea dei lavoratori in piena stagione turistica.
Alla Ferrari, per fortuna, ha regnato finora un'apparente armonia. Rotta ieri da una nota della Fiom di Modena: «Ferrari tutela più gli investitori che i lavoratori, i dividendi più dei diritti – ha dichiarato il segretario generale Cesare Pizzolla -. Mettere sullo stesso piano i disastri naturali come terremoti, incendi, inondazioni, uragani, guerre, attacchi terroristici e pandemie alle agitazioni sindacali e all'aumento delle buste paga dei lavoratori conferma che la visione strategica di Marchionne non è quella di un industriale, ma piuttosto quella di un navigato finanziere».
Abbiamo letto il documento presentato da Fiat Chrysler e confermiamo che le calamità naturali, come le agitazioni sindacali e anche i possibili «cambiamenti nelle leggi e nei regolamenti su fisco, esportazioni, occupazione e inflazione salariale» tali da rendere anti economico produrre a Maranello e Modena, potrebbero spingere la Ferrari a «cercare luoghi di produzione alternativi».
Naturalmente le carte inviate alla Sec, fondamentali per quotare il Cavallino, contengono anche altre informazioni indispensabili per gli investitori, come i risultati del team di Formula 1. «Il prestigio, l'identità e il fascino del marchio Ferrari – spiega il documento – dipendono dal continuo successo della squadra corse». Quindi i ricavi delle sponsorizzazioni e dei diritti tv potrebbero ridursi in caso di prestazioni non entusiasmanti. Insomma, Marchionne mette nero su bianco qual è la situazione e come potrebbe evolversi, sia in positivo sia in negativo. Niente di più.
arrivabene e marchionne in ferrari
«Quelle della Fiom sono preoccupazioni immotivate – afferma Claudio Mattiello, segretario generale della Fim Cisl di Modena -. Tutti, a parte la Fiom, hanno capito che le parole nel documento sono solo delle rassicurazioni per gli investitori, un atto dovuto. Qualsiasi azienda deve dare garanzie al mercato quando affronta un'Ipo». Mattiello non nasconde l'imbarazzo per i proclami della Fiom. «Sono sempre pronti a strumentalizzare ogni vicenda. Alla Ferrari non ci sono stati scioperi, né nostri né della Fiom, perciò l'azienda non ha alcuna preoccupazione». Negli impianti del Cavallino gli iscritti al sindacato sono circa 500, di cui solo un centinaio aderiscono alla Fiom. «Devono dimostrare che esistono – aggiunge il segretario Fim -.
È solo un modo per salire alla ribalta prima delle ferie». Mattiello non crede sia possibile un trasferimento. «La Ferrari perderebbe la sua identità, la sua specificità. La Fiom è ormai alla deriva. Il suo leader dovrebbe tornare sui tavoli negoziali e frequentare meno talk show. Lui e la sua organizzazione fanno più politica che sindacato».
2. FCA DEVE RITIRARE 814 FERRARI. PROBLEMI CON LA JEEP HACKERATA
Elena Dal Maso per www.milanofinanza.it
Dopo il sell off sul titolo (-6,94% a 13 euro), ieri sera Fca ha reso noto, dalla sede di Londra, che la multa fino a 105 milioni di dollari che dovrà pagare negli Usa "non ha impatto significativo sulla sua posizione finanziaria". Dagli Stati Uniti, però, arriva un’altra stoccata: il gruppo guidato da Marchionne dovrà richiamare 814 Ferrari negli Stati Uniti a causa di air bag difettosi realizzati dal fornitore giapponese Takata Corp.
Jeep Grand Cherokee Diesel grille
Sempre ieri Bnp Paribas ha reso noto a Borsa Italiana che ha richiamato in anticipo i certificati su Fca in carico a 7,8 euro e venduti a 13 euro. La notizia sulle Ferrari è stata pubblicata dal Wall Street Journal, da Cnbc e da Usa Today, fra gli altri, e ieri sera rimbalzata anche in homepage di Handelsblatt online. Il giornale economico tedesco ha sferrato un attacco frontale a Fca ("L’asino d’oro di Marchionne crea problemi", "Marchionnes Goldesel macht Probleme") .
L’ultimo, in ordine di tempo, dopo quello del Financial Times venerdì scorso in cui il giornale inglese racconta che il gruppo automobilistico ha avviato una campagna di richiami volontari negli Usa per 1,4 milioni di veicoli nuovi per problemi di possibile hackeraggio collegato al touch screen da 8,4 pollici montato a bordo.
lapresse schumacher ferrari california
Perché? In un video pubblicato martedì scorso da da Wired, due esperti di sicurezza informatica hanno dimostrato di poter prendere il controllo del climatizzatore, dello stereo e del motore di una Jeep Cherokee usando un computer lontano chilometri dalla vettura. I due hacker sono un ex analista della National Security Agency e il direttore di un'azienda specializzata in sicurezza.
Quanto alle Ferrari, il problema riguarda gli air bag, che, una volta gonfiati, si possono orientare in maniera scorretta aumentando il rischio di ferimento in caso di incidente. Lo ha spiegato la stessa Ferrari in una nota alla National Highway Traffic Safety Administration, dopo essere stata a sua volta informata da Takata lo scorso 16 giugno. Il gruppo italiano ha deciso lo scorso 22 luglio che era necessario ritirare le auto dal mercato.
I modelli in questione riguardano il 2015 d 458 Italia, 458 Spider, 458 Speciale, 458 Speciale A, California T, FF, F12 Berlinetta e LaFerrari.
Questa mattina il titolo Fca recupera in parte il terreno perso ieri in apertura di Piazza Affari, con un incremento del 2,08% a quota 13,27 euro.