LA ROCCA TRABALLA - WEEKEND DI PAURA A SIENA, MA LA NEVE NON C'ENTRA - NELLA SEDE DI MPS DA QUATTRO GIORNI GLI 007 DELLA CONSOB FANNO LE PULCI AI MOVIMENTI COI FONDI ESTERI - SEQUESTRATI I COMPUTER DEI DIRIGENTI - VERIFICHE A TAPPETO SUGLI INCENTIVI GIRATI DAI BIG INTERNAZIONALI DELLA FINANZA AL MONTE PASCHI - ED ENTRO UN PAIO DI SETTIMANE POTREBBE ARRIVARE IL COLPO DI GRAZIA DI MOODY'S CON IL TAGLIO DEL RATING - TRE SOLUZIONI: MATRIMONIO CON UBI, SPEZZATINO TRA INTESA E UNICREDIT, STAMPELLA PUBBLICA CON CDP - IL BAZOLI BOY GORNO TEMPINI SI SCALDA…
Francesco De Dominicis per "Libero"
Le speranze di Mps - a giudicare dalle parole del presidente Giuseppe Mussari - sono tutte nelle mani di Fabrizio Viola. Il nuovo direttore generale nonché futuro amministratore delegato del Monte dei paschi di Siena ha accettato un incarico delicatissimo. Tuttavia, Mussari non ha dubbi: «Il piano Viola - ha detto mercoledì - soddisferà le richieste dell'Eba». In ballo ci sono gli oltre 3 miliardi di euro di rafforzamento patrimoniale imposto dall'autorità bancaria europea.
Dalla riuscita o meno dell'operazione - che è legata alla vendita di alcuni gioielli di famiglia - dipende buona parte del destino di Mps. Qualche perplessità è stata sollevata dalle agenzie di rating. Tant'è che ieri Moody's ha messo sotto osservazione il titolo dell'istituto senese per un possibile taglio del giudizio. Decisivo sarà il ruolo della Fondazione Mps, azionista col 50% del capitale. L'ente non se la passa bene e avrebbe chiesto il soccorso a Mediobanca, Intesa e Unicredit: classica operazione di sistema finalizzata a preservare lo status quo senza traumi nel recinto bancario.
In caso di flop, Mps potrebbe finire sotto il cappello di un grande gruppo (si parla di Intesa) oppure potrebbe essere oggetto di uno spezzatino, magari per evitare pericolose censure Antitrust sulla sovrapposizione territoriale degli sportelli. Un'altra ipotesi di cui si parla a piazza Affari - tutta da decifrare - tira in ballo Ubibanca per una fusione "alla pari".
Opzione che in questi giorni è al centro del gossip a Brescia dove si fa il nome di Giovanni Gorno Tempini come possibile, futuro numero uno del nuovo gruppo. Gorno Tempini è un ex Intesa e Mittel (player riconducibili a Giovanni Bazoli) e oggi guida la Cassa depositi e prestiti. E anche la Cdp viene accostata a Mps come stampella pubblica "a tempo" piazzata per evitare l'assalto degli stranieri.
La Borsa è in fermento: negli ultimi giorni è passato oltre il 3% del capitale. Ma ieri la stangata di Moody's ha cagionato una perfomance negativa (-3,5%). E a rovinare il week end di Mussari c'è anche un'altra faccenda spinosa. Da qualche giorno, infatti, al quartier generale di Rocca Salimbeni è in corso un'ispezione della Consob. Roba di ordinaria amministrazione, probabilmente.
Le verifiche, comunque, andranno avanti ancora per un po'. Di qui il «no comment» di rito che abbiamo incassato dagli uffici della Commissione presieduta da Giuseppe Vegas. Che di fatto conferma l'operazione pur non potendo dire ufficialmente nulla a "fascicolo aperto". Secondo indiscrezioni raccolte da Libero, l'indagine riguarderebbe i contratti di distribuzione dei fondi d'investimento.
In ballo ci sono gli incentivi girati da big internazionali a Mps. Operazioni, forse non troppo trasparenti, su cui sono puntati i fari degli sceriffi Consob, che faranno accertamenti approfonditi anche sui computer sequestrati ad alcuni dirigenti.



