
MONDO ACIDO - OGNI ANNO ALMENO 1500 DONNE NEL MONDO SUBISCONO ATTACCHI CON L’ACIDO PER MANO DI UOMINI RESPINTI. IN INDIA LE SOPRAVVISSUTE FANNO PRESSIONE SUL GOVERNO PER PREVENIRE LE VIOLENZE
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Un gruppo di uomini molestava Sonali Mukherjee ogni volta che usciva di casa. Lei, diciottenne studentessa di sociologia, un giorno minacciò di andare alla polizia e loro, per vendetta, si intrufolarono nella sua casa di notte e le gettarono acido sulla faccia mentre dormiva.
Tre anni dopo erano fuori di prigione. Lei intanto ha subito 28 operazioni, è cieca e in parte sorda. Ha chiesto alla corte se le accordava il suicidio, ma la domanda è stata respinta perché l'eutanasia in India è illegale.
A dieci anni di distanza Sonali Mukherjee, come altre vittime di attacchi con l'acido, sta conducendo la battaglia per convincere il governo indiano a prevenire questo tipo di violenza. Per esempio facendo rispettare la legge che limita la vendita dell'acido e che era stata fatta lo scorso febbraio, dopo il mortale stupro collettivo avvenuto a New Delhi.
Secondo la legge la vendita di acido è proibita, a meno che il venditore non registri i dati del compratore. In pratica l'acido è a disposizione di tutti e costa poco. In caso di attacco con l'acido, il risarcimento alle vittime è di 1.400 dollari.
La legge però promette una stretta: dai dieci anni al carcere a vita, senza possibilità di cauzione. Fino a poco tempo fa la legge indiana non considerava l'attacco con l'acido un crimine a parte, rientrava nella categoria dei danni, dei gravi danni, o del tentato omicidio.
Secondo la Acid Survivors Trust International con sede a Londra, sono oltre 1500 i casi di attacco con l'acido ogni anno. Ma il numero potrebbe essere maggiore perché molte donne hanno paura di denunciare.
Chi attacca intende menomare a vita, sfigurare, accecare, spesso come vendetta per essere stato rifiutato sessualmente.
Laxmi, 24 anni, è stata acidificata 8 anni fa per aver respinto un uomo che aveva il doppio della sua età . Lei è devastata, lui ha fatto un mese di prigione, poi si è sposato e ha avuto un figlio.
Kamlesh Jain, avvocato che difende le vittime di acido, spiega che le donne più povere sono anche le più vulnerabili dopo tali attacchi. Sono completamente tagliate fuori dalla società , evitate, lasciate sole.
L'organizzazione Stop Acid Attacks, che ha gli uffici a Nuova Delhi, sta diventando un centro di accoglienza, di riunione e di reazione.




