luigi di maio tav treno tunnel

AGGIUNGI UN POSTO A TAV! DI MAIO ARROCCATO SUL NO ALL’ALTA VELOCITA’, ALTA TENSIONE CON SALVINI. PER AIUTARE CONTE LA SOLUZIONE A CUI PENSA IL M5S È UN VOTO IN PARLAMENTO – COSI’ ALLA FINE LA TORINO-LIONE VERRÀ SALVATA DA UNA MAGGIORANZA TRASVERSALE IN AULA SENZA CHE QUESTO PORTI A UNA CRISI DI GOVERNO - QUESTA MATTINA VERTICE A PALAZZO CHIGI, SI PARLERA’ ANCHE DI LEGITTIMA DIFESA E AUTONOMIA REGIONALE

Marco Conti per “il Messaggero”

LUIGI DI MAIO E LA TAV

 

Un voto del Parlamento per bloccare la Torino-Lione cancellando l' intesa con Parigi. Perdere, e salvare Tav e faccia. La soluzione che il M5S studia per aiutare il premier Giuseppe Conte a trovare una soluzione, è pensata per uscire dalle secche, archiviare la disputa, salvando il governo le cui sorti nè Salvini nè Di Maio legano al destino della Tav.

 

beppe grillo no tav

Not in my name, continua a sostenere Luigi Di Maio che si presenta al vertice di oggi a palazzo Chigi convinto di «dire no fino alla fine» alla Torino-Lione così come consigliato anche ieri da Davide Casaleggio e nei giorni scorsi da Beppe Grillo. Posizione ferma, quella del vicepremier grillino, che però mette in conto l' opposta valutazione del collega leghista il quale è pressato dai governatori dalle regioni del Nord e da un elettorato che è sceso anche in piazza per difendere la Tav. Alla fine la Torino-Lione verrà quindi salvata da un voto trasversale visto che, schierati per l' opera - oltre alla Lega - ci sono tutte le opposizioni, dal Pd a FdI passando per FI.

 

salvini tav

Una soluzione, quella di cui si discuteva ieri a palazzo Chigi, che secondo qualcuno avrebbe il merito di non certificare sconfitti e vincitori, ma di rimettere la scelta finale al Parlamento dove il M5S chiederà si metta ai voti un ddl attraverso il quale cancellare la legge obiettivo e archiviare l' opera. Un iter dal tratto identitario destinato però ad infrangersi rapidamente in Parlamento.

 

salvini tav

Il presidente del Consiglio ha trascorso buona parte del weekend scorso a studiare progetti, tracciati e contratti. Uscire dagli accordi presi con Parigi e Bruxelles non è facile, sarebbe costoso, ma soprattutto necessita di un passaggio legislativo. Tra l' andare avanti o fermare tutto ci sono anche i costi di ripristino dei tunnel già scavati e dei cantieri già aperti, ma ciò che oggi Conte proporrà ai due vice e al ministro Toninelli altro non è che una soluzione politica che permetterebbe ad ognuno di mantenere la posizione e a Conte di essere poi il notaio di ciò che deciderà il Parlamento. E' comunque probabile che anche il vertice di questa mattina non sia risolutorio. La Tav è in cima all' agenda sia per la scadenza di lunedì prossimo - giorno ultimo per l' avvio dei bandi - sia per la voglia di Lega e Cinquestelle di archiviare un tormentone sul quale Pd e FI vanno a nozze. «Un altro vertice? Ma sì, decidete con calma». «Basta rinvii! Ci aspettiamo un sì o un no», incalzano le parlamentari di FI Mara Carfagna e Licia Ronzulli.

 

camera approvata mozione per ridiscutere la tav 1

Dopo il disastroso summit delle frappe di mercoledì scorso, quello di oggi dovrebbe rappresentare un momento di svolta per una maggioranza di fatto impantanata. Le percentuali del M5S continuano a precipitare.

 

La Lega tiene, ma Salvini ieri in conferenza stampa è apparso molto nervoso per ciò che potrebbe scaricarsi sul Carroccio qualora i dati dell' economia italiana dovessero continuare a peggiorare. Ieri Salvini, presentando alla Camera un ddl anti-spacciatori, ha messo le mani avanti su una possibile manovra correttiva, che non ha escluso, assicurando però che «non ci saranno aumenti dell' Iva, patrimoniali o tasse sulla casa». Anche se ciò è quello che vuole sentir dire l' elettorato leghista, la rassicurazione convince sino ad un certo punto e oltretutto il leader leghista sembra sposare i timori del sottosegretario Giancarlo Giorgetti che dagli Usa evoca una ripresa economica in stile anni Sessanta, mentre oggi i dati dell' Istat sul quarto trimestre 2108 daranno tutt' altra indicazione.

tav tunnel di base nel lato francese 6

 

LO SCAMBIO E' quindi molto probabile che oggi a palazzo Chigi si parlerà anche degli altri temi sui quali la maggioranza continua a dividersi. Legittima difesa e autonomia regionale sono al centro dello scontro. Sul primo argomento le resistenze grilline sono agli sgoccioli anche se nel Movimento c' è chi continua a storcere il naso e chi invece intende sfruttare il tema come merce di scambio.

 

L' Autonomia delle regioni del Nord è invece destinata a segnare il passo - vista l' attenzione del Quirinale e dei presidenti delle Camere - finendo tra gli argomenti del dopo-Europee.

MAPPA TAV EUROPASALVINI TAV

Ultimi Dagoreport

donald trump vladimir putin

DAGOREPORT – PUTIN NON PERDE MAI: TRUMP ESCE A PEZZI DALLA TELEFONATA CON “MAD VLAD”. AVEVA GIÀ PRONTO IL DISCORSO (“HO SALVATO IL MONDO”) E INVECE HA DOVUTO FARE PIPPA DI FRONTE AL NIET DEL PRESIDENTE RUSSO ALLA TREGUA DI 30 GIORNI IN UCRAINA – ZELENSKY COTTO E MANGIATO: “SE NON SEI AL TAVOLO DEL NEGOZIATO, SEI NEL MENÙ” – LE SUPERCAZZOLE DEL TYCOON SU IRAN E ARABIA SAUDITA E LA PRETESA DELL’EX AGENTE DEL KGB: ACCETTO IL CESSATE IL FUOCO SOLO SE FERMATE GLI AIUTI ALL’UCRAINA. MA TRUMP NON POTEVA GARANTIRE A NOME DELL’EUROPA – DOPO IL SUMMIT A GEDDA DI DOMENICA PROSSIMA CI SARÀ UNA NUOVA TELEFONATA TRA I DUE BOSS. POI L’INCONTRO FACCIA A FACCIA…

donald trump dazi giorgia meloni

DAGOREPORT! ASPETTANDO IL 2 APRILE, QUANDO CALERÀ SULL’EUROPA LA MANNAIA DEI DAZI USA, OGGI AL SENATO LA TRUMPIANA DE’ NOANTRI, GIORGIA MELONI, HA SPARATO UN’ALTRA DELLE SUE SUBLIMI PARACULATE - DOPO AVER PREMESSO IL SOLITO PIPPONE (‘’TROVARE UN POSSIBILE TERRENO DI INTESA E SCONGIURARE UNA GUERRA COMMERCIALE...BLA-BLA’’), LA SCALTRA UNDERDOG DELLA GARBATELLA HA AGGIUNTO: “CREDO NON SIA SAGGIO CADERE NELLA TENTAZIONE DELLE RAPPRESAGLIE, CHE DIVENTANO UN CIRCOLO VIZIOSO NEL QUALE TUTTI PERDONO" - SI', HA DETTO PROPRIO COSI': “RAPPRESAGLIE’’! - SE IL SUO “AMICO SPECIALE” IMPONE DAZI ALLA UE E BRUXELLES REAGISCE APPLICANDO DAZI ALL’IMPORTAZIONE DI MERCI ‘’MADE IN USA’’, PER LA PREMIER ITALIANA SAREBBERO “RAPPRESAGLIE”! MAGARI LA SORA GIORGIA FAREBBE MEGLIO A USARE UN ALTRO TERMINE, TIPO: “CONTROMISURE”, ALL'ATTO DI TRUMP CHE, SE APPLICATO, METTEREBBE NEL GIRO DI 24 ORE IN GINOCCHIO TUTTA L'ECONOMIA ITALIANA…

donald trump cowboy mondo in fiamme giorgia meloni friedrich merz keir starmer emmanuel macron

DAGOREPORT: IL LATO POSITIVO DEL MALE - LE FOLLIE DEL CALIGOLA DELLA CASA BIANCA HANNO FINALMENTE COSTRETTO GRAN PARTE DEI 27 PAESI DELL'UNIONE EUROPEA, UNA VOLTA PRIVI DELL'OMBRELLO MILITARE ED ECONOMICO DEGLI STATI UNITI, A FARLA FINITA CON L'AUSTERITY DEI CONTI E DI BUROCRATIZZARSI SU OGNI DECISIONE, RENDENDOSI INDIPENDENTI - GLI EFFETTI BENEFICI: LA GRAN BRETAGNA, ALLEATO STORICO DEGLI USA, HA MESSO DA PARTE LA BREXIT E SI E' RIAVVICINATA ALLA UE - LA GERMANIA DEL PROSSIMO CANCELLIERE MERZ, UNA VOLTA FILO-USA, HA GIA' ANNUNCIATO L'ADDIO ALL’AUSTERITÀ CON UN PIANO DA MILLE MILIARDI PER RISPONDERE AL TRUMPISMO - IN FRANCIA, LA RESURREZIONE DELLA LEADERSHIP DI MACRON, APPLAUDITO ANCHE DA MARINE LE PEN – L’UNICO PAESE CHE NON BENEFICIA DI ALCUN EFFETTO? L'ITALIETTA DI MELONI E SCHLEIN, IN TILT TRA “PACIFISMO” PUTINIANO E SERVILISMO A TRUMP-MUSK...

steve witkoff marco rubio donald trump

DAGOREPORT: QUANTO DURA TRUMP?FORTI TURBOLENZE ALLA CASA BIANCA: MARCO RUBIO È INCAZZATO NERO PER ESSERE STATO DI FATTO ESAUTORATO, COME SEGRETARIO DI STATO, DA "KING DONALD" DALLE TRATTATIVE CON L'UCRAINA (A RYAD) E LA RUSSIA (A MOSCA) - IL REPUBBLICANO DI ORIGINI CUBANE SI È VISTO SCAVALCARE DA STEVE WITKOFF, UN IMMOBILIARISTA AMICO DI "KING DONALD", E GIA' ACCAREZZA L'IDEA DI DIVENTARE, FRA 4 ANNI, IL DOPO-TRUMP PER I REPUBBLICANI – LA RAGIONE DELLA STRANA PRUDENZA DEL TYCOON ALLA VIGILIA DELLA TELEFONATA CON PUTIN: SI VUOLE PARARE IL CULETTO SE "MAD VLAD" RIFIUTASSE IL CESSATE IL FUOCO (PER LUI SAREBBE UNO SMACCO: ALTRO CHE UOMO FORTE, FAREBBE LA FIGURA DEL ''MAGA''-PIRLA…)

giorgia meloni keir starmer donald trump vignetta giannelli

DAGOREPORT - L’ULTIMA, ENNESIMA E LAMPANTE PROVA DI PARACULISMO POLITICO DI GIORGIA MELONI SI È MATERIALIZZATA IERI AL VERTICE PROMOSSO DAL PREMIER BRITANNICO STARMER - AL TERMINE, COSA HA DETTATO ''GIORGIA DEI DUE MONDI'' ALLA STAMPA ITALIANA INGINOCCHIATA AI SUOI PIEDI? “NO ALL’INVIO DEI NOSTRI SOLDATI IN UCRAINA” - MA STARMER NON AVEVA MESSO ALL’ORDINE DEL GIORNO L’INVIO “DI UN "DISPIEGAMENTO DI SOLDATI DELLA COALIZIONE" SUL SUOLO UCRAINO (NON TUTTI I "VOLENTEROSI" SONO D'ACCORDO): NE AVEVA PARLATO SOLO IN UNA PROSPETTIVA FUTURA, NELL'EVENTUALITÀ DI UN ACCORDO CON PUTIN PER IL ‘’CESSATE IL FUOCO", IN MODO DA GARANTIRE "UNA PACE SICURA E DURATURA" - MA I NODI STANNO ARRIVANDO AL PETTINE DI GIORGIA: SULLA POSIZIONE DEL GOVERNO ITALIANO AL PROSSIMO CONSIGLIO EUROPEO DEL 20 E 21 MARZO SULL'UCRAINA, LA PREMIER CERCHIOBOTTISTA STA CONCORDANDO GLI ALLEATI DELLA MAGGIORANZA UNA RISOLUZIONE COMUNE PER IL VOTO CHE L'ATTENDE MARTEDÌ E MERCOLEDÌ IN SENATO E ALLA CAMERA, E TEME CHE AL TRUMPUTINIANO SALVINI SALTI IL GHIRIBIZZO DI NON VOTARE A FAVORE DEL GOVERNO…